OGGI IN COMAGRI CAMERA, COMITATO DEI NOVE SU EMENDAMENTI FILIERA CORTA

Prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta, Comitato dei Nove

La XIII Commissione Agricoltura si è riunita in sede di Comitato dei Nove per esaminare gli emendamenti sul testo A della proposta di legge recante Norme perla valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta, a chilometro zero o utile (C. 183-A – Rel. Cimino, M5S).

Ha quindi svolto interrogazioni a risposta immediata su questioni di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.




TERREMOTO, COPAGRI: PRESIDENTE VERRASCINA VISITA AZIENDE AGRICOLE DELL’AREA

Una delegazione del consiglio nazionale della Copagri, guidata dal presidente Franco Verrascina, si è recata in visita ad alcune aziende agricole e zootecniche associate del maceratese, colpite dal tragico sisma che ha devastato il centro Italia nel 2016 per raccogliere dalla viva voce dei produttori le istanze del territorio.

“Le aziende, tutte situate nell’area del cratere del maceratese, hanno ottenuto, grazie all’intervento della Regione Marche e al supporto della Confederazione produttori agricoli, delle tensostrutture temporanee grazie alle quali hanno potuto, seppur provvisoriamente e tra molte difficoltà, riprendere le loro attività, ma ora hanno bisogno di una soluzione definitiva per poter programmare i lavori futuri”, spiega la Copagri.

“C’è ancora molto da fare, dal momento che andiamo verso l’inverno e il freddo e il maltempo rischiano di diventare ulteriori elementi di stress per gli animali; bisogna necessariamente accelerare per arrivare a una soluzione definitiva, anche in relazione ai ricoveri e al benessere degli animali”, afferma il presidente Verrascina.

“Vogliamo riportare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulle numerose problematiche che ancora oggi si trovano a dover affrontare le aziende colpite dal sisma, in termini di strutture e anche di infrastrutture, che a due anni dal terremoto scontano ancora gravi ritardi, andando a penalizzare i produttori”, afferma il presidente Verrascina.

“A questo scopo assicuriamo la nostra piena e totale disponibilità al neocommissario straordinario per la ricostruzione Piero Farabollini, a cui auguriamo buon lavoro e al quale non faremo mancare il nostro supporto e contributo fattivo, nella convinzione che saprà farsi portatore delle istanze delle aziende, situate in territori a lui conosciuti”, conclude il presidente Verrascina




Sisma, Cia: prodotti Appennino on line con Jp Morgan chase foundation

Sbarcano sul web “I Prodotti dell’Appennino”. Cia-Agricoltori Italiani, con il supporto di JPMorgan Chase Foundation, presenta a Terra Madre Salone del Gusto il progetto che promuove la vendita delle prelibatezze enogastronomiche delle aziende agricole del Centro Italia colpite dal sisma.

Da Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria direttamente sulle piattaforme Ufoody e Amazon (categoria Made in Italy – Gourmet), conserve, olio e vino, formaggi e salumi, golosità e pasta, frutto del lavoro agricolo nelle terre ferite dal terremoto nel 2016-2017. Una selezione di quasi 100 tipicità a marchio “I Prodotti dell’Appennino”, messe in vetrina e già in fase di vendita per più del 50% delle aziende aderenti, con acquisti, su Ufoody (73%), che arrivano soprattutto da Lombardia (18,67%), Piemonte e Emilia-Romagna (16%), ma anche dallo stesso cuore della penisola, Abruzzo e Marche (10,67%), che raccontano la storia di una rinascita, faticosa, ma più consapevole e determinata.

Dal 2015 al 2017 -come emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi Cia su dati Istata risentire di più delle conseguenze del sisma è stata l’Umbria, il cui valore della produzione agricola è sceso del 15% con un fatturato che in tre anni è passato da quasi 845 milioni di euro a 715 milioni, perdendo il 14% del valore aggiunto agricolo. Segue la regione Marche con un -6% del valore della produzione agricola (1,1 miliardi di euro nel 2017 a fronte di 1,2 miliardi del 2015) e un -4% del valore aggiunto agricolo. Il terremoto ha inciso principalmente sulla zootecnica (carne ovicaprina -16% nel Lazio; carne bovina -6% nelle Marche) e nel comparto lattiero-caseario (latte ovicaprino -32% nel Lazio; -17% nelle Marche; 13% in Umbria). In Abruzzo è diminuita la produzione di olio (-12%), ma è andata meglio la vitivinicoltura (+30%), l’allevamento di carne suina (+23%) e la coltivazione delle patate (+23%). L’Umbria ha avuto il calo più consistente nella cerealicoltura (-46%), ma ha contato nel 2017 un incremento del 22% nella produzione di carne suina.

L’agricoltura del Centro Italia si è dunque tenuta in piedi, nonostante le enormi difficoltà, grazie soprattutto al grande lavoro degli agricoltori e alla solidarietà di tutti. Il progetto “I Prodotti dell’Appennino” si inserisce in questo scenario quale acceleratore economico per le aziende agricole, incentivando il rilancio delle attività imprenditoriali con la promozione e la vendita dei loro prodotti.

