AGEA, AREE COLPITE DAL TERREMOTO IN GINOCCHIO. SISTEMA FUNZIONA PEGGIO DI PRIMA

Fondi agli agricoltori che hanno subito danni a causa del terremoto? Alle aziende zootecniche che attendono di essere ricostruite? Le buone intenzioni ci sono ma poi tutto si ferma davanti a una schermata che riporta “ERROR”. È il sistema Agea che non funziona e che continua a mettere in crisi gli operatori della terra, in questo caso quelli che hanno già avuto a che fare con la crisi terremoto. E a nulla sono serviti gli ‘sforzi’ di Agea con l’introduzione di domande precompilate: “un sistema che non è stato testato e che ha fatto peggio di prima”, spiega ad AGRICOLAE Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura L’Aquila.

A scrivere all’Agenzia per le erogazioni è il Coordinamento CAA Confagricoltura su segnalazione di Confagricoltura L’Aquila:

“Con la presente si segnala agli Uffici in indirizzo quanto sta emergendo dal lavoro dei nostri colleghi impegnati nella redazione delle domande uniche e delle domande di PSR”, scrive nella missiva di cui AGRICOLAE è venuta in possesso.

“Le operazioni di precompilazione delle schede di fascicolo grafico e delle relative domande uniche hanno determinato il  “consolidamento” di un piano di coltivazione aziendale molto spesso difforme dalle informazioni precedentemente presenti nel fascicolo aziendale dettagliato in modalità alfanumerica.

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Il risultato determinatosi è il seguente:

Ø  risulta impossibile  recuperare la situazione dichiarativa del fascicolo aziendale preesistente alle operazioni di precompilazione;

Ø  qualsiasi intervento di correttiva al PCG precompilato viene richiesto in modalità grafica;

Ø  la domanda unica che si è generata o che si vuole generare partendo da una “scheda da completare” rappresenta una situazione non coerente con quella aziendale (che era presente nella scheda alfanumerica che ha preceduto la precompilazione);

Ø  Ove i controlli preliminari venissero effettuati confrontando  l’oggetto grafico “precompilato” con il fascicolo aziendale post pre-compilazione, l’azienda non avrebbe modo di far valere la propria iniziale situazione dichiarativa (scheda alfanumerica 2017 ante precompilazione);

Ø  Ai fini della presentazione delle domande di PSR la situazione che si è determinata a valle del processo sopra richiamato è di estrema criticità poiché, per le ragioni sopra esposte, molti sono i casi in cui la redazione della domanda è inibita e/o non corretta.

Con riferimento a quanto sopra esposto,  tenuto conto dei ripetuti malfunzionamenti del SIAN acuitisi in questi giorni (e mentre scriviamo come rilevabile da alcuni  messaggi riportati in calce) a causa dell’elevato numero di utenti connessi nonché delle massive operazioni di rilascio delle domande da realizzare, si invitano tutti gli Uffici in indirizzo a voler valutare ogni possibile intervento per assicurare agli agricoltori l’accesso agli aiuti nei termini”.

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“I nostri stanno lavorando. In Confagricoltura L’Aquila, e non solo per la questione delle aree difficili del terremoto, si è lavorati tutti i giorni, compresi il 25 aprile e il primo maggio, ma invano. Perché la situazione  non è più sopportabile. Tutto viene vanificato dal malfunzionamento del sistema Sian e Agea”, spiega ancora il direttore di Confagricoltura Abruzzo e L’Aquila. “Le aziende colpite dal terremoto avranno ulteriori problemi. Non si riescono neppure a completare le domande. Con tutti i guai che ci sono in queste aree si deve andare appresso alla burocrazia impazzita. Non è più una situazione civile”, prosegue ancora Fabrizi. “Quando si fanno modifiche così importanti si devono fare delle prove di funzionamento. Invece Agea ha buttato l’Italia intera in nel caos. Peggio di prima.“Per non parlare del Psr – conclude – ci sono oltre 350 domande sul portale per gli investimenti strutturali. Domande scadute il 31 maggio e attualmente ancora nel limbo”.

 

 




SISMA, DONNE IN CAMPO CIA: RIPARTIRE DAL BOOM DELLA CANAPA

Ricostruire il futuro delle aree terremotate a partire dall’agricoltura, puntando su settori in crescita come la canapa e le piante officinali e mellifere. Perché, tra usi alimentari e cosmetici, passando per l’abbigliamento e l’edilizia verde, questo tipo di coltivazioni sta vivendo un vero e proprio rinascimento. Solo nell’ultimo triennio, la superficie dedicata alla canapa è passata da 950 a quasi 3.000 ettari, registrando un incremento del 200%. Mentre l’area destinata alle piante officinali e aromatiche in Italia è cresciuta negli ultimi tre anni del 63%, aumentando da 4.410 a 7.190 ettari. Sono i dati emersi dall’iniziativa di Donne in Campo-Cia per il Centro Italia, “Officinali, Mellifere, Canapa: Profumo di domani”, che si è tenuta oggi a L’Aquila a Palazzo Fibbioni.            Un appuntamento per rimarcare la solidarietà e la vicinanza della Confederazione alle popolazioni colpite dal sisma, ma anche per spiegare numeri e opportunità di mercato che ruotano intorno al comparto. Possibilità che possono aiutare gli agricoltori in un’ottica di ricostruzione in zone a forte vocazione rurale come Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria.

