LOMBARDIA.QUOTE LATTE,ASSESSORE:ARRIVARE AD APRILE CON FINE REGIME PENALIZZANTE

“Come Regione Lombardia ho agito nel pieno rispetto delle norme ma ritengo che la partita delle quote debba essere chiusa a livello politico, in un rapporto diretto fra singolo Paese e Unione europea, per evitare infrazioni comunitarie”. Lo ha detto l’ assessore all’Agricoltura della Lombardia che ha visitato ieri pomeriggio importanti realtà del comparto lattiero caseario nel Bresciano tra cui l’azienda agricola Soniga a Nuvolento e la Casearia Bresciana (Cabre) di Verolanuova.

VICINI A CHIUSURA – “Siamo – ha proseguito l’assessore – nella fase di negoziazione della Pac, potremmo chiudere definitivamente la vicenda e consentire alle aziende lattiere di presentarsi all’appuntamento del prossimo aprile, con la fine di un regime penalizzante per gli allevatori, in condizioni di parità con il resto dell’Europa”.

NITRATI PARTITA APERTA – Incontrando gli allevatori l’assessore regionale all’Agricoltura ha fatto il punto anche sul tema dei nitrati. “Stiamo procedendo con l’Unione europea in due direzioni – ha dichiarato – chiedendo la revisione delle zone vulnerabili e l’abolizione del fermo perentorio del calendario”. La missione a Bruxelles è complessa, ha messo in chiaro l’assessore, “perché pur avendo il sostegno del ministero delle Politiche agricole, il ministero dell’Ambiente ritiene di dover dire l’ultima parola anche di fronte alle evidenze scientifiche raccolte dalla Regione Lombardia, penalizzando ancora una volta e del tutto ingiustamente il comparto zootecnico”.(Ln)




AGEA, DG GIANCARLO NANNI IN PENSIONE DA OGGI

Da quanto apprende AGRICOLAE il direttore generale di AGEA Giancarlo Nanni è andato in pensione. A partire da oggi 17 aprile.




CREDITO, PRESIDENTE ABI PATUELLI INCONTRA PRESIDENTE CIA SCANAVINO: PIENA SINTONIA SU PROBLEMI IMPRESE AGRICOLE

Il Presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), Antonio Patuelli, ha incontrato il Presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia), Dino Scanavino. Il colloquio si è svolto in un clima di cordialità e di assoluta sintonia.

Si è registrata piena sintonia sulla visione di un’agricoltura quale fattore strategico della ripresa economica e sociale del Paese e di un mondo bancario che vuole continuare a svolgere un ruolo importante in questo ambito. Le parti hanno altresì concordato sull’esigenza di operare una forte semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese agricole, anche rispetto alle procedure necessarie per l’accesso al credito.

Intensa, quindi, nei prossimi mesi l’interlocuzione per trovare forme di semplificazione nel rapporto tra banche e imprese agricole a conferma dell’attenzione che le banche riservano al settore agricolo, sia in termini di erogazione del credito sia mediante un supporto qualificato di assistenza e consulenza nell’individuazione di forme di finanziamento idonee alle esigenze delle aziende.

In questa linea vi è l’accordo a sottoscrivere nelle prossime settimane un protocollo d’intesa sugli interventi diretti a sostegno delle imprese agricole.




#CAMPOLIBERO, UILA: POSITIVO INCONTRO CON MINISTRO MARTINA

I segretari generali di Flai-Fai-Uila hanno incontrato, questa mattina, il ministro per le politiche agricole Maurizio Martina, al quale hanno posto l’esigenza di mettere il tema del lavoro al centro dei provvedimenti di recupero di competitività e di semplificazione del settore.

“Abbiamo chiesto al ministro di mettere al centro dell’iniziativa #Campolibero il tema del lavoro nero, valorizzando, in particolare le proposte sostenute da Flai-Fai-Uila per l’emersione e la premialità delle aziende virtuose; proposte apprezzate dal ministro, che sono già state presentate alla Camera dei deputati con atto n. 2134/2014” ha dichiarato, alla fine dell’incontro il segretario generale della Uila Stefano Mantegazza, che così prosegue: “abbiamo anche sottolineato al ministro che l’attuazione della Pac deve tener conto delle ricadute sul lavoro e che le scelte da fare devono essere finalizzate a sostenere filiere importanti per il paese, come il saccarifero, la zootecnica e l’olivicoltura e a valorizzare tutti i meccanismi che possano far emergere il lavoro, a cominciare dal “capping”. Sul fronte dell’utilizzo dei Programmi di sviluppo rurale, abbiamo chiesto di definire una scala di priorità a vantaggio degli agricoltori che creano maggiore occupazione e un impegno politico del ministro per una proposta di governo finalizzata a valorizzare il settore forestale, da un punto di vista produttivo e non solo protettivo”. “Complessivamente riteniamo positivo l’incontro” conclude Mantegazza “ancora più utili saranno gli approfondimenti successivi che svolgeremo, già subito dopo Pasqua”.




