Birra, Heineken: apriamo le porte a 10 giovani di talento nella nuova Massafra Academy per formazione d’eccellenza

Heineken apre le porte a 10 giovani di talento nel birrificio di Massafra (TA), il secondo più grande birrificio in Italia e polo della produzione di birra per la Puglia e tutto il Sud.

È qui infatti che nasce la Heineken Massafra Academy, il nuovo percorso di formazione di eccellenza di Heineken Italia nell’ambito della supply chain che ha l’obiettivo di formare i “Next Brewer Generation” del Paese. Il programma offre un trampolino di lancio per i giovani desiderosi di entrare nel mondo della produzione birraia, con concrete opportunità di carriera all’interno dell’azienda di birra leader in Italia, con il 40% dei volumi e il 32% di quota di mercato, che dà lavoro a più di 2.000 persone.

“In Heineken puntiamo molto sulla formazione per far crescere e valorizzare le nostre risorse, dare loro stabilità e prospettive, per tracciare insieme nuove strade e guidare il cambiamento – ha spiegato Teresa Ferro, People Director di Heineken Italia. Con Heineken Massafra Academy, vogliamo offrire alle nuove generazioni gli strumenti e le competenze necessarie per diventare i Next BrewerGeneration del Paese, grazie a un percorso entusiasmante e stimolante che rispecchi lo stile e i principi dell’azienda. Il nostro obiettivo è investire sulle persone, a partire dai giovani e dal Sud Italia: vogliamo sviluppare le capacità di questi ragazzi, investire sulle loro attitudini e incoraggiarli a mettersi alla prova, identificando obiettivi chiari e orizzonti ben definiti. Con la nuova Heineken Massafra Academy, presso il birrificio dove nel 1974 è cominciata la storia di Heineken in Italia, offriremo un percorso sfidante per formare i maestri birrai del futuro con opportunità di carriera sia sul territorio nazionale che all’estero”.

I candidati ideali sono giovani neolaureati STEM – o laureati da un anno con un’esperienza di stage fino a 6 mesi in altre realtà – con una eccellente padronanza dell’inglese e disposizione alla mobilità, che incarnino i valori e la visione di Heineken: empatia, ambizione, mentalità mirata alla crescita e spirito d’iniziativa. I requisiti di formazione universitaria sono invece di giovani provenienti da facoltà di ingegneria chimica, meccanica, elettrica, energetica, automazione o gestionale, con competenze digitali spiccate.

La prima tranche di selezione è prevista per il mese di maggio. Seguirà un evento di selezione in presenza nel Birrificio di Massafra a fine maggio, che prevede oltre ai colloqui, sfide di gruppo mirate ad incoraggiare creatività e proattività in un contesto professionale. Dal 1° luglio, i 10 giovani selezionati faranno il loro ingresso in Heineken Italia per iniziare il percorso formativo al termine del quale è prevista la possibilità di inserimento con un contratto a tempo indeterminato in Italia o a livello internazionale.

Per candidarsi c’è tempo fino al 20 maggio 2024: basterà compilare il form su: https://go0.it/JvBYB




Alimentazione, campagna sensibilizzazione Lactalis in occasione di Giornata nazionale Fiocchetto Lilla

Il Gruppo Lactalis in Italia – prima realtà del settore agroalimentare per presenza e capillarità sul territorio con i brand Galbani, Parmalat, Leerdammer, Ambrosi e Nuova Castelli – in vista della 13° Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dà il via a una campagna di sensibilizzazione sui disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.

In collaborazione con Nutrimente – Associazione che si occupa della prevenzione e della cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione – e VIK School, startup specializzata nello sviluppo di campagne educative – Lactalis offrirà a 1.000 studenti di 5 scuole secondarie di primo grado un modulo didattico sui temi della sana alimentazione, sugli aspetti emotivi connessi al cibo, e sull’educazione e l’ascolto del proprio corpo. Nell’ambito del progetto verrà fornito l’accesso ad una applicazione di e-learning, web-app ed un e-book che permetteranno ai giovani di fruire di contenuti didattici anche da remoto.

“Da sempre il Gruppo Lactalis Italia con i propri prodotti si impegna nella promozione di un’alimentazione sana ed equilibrata che costituisce la base per il benessere fisico e mentale di ogni individuo. Per questo motivo abbiamo deciso di fare un passo in avanti e appoggiare quelle iniziative che vadano a creare una rete di supporto che diffonda consapevolezza sulle condizioni di fragilità e di disagio che derivano dai disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione” – ha dichiarato Vittorio Fiore, Direttore Comunicazione e responsabile dei progetti di sostenibilità di Lactalis in Italia«Lo scopo dell’iniziativa – in collaborazione con VIKschool e Nutrimente Onlus – è quello di accrescere l’informazione e sensibilizzare su una problematica in costante aumento soprattutto tra i giovani che – dopo il periodo pandemico – hanno visto crescere l’insorgenza di disturbi legati alla sfera emotiva. Questo progetto vuole inserirsi tra le diverse iniziative che Lactalis promuove per i giovani”.

“La prevenzione per noi di Nutrimente è molto importante e siamo grati alle realtà come Lactalis che ci supportano nella divulgazione di temi legati ad un rapporto sano con il cibo e con il corpo. La sensibilizzazione della comunità su questi temi è uno dei primi passi da cui ci siamo mossi nel nostro lavoro: gli adulti, il mondo dei social media e la comunità scientifica possono contribuire a promuovere una cultura sana su affettività e nutrizione.” – dichiarano congiuntamente Dott.ssa Elisabetta Costantino, psicoterapeuta e membro del Comitato Direttivo di Nutrimente OdV e Dott.ssa Lucrezia Islam, psichiatra e membro del Comitato Direttivo di Nutrimente OdV.

