A FIERAGRICOLA C’È IL FUTURO, TRA STUDENTI E GIOVANI AGRICOLTORI. L’ABBATE: QUI LE RISPOSTE ALLE GRANDI SFIDE AGRICOLE

Oltre cinquemila studenti hanno visitato nei primi due giorni Fieragricola, la rassegna internazionale giunta alla sua 114ª edizione e in corso a Verona fino a domani. Per la gran parte di loro, il sogno rimane l’azienda agricola, sempre più tecnologica e sostenibile. E Fieragricola, con la sua offerta trasversale ad alto tasso di innovazione, rappresenta, come dichiara il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate, in visita oggi a Veronafiere, «è una vetrina completa e 114 edizioni dimostrano un radicato attaccamento al territorio e internazionalità. Questo grazie a contenuti specifici, utili al mondo agricolo e ai giovani per rispondere alle sfide del futuro: cambiamenti climatici sempre più pressanti, biodiversità che si riduce, risorse per l’agricoltura via via più scarse».

I progetti dei giovani fra specializzazione e nuove tecnologie. Riccardo Cella, 17 anni, frequenta l’Istituto agrario Gian Battista Cerletti nella succursale di Conegliano. «I miei genitori gestiscono 12 ettari a vigneto a Oderzo, nel Trevigiano – spiega –. Non appena sarò diplomato, andrò a lavorare con loro. Sogno di aprire una cantina». Obiettivo diffuso, in una provincia come quella di Treviso, che grazie al boom del Prosecco ha visto crescere le superfici vitate del 38,6% fra il 2009 e il 2019, passando da 28.235 ettari a 39.124 ettari.

Alex Bellomo, studente di Torre di Mozzo (Venezia) è pronto ad «entrare nell’azienda di famiglia, dove coltiviamo 18 ettari di cereali con le tecniche di minima lavorazione e agricoltura di precisione e 7,5 ettari di orticole, in prevalenza radicchio rosso di Treviso Igp, uno dei fiori all’occhiello del territorio».

Anche l’orticoltura sta accelerando sul precision farming e sulla digitalizzazione in campo, tanto che, spiega il professor Riccardo Carletti, «riceviamo come scuola molte richieste di studenti nel campo del lavoro agricolo in conto terzi, dove la specializzazione è cresciuta notevolmente».

Accordo Uncai-Rete Nazionale Istituti Agrari. In quest’ottica ieri a Fieragricola la presidente della Rete Nazionale degli Istituti di Agraria, Patrizia Marini, e il presidente dell’Unione nazionale contoterzisti agromeccanici (Uncai), Aproniano Tassinari, hanno stretto un accordo per presentare insieme ai vertici dei ministeridelle Politiche agricole e dell’Istruzione un progetto per il reinserimento della materia di meccanizzazione agricola nelle classi degli istituti di agraria di tutta Italia. «Di anno in anno – ha spiegato Tassinari – i mezzi agricoli crescono in complessità, che deve essere insegnata in tempo affinché non diventi poi una montagna troppo alta da scalare».

L’appello per una nuova formazione più rispondente alle esigenze del mondo del lavoro arriva anche da Roberto Rinaldin, presidente di Unacma (Unione nazionale commercianti di macchine agricole). L’associazione a Fieragricola ha incontrato diversi studenti nell’ambito dell’iniziativa «Mech@agri jobs», workshop rivolto agli studenti di istituti tecnici e agrari, realizzato in collaborazione con FederUnacoma e Cai. «Abbiamo sempre più bisogno di venditori di macchine agricole, tecnici specializzati nel post vendita e tecnici specializzati per assistenza, fornitura, installazione e training legati ai dispositivi dell’agricoltura 4.0», è l’urgenza di Rinaldin, che sollecita nuovi approcci formativi già a partire dalla scuola.

Ricambio generazionale e difficoltà. Il tema dell’avvicendamento in agricoltura è complesso. Se, infatti, sono previsti incentivi per i primi insediamenti dei giovani, il ricambio generazionale non è sempre agevole. «Per i giovani imprenditori agromeccanici non sono previsti incentivi o misure specifiche per l’ingresso in azienda – dichiara Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai) –. Questo rappresenta un problema per ilsistema agricolo, in quanto le nostre realtà sono fortemente capitalizzate e necessitano di investimenti ingenti per restare al passo con le nuove tecnologie, ma senza provvedimenti di sostegno in direzione dell’agricoltura digitale e delle innovazioni sostenibili, viene a mancare la spinta agli investimenti, evidenziato nei dati di immatricolazione del 2019 e presentati proprio alla Fieragricola di Verona: scendono al minimo i volumi di immatricolato delle mietitrebbie, normalmente appannaggio degli agromeccanici, e cresce vistosamente l’acquisto dell’usato, con buona pace del Green Deal».

Il presidente del Ceja, Jannes Maes. Alcuni aspetti accomunano i giovani agricoltori di tutta Europa. Lo riassume efficacemente l’allevatore belga Jannes Maes, produttore di latte e presidente del Ceja, il Consiglio europeo dei Giovani Agricoltori, che associa 32 organizzazioni di giovani imprenditori agricoli in 32 Paesi.

«Le sfide specifiche che i giovani agricoltori nell’Ue affrontano sono l’accesso alla terra, l’accesso al credito e l’accesso alla conoscenza. Tuttavia, ci sono altre questioni che i giovani agricoltori devono affrontare, tra cui i cambiamenti climatici, le pratiche commerciali sleali e la volatilità del mercato. La futura Pac può aiutare i giovani agricoltori a superare questi ostacoli, se è veramente all’altezza delle sue ambizioni e sarà in grado di sostenere il rinnovamento generazionale in agricoltura. Può presentare un bilancio solido e stabile per i giovani agricoltori, facilitare il loro accesso ai servizi, garantire che le aree rurali siano luoghi vitali in cui vivere e lavorare e indirizzare i pagamenti verso gli agricoltori attivi».

«Passaggio generazionale in concreto». Domani, sabato 1 febbraio (ore 10.30, sala Puccini), a Fieragricola i Giovani di Confagricoltura Verona parleranno del «Passaggio generazionale in concreto».