TURISMO VERDE-CIA, GIULIO SPARASCIO ELETTO NUOVO PRESIDENTE

Giulio Sparascio è il nuovo presidente di Turismo Verde-Cia. Già vicepresidente vicario dell’associazione, Sparascio è titolare di un’azienda agrituristica del Salento. L’Assemblea nazionale, che si è svolta ieri a Roma all’auditorium Giuseppe Avolio, ha eletto, inoltre, i nuovi quattro vicepresidenti di Turismo Verde: Pierangelo Cena del Piemonte vicepresidente vicario, Mario Grillo, Alessio Guazzini e Roberto Reas vicepresidenti provenienti rispettivamente dalla Calabria, Toscana, Sicilia. Nominato anche il nuovo direttore Tommaso Buffa. Sono intervenuti il presidente della Cia Dino Scanavino che ha ribadito l’importanza di Turismo Verde per la Confederazione e Alberto Giombetti, coordinatore dell’ufficio di presidenza e relazioni esterne e territoriali della Cia. Ha concluso i lavori il nuovo presidente incaricato Giulio Sparascio che ha illustrato il programma di rilancio dell’Associazione.




PREZZI, COPAGRI: RIPRESA NON NASCONDE IL CROLLO PASSATO

Il rialzo dei prezzi dei prodotti agricoli registrato a marzo rispetto al mese precedente non può nascondere il crollo del 5% delle quotazioni su base annua. E’ il segmento delle coltivazioni a contribuire sostanzialmente alla ripresa congiunturale con un +3%, ma i prezzi delle stesse sono precipitati in un anno del 10%. La congiuntura è apprezzabile per cereali, frutta, ortaggi, olio d’oliva e semi oleosi, mentre nella zootecnia sono praticamente inesistenti i segni positivi, ma è il confronto con il 2013 a preoccupare. Senza citare tutte le produzioni non c’è un calo inferiore al 7,6%, per i cereali; frutta e verdure superano nettamente il -10% e il vino perde addirittura il 20%. La zootecnia è retta dal solo comparto del latte e derivati bovini, il resto è buio totale. Volendo vedere il “bicchiere mezzo pieno” l’unica nota positiva è l’arresto delle contrazioni congiunturali rilevate a febbraio ed a gennaio. Tutto ciò mentre i costi produttivi aumentano rispetto allo scorso anno del 2,1%. +2,3% i beni e servizi intermedi, +3% le sementi, +3,8% gli antiparassitari, +2% le spese veterinarie, +5% i mangimi, +1,7% la manutenzione e le riparazioni delle macchine. Si aggiunga la riduzione dei consumi nell’anno trascorso del 2,1% in volume e del 4% in valore e che su una spesa alimentare di 100 euro, tolti tutti gli oneri, mediamente l’agricoltore non arriva ad incassare il 2% e si ha il quadro di un bilancio insostenibile per le aziende agricole. Occorre anticipare quanto previsto dalla nuova PAC e rimediare all’assenza nel nostro Paese di strumenti di tutela in presenza di cadute verticali dei prezzi.

E’ l’analisi della COPAGRI in relazione all’indice Ismea dei prezzi agricoli aggiornati a marzo.




PASQUA, AGRITURIST (CONFAGRICOLTURA): ITALIANI E STRANIERI SCELGONO LA CAMPAGNA

L’Agriturismo, non è più “mordi e fuggi”. Sono il Piemonte, la Riviera Ligure, la Lombardia dei Laghi e della Franciacorta, la Sardegna e la Puglia a trainare la Pasqua e i ponti primaverili in campagna. La Sicilia, pur molto gettonata, attira soprattutto i turisti stranieri. “La stagione tiene proprio grazie agli stranieri e al food. Per la ristorazione è un vero e proprio boom – dice Cosimo Melacca, presidente di Agriturist (Confagricoltura) -. Il pranzo in campagna a Pasqua e Pasquetta piace ed è facile trovare il tutto esaurito, soprattutto in Emilia Romagna e Veneto”.

Favorite dal calendario dei ponti di Pasqua, uniti a quelli del 25 aprile e del 1° maggio, le vacanze in campagna si allungano, soprattutto per gli stranieri, ribaltando di fatto le abitudini a quelle brevi e brevissime degli italiani negli ultimi anni. Lo sottolinea un sondaggio effettuato da Agriturist sull’andamento delle prenotazioni per questo periodo nelle aziende associate, che in gran parte hanno mantenuto i prezzi dello scorso anno.

“C’è grande differenza di atteggiamento fra gli italiani, che preferiscono il ‘last minute’, confermando di essere ancora fortemente attenti al prezzo e alle occasioni dell’ultimo momento e gli stranieri che, invece, prenotano con molto anticipo per garantirsi la certezza della località e della struttura preferita – osserva Melacca -. Diversa anche la lunghezza del soggiorno: in media dura tre notti per gli italiani e una settimana per gli stranieri”.