“Siamo entusiasti di collaborare con il Gruppo Lactalis e Nutrimente in questa importante iniziativa volta a promuovere sani comportamenti alimentari tra i giovani. La Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla rappresenta un’opportunità per sensibilizzare e informare le nuove generazioni sulle sfide legate al benessere alimentare. La campagna educativa riflette il nostro impegno costante nel fornire strumenti educativi ispirati agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. In questo caso, l’articolo n. 3: Salute e Benessere per tutti e per tutte le età.” ha dichiarato Pasquale Battaglia Educatore, founder e CEO di VIK SCHOOL. “In particolare, il progetto mira ad assistere le nuove generazioni nell’affrontare in modo consapevole il connubio tra emozioni e alimentazione, contribuendo così al loro benessere psicofisico. Siamo grati a Lactalis e Nutrimente per questa collaborazione e crediamo che insieme possiamo fare la differenza nella vita dei giovani, contribuendo a creare una generazione consapevole e sana”.

Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, infatti, negli ultimi anni si è assistito a un preoccupante abbassamento dell’età di esordio di tali disturbi che nel nostro Paese colpiscono circa 3 milioni di persone (il 5% della popolazione italiana) e che nell’ultimo anno hanno raggiunto i giovanissimi tra i 12 e i 25 anni di età[1]. In Italia circa il 14% dei bambini fra i 4 e i 14 anni è in sovrappeso o obeso e lo sarà anche da adulto dal 30 al 60% dei casi. La prevenzione precoce diventa dunque fondamentale per modificare gli stili alimentari sbagliati già nei primi anni di vita.

L’iniziativa si inserisce nel nuovo programma DISrACTIVE – in linea con il nuovo Purpose “Alimentiamo il futuro” – che vede Lactalis impegnata nell’educare e agire contro le condizioni di fragilità e disagio e che durante tutto il 2024, vedrà una serie di iniziative concrete su tutto il territorio italiano insieme a diversi partner, tra i quali anche Mediatyche, Albero della Vita e Insuperabili.




Carni Sostenibili. Salute della donna. Ciclo mestruale, gravidanza e menopausa: carne preziosa alleata




Obesità. Zullo (FdI): Presentata pdl per aiutare milioni di cittadini affetti da “epidemia silenziosa”

“Oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’obesità, sono lieto di aver presentato la proposta di legge per riconoscere l’obesità come patologia cronica e per considerare misure di prevenzione, contrasto e presa in carico. Per affrontare questioni di salute pubblica significative e complesse come l’obesità tutelando la salute di milioni di cittadini, del resto, è necessaria una buona dose di coraggio, responsabilità e visione politica a lungo termine. L’alternativa è un costo sociale, umano, sanitario ed economico insostenibile. Inizia dunque un iter legislativo importante, che potrebbe portare l’Italia a essere il primo Paese al mondo ad approvare una legge sull’obesità. Sento il dovere politico di dare una risposta concreta a milioni di cittadini giovani e adulti che rischiano la vita per questa ‘epidemia silenziosa’. Questa proposta intende colmare un vuoto normativo e dare una risposta convinta di cura al presente e di prevenzione per il futuro”.

 

Lo dichiara in una nota il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Lavoro e Sanità.




Giornata Mondiale Obesità, Competere.Eu: Potenziare consapevolezza alimentare del consumatore

L’obesità rappresenta una sfida globale crescente, spesso descritta come un’epidemia invisibile che colpisce oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, di cui 380 milioni sotto i 15 anni. La gravità di questa epidemia è tale che, entro il 2030, potremmo assistere a una riduzione delle aspettative di vita dovuta alle complicazioni legate all’obesità, un fenomeno senza precedenti nella storia dell’umanità. La proiezione indica che nel 2035, il numero di persone obese potrebbe raggiungere i 4 miliardi, quasi la metà della popolazione mondiale prevista». È la denuncia lanciata oggi, in occasione della Giornata mondiale sull’obesità, da Michele Carruba, Presidente onorario del Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità (CSRO) dell’Università degli Studi di Milano, e da Pietro Paganini, Presidente dell’istituto di policy e advocacy Competere – Policy for Sustainable Development.

Carruba e Paganini sono promotori dell’Alleanza internazionale contro l’obesità, che si è riunita per la prima volta lo scorso 19 gennaio, presso l’Università degli Studi di Milano, con il primo di un ciclo di incontri internazionali sulla malnutrizione da eccesso.

«Oggi l’obesità non è classificata come malattia di per sé – spiega Carruba – ma è strettamente associata a numerose patologie non trasmissibili, che a loro volta sono tra le principali cause di morte a livello globale».

Secondo gli studi effettuati dall’Alleanza, il costo economico di questa crisi è prossimo ai 2 trilioni di dollari, senza contare le perdite legate alla diminuzione della produttività e all’impatto dello stigma sociale.

«Di fronte a questo scenario – osserva a sua volta Paganini, autore di “iFood: come sottrarsi all’ideologia alimentare?” – è evidente che le politiche sanitarie pubbliche adottate finora non stiano producendo gli effetti sperati. Mi riferisco in particolare all’introduzione di etichette nutrizionali semplificate, come il Nutriscore, quanto anche politiche fiscali sui cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi saturi. Sono misure che finiscono per limitare la libertà di scelta e minacciare la diversità alimentare, oltre a demonizzare singoli nutrienti senza affrontare le radici complesse dell’obesità».

L’Alleanza osserva che l’obesità è un problema multifattoriale che risente di una varietà di fattori, tra cui genetica, metabolismo, stile di vita e stato psicologico. Questa complessità sottolinea che non esiste una soluzione unica per tutti, ma piuttosto la necessità di un approccio integrato che comprenda un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita attivo, sostenuti da una solida educazione alimentare che favorisca il senso critico e la consapevolezza.

Per Paganini è urgente «promuovere una cultura della salute che valorizzi l’equilibrio, piuttosto che imporre restrizioni, può offrire una via d’uscita da questa crisi. Educare le persone sull’importanza di uno stile di vita bilanciato richiede tempo e impegno, ma è fondamentale per garantire che le future generazioni siano meglio equipaggiate per affrontare le sfide legate all’obesità. La nostra missione è sostenere politiche e iniziative che rafforzino l’educazione alimentare, promuovendo al contempo un accesso più ampio a cibi nutrienti e opzioni di vita attiva per tutti.