“A tre anni dal sisma, molto hanno fatto gli agricoltori con il consueto spirito di sacrificio che li contraddistingue. La produttività del Centro Italia ha però bisogno di un contributo più orientato a un salto di qualità, anche in grado di rigenerare l’appeal agrituristico dell’Appennino -ha commentatoil presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. L’iniziativa con JPMorgan Chase Foundation arriva a supportare e agevolare questo processo, puntando sulle eccellenze del territorio, riconosciute in tutta Italia per autenticità e genuinità”.

Francesco Cardinali, Senior Country Officer di J.P. Morgan in Italia ha aggiunto:“Dopo aver sostenuto le operazioni di immediato soccorso alla popolazione colpita dal sisma del 2016, oggi J.P.Morgan è orgogliosa di poter aiutare anche le imprese del settore agroalimentare del Centro Italia, motore fondamentale dell’economia locale. Siamo convinti che imprese agroalimentari più forti e capaci di cogliere le opportunità offerte dalle piattaforme di commercio online possano dare un impulso positivo all’occupazione e contribuire alla rivitalizzazione e alla crescita economica duratura e sosteniblie di queste comunità. Nel segno di un impegno centenario nei confronti del Paese e delle sue imprese, auguriamo ai beneficiari del progetto ogni successo nel portare le tipicità delle eccellenze italiane in mercati sempre più ampi




CONFEURO: FIERI DI POTER TRASMETTETE LE NOSTRE CONOSCENZE AI DIPENDENTI DEL COMUNE DI PESCARA

“Il riconoscimento della professionalità e della competenza dei nostri operatori “ dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso è “per noi un fattore di grande prestigio; ed è per questo che siamo estremamente fieri del corso che i nostri operatori del Caf Labor terranno questo mercoledì 11 Luglio 2018, a favore dei dipendenti del Comune di Pescara.

Da attestati come questi “ continua Tiso “ arrivano importanti conferme sulla qualità delle scelte fatte fino ad oggi e sulle capacità delle nostre strutture di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. Il Caf Labor infatti, proprio come il patronato e come tante altre organizzazioni interne al mondo della Confeuro, si impegna costantemente per migliorarsi e per riuscire a rappresentare gli interessi di quelle tante persone che continuano, purtroppo ancora oggi, ad essere colpevolmente ignorate dalla politica.

Per tutte le strutture del mondo Confeuro “ conclude Tiso “, la competenza è un fattore assolutamente imprescindibile e determina la differenza sostanziale tra coloro che si ergono a difensori dei diritti dei cittadini per pura propaganda, e chi, invece, lavora costantemente per avere tutti gli strumenti per riuscirci.




IMPRESE, CONFCOOPERATIVE: INVESTE FINO A 385.000 EURO PER RILANCIO BORGHI ABRUZZESI

Il bisogno si fa impresa attraverso il protagonismo dei cittadini. È così che nasce una cooperativa. È così che nascono le cooperative di comunità che provano a innescare sviluppo e a seminare speranza anche qui in Abruzzo dove il sisma ha ferito profondamente territori e comunità e lo stato non è sempre in grado di assicurare tutti i servizi necessari. È questo l’obiettivo della “Rete dei Borghi” la cui costituzione è spinta dai cittadini, dal loro orgoglio, dalla voglia di ripartire nonostante le difficoltà, senza aspettare che gli aiuti arrivino dall’alto. È questo lo spirito dei cooperatori: trasformare una difficoltà in opportunità».Così Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative che ha consegnato a Fontecchio (AQ) come premio alla nascita un assegno di 2.000 euro, (prima tranche dei 5.000 euro complessivi), per ciascuna delle 11 cooperative di comunità della Rete dei Borghi per sostenerne attività e sviluppo. Per ciascuna di esse sarà disponibile una linea di credito fino a 30.000 euro, garantita da Fondosviluppo – Confcooperative e dal sistema delle Banche di Credito Cooperativo.

Confcooperative, dunque, investe in progetti di crescita sul territorio e in Abruzzo la Rete dei borghi cresce passando da 9 a 11. Anversa degli Abruzzi, (AQ), Barrea, (AQ), Campo di giove, (AQ), Collelongo, (AQ), Corfinio, (AQ), Fontecchio, (AQ), Pizzoferrato, (CH) Prezza, (AQ), Santo Stefano di Sessanio, (AQ), Tollo, (CH), Tufillo, (CH) è in queste località che i cittadini si sono rimboccati le maniche e hanno costituito le cooperative di comunità per contribuire al rilancio del territorio tra le province de L’Aquila e Chieti.

«La rete dei Borghi Cooperativi è la più importante infrastruttura sociale del territorio che trasforma gli abitanti in impresa con progetti in tema di turismo, servizi alla popolazione e valorizzazione dei patrimoni ambientali, culturali e immobiliari. È una struttura autentica perché fatta dagli abitanti che investono sul proprio futuro» dice Massimiliano Monetti presidente di Confcooperative Abruzzo che ha coordinato una delegazione delle 11 cooperative che hanno presentato le loro attività presso l’Oasi di Fontecchio.