Nessuna sorpresa invece per le tipologie degli ospiti. Al primo posto c’è la famiglia con figli piccoli. “Il vero elemento vincente che contraddistingue le vacanze in agriturismo nel 2014 – conclude il presidente di Agriturist – è la connotazione fortemente agricola delle aziende, che registrano anche un più 10/20%. Ad entusiasmare gli ospiti sono soprattutto le visite guidate con degustazione in cantina, le passeggiate a cavallo e quelle nell’orto e nei mandorleti, il cicloturismo, i corsi di cucina e quelli di avvicinamento alle attività agricole”.




PASQUA, CIA: MENO VIAGGI E PIÙ GITE FUORI PORTA. AGRITURISMI PREMIATI CON QUASI 300 MILA OSPITI ATTESI

Meno viaggi e più gite fuori porta. La crisi taglia i budget di Pasqua e riduce le vacanze. Quest’anno almeno tre italiani su quattro resteranno a casa, ma anche chi deciderà di partire opterà per località vicine e soggiorni brevi. A beneficiarne saranno gli agriturismi, che uniscono il relax della campagna a pochi chilometri dalla città ai prezzi contenuti e alle tradizioni enogastronomiche del territorio. È quanto afferma Turismo Verde, l’associazione agrituristica della Cia, che stima una crescita tendenziale del 3,5 per cento delle presenze in “fattoria” nel prossimo fine settimana di festa. A trainare le aziende agrituristiche sarà soprattutto il ramo ristorazione. Sui quasi 300 mila ospiti attesi in campagna -spiega Turismo Verde Cia- due terzi sono soltanto i “buongustai”. Tra domenica 20 e lunedì 21 aprile, infatti, saranno circa 200 mila gli italiani che si recheranno a pranzo in agriturismo. O che approfitteranno delle aree attrezzate per pic-nic comprando in azienda qualche prodotto tipico, tra conserve, formaggi, salumi e vino. Quanto ai pernottamenti, nelle strutture agrituristiche associate a Turismo Verde si stimano circa 90 mila prenotazioni. Con un rallentamento delle richieste di alloggio negli ultimi giorni -sottolinea l’associazione della Cia – per l’incognita tempo, con le previsioni meteo che annunciano un peggioramento soprattutto a Pasquetta.

I menù delle aziende nel periodo pasquale -informa Turismo Verde Cia- rispettano generalmente l’antica ritualità e le usanze enogastronomiche del periodo: ci saranno le uova (simbolo di rinascita) e l’agnello (legato alla tradizione cristiana), la colomba (simbolo di pace), le torte con salame e formaggio come il “casatiello” napoletano (che contiene tutti i simboli della Pasqua), infine i dolci a base di grano (simbolo di resurrezione) come la pastiera, ma anche le frittelle e le zucche con i germogli (il ratto di Proserpina). Oltre all’alloggio e alla ristorazione, per un totale di 180 mila posti letto e oltre 397 mila coperti -ricorda Turismo Verde Cia- oltre 3.300 agriturismi propongono percorsi escursionistici, 1.800 con trekking e mountain bike e 1.500 capaci di offrire splendide gite a cavallo. Inoltre, 3.450 aziende propongono itinerari enogastronomici mentre altri 2 mila agriturismi organizzano corsi che spaziano dalla cucina alla coltivazione e cura delle erbe officinali. Grande successo è atteso anche per le degustazioni “ad hoc” dedicate ai bambini, cui verrà insegnato a riconoscere da bendati i sapori dei diversi formaggi, delle marmellate e delle tante varietà di miele prodotto nel nostro Paese.




PAC, OI DISTRETTO POMODORO DA INDUSTRIA NORD ITALIA A MARTINA: INTRODURRE, ANCHE IN ITALIA, AIUTO ACCOPPIATO

L’OI Distretto del Pomodoro da Industria del Nord Italia – organizzazione interprofessionale riconosciuta dall’Ue che rappresenta circa la metà del pomodoro da industria italiano – ha scritto al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina per richiedere l’introduzione – anche in Italia come sta accadendo in altri Paesi europei produttori di pomodoro da industria – dell’aiuto accoppiato per il pomodoro nell’ambito della definizione della nuova PAC.