In questa prospettiva multidisciplinare è nata appunto l’Alleanza contro l’obesità, lanciata da oltre 30 scienziati di discipline differenti tra loro e appartenenti agli atenei di tutta Europa. L’obiettivo di questa nuova community scientifica è invitare le istituzioni a considerare l’obesità un problema multifattoriale. L’Alleanza vuole raccogliere il maggior numero possibile di accademici, ricercatori e pensatori di discipline molto diverse, ma tutti attivi nell’affrontare il problema della malnutrizione da eccesso.

«Essere obesi – aggiunge Carruba – non deve essere considerato un fallimento nel controllo dell’assunzione di cibo, bensì una malattia causata dal disfunzionamento del sistema omeostatico che regola il metabolismo energetico e l’assunzione di cibo. La scienza conferma che l’obesità è una condizione curabile e prevenibile. Poiché è influenzata da una complessa interazione di fattori ambientali, psicologici e genetici, richiede un approccio interdisciplinare integrato, che può includere sostegno psicologico, trattamenti farmacologici o, in situazioni estreme, l’intervento chirurgico. A oggi, tuttavia, non disponiamo di un numero sufficiente di professionisti medici in grado di affrontare efficacemente il problema dell’obesità. È pertanto necessario creare una nuova categoria medica specializzata nella gestione di questa condizione. L’obesità sta aumentando a un ritmo così rapido che, anche se iniziassimo a intervenire oggi, ci vorrebbero almeno 10 anni per avere a disposizione un numero adeguato di medici esperti. Se non interveniamo immediatamente per prevenirla, il sistema sanitario nazionale rischia di diventare economicamente insostenibile. In conclusione, è fondamentale riconoscere l’obesità come una malattia e includerla nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea)».

 




Pasqua, dall’azienda Witor’s due uova speciali: ‘Trolls 3’ e ‘Curioso come George’

La festa di Pasqua si sta avvicinando e il dolce più atteso dai bambini di tutta Italia è sicuramente l’uovo di cioccolato. La dolcezza del cioccolato Witor’s, azienda italiana celebre per i suoi 60 anni di eccellenza nel settore del cioccolato e per la creazione di prodotti innovativi, ha unito la gioia dei Trolls e la curiosità della scimmietta George in due uova di Pasqua uniche nel loro genere.

Trolls 3 – Una nuova avventura piena di colori e di gusti!

Preparatevi a immergervi in un mondo di allegria e musica con l’uovo di Pasqua ispirato al film d’animazione “Trolls 3”.  Il mondo magico dei Trolls è un luogo ricco di musica e colori ma che, come cita il nome del terzo capitolo della popolare serie cinematografica animata “Trolls 3 – tutti insieme”, parla anche dell’importanza dell’amicizia, della famiglia e dell’amore: un mix perfetto per un giorno importante come quello di Pasqua.

Curioso come George – Un’avventura tutta da gustare!

Ma non è finita qui! Witor’s ha creato un’edizione speciale per tutti i bimbi curiosi: l’uovo di Pasqua ispirato al famoso cartone animato “Curioso come George”. Questo delizioso uovo di Pasqua è un tributo all’amicizia, alla curiosità e all’avventura, valori fondamentali che il cartone animato trasmette ai suoi piccoli spettatori.

Con una simpatica sorpresa al loro interno, le due divertenti uova renderanno la Pasqua ancora più speciale e memorabile per i bambini di tutte le età. Entrambe le uova sono realizzate con 150 grammi di finissimo cioccolato al latte, per la gioia di grandi e piccini.

 




Uci, Serpillo: Collaborazione per un’Alimentazione Sostenibile e Accessibile per Tutti

In un contesto in cui otto italiani su dieci mostrano un crescente interesse verso gli investimenti sostenibili, con il 65% di essi pronto ad investire con criteri ESG sull’agroalimentare, emerge chiaramente la volontà della popolazione italiana di contribuire attivamente ad un futuro più sostenibile. Questi dati emergono dall’indagine condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Bva Doxa, coinvolgendo 1.400 risparmiatori che hanno investito nell’ultimo anno almeno 1.000 euro.

“La consapevolezza dei consumatori italiani riguardo agli investimenti sostenibili è un segnale positivo che mostra una crescente attenzione nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità nel settore agroalimentare”, afferma Mario Serpillo, Presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (UCI). “Questo trend evidenzia la volontà del popolo italiano di partecipare attivamente alla costruzione di un futuro migliore, supportando pratiche agricole e alimentari più sostenibili e responsabili”.

Secondo l’indagine, il settore vinicolo è indicato dal 43% dei risparmiatori come il più attrattivo nel settore agroalimentare, seguito dall’ortofrutticolo (33%) e dal latteo-caseario (33%). Questo evidenzia non solo una preferenza verso prodotti tradizionali italiani, ma anche un interesse crescente verso settori che dimostrano un impegno verso la sostenibilità e la qualità.

Serpillo continua, “La transizione ecologica nel settore agroalimentare non solo permette di garantire la produttività dei terreni a lungo termine, ma anche di migliorare le condizioni di lavoro e di produrre cibi più sani. È un’opportunità preziosa che dobbiamo coltivare per costruire un futuro alimentare sostenibile e resiliente”.

Tra le principali preoccupazioni dei risparmiatori italiani vi sono l’inflazione e il caro vita (50%), la crisi energetica e i costi dell’energia (34%), il cambiamento climatico (27%) e la disoccupazione (23%).

“Il dato relativo alla volontà di limitare gli sprechi alimentari, coinvolgendo il 93% degli intervistati, è un segnale positivo che mostra una crescente consapevolezza verso il tema della sostenibilità anche nel quotidiano”, aggiunge Serpillo. “Inoltre, l’acquisto di prodotti locali, biologici e provenienti da una filiera etica dimostra un impegno e un supporto concreto per la sostenibilità ambientale e sociale”.