AL VIA TRANSUMANZA 2018. DA INIZIATIVA UCI SI ALLARGA INTERESSE PER EVENTO CANDIDATO UNESCO. VERSO TURISMO SLOW INTEGRATO

Partita ieri l’edizione transumanza per il 2018. Dopo che l’Italia ha chiesto a Parigi – lo scorso 27 marzo – di inserirla nel Patrimonio Unesco con il sostegno di Austria, Francia, Grecia, Svezia, Spagna e Albania. Sei le regioni coinvolte, Molise, Abruzzo, Puglia, Lazio, Basilicata e Campania. Una organizzazione agricola: l’Unione coltivatori Italiani.

Tutto nasce da un accordo siglato lo scorso 15 gennaio al Ministero delle Politiche agricole tra i funzionari dello stesso Mipaaf e le sei regioni coinvolte, Assonautica, Asvir e l‘Uci di Mario Serpillo.

Documento di cui AGRICOLAE allega copia in PDF assieme a tutta la documentazione del caso.

foglio firme 15 gen 2018, mipaaf roma

Dopo la ‘vittoria’ dell’Uci e delle prime sei regioni, sono molti gli attori che hanno deciso di sostenere la causa: dalla regione Veneto che ha chiesto formalmente di essere inserito nella lista con i dieci comuni vicentini del ‘cammino’ della transumanza di Bressanvido, alla Coldiretti che ha plaudito all’iniziativa coinvolgendo la regione Sardegna.

“La candidatura della transumanza come patrimonio immateriale dell’Unesco è un passo importante che va accompagnato da un impegno concreto per salvare i pastori in Italia che conta su 60mila allevamenti, spesso concentrati nelle aree più marginali del Paese, per un patrimonio 7,2 milioni pecore, la maggioranza in Sardegna“, scrive l’organizzazione di Palazzo Rospigliosi in una nota del 27 marzo. Concludendo che “l’agnello è una presenza antica della tradizione gastronomica italiana”.

“Ogni anno la transumanza di Bressanvido mette in movimento circa 600 capi di bestiame che percorrono due volte il percorso, andata e ritorno, dalla pianura all’altopiano di Asiago, attraversando a primavera e in autunno, i comuni di Bressanvido, Pozzoleone, Schiavon, Marostica, Lusiana, Conco, Asiago, Gallio, Foza ed Enego, alla ricerca di pascoli verdi e di migliori condizioni climatiche”, aveva fatto sapere in una nota al regione Veneto, all’indomani della notizia.

TRANSUMANZA: ANCHE BRESSANVIDO E L’ALTOPIANO DI ASIAGO TRA I PERCORSI CANDIDATI A PATRIMONIO UNESCO.

Con l’edizione 2018 della transumanza, che si terrà nel mese di maggio, “si vuole richiamare – spiega l’Unione Coltivatori Italiania – l’attenzione sull’esistenza di un patrimonio storico, archeologico, antropologico e naturalistico di valore inestimabile: i Tratturi. Nel Meridione d’Italia essi risultano presenti ed integri nella loro originaria bellezza e larghezza di 60 passi napoletani (111.60 m) ancora per lunghi tratti. E’ doveroso da parte delle Istituzioni e dei privati, valorizzarli e proteggerli per farli diventare, non un semplice museo, ma una risorsa primaria che possa dare impulso allo sviluppo economico, agricolo, ambientale e turistico delle nostre Terre”, prosegue l’organizzazione agricola promotrice della candidatura Unesco. L’idea del progetto “è quella di integrare l’economia delle attività agricole promuovendo con la transumanza e i tratturi lo sviluppo di un turismo slow integrato, focalizzato dalla natura, dalla biodiversità, dal paesaggio e attento alle tradizioni, alla cultura, alla spiritualità, all’enogastronomia. Costruzione di itinerari, sui nostri territori, sicuramente meno conosciuti ma di grandissima suggestione paesaggistica e culturale. Un turismo responsabile – concludono dall’Uci – capace di fare un viaggio nell’anima delle piccole comunità locali, rispettando e apprezzando ciò che incontra.

Qui di seguito Agricolae pubblica la documentazione relativa alla candidatura UNESCO

Transhumance ICH-01-2015

Scheda Terre Rurali sintesi

52 uci

 

Gerardo Spera




COPAGRI ABRUZZO, VERRASCINA: CONGRATULAZIONI A PRESIDENTE SPINA

All’affollata assemblea congressuale interventi di Napoleone (Cnel), Assessore Pepe, Di Zio (Cia Abruzzo) e vicesindaco Di Federico. Conclusioni del presidente Verrascina

Il congresso della Copagri Abruzzo, svoltosi il 26 marzo 2018 a Spoltore (Pe) alla presenza del presidente nazionale Franco Verrascina, si è concluso con l’elezione di Leo Spina presidente. Spina sarà affiancato nel suo mandato dai vicepresidenti vicari Vincenzo Italiani, già presidente della Copagri Teramo, e Federica Di Federico, già presidente della Copagri Chieti.

Affollato e partecipato il congresso, al quale hanno portato il loro contributo il vicepresidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) Delio Napoleone, l’assessore all’agricoltura dell’Abruzzo Dino Pepe, il presidente della Cia Abruzzo Mauro Di Zio e il vicesindaco di Spoltore Chiara Trulli. Ha concluso i lavori il presidente Franco Verrascina. I numerosi interventi durante il dibattito congressuale hanno reso intenso e completo il confronto tra gli agricoltori, le istituzioni e le parti sociali.