“Ho sottoposto all’attenzione del ministro Martina – spiega il presidente Pier Luigi Ferrari – la posizione dell’Organizzazione Interprofessionale del Pomodoro da Industria del Nord Italia, relativa alle imminenti scelte che il nostro Paese dovrà compiere per avviare la riforma della PAC richiedendo la possibilità di un incontro finalizzato ad illustrare le risultanze a cui l’OI è pervenuta dopo ampio dibattito. Il tema è particolarmente avvertito da tutti i soggetti economici della filiera del pomodoro da industria, consapevoli della complessità, ma fiduciosi nell’azione intrapresa dal governo che intende impegnarsi fortemente sull’agroalimentare”. Nella lettera – inviata per conoscenza anche agli assessori regionali di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte oltre a presidenti di Anicav, organizzazioni agricole e cooperative – l’Oi “sottolinea l’importanza di evitare che la scelta del nostro Paese metta gli operatori italiani della filiera del pomodoro da industria nella condizione di essere esclusi dalla competizione internazionale anche a livello europeo. Il costo della materia prima pomodoro nel nostro paese, per una serie di problematiche ben conosciute, è uno dei più alti al mondo, anche nel confronto di Spagna e Portogallo (+20%). In particolare – spiega l’Oi – la Spagna ha deciso per un aiuto accoppiato per questa coltura, il Portogallo si sta avviando nella stessa direzione, mentre è ormai certo che anche la Francia introdurrà sicuramente un aiuto accoppiato per il pomodoro. L’introduzione di un aiuto accoppiato per il pomodoro da industria in Italia richiederebbe non più di 25-28 milioni di euro, ovvero meno del 5% del plafond a disposizione del nostro Paese. E’ evidente – conclude l’Oi – che una scelta in direzione diversa avrebbe, sia per il Nord che per il bacino produttivo del Sud Italia, una pesante ricaduta negativa anche in termini occupazionali e di contributo alla crescita del valore aggiunto nazionale. Il nostro Paese nel 2013 ha esportato trasformati di pomodoro per un valore pari a circa 1.450 milioni di euro (poco meno di un miliardo e mezzo di euro), contribuendo non poco a recuperare parte del deficit strutturale della nostra bilancia agroalimentare. E questi prodotti contribuiscono a caratterizzare e qualificare il made in Italy agroalimentare sui mercati esteri, come pure la dieta mediterranea”.




PASQUA, MIPAAF: CONTROLLI STRAORDINARI NAC SU PRODUZIONI AGROALIMENTARI. VERIFICHE SU 165 AZIENDE, 20.500 ETICHETTE IRREGOLARI RITIRATE DAL MERCATO

Il Vademecum per una Pasqua sicura

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che, in vista delle festività pasquali, sono stati intensificati su tutto il territorio i controlli sulle produzioni agroalimentari.

Nello specifico le verifiche ispettive dei NAC hanno riguardato 165 aziende ed attività commerciali. Sono state 20.500 le etichette irregolari ritirate dal mercato che hanno riguardato prodotti e ingredienti non corrispondenti alle etichette, con indebite evocazioni ad esempio del “Pistacchio di Bronte Dop”, del “Sale marino di Trapani Igp”, del “Grana Padano Dop”, del “Parmigiano Reggiano Dop”, del “Prosciutto Toscano Dop”, del “Pecorino Romano Dop” e della “Mozzarella di bufala campana Dop”.

L’attenzione dei Carabinieri delle politiche agricole è stata puntata sulla tracciabilità e sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari tradizionalmente presenti sulla tavola degli italiani in questo periodo.

I Nac, che hanno operato in stretta collaborazione con l’Ispettorato centrale per la Tutela Qualità e la Repressione Frodi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e con la rete degli Organismi di vigilanza dei principali Consorzi di Tutela, hanno verificato le norme sulla comunicazione commerciale ingannevole, in attuazione della normativa europea che vieta l’evocazione di marchi di qualità DOP e l’utilizzo di indicazioni fuorvianti, specie con riferimento a contenuti nutrizionali inappropriati o a denominazioni e indicazioni non corrispondenti ai luoghi di origine, agli ingredienti, alla scadenza e ai disciplinari di produzione.

Nei primi mesi del 2014 sono stati operati sequestri su quasi 22 mila kg di prodotti alimentari irregolari, e su 219.300 etichette/packaging irregolari.

Il vademecum dei Nac per una Pasqua sicura

– Non guardare solo le confezioni dei prodotti, dal momento che possono recare immagini accattivanti non sempre corrispondenti al prodotto reale;

– Leggere attentamente le etichette, in modo da scegliere i prodotti che recano con chiarezza le indicazioni sulla lista degli ingredienti, origine, scadenza, stabilimento di lavorazione, tracciabilità, recapiti dell’azienda produttrice.

– Verificare i prezzi, la convenienza di un prodotto si può constatare confrontando la lista degli ingredienti.

Alcune indicazioni utili:

1) Le uova di cioccolato

I migliori prodotti di qualità sono quelli che contengono, nell’ordine:

– cacao in polvere,

– burro di cacao (pasta di cacao),

– zucchero,

– latte in polvere,

– aromatizzanti naturali.

Solo il cioccolato “puro” non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali. Il cioccolato fondente va valutato in relazione al contenuto di cacao ( il migliore è superiore al 50%).

2) Le colombe pasquali

Quelle di migliore qualità contengono nell’ordine:

– farina;

– zucchero;

– uova;

– burro;

– canditi.

Anche in questo caso è importante leggere l’etichetta, per verificare la lista degli ingredienti e compiere delle scelte “consapevoli”: è importante perciò conoscere se al posto del burro vi è margarina, se il prodotto è confezionato con alimenti”biologici” e “ogm- free”, con latte in polvere e se vi sono conservanti. Così come è importante sapere che sono state impiegate uova di categoria A (oppure se vi è albume in polvere).