Tuttavia, secondo l’indagine, le buone pratiche sostenibili si scontrano ancora con prezzi troppo elevati (72%), la mancanza di informazioni sulla sostenibilità dei prodotti (32%) e la diffidenza verso i marchi (27%).

Scegliere l’agricoltura e l’alimentazione sostenibile richiede uno sforzo condiviso”, conclude Serpillo. “Collaboriamo per promuovere pratiche agricole e alimentari che tutelino l’ambiente, i lavoratori e la salute dei consumatori, cercando di rendere la qualità meno esclusiva. Solo attraverso questa sinergia possiamo assicurare un futuro alimentare sostenibile per tutti”.




Food, Consorzio Pecorino Romano al Fancy Winter di Las Vegas: Pizza Cacio&Pepe conquista americani

Nasce a Las Vegas la Pizza Cacio&Pepe ed è subito boom fra gli americani che, al Fancy Food Winter di Las Vegas, hanno dimostrato tutta la loro passione per due prodotti che da sempre amano: la pizza e il nostro Pecorino romano. La novità, voluta dal Consorzio di tutela che da Macomer, nel cuore della Sardegna, continua ad aprire la strada a nuove idee e sperimentazioni, è stata infatti l’inserimento, all’interno dello stand, di un angolo per la preparazione di pizze offerte in due semplici ricette, “Pizza Cacio & Pepe” e “Pizza Pomodoro & Pecorino Romano”. L’idea nasce dal fatto che la pizza è e rimane uno dei prodotti più consumati negli Stati Uniti, con un decisivo richiamo alla tradizione della cucina italiana. Idea che trova riferimento anche nello slogan del progetto “Enjoy it’s from Europe” – “Pecorino Romano ON TOP to finish the dish”.

Negli Stati Uniti viene esportato circa il 40% del Pecorino Romano prodotto (33mila tonnellate nell’ultima campagna). La Sardegna è la zona prevalente di produzione del Pecorino Romano, con un fatturato annuo di 600 milioni (le altre zone di produzione sono Lazio e provincia di Grossetto).

Gli americani amano la pizza: il 98% la consuma ogni settimana e il 74% afferma che la mangerebbe tutti i giorni. Questa passione si riflette nei dati di vendita, che confermano un aumento del 10.7% rispetto all’anno scorso. E gli americani amano moltissimo anche il Pecorino Romano: il connubio non poteva che essere vincente. “Questa iniziativa ha trovato molto riscontro da parte dei visitatori che hanno potuto apprezzare il valore del nostro formaggio, amatissimo dagli americani, nella semplicità delle ricette proposte. Per noi si è trattato certamente di un test, mai prima d’ora era stata proposta la pizza come offerta di assaggio: un test che è andato benissimo e che sicuramente riproporremo alle prossime manifestazioni in programma a New York”, dice il presidente del Consorzio Pecorino Romano, Gianni Maoddi.

Lo stand del Consorzio, inserito all’interno del tradizionale “Italian Pavilion” – 74 aziende e 87 stand concentrati in un’area arredata con immagini del BelPaese e un richiamo alla produzione alimentare tradizionale – è stato uno dei più visitati, e l’angolo pizza con la proposta del Pecorino Romano in una veste completamente nuova ha attirato tantissimi curiosi. Un’area organizzata dall’Istituto del Commercio estero ha proposto “l’aperitivo italiano” dedicato ai visitatori con degustazioni di salumi, formaggi, caffè, vini e liquori. In questo contesto, proprio a lato di questa area dell’ICE, è stato posizionato lo stand del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano DOP, posizione ottimale per il flusso dei visitatori. Quest’anno è stato deciso di proporre un format diverso rispetto ai precedenti, utilizzando tre moduli invece di due, per una superficie totale di circa 27 metri quadrati.

L’andamento degli scambi Usa-Italia registra +5,3 per cento. L’Italia è salita al 12° posto tra i partner commerciali degli americani ed è passata dal 5° al 4° posto tra i partner europei. Nel periodo gennaio-settembre 2023 le esportazioni sono aumentate del 7 per cento, più della media europea (+6,8%).  L’Italia, nel frattempo, si è assestata all’11° posto tra i principali Paesi fornitori degli Stati Uniti, con una quota di mercato pari al 2,4%. Il Pecorino Romano viene esportato dalla Sardegna e dalle altre due zone di produzione, Lazio e provincia di Grosseto, per oltre il 50% della sua produzione.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati del Fancy di Las Vegas e di come gli americani che sono venuti a trovarci nel nostro padiglione hanno accolto la proposta pizza. La sfida in cui il Consorzio è quotidianamente impegnato è quella di valorizzare il Pecorino Romano proponendolo con formule innovative ma nel pieno rispetto della tradizione. La novità pizza è piaciuta moltissimo, ha conquistato gli americani e ha aperto una strada che sicuramente vale la pena di continuare a esplorare e percorrere”, dichiara il direttore del Consorzio, Riccardo Pastore.

La manifestazione è stata anche occasione di incontri con un pezzo di storia del Consorzio di Tutela che ha sede a Macomer: ha fatto visita allo stand anche Angelo Ronconi, secondo presidente del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano.




Taste 2024: il Parmigiano Reggiano a Firenze, focus sulle lunghe stagionature per il 90esimo del Consorzio

Parmigiano Reggiano torna sul palco di TASTE, l’appuntamento di Pitti Immagine a Firenze divenuto un punto di riferimento per le eccellenze enogastronomiche italiane: un appuntamento fisso per la Dop che, presso lo Stand C/4, metterà in mostra la naturalità, la biodiversità e l’estrema versatilità che lo hanno reso un simbolo del Made in Italy in tutto il mondo. La XVII edizione, dal titolo Colors are served!, si svolge da sabato 3 a lunedì 5 febbraio nella splendida scenografia della Fortezza da Basso ed è l’occasione per tornare a parlare di lunghe stagionature, in particolare del Parmigiano Reggiano 40 mesi: un prodotto dalle caratteristiche inconfondibili, friabile, estremamente solubile e dalla forte personalità, apprezzato e utilizzato dall’alta ristorazione in tutto il mondo come ingrediente per dare un tocco di umami ai piatti, cioè di quel gusto sapido e piacevole che solletica le papille gustative e rende l’esperienza sensoriale indimenticabile. Da Carlo Cracco a Massimo Bottura, sono tanti gli chef stellati che apprezzano la complessità e le caratteristiche organolettiche di questa stagionatura.