Napoleone ha portato i saluti del Cnel, incentrando il suo intervento su tematiche inerenti il lavoro, visto – ha sottolineato – come centro di tutto il dibattito politico contemporaneo. L’assessore Pepe, da sempre vicino alla Copagri, si è da subito reso disponibile al dialogo e al confronto con il nuovo gruppo dirigente. Il vicesindaco di Spoltore, alla quale sono stati affidati l’apertura dell’incontro e gli onori di casa, ha portato l’affettuoso saluto del suo comune, che ha ospitato i lavori congressuali. Di Zio ha manifestato la immediata disponibilità della federazione da lui presieduta a lavorare da subito insieme alla Copagri Abruzzo per il bene degli agricoltori, portando sui tavoli istituzionali richieste congiunte che abbiano la forza necessaria a poter essere ascoltate.

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Verrascina, concludendo i lavori, ha formulato i migliori auguri di buon lavoro a Spina e ha riassunto con esperienza i contenuti degli interventi e del dibattito svoltosi durante la giornata. “La conferma di Spina a presidente regionale della Copagri è il giusto riconoscimento al lavoro e all’impegno da lui profuso in questi anni”, ha detto. “Dalle parole del neoeletto presidente sono scaturiti degli impegni che sono sicuro saranno onorati”, ha osservato Verrascina, ad avviso del quale “questo è il cambio di passo di cui l’agricoltura italiana ha bisogno”.




NASCE LA ‘RETE DEI BORGHI’. CONFCOOPERATIVE ABRUZZO: 9 COOPERATIVE SERVIZIO TERRITORIO PER CONTRASTARE SPOPOLAMENTO E AVVIARE SVILUPPO

Borghi delle aree interne. Borghi ricostruiti dopo essere stati flagellati dal sisma de L’Aquila. Borghi in via di spopolamento. Borghi che, però, non si arrendono perché hanno un cuore che batte forte: quello della loro gente. È così che nasce la Rete dei borghi che vede il suo “epicentro”, in termini di partecipazione attiva dei suoi cittadini, ad Anversa degli Abruzzi dove in contemporanea una folta delegazione delle comunità dei borghi di Anversa, Prezza, Fontecchio e Santo Stefano di Sessanio costituisce oggi una cooperativa di comunità per ciascun singolo borgo. A distanza di qualche ora e di pochi chilometri faranno la stessa cosa i cittadini di Collelongo e Tollo. Sei cooperative di comunità costituite nello stesso giorno a cui si aggiungono quelle già operative di Pescasseroli, Pizzoferrato e Barrea. Un progetto coordinato da Confcooperative Abruzzo e supportato da Confcooperative Nazionale e Fondosviluppo.

«Le cooperative sono sentinelle del territorio, capaci di intercettare, più di ogni altra impresa, i bisogni delle comunità. Dove lo Stato si ritira perché non è più in grado di organizzare servizi e risposte e il privato neanche pensa a cimentarsi, le cooperative – dice Maurizio Gardini presidente Confcooperative – favoriscono l’autorganizzazione dei cittadini mettendoli in condizione di rispondere alle proprie esigenze».

Dalla piccola comunità di Santo Stefano Sessanio (113 abitanti) al centro più grande, Tollo (4.122 abitanti) c’è un unico filo conduttore che tiene insieme la “rete dei borghi”, sono tutti laboratori di cittadinanza attiva, cittadini che si organizzano in impresa cooperativa per rispondere ai propri bisogni. Cittadini che diventano impresa per il territorio. Si va dalla riapertura dell’emporio del paese alla spesa a domicilio, dal trasporto scolastico dei bambini a quello degli anziani, dalla valorizzazione dei prodotti agroalimentari del territorio a tutti i servizi legati all’ospitalità e al turismo, senza dimenticare la cura del territorio e del paesaggio e la gestione sostenibile delle risorse forestali.

«Non solo. Nella vocazione dei territori c’è anche chi “autorifornisce” la stazione di carburante, perché in un’ottica di diseconomia di scala nessuna compagnia petrolifera andrebbe a fare bunkeraggio. L’ulteriore valore aggiunto – dice Massimiliano Monetti presidente di Confcooperative Abruzzo – sarà quello del network tra le dieci cooperative, grazie al quale si scambieranno esperienze e turisti per dar vita a una visione unica di sistema».

 

Breve profilo delle cooperative impegnate nella “Rete dei borghi”:

  1.     Anversa degli Abruzzi (340 abitanti): la cooperativa si occuperà di gestire l’emporio del paese, unico punto vendita e spazio per servizi alla popolazione. Gestirà i servizi turistici sostenibili, organizzerà itinerari e percorsi per turisti, permetterà loro di assistere alla lavorazione del formaggio oltre che alla gestione delle greggi.

 

  1.     Prezza (952 abitanti):servizi ai cittadini e valorizzazione delle produzioni come la coltivazione del carciofo e della vite. Gestione delle risorse ambientali e culturali, sviluppo di servizi innovativi.