La qualità del prodotto si delinea anche dalla crosta e dalla lievitazione: la superficie non deve essere molto scura, l’impasto deve risultare dorato, il prodotto non deve risultare piatto. I canditi devono essere morbidi e, per i prodotti di migliore qualità, sono grandi.

3) Le carni ovine

La carne di agnello è ottenuta dall’animale fino ad un anno di età.

Per le carni ovine non è ancora prevista l’obbligatorietà dell’indicazione di origine alla vendita, stabilita invece per le carni bovine, per cui sui banchi di vendita possono essere commercializzati anche prodotti provenienti dall’estero senza indicazioni sull’origine.

Il consumatore può trovare, in ogni caso, indicazioni volontarie sulla provenienza del prodotto.

Per scelte più mirate sulle modalità di allevamento, zone di produzione e tracciabilità, è possibile orientarsi sui principali prodotti tipici nazionali, garantiti da disciplinari di produzione IGP quali l’Agnello di Sardegna IGP, l’Abbacchio Romano IGP, l’Agnello dell’ Appennino di Centro Italia IGP, ed altri prodotti tipici quali l’Agnello Lucano, l’Agnello Nero Toscano e l’Agnello di Pomarance (PI).

In linea generale, le tradizioni e i disciplinari di produzione di tali prodotti nazionali prevedono l’allevamento allo stato brado, il ricovero in strutture adeguate per i ricambi d’aria e l’illuminazione naturale, gli interventi sanitari ed i controlli, l’assenza di forzature alimentari e stress ambientali, con un processo naturale per la nutrizione con latte materno ed essenze di pascolo dell’habitat regionale di riferimento.

4) Gli agriturismi

Molti agriturismi sono associati ad importanti Associazioni agricole e di categoria. Sono inoltre consigliati da Tour operator riconosciuti a livello internazionale che, in linea generale, possono garantire sulla validità delle strutture.

In ogni caso può essere utile, prima di prenotare, verificare l’affidabilità dell’agriturismo informandosi sui seguenti aspetti essenziali:

– l’affidabilità “ambientale”: la tranquillità e la salubrità dell’aria possono essere verificate accertando se nelle vicinanze sono situate autostrade, grandi agglomerati urbani, industrie e opifici;

– l’estensione della azienda: un agriturismo deve avere sufficienti ettari di terra per le proprie produzioni;

– le materie prime prodotte dall’agriturismo: la presenza di coltivazioni di ortaggi, frutteti e eventuali allevamenti di animali offrono sufficienti garanzie di affidabilità ed economicità dell’azienda.




MIPAAF: CONTROLLI STRAORDINARI SULLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI DEI CARABINIERI DELLE POLITICHE AGRICOLE

Uova-di-PasquaIl Vademecum per una Pasqua sicura

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che, in vista delle festività pasquali, sono stati intensificati su tutto il territorio i controlli sulle produzioni agroalimentari.

Nello specifico le verifiche ispettive dei NAC hanno riguardato 165 aziende ed attività commerciali. Sono state 20.500 le etichette irregolari ritirate dal mercato che hanno riguardato prodotti e ingredienti non corrispondenti alle etichette, con indebite evocazioni ad esempio del “Pistacchio di Bronte Dop”, del “Sale marino di Trapani Igp”, del “Grana Padano Dop”, del “Parmigiano Reggiano Dop”, del “Prosciutto Toscano Dop”, del “Pecorino Romano Dop” e della “Mozzarella di bufala campana Dop”.

L’attenzione dei Carabinieri delle politiche agricole è stata puntata sulla tracciabilità e sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari tradizionalmente presenti sulla tavola degli italiani in questo periodo.

I Nac, che hanno operato in stretta collaborazione con l’Ispettorato centrale per la Tutela Qualità e la Repressione Frodi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e con la rete degli Organismi di vigilanza dei principali Consorzi di Tutela, hanno verificato le norme sulla comunicazione commerciale ingannevole, in attuazione della normativa europea che vieta l’evocazione di marchi di qualità DOP e l’utilizzo di indicazioni fuorvianti, specie con riferimento a contenuti nutrizionali inappropriati o a denominazioni e indicazioni non corrispondenti ai luoghi di origine, agli ingredienti, alla scadenza e ai disciplinari di produzione.

Nei primi mesi del 2014 sono stati operati sequestri su quasi 22 mila kg di prodotti alimentari irregolari, e su 219.300 etichette/packaging irregolari.

Il vademecum dei Nac per una Pasqua sicura

– Non guardare solo le confezioni dei prodotti, dal momento che possono recare immagini accattivanti non sempre corrispondenti al prodotto reale;

– Leggere attentamente le etichette, in modo da scegliere i prodotti che recano con chiarezza le indicazioni sulla lista degli ingredienti, origine, scadenza, stabilimento di lavorazione, tracciabilità, recapiti dell’azienda produttrice.