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            La canapa rappresenta un’occasione unica per i territori -sottolineano le Donne in Campo della Cia-. Da una parte contribuisce a ridurre il consumo di suolo, diserbare i terreni e bonificarli dai metalli; dall’altra è una produzione versatile grazie ai suoi mille impieghi. Prima di tutto in campo alimentare: dalla pasta al pane alla farina, che non contiene glutine, fino all’olio ricco di Omega 3 e dalle spiccate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. E poi nel settore abbigliamento e arredamento, con la produzione di tessuti resistenti e green perfetti per maglie, vestiti, borse, tappeti, ma anche sacchi, corde, teloni e imbottiture per materassi. In più, dalla canapa si ottengono mattoni ecologici e sostenibili da usare nella bioedilizia e pellet per il riscaldamento delle case, senza dimenticare gli utilizzi per detersivi, tinte e colori, solventi e inchiostri.

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Una produzione polivalente che attraversa oggi una nuova età dell’oro, grazie anche all’entrata in vigore della legge 242 del 2016 sulle “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”, mirata proprio al rilancio di un settore che, in realtà, fino agli anni Cinquanta del secolo scorso era il core dell’Italia, quando il Belpaese era il secondo produttore mondiale di canapa dietro l’Unione Sovietica con 100.000 ettari seminati e un milione di quintali prodotti.

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Altrettante possibilità di sviluppo hanno le piante officinali. Anice, aloe, camomilla, calendula, cumino, gelsomino, genziana, lavanda, liquirizia, maggiorana, menta, melissa, mughetto, rosmarino, piretro, salvia, valeriana, zafferano: ad oggi il loro consumo da parte dell’industria farmaceutica, erboristica, alimentare, liquoristica, cosmetica è in continuo aumento ovunque. Eppure in Italia -ricorda Donne in Campo Cia- nonostante gli incrementi registrati negli ultimi anni e 2.940 aziende produttrici in tutto il Paese (+34%), di cui quasi la metà biologiche (41%), la produzione di piante aromatiche, medicinali e da condimento non cresce ancora abbastanza e riesce a far fronte al fabbisogno nazionale soltanto per il 30%.

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“Il potenziale agricolo è altissimo -ha detto il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino-. E’ qualcosa di più di una speranza, è un’opportunità per molti agricoltori, in primis delle zone terremotate, anche per soddisfare i bisogni crescenti dei consumatori che vanno verso i prodotti naturali e biologici e sono sempre più attenti all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità”.

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“La canapa, le erbe officinali così come le mellifere, necessarie alle api e quindi fondamentali per l’impollinazione delle piante e la tutela della biodiversità -ha aggiunto la presidente nazionale di Donne in Campo, Mara Longhin- sono un buon punto da cui ripartire nei territori devastati dal sisma. Perché è a questi luoghi che siamo vicini ed è da questi luoghi che vogliamo immaginare insieme un futuro che veda protagonista la nostra agricoltura”.




AMBIENTE, (GIANSANTI) CONFAGRICOLTURA: “PUNTARE SUL BIOMETANO PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE, FILIERA AGROENERGETICA NELLE ZONE TERREMOTATE”

“Al G7 Ambiente – che si confronterà sull’attuazione della strategia sullo sviluppo sostenibile (Agenda 2030) e sull’Accordo di Parigi per il contrasto ai cambiamenti climatici – sottolineiamo la via italiana alla mobilità sostenibile con l’utilizzo di carburanti alternativi per l’autotrazione  ed in particolare del biometano”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenendo a Bologna al convegno “Gas naturale e biometano: eccellenze nazionali per la sostenibilità”, organizzato da Econometrica, in collaborazione con Confagricoltura, Cib, Anfia, Fca, Iveco, Snam.

“Con il biometano – ha osservato Giansanti – è stata individuata una soluzione tutta italiana  (in termini di filiera della produzione, distribuzione ed utilizzo del carburante per autotrazione)  per la diminuzione delle emissioni di CO2 che permette anche, alle aziende agricole, percorsi virtuosi di utilizzo delle biomasse in un’ottica di smart farming e di economia circolare”.

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Il biometano può avere un ruolo strategico nella decarbonizzazione del settore energetico italiano – ha proseguito il presidente di Confagricoltura -. Per tali motivi abbiamo sostenuto con determinazione e convinzione il nuovo decreto sul biometano, attualmente a Bruxelles per il parere e abbiamo promosso la piattaforma tecnologica sul biometano, che favorisce l’interlocuzione tra industria, trasporti, settore agricolo, utility e associazioni ambientaliste. Abbiamo creato, insomma, un proficuo percorso di filiera che va favorito e incentivato per i benefici ambientali che comporta, ma anche per quelli economici e occupazionali”.

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“Il biometano – ha proseguito il presidente di Confagricoltura – rappresenta un’ulteriore occasione di crescita per le aziende agricole, dopo lo sviluppo della cogenerazione da biogas che ha prodotto risultati estremamente importanti: più di 1400 impianti da effluenti zootecnici, attività agricole, sottoprodotti, con circa 1.100 MW, per un totale di 4,0 Miliardi di Euro di investimenti effettuati nel settore. Non dimentichiamo che la filiera del biogas ha creato 12 mila nuovi posti di lavoro stabili. Inoltre nella maggior parte delle imprese che hanno investito nel biogas si è riscontrato anche il rilancio della stessa attività agricola e agroalimentare, con ulteriori benefici nello sviluppo dei territori e dell’occupazione. Il biometano permetterà anche di creare delle opportunità per le aziende agricole in alcune aree del Paese che altrimenti rischiano di divenire marginali dal punto di vista produttivo”.