 

  1.     Fontecchio (357 abitanti): molto dinamica nella ricostruzione post sisma. Il paese è stato ricostruito, ma è spopolato tanto che l’amministrazione comunale sta lavorando ad un progetto “casa bottega”, col quale offre casa e un locale per attività commerciale. La cooperativa Si occuperà della valorizzazione delle risorse forestali attraverso l’attivazione di un impianto a biomassa che riscalda la scuola.

 

  1.     Santo Stefano Sessanio (113 abitanti): gravemente danneggiato dal sisma de L’Aquila il borgo è stato ricostruito. Il turismo è una leva importante per l’economia locale. Gli abitanti si sono organizzati per una serie di servizi al settore turistico e nella raccolta dei rifiuti, dell’umido che viene caricato a dorso di mulo tra i vicoli del borgo e riposto nelle compostiere. Inoltre c’è la volontà di sviluppare un centro unico culturale per lo sviluppo di attività legata alla valorizzazione di prodotti.

 

  1.     Tollo (4.122 abitanti): il paese cooperativo per eccellenza. Terra del vino e paese delle cantine cooperative. Si occuperà di servizi assistenziali e sociali, artigianato, gestione del verde pubblico, locali e strutture pubbliche e sviluppo di servizi all’agricoltura.

 

  1.     Collelongo (1.196 abitanti): è uno dei comuni dove l’orso si avvicina sempre di più ai centri abitati. La cooperativa intende sviluppare all’interno del complesso scolastico un centro multifunzionale per la formazione e trovare sinergie tra gli anziani e i più piccoli. Nel cortile della scuola la realizzazione di un orto sociale che andrà a sostenere la mensa scolastica. La cooperativa seguirà progetti di sviluppo anche per la gestione sostenibile del bosco e della filiera energetica, con la scuola riscaldata da un impianto a biomasse di origine forestale.

 

  1.     Pizzoferrato (1.103 abitanti):la cooperativa AJAVDE’ vuole valorizzare la patata e il fagiolo autoctono di Pizzoferrato, attraverso un punto vendita e la coltivazione. La cooperativa promuove il consumo dei prodotti locali presso tutte le strutture recettive del paese. Si occupa del piano neve e dei servizi di gestione di pulizia, dello sfalcio dell’erba e ha ambiziosi progetti per la gestione di un complesso turistico per lo sviluppo e la gestione sostenibile delle risorse forestali. Alla base del progetto di sviluppo locale c’è la vocazione di riportare a se i servizi di Pizzoferrato. Il primo atto è stato rappresentato dal progetto del Comune ha promosso la nascita di una stazione di carburante “PizzOil” autorifornita dagli stessi abitanti.

 

  1.     Barrea (713 abitanti):già cooperativa di Comunità VallisRegis, impegnata nella gestione di un impianto fotovoltaico del paese intende gestire un albergo diffuso di proprietà del Comune per promuovere turismo sostenibile attraverso un programma di turismo esperienziale.

 

  1.   Pescasseroli (2.212 abitanti): la cooperativa Castel del Mancino si occupa della gestione di uno chalet turistico e lavora per la valorizzazione del territorio attraverso la gestione di un’ex stazione ferroviaria per la promozione di prodotti e itinerari paesaggistici.

 




CIA: TORNA A ROMA LA ‘VETRINA’ DELLA SPESA IN CAMPAGNA CON PRODOTTI ABRUZZESI

La Spesa in Campagna è di nuovo in città. Con l’inizio del nuovo anno, l’associazione per la promozione della vendita diretta di Cia-Agricoltori Italiani ritorna nella sua vetrina al centro di Roma, dov’è possibile acquistare prodotti sani, genuini, biologici, direttamente dalle aziende agricole.

Situata in via Bissolati, al Temporary Shop del CRA Generali, la vetrina resterà aperta il 23 e il 24 gennaio, dalle ore 10 alle ore 18, con l’obiettivo di creare e consolidare una buona abitudine di spesa, favorendo il rapporto diretto tra consumatori e produttori agricoli.

Questa volta l’appuntamento mensile è con i prodotti tipici e di qualità dell’Abruzzo: cereali antichi, miele, conserve, legumi, succhi di frutta e confetture bio, olio extravergine d’oliva, formaggi e salumi.

La Spesa in Campagna di Cia farà quindi tappa a Torino, il 30 e il 31 gennaio, presso il CRA Generali, con le specialità agricole della Campania




AREA DI CRISI VIBRATA-PICENO, AL CONSIND PRESENTAZIONE ACCORDO DI PROGRAMMA

Sono oltre 61 i milioni a disposizione dell’Area di crisi industriale complessa Val Vibrata-Valle del Tronto Piceno per rilanciare le opportunità produttive del territorio coinvolto: 53 comuni compresi nei Sistemi locali del lavoro di Ascoli Piceno, Comunanza, San Benedetto del Tronto e Martinsicuro. I comuni marchigiani interessati sono 40 (32 del Piceno, 8 del Fermano), 13 gli abruzzesi. Le risorse pubbliche sono state stanziate con l’Accordo di programma del 28 luglio scorso e saranno utilizzate per attuare il Progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area. Il ministero dello Sviluppo economico ha stanziato 32 milioni, 14,8 la Regione Marche e 14,7 l’Abruzzo. Presso il Piceno Consind si è svolto, nel pomeriggio, un evento congiunto di presentazione dell’Accordo, con la partecipazione di tecnici del Ministero, di Invitalia (Agenzia per l’attrazione degli investimenti), delle Regioni Marche e Abruzzo. Sono stati illustrati le opportunità e gli strumenti agevolativi, nazionali e regionali, a disposizione degli investimenti e per rilanciare l’occupazione nella prima area di crisi complessa interregionale riconosciuta.