– Verificare i prezzi, la convenienza di un prodotto si può constatare confrontando la lista degli ingredienti.

Alcune indicazioni utili:

1) Le uova di cioccolato

I migliori prodotti di qualità sono quelli che contengono, nell’ordine:

– cacao in polvere,

– burro di cacao (pasta di cacao),

– zucchero,

– latte in polvere,

– aromatizzanti naturali.

Solo il cioccolato “puro” non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali. Il cioccolato fondente va valutato in relazione al contenuto di cacao ( il migliore è superiore al 50%).

2) Le colombe pasquali

Quelle di migliore qualità contengono nell’ordine:

– farina;

– zucchero;

– uova;

– burro;

– canditi.

Anche in questo caso è importante leggere l’etichetta, per verificare la lista degli ingredienti e compiere delle scelte “consapevoli”: è importante perciò conoscere se al posto del burro vi è margarina, se il prodotto è confezionato con alimenti”biologici” e “ogm- free”, con latte in polvere e se vi sono conservanti. Così come è importante sapere che sono state impiegate uova di categoria A (oppure se vi è albume in polvere).

La qualità del prodotto si delinea anche dalla crosta e dalla lievitazione: la superficie non deve essere molto scura, l’impasto deve risultare dorato, il prodotto non deve risultare piatto. I canditi devono essere morbidi e, per i prodotti di migliore qualità, sono grandi.

3) Le carni ovine

La carne di agnello è ottenuta dall’animale fino ad un anno di età.

Per le carni ovine non è ancora prevista l’obbligatorietà dell’indicazione di origine alla vendita, stabilita invece per le carni bovine, per cui sui banchi di vendita possono essere commercializzati anche prodotti provenienti dall’estero senza indicazioni sull’origine.

Il consumatore può trovare, in ogni caso, indicazioni volontarie sulla provenienza del prodotto.

Per scelte più mirate sulle modalità di allevamento, zone di produzione e tracciabilità, è possibile orientarsi sui principali prodotti tipici nazionali, garantiti da disciplinari di produzione IGP quali l’Agnello di Sardegna IGP, l’Abbacchio Romano IGP, l’Agnello dell’ Appennino di Centro Italia IGP, ed altri prodotti tipici quali l’Agnello Lucano, l’Agnello Nero Toscano e l’Agnello di Pomarance (PI).

In linea generale, le tradizioni e i disciplinari di produzione di tali prodotti nazionali prevedono l’allevamento allo stato brado, il ricovero in strutture adeguate per i ricambi d’aria e l’illuminazione naturale, gli interventi sanitari ed i controlli, l’assenza di forzature alimentari e stress ambientali, con un processo naturale per la nutrizione con latte materno ed essenze di pascolo dell’habitat regionale di riferimento.

4) Gli agriturismi

Molti agriturismi sono associati ad importanti Associazioni agricole e di categoria. Sono inoltre consigliati da Tour operator riconosciuti a livello internazionale che, in linea generale, possono garantire sulla validità delle strutture.

In ogni caso può essere utile, prima di prenotare, verificare l’affidabilità dell’agriturismo informandosi sui seguenti aspetti essenziali:

– l’affidabilità “ambientale”: la tranquillità e la salubrità dell’aria possono essere verificate accertando se nelle vicinanze sono situate autostrade, grandi agglomerati urbani, industrie e opifici;

– l’estensione della azienda: un agriturismo deve avere sufficienti ettari di terra per le proprie produzioni;

– le materie prime prodotte dall’agriturismo: la presenza di coltivazioni di ortaggi, frutteti e eventuali allevamenti di animali offrono sufficienti garanzie di affidabilità ed economicità dell’azienda.




FAVA SCRIVE A NARDONI (CONFERENZA STATO-REGIONI): PAC BLOCCATA PER 33MILA AZIENDE AGRICOLE SU SEGNALAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA, NON PENALIZZARE AGRICOLTORI ONESTI

PACL’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha scritto al collega della Regione Puglia nonché presidente della Commissione Politiche agricole in Conferenza Stato-Regioni, Fabrizio Nardoni, per porre all’ordine del giorno del prossimo incontro la questione dei controlli della Guardia di Finanza nell’operazione denominata “Bonifica”, che ha portato alla segnalazione di oltre 33mila aziende agricole in tutta Italia, con conseguente blocco delle erogazioni dei premi Pac da parte di Agea.

Un tema già sollevato dallo stesso Fava a Nardoni lo scorso 4 aprile.

Secondo l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, “l’operazione della Guardia di Finanza rappresenta un impegno importante e significativo per l’eliminazione delle frodi e degli illegittimi percepimenti degli aiuti comunitari”. Tuttavia, prosegue Fava, “una rigida applicazione delle norme, che non tiene conto delle specificità del settore agricolo, rischia di trasformarsi in una pesante penalizzazione per migliaia di agricoltori onesti”.