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Giansanti ha quindi chiesto al governo di porre le basi per un reale sviluppo del settore e della filiera agricola e industriale del biometano, che non dovrà limitarsi agli obiettivi fissati sulle rinnovabili nei trasporti al 2020, ma guardare con più ampio respiro al futuro sfruttandone tutte le potenzialità. In tale contesto “la riconversione a biometano degli impianti a biogas esistenti può rappresentare un’opportunità per le imprese agricole per proseguire l’attività di produzione di energie rinnovabili, continuando  a valorizzare biomasse residuali e colture, con particolare riferimento a quelle di secondo raccolto, nel rispetto di requisiti ambientali sempre più stringenti”.

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“L’importanza delle colture di secondo raccolto per lo sviluppo del biometano avanzato è testimoniata dalla decisione della Commissione di riconoscerle come sostenibili, come avevamo richiesto – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura -. Ora però occorre fare un ulteriore passo avanti non prevedendo restrizioni nelle tipologie di colture utilizzabili in secondo raccolto (cover crop)”.

Il presidente di Confagricoltura ha fatto quindi una sottolineatura sulle difficoltà delle aree terremotate. “Queste zone – ha concluso Giansanti – potrebbero avere grandi opportunità proprio dallo sviluppo di una filiera agroenergetica per la produzione di biometano di fonte agricola”.

 




OCM VINO, ECCO LE REGIONI ‘CONTRO’ MIPAAF. PRONTE ALLO SCONTRO. E A ESCLUDERE MINISTERO DALLA GESTIONE DEI FONDI: “ERRORI RILEVANTI”

Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lazio, Marche, Toscana, Sicilia, Abruzzo, Liguria, Valle D’Aosta e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Queste le regioni a cui non piace come si sono messe le cose sull’Ocm vino promozione. E il nuovo decreto Maurizio Martina – uguale a quello pubblicato in anteprima da questa testata tranne per pochi dettagli. Tutti pronti allo scontro, o quasi. Tanto che c’è chi scrive annotando ‘gravi errori’ e chi già pensa a come fare per escludere il ministero dalla gestione dei fondi di competenza regionale. Lunedì appuntamento in Cpa, comitato tecnico degli assessori che dovrebbe esaminare in maniera preliminare il decreto, con tutti gli emendamenti del caso. Il nodo che si è venuto a creare non è facile da sciogliere: se si dovesse rimandare la discussione in Conferenza Stato regioni sarebbero a rischio I fondi stessi. Se il ministro dovesse decidere di andare direttamente a Palazzo Chigi bypassando le regioni, sarebbe guerra.

Qui di seguito quanto sta accadendo.

OCM VINO, REGIONE TOSCANA PRONTA A CHIEDERE ESCLUSIONE MIPAAF DA GESTIONE FINANZIARIA FONDI PROMOZIONE

Da quanto apprende AGRICOLAE la regione Toscana, se si dovesse arrivare allo Scontro totale con il Mipaaf a seguito dei contenuti dell’ultimo decreto che verrà discusso la settimana prossima in Conferenza stato regioni, sarebbe pronta a chiedere che la ripartizione dei 30,5 milioni di euro sia gestito direttamente dale regioni escludendo quindi il minister delle Politiche agricole da una gestione diretta di un bando di rilevanza nazionale. In questo modo il 30 per cento del plafond comunitario gestito ora dal ministero potrebbe essere quindi riassorbito dalle regioni potenziando i programmi multiregionali. Surrogando i programmi di rilevanza nazionale all’interno di un bando multiregionale. Da vedere poi come questo possa essere possibile tecnicamente in fase di discussion del decreto che determina il piano di riparto.

OCM VINO, IL VENETO DI ZAIA SCRIVE: GRAVI ERRORI MIPAAF, A RISCHIO CRITICHE BRUXELLES. SI VA IN CPA. ECCO LA LETTERA

Gravi errori. Talmente rilevanti che non si può non passare per il Cpa., comitato tecnico degli assessori che si riunisce lunedì 8 alle 15:00 che esaminera preliminarmente il testo. Senza escludere possibili critiche da parte di Bruxelles. Questa la valutazione della Regione Veneto sul nuovo decreto Ocm vino di Maurizio Martina. Secondo la regione guidata da Luca Zaia (già ministro dell’agricoltura e ora governatore di una delle regioni più ‘ricche’ dal punto di vista agricolo) la bozza presentata dal Mipaaf “contiene previsioni che impattano notevolmente sul piano finanziario, gestionale e sul sistema di filiera regionale con rilevanza assai importante”. E ci tiene a precisare che “non si concorda con la mancata partecipazione finanziaria della quota nazionale ai progetti multiregionali, trattandosi di azioni comunque coinvolgenti puù territori e, per denominazioni e aziende coinvolte, rappresentativi del sistema italiano di produzione”.

Ma non è finita qui: “si nutrono seri dubbi sulla gestione della domande ammesse secondo il sistema, che comporta, come definito nella bozza, la ridefinizione del progetto approvato, vanificando così l’azione di valutazione fatta per l’ammissibilità e esponendo il sistema alle critiche della Commissione in termine di efficacia della misura (come già evidenziato in precedenti audit da parte dei funzionari comunitari)”.