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“È una grande opportunità che si schiude al territorio e che il territorio deve cogliere per programmare il proprio rilancio – ha detto la vice presidente Anna Casini – Ci sono gli strumenti e il sostegno pubblico per rilanciare la produttività e recuperare l’occupazione. Un’occasione da non perdere, in quanto le proposte e gli investimenti possono riguardare sia i settori tradizionali che quelli a maggiore innovazione, con un ampio ventaglio di progettualità finanziabile”. Secondo l’assessore all’Agricoltura dell’Abruzzo, Dino Pepe, “oggi inizia una pagina importante per il nostro territorio. Parte un’altra storia, quella dove mettiamo in campo i nostri progetti migliori per creare sviluppo e occupazione”. I 61,557 milioni di euro a disposizione sosterranno le iniziative imprenditoriali che puntano a migliorare la competitività e ad attrarre investimenti nell’area di crisi a cavallo tra Abruzzo e Marche. Per lo strumento nazionale sono ammissibili le iniziative che prevedano la realizzazione di programmi di investimento produttivo e per la tutela ambientale, eventualmente completati da progetti di innovazione organizzativa. È anche richiesta la previsione di un incremento occupazionale.

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Sono considerati prioritari gli ambiti produttivi dell’industria alimentare, tessile abbigliamento, prodotti chimici, gomma e plastica, metallo, autoveicoli e rimorchi, mobili e alloggio. Attuatore dell’intervento è Invitalia a cui vanno presentate le domande di accesso alle agevolazioni (dal 25 ottobre al 24 novembre 2017) per gli investimenti superiori a 1,5 milioni di euro. Le Regioni sono invece competenti per quelli di importo inferiore, secondo modalità e scadenze dei bandi emanati. Nelle Marche è già stata attivata, anche per il Piceno, l’operatività del bando Por Fesr delle altre due aree di crisi regionale (Fabrianese e Pesarese): le domande per progetti di start up e per investimenti produttivi di imprese già esistenti potranno essere presentate sulla piattaforma Sigef dal 2 ottobre.

 




PIEMONTE, RIUNIONE DELLA GIUNTA REGIONALE: RIMODULAZIONE FONDO UE AGRICOLO

La Giunta regionale, coordinata dal presidente Sergio Chiamparino, si è riunita questa mattina per l’esame dell’ordine del giorno.

Tra le delibere approvate si segnalano:

– su proposta dell’assessora Giuseppina De Santis, le modalità di attuazione del bando 2017 a sostegno dell’informazione piemontese, che prevede un contributo complessivo di 225.000 euro per l’acquisto della carta per la stampa dei periodici locali e per l’acquisto di abbonamenti alle agenzie di stampa;

– su proposta dell’assessore Giorgio Ferrero, la riprogrammazione solidale delle risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo regionale, che, sulla base di quanto stabilito in sede di Conferenza Stato-Regioni, prevede lo storno del 3% delle annualità 2018, 2019, 2020 (per il Piemonte 6 milioni di euro) alle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, che lo destineranno a sostegno delle aziende agricole danneggiate dal terremoto del 2016;

– sempre su proposta dell’assessore Giorgio Ferrero, l’autorizzazione all’aumento del titolo alcolometrico volumico naturale delle uve, dei mosti e dei vini della vendemmia 2017, rispondendo così alle esigenze manifestate dai consorzi di tutela e dalle associazioni dei produttori in quanto l’anticipo della maturazione dei vitigni più precoci dovuto alle elevate temperature dei mesi scorsi potrebbe condizionare il completamento dei processi fisiologici-produttivi.




TERREMOTO: CIA, UMBRIA, MARCHE, ABRUZZO E LAZIO “AGRICOLTURA AL COLLASSO”

I presidenti confederali delle regioni terremotate denunciano, in una nota congiunta, i ritardi enormi che stanno affossando le aziende già allo stremo: “Rispettare gli impegni, ora basta promesse”.
 Continuano i forti e inspiegabili ritardi nei pagamenti dei contributi Pac e Psr da parte di Agea agli agricoltori e allevatori delle regioni terremotate. La denuncia arriva dai presidenti regionali di Cia Umbria, Domenico Brugnoni; Cia Marche, Mirella Gattari; Cia Abruzzo, Mauro Di Zio; Cia Lazio, Ettore Togneri.

In una nota congiunta, le quattro organizzazioni agricole delle aree colpite dal sisma segnalano il mancato rispetto da parte del ministro Martina degli impegni presi, che dovevano assicurare entro luglio il pagamento di Pac domanda unica, Psr misure a superficie 2015, saldi annualità 2016 e provvedimento speciale zootecnia area cratere.