Gli stessi direttori degli organismi pagatori, riunitisi due giorni fa a Bologna, ricorda l’assessore lombardo, “hanno manifestato tutte le loro difficoltà nell’esporre le aziende coinvolte alla grave sofferenza economica dovuta alla situazione di incertezza che si è venuta a creare” e hanno chiesto di “porre la questione alla Conferenza Stato-Regioni e al Ministero affinché si faccia chiarezza sulle regole che stanno alla base della gestione dei titoli di conduzione, a beneficio (in particolare) delle aziende coinvolte dall’operazione Bonifica”.

 

 




EXPO, ECCO IL PADIGLIONE FEDERALIMENTARE. CI SARA’ ANCHE UN SPAZIO BUSINESS TO BUSINESS

EXPO-2015Raccontare l’agroindustria italiana ai visitatori di Expo 2015: con questa mission nascono i due padiglioni di Federalimentare Expo. Circa 2mila e 600 metri quadrati, mille e trecento per padiglione, sviluppati su tre piani e collegati tra loro da una passarella di otto metri a soli 400 metri dal Padiglione Italia. Queste sono le caratteristiche del progetto di edutainment (intrattenimento educativo) che Federalimentare – la Federazione dell’industria alimentare italiana – con il suo partener operativo, Fiere di Parma, realizzerà in occasione dell’Esposizione universale a Milano.

Costo totale del progetto? “Venti milioni di euro”, ha spiegato Antonio Cellie, ad di Fiere di Parma. “Per ora ne abbiamo a disposizione solo due, grazie ad uno sponsor di cui preferisco non rivelare il nome, ma sono sicuro che riusciremo a raccogliere i fondi necessari”. L’idea è affiancare uno spazio business to business al centro dell’area espositiva dell’Expo, anzi, “nella testa del pesce, in posizione strategica”, ha specificato Cellie. Saranno costruiti in prossimità dell’ingresso Est, dal quale passerà il 40 per cento del pubblico ma la maggior parte degli operatori “professionali” che visiteranno Expo 2015. Si tratta di un percorso interattivo per comprendere il valore delle filiere alimentari, attraverso i marchi più noti. A proposito, ogni azienda pagherà 30mila euro per uno slot nel padiglione, 70mila nel caso di una spazio istituzionale. Ci saranno nove percorsi interattivi tematici, dedicati ai settori chiave: latte, formaggi, conserve vegetali, condimenti, sfarinati, pasta e pizza, carni, ittico, bevande, dolci e spezie. Ma non ci sarà solo cibo perché Federalimentare 4Expo diventerà anche il fulcro di eventi istituzionali grazie alle due terrazze e alla sala eventi polifunzionale da mille e 500 posti: in sei mesi ospiterà circa duecento tra iniziative di promozione e comunicazione organizzate dalle aziende aderenti.

“Siamo contenti che Expo 2015 spa si sia reso conto della validità di un progetto che abbiamo concepito e sviluppato assieme a Fiere di Parma fin dal 2010 – ha spiegato Paolo Zanetti, vicepresidente di Federalimentare con delega Expo a margine della conferenza stampa di presentazione a Milano – con l’intento di valorizzare la storia, la cultura e la filiera dell’agroindustria italiana”. Un progetto che vanta il contributo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che ha realizzato un’analisi scientifica multidisciplinare per fotografare il sistema alimentare italiano. E una volta finito l’Expo, che fine faranno i due padiglioni? “Li smontiamo per portarli a Parma”, rassicura Cellie. “Uno diventerà la nuova sede della borsa merci nello spazio fiere, mentre l’altro sarà il nuovo ingresso Ovest”.

 

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AL VIA CIBUS, TUTTE LE NOVITA’ DELL’EDIZIONE 2014

Centoquarantamila metri quadrati, oltre mille buyers prevenienti da cento paesi, diecimila operatori esteri, più di 60mila in totale, con oltre 2mila e 700 aziende. Si presenta così Cibus 2014 – la principale fiera alimentare italiana giunta alla diciasettesima edizione– che dal 5 all’8 maggio metterà in mostra alla Fiera di Parma le eccellenze italiane. All’apertura parteciperanno anche Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole e Carlo Calenda, viceministro per lo Sviluppo economico.

L’obiettivo è replicare il successo dell’edizione 2012, anzi, fare ancora meglio. “Sarà un Cibus di emozioni, di suggestioni e di business”, ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione a Milano, Elda Ghiretti, Cibus brand manager. “Abbiamo coinvolto tutte le realtà dell’alimentare italiano, includendo anche la vendita al dettaglio”, ha aggiunto. “Siamo molto contenti per il grande lavoro che abbiamo fatto, sarà un’edizione eccezionale”. Cibus cresce, nonostante il momento per l’industria alimentare italiana non sia certo dei migliori. La crisi del mercato interno ha fatto segnare nel 2013 il suo massimo storico, anche se nel 2014 questo trend pare rallentare. “Proprio per queste premesse l’appuntamento con Cibus non è mai stato così importante”, ha commentato Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare. “L’anno scorso è stato il peggiore dall’inizio della crisi, dove la tenuta dell’export (+5,8 per cento), non compensa la caduta dei consumi interni (-4 punti in 12 mesi, -14 in 5 anni). In questo momento il sostegno promozionale e di immagine che può dare Cibus ha perciò un valore vitale per uscire dalla crisi”.