Infine “non si comprende la validità di alcune scelte espresse nella bozza in contrasto con quanto stabilito dal PNS notificato alla Commissione UE e approvato dalla CSR del 20/4/2017. Gli elementi di criticità sono talmente rilevanti che non si può prescindere da una valutazione ponderata in sede tecnica interregionale e, quindi, in CPA”.

Qui di seguito Agricolae riporta il documento della regione Veneto:

LETTERA VENETO SU OCM DM2017

OCM VINO, FAVA: PASTICCIO MIPAAF-DI GIOIA. CONFERENZA DELLE REGIONI INUTILE, CHIEDERÒ A MARONI DI USCIRE

“Sul decreto Ocm Vino prendiamo atto del pasticcio del Mipaaf, che stabilisce un precedente assolutamente antipatico. L’ennesimo, in verità, che dimostra, se fosse ancora necessario, l’inutilità della Commissione Politiche agricole in Conferenza delle Regioni, ormai totalmente asservita al ministero”.

Ad avanzare l’accusa contro il Mipaaf e il presidente della Cpa, l’assessore pugliese Leonardo di Gioia, è l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che di fronte a una gestione fallimentare dell’Ocm Vino, addirittura concepita in maniera carbonara e prepotente, punta i piedi.

“Con il decreto di fatto viene legittimato un percorso col quale si cancellano le Ocm multiregionali e si eliminano le graduatorie, con criteri a dir poco sommari – entra nel dettaglio Fava -. Nonostante ciò, il presidente della Cpa Di Gioia non ha ritenuto necessario convocare una riunione tecnica velocemente, probabilmente perché aveva paura di un voto contrario delle Regioni. Ad esempio, dalla mia sarebbe arrivato senza dubbi”.

Patto scellerato. Per l’assessore lombardo “questa è l’ennesima dimostrazione del patto scellerato in atto fra Di Gioia e il ministro Martina, che ha ridotto la Commissione a mero scendiletto di quest’ultimo”.

“Il coordinatore Leonardo Di Gioia – prosegue Fava – in cambio della nomina supportata dal ministro stesso in Ismea, violando le regole non scritte che da decenni hanno regolato i rapporti all’interno della Commissione Politiche agricole, vede di ricambiare il favore prestandosi ancora una volta, e non è certo la prima, a mortificare le prerogative regionali e a rendere sempre più inutile la Cpa”.

Non è tutto. “Se poi scoprissimo nelle prossime settimane che il suo ruolo in Ismea servisse a legittimare altresì operazioni di acquisizione di quote di fondi o altro che difficilmente avrebbero trovato il mio consenso, tutto si spiega – aggiunge Fava -. Sono molto curioso, ad esempio, di sapere come il coordinatore Di Gioia intenda il ruolo, guarda caso sempre di Ismea, nella recente vicenda del contestatissimo e poi ritirato emendamento Federconsorzi”.

Questioni aperte. “Ci sono una serie di interrogativi, insomma, dal mio punto di vista di facile soluzione, per altri miei colleghi, evidentemente, più difficili da interpretare. Resta il dato, comunque, del fallimento totale della gestione della Commissione da parte di Di Gioia, che certifica la morte della stessa. Sto pensando di chiedere al presidente Maroni di uscire dalla Conferenza delle Regioni”.

Agea, Ismea e governo. “Su Agea e Ismea – conclude l’assessore lombardo Fava – non possiamo non evidenziare la coincidenza che siano sempre i pugliesi a puntellare la situazione, che in questo momento scuote anche la maggioranza di governo. Il decreto Ocm Vino senza alcun passaggio interlocutorio in Cpa è solo l’ultima di molte questioni gestite in una zona d’ombra deplorevole”.




FEDERCONSORZI, I PRESIDENTI CIA LAZIO, ABRUZZO, UMBRIA E MARCHE: EMENDAMENTO E’ SCHIAFFO AD AGRICOLTORI TERREMOTATI

In una nota congiunta i presidenti regionali dell’organizzazione agricola, delle aree terremotate, Mirella Gattari, Domenico Brugnoni, Mauro Di Zio e Ettore Togneri esprimono il disappunto al Governo in merito alla disposizione nella “mini-manovra” che riabiliterebbe il sistema dei Consorzi: “Non possiamo accettare che invece di sostenere gli agricoltori duramente colpiti dal sisma si pensi a rimettere in piedi un sistema marcio”.

“Gli agricoltori di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio chiedono l’immediato ritiro dell’emendamento numero 353 del Governo, contenuto nel provvedimento “mini manovra”. A mesi dagli eventi sismici, ancora attendiamo che le Istituzioni rispettino quanto promesso, le aziende agricole colpite sono allo stremo e ora devono anche subire lo schiaffo di vedere ingenti risorse pubbliche destinate a progetti fallimentari. Si tratta di una cosa inaccettabile”. Cosi i presidenti delle Cia-Agricoltori Italiani delle aree terremotate, congiuntamente, dicono no al finanziamento dei Consorzi agrari e minacciano proteste di piazza, se l’emendamento incriminato non sparirà dal dispositivo. “E’ grave -concludono i presidenti- che il Governo, invece di sostenere il rilancio di territori ed economie fondamentali per il Paese, si impegni a foraggiare un sistema marcio”.