Per questo i presidenti di Cia vogliono lanciare un appello agli assessori all’Agricoltura delle Regioni interessate per intervenire con forza su Ministero e Agea per sbloccare i pagamenti annunciati a più riprese, ma fermi ormai da mesi.
“Le Regioni colpite dal sisma hanno investito molto sulle misure dello sviluppo rurale e gli intollerabili ritardi nei pagamenti stanno mettendo ulteriormente a dura prova un settore già fortemente colpito dai danni diretti e indiretti del terremoto e ora anche dalla siccità -sottolineano Brugnoni, Gattari, Di Zio e Togneri- con il pericolo, visto il forte clima di sfiducia che serpeggia tra gli agricoltori, che molte aziende chiudano definitivamente i battenti”.

“Gli agricoltori di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio chiedono che le Istituzioni rispettino quanto promesso. Le aziende agricole e zootecniche sono allo stremo e ora devono anche subire lo schiaffo di vedere ingenti risorse pubbliche a loro destinate dall’Unione europea bloccate per colpa di un sistema da sempre malato di inefficienza. Si tratta di una situazione inaccettabile, gli assessori all’Agricoltura -ribadiscono i presidenti Cia- non possono continuare a rimanere in silenzio, mentre dall’Agea non arrivano risposte chiare, serie, concrete”.

Così i presidenti della Cia-Agricoltori Italiani delle aree terremotate, congiuntamente, dicono al direttore di Agea Pagliardini e al ministro Martina: “Rispettate gli impegni, basta promesse!” perché è grave -concludono- che “il Governo, invece di sostenere il rilancio di territori ed economie fondamentali per il Paese, si impegni ancora a trovare alibi a un’Agenzia che è diventata un fardello per l’agricoltura”.




ABRUZZO, LA FAI CISL VOLA AL RINNOVO RSU DELLA GRAN GUIZZA

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AGEA, AREE COLPITE DAL TERREMOTO IN GINOCCHIO. SISTEMA FUNZIONA PEGGIO DI PRIMA

Fondi agli agricoltori che hanno subito danni a causa del terremoto? Alle aziende zootecniche che attendono di essere ricostruite? Le buone intenzioni ci sono ma poi tutto si ferma davanti a una schermata che riporta “ERROR”. È il sistema Agea che non funziona e che continua a mettere in crisi gli operatori della terra, in questo caso quelli che hanno già avuto a che fare con la crisi terremoto. E a nulla sono serviti gli ‘sforzi’ di Agea con l’introduzione di domande precompilate: “un sistema che non è stato testato e che ha fatto peggio di prima”, spiega ad AGRICOLAE Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura L’Aquila.

A scrivere all’Agenzia per le erogazioni è il Coordinamento CAA Confagricoltura su segnalazione di Confagricoltura L’Aquila:

“Con la presente si segnala agli Uffici in indirizzo quanto sta emergendo dal lavoro dei nostri colleghi impegnati nella redazione delle domande uniche e delle domande di PSR”, scrive nella missiva di cui AGRICOLAE è venuta in possesso.

“Le operazioni di precompilazione delle schede di fascicolo grafico e delle relative domande uniche hanno determinato il  “consolidamento” di un piano di coltivazione aziendale molto spesso difforme dalle informazioni precedentemente presenti nel fascicolo aziendale dettagliato in modalità alfanumerica.

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Il risultato determinatosi è il seguente:

Ø  risulta impossibile  recuperare la situazione dichiarativa del fascicolo aziendale preesistente alle operazioni di precompilazione;

Ø  qualsiasi intervento di correttiva al PCG precompilato viene richiesto in modalità grafica;

Ø  la domanda unica che si è generata o che si vuole generare partendo da una “scheda da completare” rappresenta una situazione non coerente con quella aziendale (che era presente nella scheda alfanumerica che ha preceduto la precompilazione);

Ø  Ove i controlli preliminari venissero effettuati confrontando  l’oggetto grafico “precompilato” con il fascicolo aziendale post pre-compilazione, l’azienda non avrebbe modo di far valere la propria iniziale situazione dichiarativa (scheda alfanumerica 2017 ante precompilazione);

Ø  Ai fini della presentazione delle domande di PSR la situazione che si è determinata a valle del processo sopra richiamato è di estrema criticità poiché, per le ragioni sopra esposte, molti sono i casi in cui la redazione della domanda è inibita e/o non corretta.

Con riferimento a quanto sopra esposto,  tenuto conto dei ripetuti malfunzionamenti del SIAN acuitisi in questi giorni (e mentre scriviamo come rilevabile da alcuni  messaggi riportati in calce) a causa dell’elevato numero di utenti connessi nonché delle massive operazioni di rilascio delle domande da realizzare, si invitano tutti gli Uffici in indirizzo a voler valutare ogni possibile intervento per assicurare agli agricoltori l’accesso agli aiuti nei termini”.

