AGRICOLTURA, L’ABBATE (M5S): INSIEME A MINISTERO PRESTO AIUTI PER AZIENDE AGRICOLE PUGLIESI COLPITE DA GELATE

Le avversità atmosferiche che hanno colpito vasti territori della regione Puglia tra il 26 febbraio e il 1 marzo 2018 hanno irrimediabilmente danneggiato moltissime aziende agricole, compromettendo interi raccolti e di fatto interrompendo anche il lavoro di centinaia di braccianti esclusi dalle tutele previdenziali e assistenziali per l’impossibilità di accumulare le necessarie giornate di lavoro. Va sottolineato che l’imprevedibilità, ma soprattutto il carattere di eccezionalità e intensità delle gelate che si sono verificate non hanno consentito alcun tipo di previsione al riguardo, cogliendo alla sprovvista le imprese agricole”. Così in una nota Giuseppe L’Abbate, portaVoce del MoVimento 5 Stelle e componente della commissione Agricoltura alla Camera, a margine dell’interrogazione sulla questione, a sua prima firma, rivolta al ministero delle Politiche Agricole nel question time di oggi.

“Considerata l’entità dei danni segnalati, che equivalgono a oltre 200 milioni su quattro Province, e l’impatto sull’economia delle zone colpite, siamo soddisfatti dell’impegno che è stato confermato dal ministro Centinaio che attraverso una proposta normativa attiverà gli interventi compensativi per le colture non assicurate, ancorché assicurabili, per assicurare un doveroso sostegno alle imprese agricole. Inoltre, grazie alla deroga inserita dal ministro Centinaio scatta in automatico la circolare INPS n. 24 del 2009 che garantisce ai braccianti che abbiano prestato la propria attività per almeno cinque giornate alle dipendenze di un’impresa agricola delle zone colpite, un incremento di sino al raggiungimento del numero di quelle lavorate, nell’anno precedente, presso gli stessi datori di lavoro. Evitiamo, così, che un problema economico sfoci in un problema sociale, ancor più drammatico: le giornate lavorative perse, infatti, si sarebbero tradotte nel mancato accoglimento delle domande di disoccupazione agricola, con preoccupanti ricadute per intere comunità che vivono di agricoltura e, in particolar modo, olivicoltura”. Conclude L’Abbate.