PESCA: ALLEANZA COOPERATIVE, RAGGIUNTA INTESA ITALIA-CROAZIA PER LA FOSSA DI POMO

 

Il 26 maggio la Giunta della Regione Abruzzo organizzerà una riunione per presentare la proposta di gestione della Fossa di Pomo, annunciata la scorsa settimana a Lubiana nel corso dei lavori del comitato scientifico della CGPM. Lo rende noto l’Alleanza delle Cooperative Pesca nel ringraziare l’assessore Dino Pepe “per aver accolto la nostra richiesta di un confronto sul tema”. “È importante – prosegue l’Alleanza- garantire la partecipazione delle marinerie nella definizione di scelte come questa che influenzeranno molto l’attività di pesca in un’area condivisa da operatori italiani e croati. Per questo da subito abbiamo coinvolto i produttori in un approccio partecipativo, consultando le marinerie delle due sponde dell’Adriatico. Una scelta che sta portando buoni risultati, il primo dei quali è l’intesa italo-croata sulle modalità di gestione, tutt’altro che scontata. Tutto ciò anche grazie al ruolo strategico assunto dal Mipaaf”. Le misure che verranno presentate a Pescara sono state ideate con i pescatori e promosse dall’Alleanza delle Cooperative, con il supporto del mondo scientifico: il Cnr di Ancona, l’Università Alma Mater di Bologna, l’Istituto di oceanografia e pesca di Spalato.

“Alla base delle scelte di gestione, la consapevolezza della necessità di salvaguardare la pesca attraverso la tutela dell’area e delle risorse presenti, in particolare le specie demersali come nasello e scampo” conclude l’Alleanza.

 




LA COOPERATIVA SAN GIORGIO CARNI DONA BALLONI DI FIENO AGLI ALLEVATORI DI NORCIA

La cooperativa sannita San Giorgio Carni dona 80 balloni di fieno agli allevatori di Norcia, ancora in forte difficoltà dopo il sisma che ha colpito il Centro Italia. L’azione di solidarietà tra le imprese è guidata da Confcooperative Campania e da Confcooperative Umbria

Partono dal Sannio, Campania, due Tir carichi di 80 balloni di fieno e di paglia e diretti a Norcia, Umbria. A donarli, in un clima di solidarietà imprenditoriale, è la cooperativa agricola San Giorgio Carni, nella rete di Fedagri – Confcooperative Campania, decisa a sostenere gli allevatori delle cooperative umbre Il caseificio di Norcia e la Cooperativa Agricola Castelluccio, ancora in affanno a causa del sisma che ha colpito l’Italia Centrale. L’Assemblea dei soci della San Giorgio Carni non ha esitato a dare un contributo ai colleghi allevatori che stanno tentando di rimettersi in moto e di riprendere le attività. Confcooperative Campania e Confcooperative Umbria hanno guidato le loro imprese nell’azione, continuando a sostenere progetti concreti per il rilancio delle aree colpite dal terremoto.

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La S. Giorgio Carni è una cooperativa del Sannio beneventano specializzata nella produzione di carne del Vitellone Bianco dell’Appennino Igp e dotata di un disciplinare per l’etichettatura delle carni bovine. Parliamo di un’eccellenza che ha conferito a Mc Donald’s parte dei bovini utilizzati dal colosso della grande distribuzione per il famoso panino Mc Italy. La S. Giorgio Carni aggrega più di cento allevatori che garantiscono al mercato animali sani che pascolano e si nutrono con naturalezza. La garanzia per un cibo salubre. I vitelli si nutrono di foraggi di montagna e vengono allevati secondo un preciso disciplinare di produzione, che è quello della certificazione di qualità che prevede l’utilizzo di mangimi selezionati e la macellazione in mattatoi specializzati.




BORGHI DEL CUORE: COOPERAZIONE PER RILANCIO BORGHI TERREMOTATI

Il 2017 è l’anno dei Borghi e l’Alleanza delle Cooperative Italiane Turismo e Beni Culturali è a fianco di una delle iniziative più significative in questo contesto.”I Borghi del Cuore” – nell’ambito del più ampio “Viaggio Italiano”, promosso dal Mibact, da diciotto Regioni Italiane – capofila Emilia Romagna, con le associazioni I Borghi più Belli d’Italia, I Borghi Autentici d’Italia, Bandiera Arancione e con i borghi dichiarati Gioielli d’Italia – coinvolge infatti 15 Borghi colpiti dal sisma nelle Regioni Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche.

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Come dare nuovo slancio a territori così duramente colpiti dal terremoto? E’ partendo da questa domanda che nasce l’azione “Borghi del Cuore”, che si pone l’obiettivo di creare nuove modalità di promozione, animazione e sostegno per queste zone. 

“Abbiamo vissuto direttamente la tragedia del terremoto – afferma Andrea Corsini, assessore al Turismo dell’Emilia-Romagna, capofila dell’iniziativa Borghi Viaggio Italiano – e crediamo che sia necessario fare squadra e lavorare tutti insieme al rilancio dei territori colpiti, puntando anche su quelle imprese, soprattutto giovanili, che possono far ripartire anche l’offerta turistica con idee innovative di valorizzazione delle risorse locali”.

