2016-2017, Guidi: occorre strategia ‘offensiva’ sui mercati. Attendiamo governo Trump che potrebbe riaprire mercato con russia

“Un anno a luci ed ombre come accade ormai da anni in cui abbiamo visto una polarizzazione dei sistemi agricoli e delle aziende con comparti che ce la fanno – quelli proiettati alla trasformazione e all’export – e comparti che invece soffrono perché in diretta concorrenza con il prodotto estero, come il grano”. Così ad AGRICOLAE il presidente di Confagricoltura Mario Guidi fotografando il 2016 che si sta per chiudere. “Un sistema agricolo che ha beneficiato di interventi del governo e che allo stesso tempo si è confrontato con degli eccessi normativi come quelli sulla legge sul Caporalato”.

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Al di là di tutto, secondo Guidi, “si nota ancora una volta l’assenza di una strategia di politica agricola nazionale perché al di là degli entusiasmi del made in Italy non riusciamo a comporre una strategia nazionale che sia offensiva sui mercati. Né sul mercato nazionale e tanto meno su quello internazionale. C’è molto quindi su cui lavorare sia sul punto di vista delle istituzioni da cui provengono troppi timidi segnali di semplificazione, sia all’interno dei sistemi attuali agricoli per una maggiore alleanza tra agricoltori. Che ancora faticano a capire come in un mondo così complesso l’unione faccia veramente la forza. Ci sono troppi individualismi e poca propensione alla collaborazione”, prosegue il numero uno degli imprenditori agricoli. “Ancora troppi interventi a pioggia e pochi interventi mirati. Tra le misure importanti da ricordare il testo unico del vino che dovrebbe insegnare il modo di lavorare della politica, delle rappresentanze e delle istituzioni. Un esempio per il futuro”.

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E il 2017? “È l’anno in cui molte cose andranno a regime, ci auguriamo. Ma diventa anche l’anno che, avvicinandosi la fine della programmazione della Pac, si discuterà il post 2020. Si parte da lì per costruire qualcosa con un orizzonte più lungo e quindi il 2017 pur con la preoccupazione di una instabilità di governo, potrebbe o dovrebbe essere l’anno in cui iniziamo quantomeno ad immaginare una strategia diversa di attacco ai mercati per distinguere tra agricoltura di sussistenza e quella delle imprese. Che non sono in antitesi ma hanno bisogno di politiche diverse. Mi piacerebbe – prosegue Guidi -che si percorressero entrambe le strade e che ci fosse una capacità di distinguere i diversi modi di fare agricoltura e interventi mirati per favorire occupazione, reddito e la conquista dei mercati che sono l’unico vero elemento di stabilità”.

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“Sul piano delle politiche internazionali attendiamo con interesse l’insediamento del nuovo governo degli Stati uniti da cui non è affatto detto che avremo conseguenze negative. Quanto meno non superiori ai problemi che abbiamo avuto con la chiusura del mercato russo. Un nuovo dialogo tra Stati Uniti e Russia e quindi di concerto con l’Unione europea che ha seguito le strategie del presidente Obama potrebbe – conclude il presidente di Confagricoltura – consentire di recuperare un mercato importante su cui l’embargo ha avuto come unico effetto quello di rafforzare l’economia interna agroalimentare della Russia a discapito dei nostri prodotti”.