Aceto “balsamico” sloveno, a rischio 17 mld in Italia e 75 mld in Ue. Farnesina: pronti a ricorso Corte Giustizia Ue

Aceto ‘balsamico’ sloveno ancora sugli scaffali di Lubiana. Secondo il governo italiano si tratta di Italian sounding a danno di uno dei prodotti nella top five del made in Italy agroalimentare sia per valore che per export; secondo gli sloveni si tratta solo di un’aggettivo.

E continua uno scontro tra due paesi membri dell’Unione europea che rischia di mettere a rischio – se dovesse persistere la linea slovena – non solo il riconoscimento della denominazione dell’aceto balsamico di Modena, ma tutto il sistema delle denominazioni italiano (circa 17 miliardi di euro di valore) e tutto il sistema delle denominazioni europeo (circa 75 miliardi di euro).

Federvini e il consorzio dell’aceto balsamico di Modena Igp hanno inviato a ottobre due lettere alla presidenza del Consiglio retta da Mario Draghi perché il governo italiano prendesse formalmente una posizione netta e formale ad alto livello in merito al comportamento della Slovenia chiedendo l’avvio della procedura di infrazione o il ricorso alla Corte di Giustizia Ue.

Il tempo stringe e da Palazzo Chigi fanno sapere che della questione se ne sta occupando la Farnesina, come prassi vuole. E il ministero degli Esteri è pronto a dar battaglia ricorrendo a un ricorso alla Corte di Giustizia come previsto dall’articolo 259 del TFUE.

“In relazione alla nuova normativa slovena introduttiva della categoria “Aceto balsamico”, il Governo italiano si è prontamente attivato, nella consapevolezza delle possibili, rilevanti conseguenze sulla filiera produttiva italiana di una legislazione incompatibile, sotto molteplici profili, con le norme dell’Unione Europea sulla protezione dei nomi registrati. Una normativa, quella slovena, che potrebbe potenzialmente creare un pericoloso precedente anche per altre denominazioni DOP e IGP del nostro Made in Italy”, fanno sapere ad AGRICOLAE dalla Farnesina.

“A seguito della notifica da parte delle autorità di Lubiana dell’adozione di tale normativa ai sensi della direttiva UE 2015/1535, l’Italia ha immediatamente espresso le proprie riserve, sia nelle sedi europee che nei rapporti bilaterali”, proseguono.

“Anche a seguito delle istanze provenienti dal settore – a partire da quelle manifestate dal Consorzio Aceto Balsamico di Modena e Federvini-Confindustria, di cui si è tenuto opportunamente conto – si è immediatamente instaurato un coordinamento inter-ministeriale tra le Amministrazioni tecniche coinvolte, che ha portato il Governo ad agire a vari livelli e in tutte le sedi opportune in difesa della filiera produttiva nazionale e del sistema comunitario di tutela delle indicazioni geografiche”, spiegano ancora dal ministero degli Esteri.

“L’Italia sostiene, in tutte le competenti sedi europee e bilaterali, il rispetto delle norme dell’Unione Europea per la tutela dei prodotti DOP e IGP, nonché i regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari e le garanzie assicurate agli operatori economici e ai consumatori nella fornitura di informazioni sugli alimenti”.

Il Governo sta continuando a portare avanti la questione, con grande attenzione e col massimo impegno, nei contatti a livello politico, anche ai più alti livelli, con la parte slovena e sta considerando la possibilità di attivare la procedura prevista dall’art. 259 del TFUE per attivare formalmente un ricorso alla Corte di Giustizia, preceduto da un contraddittorio con la Commissione Europea”, conclude.

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