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“La cooperazione può essere una strada importante per la ripresa delle zone terremotate – spiega Andrea Ferraris, presidente Alleanza Cooperative Italiane Turismo e Beni Culturali – Con uno sguardo attento ai giovani che potranno trovare soprattutto nello strumento delle cooperative di Comunità una risposta concreta alla voglia di rilancio che proviene da questi territori. Le cooperative possono essere un contenitore per tutte quelle attività che vogliono raccontare, narrare, rendere protagonisti questi Borghi italiani che meritano una nuova opportunità anche nell’ambito del turismo, della promozione delle eccellenze agroalimentari e artigianali, più in generale della loro cultura. Sono territori ricchi di storia, di tradizioni che meritano di essere sostenuti. La cooperazione è a fianco di queste regioni e di questi Borghi, ‘con il cuore’ come cita il titolo della giornata. Insieme è possibile guardare avanti con fiducia”

Nei Borghi storici la cooperazione realizzerà delle attività per promuovere la riattivazione del tessuto imprenditoriale di tipo turistico, con modalità cooperative. 

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L’impegno è di lavorare insieme ai territori: coinvolgimento dei cittadini, elaborazione partecipata delle idee, protagonismo dei giovani, solidarietà, auto imprenditorialità. Sono queste le basi su cui si muoverà l’azione della cooperazione, partendo dal ricco patrimonio materiale ed immateriale dei borghi storici, dal paesaggio e dall’ambiente.

Il progetto prenderà avvio a Roma alle Terme di Diocleziano nella giornata del 7 maggio che, nell’ambito della mostra “Ai confini della meraviglia”, sarà dedicata proprio ai Borghi del Cuore.

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La giornata si articolerà in una serie di spettacoli, testimonianze, mostra di prodotti dell’enogastronomia e dell’artigianato dei borghi storici colpiti dal sisma. Verrà data voce a dei cooperatori che, grazie anche alla generosità di cooperative di altri territori, stanno lanciando la loro idea imprenditoriale che prevede la valorizzazione dei territori per il tramite della narrazione delle loro comunità, ai cooperatori che con le loro imprese già attive in tali aree hanno scelto di investire per far ripartire nel più breve tempo possibile le loro attività, a coloro che stanno facendo un lavoro di animazione a livello locale per favorire la nascita tra i giovani di nuove imprese cooperative. 

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Il 7 maggio sarà soltanto una data di partenza per un progetto che vede cooperazione e istituzioni insieme per dare vita, nei prossimi mesi, a nuove imprese cooperative in queste regioni Italiane.




PASQUA, CIA: BENE AGRITURISMI, RESTA FLESSIONE IN AREE COLPITE DAL SISMA

Turismo Verde stima oltre 300 mila presenze per le festività alle porte, ma stenta la ripresa dell’ospitalità rurale nelle regioni del Centro Italia interessate dal terremoto: in otto mesi calo di oltre il 45%. Tavole casalinghe per 8 italiani su 10 con piatti della tradizione e una spesa dedicata di circa un miliardo. Agriturismo superstar a Pasqua e Pasquetta. Il relax della campagna, unito ai prezzi contenuti e alle tradizioni enogastronomiche del territorio, premiano le strutture ricettive verdi per le feste alle porte. Soprattutto se il meteo segnerà sole, la crescita per le aziende agrituristiche potrebbe superare anche il 10% e a trascinare l’incremento sarà soprattutto il ramo ristorazione: sugli oltre 300 mila ospiti attesi in campagna, la maggior parte sono buongustai. Così Turismo Verde, l’associazione agrituristica della Cia-Agricoltori Italiani, annunciando che tra domenica 16 e lunedì 17 aprile saranno tantissimi gli italiani che si recheranno a pranzo negli agriturismi o che approfitteranno delle aree attrezzate per pic-nic comprando in azienda vari prodotti tipici, tra conserve, formaggi, salumi e vino.#####

            Più difficile la situazione delle strutture agrituristiche nelle aree terremotate e nelle zone limitrofe, anche se si segnala una piccola ripresa negli ultimissimi giorni. Per questo Turismo Verde-Cia rilancia e promuove ancora una volta, per le festività pasquali ma anche per i prossimi Ponti, la vacanza in campagna nelle regioni colpite dal sisma. Un vero gesto di solidarietà verso un settore che ha già perso oltre 33 milioni di euro in 8 mesi, con una flessione di presenze del 45%, a causa non solo delle scosse ma anche dell’effetto paura, visto che la maggior parte dei 3.852 agriturismi tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio si trova in aree lontane dal cratere in cui sono rispettate tutte le norme di sicurezza.

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            Piatti del territorio e della tradizione protagonisti delle tavole anche per chi passerà la Pasqua a casa. Saranno 8 italiani su 10 (circa 49 milioni) a trascorrere le feste tra le mura domestiche con parenti e amici. A trionfare pastiera, torta pasqualina, agnello, uova, formaggio e salumi per una spesa alimentare stimata intorno al miliardo di euro.




TERREMOTO, PER AGRITURISMO MINI RIPRESA PER PASQUA MA PERSI 30 MLN

Dopo i ripetuti terremoti in Centro Italia, le strutture ricettive “verdi” di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio continuano a fare la conta delle perdite. L’effetto “suggestione” generato attorno al sisma ha bloccato i turisti, nonostante la maggior parte delle 3.852 aziende agrituristiche presenti nelle 4 regioni si trova in aree lontane dal cratere, in cui sono rispettate tutte le norme di staticità e sicurezza. Il conto si traduce in una perdita secca già quantificata in più di 30 milioni di euro di mancati incassi, con una flessione generale di presenze, rispetto al 2015, del 45 per cento. A rilevarlo è l’Associazione “Turismo Verde” della Cia-Agricoltori Italiani che rilancia l’appello degli operatori iscritti a promuovere il soggiorno in campagna per le prossime festività in calendario, ora rafforzato dal bellissimo spot che la Presidenza del Consiglio dei Ministri inizia a veicolare, in questi giorni, sui media.

