2018-2019, Giansanti: agricoltura deve essere connessa per consentire crescita del paese

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti tira le somme, con AGRICOLAE, sull’andamento del 2018 e sulle prospettive per il 2019. “Il 2018 è stato un anno transitorio che si è caratterizzato per la crisi del settore cerealicolo a causa delle produzioni che hanno risentito del maltempo e delle quotazioni non in linea con le attese dei produttori. Un segnale su cui dovremo ragionare. Importante anche che il ministro Centinaio abbia convocato il tavolo sulla pasta e che si stia ragionando su garanzie da dare al settore maidicolo. Mi auguro che nel 2019 ci possano essere prezzi piu alti”.

Poi il settore olio, con la Puglia in ginocchio e anche li produzioni in calo. “Mi auguro – prosegue Giansanti – che il prossimo anno le cose possano andare meglio sia in termini di produttivita che di prezzi. La Xylella continua ad essere un problema e occorre un ammodernamento della filiera per essere competitivi e garantire i livelli della produzione. Per questo mi auguro che nei primi mesi del 2019 ci possa essere il piano nazionale sull’ovicoltura”.

Anche per la zootecnia “alti e bassi, non è questo un anno da ricordare”.

Sotto il punto di vista generale invece, il presidente di Confagricoltura spiega che “i macronumeri diocno che il settore tiene”. “Il settore continua ad essere trainante in una situazione di stallo di tutto il Paese con il Pil negativo e l’agroalimentare che registra un segno positivo”.

Poi l’export, con “i dazi che chiamano dazi”. “Dal punto di vista dell’export la politica dei dazi ha messo in difficoltà tutte le nazioni esportatrici e l’Italia ha sempre piu bisogno per questo motivo di guardare ad altri mercati per raggiungere quote pari a Germania e Olanda, paesi forti nelle esportazioni ma deboli nel Made In. Al contrario di noi”, prosegue Giansanti.

“Il 2019 ci farà poi capire se avremo una nuova Pac o un regime transitorio. E’ evidente però che parlare di riforma della Pac fino a che non avremo capito quali sono le risorse su cui potremo contare è rischioso”.

Bene per il numero uno di Palazzo della Valle “l’approvazione delle pratiche sleali dato che il settore dell’agricoltura sconta nelle trattative commerciali la frammentazione dell’offerta che la contraddistingue”.

Sul tema delle infrastrutture “occorre fare molti passi avanti. L’assenza rende l’Italia meno competitiva. Abbiamo bisogno di connettere l’agricoltura al mondo e in questo serve anche il digitale. L’agricoltura a livello mondiale va ormai verso forme di produzioni digitalizzate mentre l’Italia è ferma ancora al 3G e in alcuni casi neppure a quello. Occorre portare la smart farm su tutto il territorio nazionale. Se l’Italia agricola vuole recuperare spazi di mercato e competitività deve essere connessa. Servono risposte per consentire la crescita del settore e del Paese”.

Infine il tema del lavoro: “in agricoltura tiene, quest’anno abbiamo firmato un buon contratto nazionale – spiega – ma abbiamo bisogno da parte del governo di un intervento sul cunero fiscale perché ancora oggi siamo  molto piu cari rispetto ai colleghi/competitor tedeschi, francesi o spagnoli”, conclude.