La manifestazione fiorentina è anche la cornice scelta per lanciare i festeggiamenti per il novantesimo compleanno del Consorzio, che si svolgeranno nell’arco di tutto il 2024 in concomitanza alle principali manifestazioni a cui parteciperà la Dop. L’ente di tutela che associa tutti i produttori di Parmigiano Reggiano viene infatti fondato il 27 luglio 1934, quando i caseifici sottoscrivono l’atto costitutivo del primo Consorzio Interprovinciale Grana Tipico. Fin dalla sua nascita, il Consorzio ha la funzione di tutelare, difendere e promuovere il prodotto, salvaguardandone la tipicità e pubblicizzandone la conoscenza nel mondo. Il termine “Parmigiano Reggiano”, presente fin da subito nel marchio ovale delle forme, viene poi ufficializzato nel 1938. In questi primi anni, al Consorzio aderiscono oltre 2.000 caseifici che producono più di 37.000 tonnellate di Parmigiano Reggiano, lavorato con il latte di 430.000 bovine. Per dare un’idea del viaggio intrapreso da allora e del progresso delle tecnologie e delle tecniche di lavorazione, basti pensare che nel 2023 i 292 caseifici del Consorzio (situati nella zona di origine della Dop, che comprende le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova a destra del fiume Po e Bologna a sinistra del fiume Reno) hanno prodotto oltre 4 milioni di forme, pari a circa 160.000 tonnellate, con il latte munto da 267.000 bovine. Meno caseifici e bovine, dunque, per una produzione che è più che quadruplicata.

Oltre a tutelare la produzione del Parmigiano Reggiano, altro obiettivo del Consorzio è la promozione e diffusione del prodotto nel mondo: prima testimonianza di questo sforzo è la partecipazione all’Esposizione universale di New York del 1939. Nei decenni successivi, la sua funzione è evoluta, arrivando a impiegare nuove risorse e competenze dedicate a mantenere remunerativa la produzione della Dop e ad aumentare la domanda nei mercati terzi. Il Parmigiano Reggiano è infatti un prodotto sempre più internazionale, con esportazioni progressivamente cresciute fino ad arrivare a rappresentare il 47% del mercato in oltre 50 paesi nel mondo. Un successo coronato ai World Cheese Awards 2023, in cui la Dop ha ottenuto un bottino di ben 150 medaglie, di cui 3 Super Gold e 31 ori, conquistando il titolo di formaggio più premiato per l’undicesima edizione consecutiva.

La lunga storia del Consorzio, quasi centenaria, è solo l’ultima tranche di quella di un prodotto millenario, le cui antiche e nobili origini risalgono addirittura al Medioevo. Il Parmigiano Reggiano è un formaggio unico e rivoluzionario, dalle radici antichissime ma dalle sfaccettature fortemente moderne, quali la naturalità (solo tre ingredienti – latte, sale e caglio, cura artigianale, assenza di additivi e conservanti, naturalmente privo di lattosio), la biodiversità delle sue diverse stagionature (da 12 a oltre 60 mesi) e dei prodotti certificati (dal prodotto di Montagna, al Kosher, l’Halal e il Biologico) e l’estrema versatilità, che gli consentono non solo di conferire carattere ai grandi piatti degli chef stellati, ma anche di abbinarsi con disinvoltura ai vini d’eccellenza, ai distillati, ai prodotti ittici e persino ai dessert.

“Il 27 luglio 1934 nasceva il Consorzio del Parmigiano Reggiano: stiamo per spegnere 90 candeline, ma ci sentiamo più energici e proiettati al futuro che mai”, ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. “Solo negli ultimi tre anni, dal 2020 a oggi, abbiamo affrontato enormi sfide, reagendo alla pandemia e alle incognite legate alle incertezze macroeconomiche causate dal conflitto in Ucraina, quali il caro energia, l’incremento del costo delle materie prime e un’inflazione crescente che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie. Al contempo, sono stati tre anni in cui il giro d’affari al consumo della Dop ha toccato i 2,9 miliardi di euro, ben 156.620 tonnellate, e la quota export è salita al 47%. Questi risultati sono merito sia del grande impegno che tutta la filiera sta portando avanti, sia della fedeltà che i consumatori continuano a dimostrare ai valori della nostra Dop: dalla lavorazione del tutto naturale alla cura artigianale, dal rispetto della tradizione al legame indissolubile con il territorio. Stiamo attraversando un momento di forte cambiamento, in cui si profilano con chiarezza le inevitabili rivoluzioni del futuro: il tema della sostenibilità; la gestione dei costi di produzione in uno scenario di incertezze mondiali; la tutela nella dimensione globale dei mercati e degli accordi di libero scambio; le nuove sensibilità dei consumatori. Questi aspetti, centrali per il futuro della Dop e delle imprese della filiera, si manifesteranno in ambiti che dovranno essere governati o presidiati dal Consorzio, fondato proprio sul principio della potenza dell’azione collettiva rispetto a quella dei singoli. Ai caseifici, agli allevatori, a tutte le persone che lavorano con passione nella nostra filiera va infine un grande ringraziamento, perché insieme stiamo resistendo ad anni difficili e insieme fronteggeremo le sfide che costellano il futuro del Parmigiano Reggiano”.




Unesco: Coldiretti, Mediterranea vince sfida mondiale diete 2024

La Mediterranea vince la sfida mondiale delle diete per il 2024 e spinge la candidatura a patrimonio Unesco della cucina italiana che si basa proprio sullo stile alimentare studiato per la prima volta dallo scienziato americano Ancel Keys. E’ quanto afferma la Coldiretti  sulla base del nuovo best diets ranking elaborato dai media statunitense U.S. News & World’s Report’s, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori.