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Secondo Turismo Verde-Cia, infatti, la rinascita del Centro Italia passa anche per le imprese agricole e agrituristiche che sono fondamentali per garantire la tenuta del tessuto socio-economico di queste zone del Paese, soprattutto delle aree interne. Per questo, l’organizzazione richiede a gran voce alle Istituzioni di promuovere il turismo rurale, non solo con spot pubblicitari, sicuramente utili, ma anche attraverso misure incentivanti come sgravi fiscali o “sconti famiglia”.

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D’altra parte, come raccontano i dati di settore dell’Ufficio studi della Cia la situazione permane difficilissima: le 2.450 strutture agrituristiche nelle Province colpite dal terremoto registrano un “flop” di prenotazioni, anche se si segnala una piccola ripresa negli ultimissimi giorniAncora più grave la perdita economica per gli agriturismi che si trovano all’interno del cratere del sisma655 aziende che, tra danni e assenza di fatturato, hanno già visto sfumare circa 12 milioni di euro dal 24 agosto a oggi.

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Con più di un miliardo di euro di fatturato medio annuo (circa 45 mila euro per azienda) il movimento agrituristico in Italia -evidenzia Turismo Verde della Cia- è un fenomeno in costante crescita dal 1985 (anno in cui venne riconosciuto per legge) e negli ultimi dieci anni è cresciuto del 55 per cento, rappresentando uno dei pilastri più performanti del settore primario e dell’economia nazionale. Il ruolo multifunzionale dell’azienda agricola ha consentito di garantire, oltre alla manutenzione e alla difesa di territori e paesaggi tipici, un indotto non secondario per le altre attività turistiche e commerciali.

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Solo nelle regioni della dorsale appenninica colpite dal terremoto questo valore complessivo è quantificabile in circa 300 milioni: sinonimo di occupazione, sviluppo e oggi possibilità di rinascita. Con quasi 240 mila posti letto e oltre 430 mila coperti a tavola, l’agriturismo è un volano su cui ora si può riattivare l’economia dell’Appennino e la ricostruzione di aree interne oggi in grave difficoltà e a rischio abbandono e spopolamento -ha spiegato l’Associazione-. Bisogna spegnere le paure ingiustificate e tornare a riempiere gli agriturismi e le strutture ricettive di tutto l’Appennino.




VINITALY, CANTINA TOLLO: I VINI DEL TERRITORIO RISCOPRONO LA TRADIZIONE TESSILE

Avere cura del passato e portarlo nel futuro. Potrebbe essere questo il motto distintivo di Cantina Tollo, grande azienda vitivinicola abruzzese che anche quest’anno porterà i suoi vini a Verona in occasione della 51esima edizione di Vinitaly. L’arte di saper coniugare con successo valorizzazione dei vitigni autoctoni, ricerca enologica, territorio e tradizione si conferma vincente per l’azienda che ha chiuso il 2016 con un fatturato di 38 milioni di euro e un export pari al 32%, con una crescita dei ricavi nel primo semestre (settembre 2016-febbraio 2017) pari già al 2%. Cantina Tollo, sin dagli anni ’90, produce anche vini biologici tutti certificati vegan e oggi – con 350.000 bottiglie commercializzate su 13,3 milioni – è tra i maggiori produttori di vino bio in Italia.

La presenza di Cantina Tollo all’edizione 2017 di Vinitaly vedrà una nuova declinazione della linea narrativa già seguita e incentrata sulla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale abruzzese. Dopo il Parco Nazionale d’Abruzzo, tema dello scorso anno, il nuovo stand (Pad. 12 – Stand G2) racconterà ai visitatori una delle tradizioni locali più preziose, quella della tessitura e del ricamo. Sarà possibile ripercorrere le fasi storiche più importanti di quest’arte considerata minore, conoscere alcune delle figure che ne hanno divulgato il valore e apprezzare alcuni pezzi originali esposti in collaborazione con il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara.

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A Verona, dal 9 all’11 aprile, Cantina Tollo sarà inoltre presente per la prima volta anche con uno stand dedicato alla Linea Premium dei suoi vini (Pad. 7 – Stand B9). “Si rafforza la presenza di Cantina Tollo a questa nuova edizione di Vinitaly – sottolinea Tonino Verna, presidente di Cantina Tollo –, appuntamento fondamentale per far conoscere i nostri vini, pluripremiati in tutto il mondo, e il nostro impegno che coniuga, da più di mezzo secolo, tradizione e innovazione. Impegno che trova sempre nuovi stimoli, nel segno della qualità enologica e della valorizzazione dei nostri vitigni e del nostro territorio, radici profonde che ci permettono di guardare al futuro con rinnovata passione”. Lunedì 10 aprile dalle ore 11.30 alle 12.30 Cantina Tollo presenterà il nuovo Tre Trebbiano d’Abruzzo Dop. Tre donne del vino di prestigio internazionale – Veronika Crecelius (Mundus Vini), Sofia Biancolin (presidente Deutschland Sommelier Association) e Monika Kellermann (giornalista) – racconteranno tre etichette di Trebbiano dell’azienda abruzzese, ripercorrendone la storia e le declinazioni nel segno della tradizione e dell’innovazione enologica.