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“I nostri stanno lavorando. In Confagricoltura L’Aquila, e non solo per la questione delle aree difficili del terremoto, si è lavorati tutti i giorni, compresi il 25 aprile e il primo maggio, ma invano. Perché la situazione  non è più sopportabile. Tutto viene vanificato dal malfunzionamento del sistema Sian e Agea”, spiega ancora il direttore di Confagricoltura Abruzzo e L’Aquila. “Le aziende colpite dal terremoto avranno ulteriori problemi. Non si riescono neppure a completare le domande. Con tutti i guai che ci sono in queste aree si deve andare appresso alla burocrazia impazzita. Non è più una situazione civile”, prosegue ancora Fabrizi. “Quando si fanno modifiche così importanti si devono fare delle prove di funzionamento. Invece Agea ha buttato l’Italia intera in nel caos. Peggio di prima.“Per non parlare del Psr – conclude – ci sono oltre 350 domande sul portale per gli investimenti strutturali. Domande scadute il 31 maggio e attualmente ancora nel limbo”.

 

 




SISMA, DONNE IN CAMPO CIA: RIPARTIRE DAL BOOM DELLA CANAPA

Ricostruire il futuro delle aree terremotate a partire dall’agricoltura, puntando su settori in crescita come la canapa e le piante officinali e mellifere. Perché, tra usi alimentari e cosmetici, passando per l’abbigliamento e l’edilizia verde, questo tipo di coltivazioni sta vivendo un vero e proprio rinascimento. Solo nell’ultimo triennio, la superficie dedicata alla canapa è passata da 950 a quasi 3.000 ettari, registrando un incremento del 200%. Mentre l’area destinata alle piante officinali e aromatiche in Italia è cresciuta negli ultimi tre anni del 63%, aumentando da 4.410 a 7.190 ettari. Sono i dati emersi dall’iniziativa di Donne in Campo-Cia per il Centro Italia, “Officinali, Mellifere, Canapa: Profumo di domani”, che si è tenuta oggi a L’Aquila a Palazzo Fibbioni.            Un appuntamento per rimarcare la solidarietà e la vicinanza della Confederazione alle popolazioni colpite dal sisma, ma anche per spiegare numeri e opportunità di mercato che ruotano intorno al comparto. Possibilità che possono aiutare gli agricoltori in un’ottica di ricostruzione in zone a forte vocazione rurale come Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria.

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            La canapa rappresenta un’occasione unica per i territori -sottolineano le Donne in Campo della Cia-. Da una parte contribuisce a ridurre il consumo di suolo, diserbare i terreni e bonificarli dai metalli; dall’altra è una produzione versatile grazie ai suoi mille impieghi. Prima di tutto in campo alimentare: dalla pasta al pane alla farina, che non contiene glutine, fino all’olio ricco di Omega 3 e dalle spiccate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. E poi nel settore abbigliamento e arredamento, con la produzione di tessuti resistenti e green perfetti per maglie, vestiti, borse, tappeti, ma anche sacchi, corde, teloni e imbottiture per materassi. In più, dalla canapa si ottengono mattoni ecologici e sostenibili da usare nella bioedilizia e pellet per il riscaldamento delle case, senza dimenticare gli utilizzi per detersivi, tinte e colori, solventi e inchiostri.

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Una produzione polivalente che attraversa oggi una nuova età dell’oro, grazie anche all’entrata in vigore della legge 242 del 2016 sulle “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”, mirata proprio al rilancio di un settore che, in realtà, fino agli anni Cinquanta del secolo scorso era il core dell’Italia, quando il Belpaese era il secondo produttore mondiale di canapa dietro l’Unione Sovietica con 100.000 ettari seminati e un milione di quintali prodotti.

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Altrettante possibilità di sviluppo hanno le piante officinali. Anice, aloe, camomilla, calendula, cumino, gelsomino, genziana, lavanda, liquirizia, maggiorana, menta, melissa, mughetto, rosmarino, piretro, salvia, valeriana, zafferano: ad oggi il loro consumo da parte dell’industria farmaceutica, erboristica, alimentare, liquoristica, cosmetica è in continuo aumento ovunque. Eppure in Italia -ricorda Donne in Campo Cia- nonostante gli incrementi registrati negli ultimi anni e 2.940 aziende produttrici in tutto il Paese (+34%), di cui quasi la metà biologiche (41%), la produzione di piante aromatiche, medicinali e da condimento non cresce ancora abbastanza e riesce a far fronte al fabbisogno nazionale soltanto per il 30%.

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“Il potenziale agricolo è altissimo -ha detto il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino-. E’ qualcosa di più di una speranza, è un’opportunità per molti agricoltori, in primis delle zone terremotate, anche per soddisfare i bisogni crescenti dei consumatori che vanno verso i prodotti naturali e biologici e sono sempre più attenti all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità”.

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“La canapa, le erbe officinali così come le mellifere, necessarie alle api e quindi fondamentali per l’impollinazione delle piante e la tutela della biodiversità -ha aggiunto la presidente nazionale di Donne in Campo, Mara Longhin- sono un buon punto da cui ripartire nei territori devastati dal sisma. Perché è a questi luoghi che siamo vicini ed è da questi luoghi che vogliamo immaginare insieme un futuro che veda protagonista la nostra agricoltura”.