La dieta mediterranea – sottolinea la Coldiretti – ha vinto la sfida tra 30 diverse alternative con un punteggio dell’85,1% seguita sul podio da quella dash contro l’ipertensione che si classifica seconda e la mind che previene e riduce il declino cognitivo. Al quarto posto la dieta Mayo un programma di 12 settimane che punta sulle proteine ed esclude i farinacei e quinta classificata la dieta flexariana, un modo flessibile di alimentarsi.

Un successo determinato anche dal fatto che è fra le più facili da seguire, adatta alle famiglie, semplice da organizzare con alimenti di base, incoraggia un consumo moderato di grassi sani, come l’olio d’oliva, e scoraggia i grassi malsani, come i grassi saturi, con meno del 30% circa delle calorie totali provenienti dai grassi ed è adatta a chi segue prescrizioni religiose halal o kosher. La dieta mediterranea – continua la Coldiretti – è anche salutare per il cuore ed è stata associata a una riduzione della pressione sanguigna, del colesterolo e del peso corporeo, nonché a migliori risultati di salute cardiovascolare e tassi inferiori di malattie cardiache e ictus. L’abbondanza di frutti di mare ricchi di nutrienti, noci, semi, olio extravergine, fagioli, verdure a foglia verde e cereali integrali nella dieta mediterranea vanta anche molti benefici per il cervello. Gli antociani in bacche, vino e cavolo rosso sono considerati particolarmente benefici per la salute.

Si tratta dunque – precisa la Coldiretti – di una risposta anche ai tentativi di mettere sotto accusa sue componenti base come il vino per promuovere una dieta alimentare unica fondata su cibi ultraprocessati od ottenuti addirittura in laboratorio.

L’apprezzamento mondiale per la dieta mediterranea fondata principalmente su pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari – continua la Coldiretti – si deve agli studi dello scienziato americano Ancel Keys che per primo ne ha evidenziato gli effetti benefici dopo aver vissuto per oltre 40 anni ad Acciaroli in provincia di Salerno.

Si tratta di un tesoro del Made in Italy che ha consentito all’Italia livelli di longevità fra più alti al mondo, ma è oggi a rischio – denuncia Coldiretti – a causa degli effetti del cambiamento climatico. Il moltiplicarsi di eventi estremi lungo la Penisola hanno provocato nel corso del 2023 oltre 6 miliardi di danni all’agricoltura nazionale con il crollo dei raccolti nazionali che mette a rischio gli alimenti base della dieta mediterranea, secondo Coldiretti. Il risultato sono riduzioni che vanno dal 20% per il vino al 30% per le pesche e nettarine e del 63% per le pere ma ad essere praticamente dimezzato – conclude Coldiretti – è anche il raccolto di miele con le api che sono vere e proprie sentinelle dello stato di salute dell’ambiente, mentre cala anche la produzione di pomodoro.

LA CLASSIFICA DELLE DIETE NEL MONDO NEL 2024

 

1)    Mediterranea

2)    Dash contro l’ipertensione

3)    Mind che previene e riduce il declino cognitivo

4)    Mayo, un programma di 12 settimane che punta sulle proteine ed esclude i farinacei

5)    Flexariana, un modo flessibile di alimentarsi

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su U.S. News & World’s Report’s 2024




Salute: Coldiretti/Ixè, 1 su 3 a dieta, feste “costano” +2 kg di peso

Si è concluso il tour de force enogastronomico delle feste che ha portato aumenti di peso fino a 2 chili per effetto del consumo di circa 15mila-20mila chilocalorie. E’ quanto stima la Coldiretti nel trarre il primo bilancio delle feste di Natale e Capodanno a tavola. A partire dalla vigilia dalle tavole degli italiani sono spariti circa 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 95 milioni di bottiglie di spumante, 4 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci per un valore complessivo superiore ai 5,5 miliardi di euro, solamente tra il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno.

L’effetto del maggior consumo di cibi calorici abbinato a bevande alcoliche è aggravato dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – l’abbuffata per le festività è stata anche accompagnata spesso dalla sospensione delle attività sportive e da una maggiore sedentarietà con le lunghe soste a tavola con parenti e amici che hanno ridotto il movimento fisico e favorito l’accumulo di peso.

Con l’inizio del nuovo anno la perdita di peso diventa dunque un obiettivo prioritario per oltre un italiano su tre (36%) che secondo Coldiretti/Ixe’ si metterà a dieta per recuperare la forma. Per aiutare le buone intenzioni la Coldiretti ha stilato una lista dei prodotti le cui proprietà terapeutiche e nutrizionali sono utili per disintossicare l’organismo e per accompagnare il rientro in salute alla normalità dopo gli stress dei viaggi e dei banchetti natalizi.

In questa stagione – continua la Coldiretti – tra la frutta da non dimenticare ci sono arance, mele, pere e kiwi mentre per quanto riguarda le verdure quelle particolarmente indicate sono spinaci, cicoria, radicchio, zucche e zucchine, insalata, finocchi e carote. Tutte le insalate e le verdure vanno condite – sottolinea la Coldiretti – con olio d’oliva, ricco di tocoferolo, un antiossidante che combatte l’invecchiamento dell’organismo e favorisce l’eliminazione delle scorie metaboliche, e abbondante succo di limone che purifica l’organismo dalle tossine, fluidifica e pulisce il sangue, è un ottimo astringente e cura l’iperacidità gastrica.

Le arance – informa la Coldiretti – sono una notevole fonte di vitamina C che migliora il sistema immunitario e aiuta a fronteggiare l’influenza, favorisce la circolazione, ossigena i tessuti e combatte i radicali liberi. Le mele per il loro modesto apporto calorico e per la prevalenza del potassio sul sodio sono capaci di svolgere un’azione antidiarroica e di regolare la colesterolemia. Ancora, le pere che oltre ad avere un buon potere saziante, contenendo zuccheri semplici come il fruttosio, fibra, molta acqua e poche calorie, sono adatte per chi soffre di intestino pigro.