PESCA: ALLEANZA COOPERATIVE DOMANI IN ABRUZZO PER NODO FOSSA DI POMO

 

 

“Domani a Pescara, presso la sede dell’assessorato alla pesca, si terrà un incontro organizzato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane pesca per discutere con le marinerie del medio Adriatico del futuro della Fossa di Pomo. Si tratta, come noto, di un’area molto importante per la pesca e per la quale occorre trovare modelli di gestione attenti ed equilibrati” afferma l’Alleanza. “Grazie alla collaborazione del sottosegretario Castiglione e dell’assessore Dino Pepe potremo contare – prosegue l’Alleanza- sull’ospitalità della regione Abruzzo e confrontarci con i pescatori per trovare la soluzione migliore, capace di coniugare sostenibilità ecologica, sociale ed economica. L’auspicio è – conclude l’Alleanza- che assieme si possa trovare un modello di gestione adatto alle esigenze delle nostre imprese e dei nostri pescatori in un’ottica di confronto condiviso con gli altri ‘condomini’ adriatici.”

 

 

 

 




SISMA, CIA MODENA: DONATA UNA TRATTRICE ALL’ISTITUTO CALVI DI FINALE 

 “Il futuro dell’agricoltura passa attraverso la formazione dei giovani ed è per questo che il destinatario della raccolta fondi – lanciata dalla Cia Emilia Romagna all’indomani del terremoto in Emilia – è l’istituto tecnico statale per l’agricoltura ‘Calvi’ di Finale Emilia”. Ha spiegato in questo modo Cristiano Fini, vice presidente della Cia dell’Emilia Romagna (e presidente della Confederazione modenese), la scelta di devolvere alla scuola agraria del modenese un importo che ha contribuito all’acquisto di una trattrice utilizzata dagli studenti a scopo didattico e per le lavorazioni nei campi dell’istituto.

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 La consegna del mezzo è avventa nel corso di ‘Mater Vitis’, un evento promosso dal ‘Calvi’ il 4 ed il 5 aprile scorso in cui son stati organizzati dibattiti e tavole rotonde sulla innovazione in vitivinicoltura. “Abbiamo voluto dare un contributo alla scuola che forma gli agricoltori ed i tecnici del futuro – ha detto Fini – perché saranno loro a dare continuità ad un lavoro indispensabile per la collettività e che bisogna incentivare. La Confederazione ed i suoi associati – conclude Fini – negli ultimi mesi ha inoltre inviato diverse tonnellate di foraggio agli allevatori marchigiani colpiti dal sima e donato 6 case mobili ad altrettante famiglie di agricoltori con la l’abitazione inagibile: piccoli gesti di solidarietà per aiutare realtà produttive in grande difficoltà”.




AVVIO NUOVO SERVIZIO REGIONALE. ARCHIVIO IN FASE DI AGGIORNAMENTO

Parte da oggi il nuovo servizio regionale di AGRICOLAE. L’obiettivo è quello di portare all’attenzione nazionale le questioni di interesse locale e territoriale. Al contempo diffondere l’informazione capillarmente presso gli enti locali. È in corso di aggiornamento l’archivio storico delle notizie presente sul sito web dell’agenzia di stampa al quale accedere tramite la cartina interattiva dell’Italia




TERREMOTO, VERRASCINA IN ABRUZZO: RISORSE PER ALLEVATORI CHE NON SI ARRENDONO

“La Copagri continuerà ad essere al fianco di tutti gli agricoltori e gli allevatori messi in ginocchio dagli eventi sismici e dalle avversità atmosferiche dei mesi scorsi, ma che non intendono arrendersi. E’ però sempre più necessario ripensare ad una nuova politica del territorio che punti alla salvaguardia del territorio e dell’ambiente, che eviti lo spopolamento delle aree interne e che valorizzi la multifunzionalità.”

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E’ quanto ha affermato Franco Verrascina, presidente della Copagri, nel corso dell’incontro organizzato dalla Copagri Abruzzo, a Paterno di Atri (Pe), per discutere delle misure contenute nel decreto post sisma attualmente in discussione in Parlamento e a cui ha partecipato Dino Pepe, assessore regionale alle Politiche Agricole. Mentre 150 gli agricoltori sfilavano per la strade con i loro trattori, il Presidente ha incontrato insieme all’Assessore, gli allevatori colpiti dal sisma e dalle avversità atmosferiche chiedendo alle istituzioni decisioni tempestive e chiare, e la possibilità di avere al più presto risorse per far ripartire le attività delle aziende.

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“Un primo aiuto per continuare a produrre arriverà dai pagamenti per il mancato reddito che prevedono premi per ogni animale posseduto prima del sisma nella misura di 400 euro per i bovini, 60 per ovini e caprini e 20 per i suini” ha aggiunto Verrascina. “Auspichiamo che alle misure in discussione in Parlamento e alle agevolazioni previste per le imprese venga data subito attuazione per dare nuova fiducia al settore agricolo e all’economia di queste aree. Inoltre dobbiamo pensare ad utilizzare al meglio le risorse disponibili a partire da quelle provenienti dalla PAC e dai PSR”.