Ma quali saranno le novità di quest’anno? Tanto per cominciare, CibusLand, il fuori salone di Cibus, sarà totalmente rinnovato, “con degustazioni nel cuore pulsante di Parma”, ha annunciato Elda Ghiretti. E’ prevista un’area dedicata ai food blogger che interagiranno con gli espositori e una grande Lounge “After Cibus”, riservata a visitatori ed espositori all’interno del palazzo del Governatore, con l’intento di creare una collaborazione tra le realtà più dinamiche che nel mondo promuovono la passione del cibo italiano. E poi spazio a workshop, convegni, concorsi ed eventi di ogni tipo che faranno di Cibus 2014 un evento unico. Nella prima giornata il convegno di apertura sarà quello tradizionalmente curato da Federalimentare che presenterà lo stato dell’arte del settore industriale agroalimentare. Nei giorni seguenti spazio ad approfondimenti sul made in Italy e agli strumenti utili per promuoverlo nel mondo. Cibus è la prima fiera italiana del made in Italy alimentare e la terza fiera alimentare nel mondo.

 

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M5S: ANCORA FERMO FONDO AIUTO A IMPRESE AGRICOLE STROZZATE DA CRISI

È datata addirittura maggio 2011, la decisione della Commissione europea di approvare il Fondo crediti nazionale per le imprese agricole. Ma, da allora, nulla è stato fatto dai Governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi per implementare questo fondo, nonostante l’imperante crisi economica che ha dimezzato drasticamente i guadagni delle aziende e la contemporanea implacabile mancanza di accesso al credito per il settore. Dopo aver presentato una risoluzione lo scorso novembre, il MoVimento 5 Stelle torna a fare pressioni in Commissione Agricoltura per chiedere alla maggioranza una immediata calendarizzazione della risoluzione sul Fondo crediti nazionale. I deputati 5 Stelle chiedono al Presidente Luca Sani (PD) di discutere quanto prima l’atto così da impegnare il neo-Ministro Martina ad aumentare la dotazione delle risorse complessivamente disponibili per il credito all’agricoltura, facilitandone l’accesso attraverso la riduzione del costo dell’indebitamento. A maggior ragione che il Fondo crediti nazionale può essere utilizzato anche nel quadro dei Programmi di sviluppo rurale (PSR), in procinto di essere emanati con la programmazione del FEARS (Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale).

“Con la crisi economica che ha portato al fallimento, o sull’orlo dello stesso, innumerevoli imprese agricole e con i nuovi programmi in procinto di partire, il Governo Renzi preferisce perdere tempo con iniziative fini a se stesse come ‘campolibero’, piuttosto che prendere decisioni concrete che aiuterebbero da subito i coltivatori – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) che è tornato oggi a richiedere in Commissione Agricoltura l’immediata calendarizzazione della risoluzione a sua firma – Quella del Fondo crediti nazionale è una iniziativa la cui bontà è sotto gli occhi di tutti ma è incredibile l’immobilismo dei partiti che non hanno fatto nulla da 3 anni a questa parte, nonostante un parere positivo pervenuto dall’Europa. Ci auguriamo che con l’avvio dei nuovi PSR questo importante strumento possa non solo funzionare ufficialmente ma anche essere realmente fruibili dalle aziende agricole. Per definizione, infatti, un fondo crediti ‘presta’ denaro a chi è in difficoltà. Il punto è valutare, caso per caso, le difficoltà e dare fiducia alle iniziative che si finanziano. Se applichiamo solo rigidi schemi matematici per concedere prestiti, nessuno dei richiedenti potrà beneficiarne – prosegue L’Abbate – ed è proprio qui il ruolo cruciale che deve svolgere l’ISMEA. Non chiediamo lo straordinario, ma almeno l’ordinario”.

Il Fondo crediti nazionale opera in collaborazione con il sistema bancario e rilascia finanziamenti in parte a carico del fondo stesso, con l’applicazione di un tasso di interesse ridotto o a tasso zero, e in parte a carico dell’istituto di credito intermediario, sulla cui quota è applicato un tasso di interesse di mercato. Tra i vantaggi proposti dal Fondo, inoltre, la natura rotativa per la quale le risorse rientranti per effetto dell’estinzione dei mutui tornano nelle disponibilità delle amministrazioni che potranno utilizzarle anche oltre la scadenza dei programmi. In occasione dell’indagine conoscitiva sul finanziamento alle imprese agricole, peraltro, in veste di sottosegretario Maurizio Martina venne a riferire in Commissione quindi – conclude Giuseppe L’Abbate (M5S) – spero che, oggi che è Ministro dell’Agricoltura e ben conosce la situazione, spinga in questa direzione, sposando la nostra risoluzione”.