I kiwi ricchi di vitamina C, fosforo e potassio sono particolarmente indicati per migliorare il funzionamento dell’intestino, i semini neri in esso contenuti, infatti, ne stimolano le contrazioni. Tutta la verdura a foglie verde scuro come spinaci e cicoria – continua la Coldiretti – contiene acido folico, gruppo vitamine B, essenziale nella formazione dei globuli rossi del sangue per la sua azione sul midollo osseo. Ancora, l’insalata conferisce volume e potere saziante con un apporto calorico estremamente limitato ed assicura anche un certo contributo di vitamine, calcio, fosforo e potassio.

Le carote sono ricche di vitamina A, indispensabile per la salute degli occhi e della pelle, i finocchi, risultano ottimi per combattere la nausea, la digestione difficile e la stitichezza. Nella dieta non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli e lenticchie) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali ma – conclude la Coldiretti – sono anche una notevole fonte di carboidrati a lento assorbimento, che forniscono energia che aiuta a combattere il freddo e il gelo in arrivo.

 




Uci, Serpillo: Salute, benessere e sostenibilità ambientale influenzano sempre più le preferenze dei consumatori

Il Presidente dell’UCI, Mario Serpillo, ha dichiarato Negli ultimi anni è aumentata la richiesta da parte dei consumatori di cibi biologici e da parte dellindustria agroalimentare c’è una sempre maggiore attenzione allutilizzo di nuove tecnologie per tracciare e certificare la qualità della filiera agro-alimentare biologica. Chiarezza e trasparenza nelletichettatura sono fondamentali per informare quei consumatori incerti che ancora nutrono una certa diffidenza rispetto allautenticità del prodotto biologico.

Secondo recenti studi, promossi dallUniversità Cattolica di Cremona, negli ultimi mesi il 40% degli italiani ha consumato prodotti biologici almeno tre o quattro volte a settimana. I giovani (62%) e le persone del Sud e delle Isole (48%) sono i principali consumatori. Le uova fresche (69%), gli ortaggi (66%) e la frutta (62%) sono i prodotti biologici più popolari, scelti per le loro caratteristiche di salubrità e di rispetto dellambiente. Malgrado lattenzione rivolta alle certificazioni biologiche, il 48% dei consumatori mostra poca fiducia negli enti e nell’industria italiana che le promuove.

“Una completa tracciabilità alimentare è essenziale per garantire sicurezza e qualità. Oggi le tecnologie più avanzate applicate al cibo (tecnologie omiche), sono in grado di fornire un quadro informativo completo sui prodotti. Tuttavia – sottolinea il Presidente Mario Serpillo – il 79% degli Italiani non ne ha mai sentito parlare.

Mentre una parte dei consumatori mostra interesse (54%) ed una percezione positiva (58%) verso queste tecnologie, emerge l’incertezza sulla loro necessità per la certificazione biologica (43%). Nonostante ciò, il campione è disposto a pagare il 9% in più per ortaggi certificati con tecnologie omiche.

“Le certificazioni attuali possono essere suscettibili di frodi. Auspichiamo, dunque, l’adozione delle tecnologie omiche per verifiche a campione nei prossimi anni – conclude il Presidente dellUnione Coltivatori Italiani ponendo in luce lobbiettivo di consolidare la fiducia dei consumatori verso i prodotti biologici, il cui costo deve essere chiaramente giustificato e corrispondere effettivamente ad una maggior qualità, salubrità e sostenibilità.




Ivsi, Natale 2023: i consigli per godersi la tavola “in leggerezza” e affrontare le Feste

Il Natale, si sa, è quel periodo dell’anno in cui le ricette della tradizione tornano protagoniste indiscusse della tavola. Ma per alcuni questo vuole anche dire pranzi e cene interminabili fra mille irrinunciabili tentazioni culinarie che rischiano di ‘appesantirci’.

Cosa si può fare quindi per dire di sì ai tanto amati piatti della tradizione senza limiti ?

Ecco tre consigli di Elisabetta Bernardi, biologa e nutrizionista.

  • Esercizio fisico: approfittare delle giornate fredde per fare delle lunghe passeggiate a passo svelto. In questo modo, complici le basse temperature, la camminata richiederà una maggiore quantità di energia, generando così un “credito” energetico da spendere durante i pasti natalizi.
  • Assunzione di proteine e fibre: sono due componenti fondamentali nella dieta in grado di contribuire brillantemente al controllo del peso corporeo sia direttamente che indirettamente. Leproteine richiedono più tempo ed energia per essere digerite rispetto ai carboidrati o ai grassi, contribuendo quindi ad aumentare la sensazione di sazietà e a ridurre l’appetito. Questo può aiutare a controllare l’assunzione di cibo e a limitare il consumo eccessivo di calorie. Il processo di digestione delle proteine, poi, richiede una maggiore quantità di energia rispetto ad altri nutrienti, il che significa che il corpo “brucia” più calorie durante la digestione delle proteine stesse. Questo effetto termogenico può partecipare al bilancio energetico complessivo. Inoltre, un adeguato apporto proteico è essenziale per il mantenimento della massa muscolare.

Le fibre appartengono alla categoria dei carboidrati non digeribili, presenti  principalmente in frutta, ortaggi, cereali integrali, legumi e frutta a guscio. Anche la fibra come la proteina può aumentare il senso di sazietà. Le fibre promuovono anche la regolarità intestinale e migliorano la salute digestiva oltre a rallentare l’assorbimento di zuccheri nel sangue, aiutando a mantenere stabili i livelli di glucosio e insulinici nel corpo. Ciò può contribuire a ridurre gli improvvisi picchi di fame

  • Abbinamenti scientifici: integrare una quantità adeguata di proteine – derivate per esempio dai salumi – e di fibra assunta grazie alla frutta può aiutare quindi a mantenere la sazietà e a ridurre il consumo di alimenti ad alto contenuto calorico. L’abbinamento di salumi e frutta, come la bresaola con le arance può offrire altre sinergie nutrizionali interessanti. Ad esempio, la vitamina C presente nella frutta può migliorare l’assorbimento del ferro presente nei salumi, poiché la vitamina C aiuta a convertire il ferro non eme in una forma più facilmente assorbibile dall’organismo. Oppure salame e kiwi dove le fibre presenti nella frutta possono aiutare a limitare l’assorbimento dei grassi derivati dai salumi, contribuendo alla regolarità intestinale.

Salumi e frutta si confermano quindi anche secondo gli esperti, un ottimo abbinamento nutrizionale. Questi due alimenti sono anche i protagonisti del progetto “LET’S EAT – European Authentic Taste” promosso da IVSI – Istituto Valorizzazione Salumi Italiani e daASIAC – l’Associazione formata dalle otto più grandi organizzazioni di produttori di frutta greca. Un progetto arrivato alla terza annualità che si rivolge ai consumatori, ai media e agli operatori, per promuovere un cambiamento culturale nei confronti dei salumi e aumentare il consumo di frutta e verdura nel contesto di abitudini alimentari corrette ed equilibrate, una priorità per l’Unione Europea.




Certified Origins punta sui giovani con il progetto “Peter DAN”

Certified Origins, in collaborazione con Smily Academy e Food For Mind, annuncia il lancio del progetto “Peter DAN”, una nuova iniziativa per combattere i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (DAN). Il progetto nasce dalla consapevolezza che, in Italia, questa patologia è in crescita: si stima, infatti, che siano oltre 3 milioni le persone interessate*.

Il progetto mira a reintrodurre l’olio extra vergine di oliva, spesso evitato dai pazienti con disturbi alimentari, come elemento positivo nel percorso di guarigione. Attraverso attività educative e terapeutiche, come la conoscenza della filiera produttiva e degustazioni guidate, “Peter DAN” cerca quindi di cambiare la percezione del cibo e di incoraggiare pratiche alimentari sane.

L’iniziativa è stata concepita da Smily Academy, acceleratore internazionale che in Italia si occupa di cibo, clima e salute, insieme agli specialisti del settore di Food For Mind, la più grande rete di ambulatori in Italia che si occupa di tematiche DAN. Certified Origins, leader internazionale nella produzione e distribuzione di olio di qualità, collaborando con lo storico Frantoio Cooperativo Toscano OLMA, ha donato oltre 1000 bottiglie di olio extra vergine di oliva Bellucci (etichetta carbon-neutral) a venti ambulatori specializzati nel trattamento dei DAN localizzati nel paese.

“Peter DAN” ha visto il contributo attivo delle nuove generazioni: alcuni giovani pazienti hanno sollevato il bisogno di trovare un percorso terapeutico che li veda protagonisti attivi, e alcuni studenti hanno ideato la base del percorso da cui poi è scaturito il progetto. “Peter DAN” pone quindi al centro i ragazzi, evidenziando il loro ruolo cruciale nella lotta contro i disturbi alimentari che sono in crescita proprio tra le giovani generazioni.

“Quando mi è stato proposto il progetto, a maggio scorso, ho immediatamente accolto e rilanciato un contenuto che positivamente nasce dal basso – commenta il Prof. Leonardo Mendolicchio, fondatore di Food For Mind e della prima Accademia Italiana sui DAN, che verrà presto inaugurata a Milano “e che merita e necessita di strutturarsi con la parte clinica, in una contaminazione tra linguaggi multidimensionali e multidisciplinari, indispensabile per affrontare la grande complessità dei DAN, dai quali sì, si può guarire.”

“Dopo India, Ghana e Brasile, siamo arrivati in Europa proprio con Peter DAN, che interseca una mentalità sostenibile, il sostegno per i giovani e i temi più importanti per noi in Italia: cibo, clima e salute. Ne siamo particolarmente felici perché Smily è acronimo di Sustainable Mindset and Inner Level for Youth e nulla è più in linea con questo di Peter DAN” –dichiarano Claudia Laricchia e Matteo Salerno, fondatori di Smily Academy.

“Vista la natura di Certified Origins, scommettere su un progetto che ruota intorno all’idea dell’olio quale “fear food”, è stata una sfida – commenta Giovanni Quaratesi, Head of Corporate Global Affairs di Certified Origins Tuttavia sappiamo che per creare un vero cambiamento sociale bisogna uscire dalle logiche di marketing, metterci la faccia e avere il coraggio di fare la propria parte. In questo siamo stati ispirati proprio dai giovani studenti che hanno avuto l’idea del progetto. Peter DAN, tra l’altro, è perfettamente in linea con il nostro obiettivo: contribuire alla gioia e la salute delle persone attraverso il buon cibo con ingredienti genuini”

*fonte dati: Ministero della Salute

Certified Origins

Fondata a Grosseto in Toscana da due cooperative oleare storiche del territorio e da una società specializzata in internazionalizzazione, Certified Origins è oggi una delle realtà leader a livello mondiale nella produzione e distribuzione di olio d’oliva extravergine certificato (IGP e DOP), oli mono-origine e blend. L’azienda collabora con cooperative europee e una rete di partner qualificati nella selezione dei migliori olii Extra Vergine di Oliva e opera prevalentemente come partner di riferimento per operatori della grande distribuzione e per prodotti a marchio terzi (white label). Nel 2013 ha lanciato il brand Bellucci, dedicato al mercato estero e dal 2022 riconosciuto come il primo olio italiano EVO 100% certificato carbon neutral, completamente tracciato grazie alla tecnologia blockchain. La missione di Certified Origins è incentrata sulla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari italiane e del mediterraneo e sul contributo al benessere delle persone attraverso alimenti genuini, sani e sostenibili. Attraverso tecnologie avanzate, scienza e ricerca, Certified Origins garantisce la piena autenticità, tracciabilità e qualità dei propri prodotti. Grazie a una rete distributiva capillare, solide relazioni con i migliori frantoi e cooperative d’Europa, impianti di imbottigliamento di proprietà in Italia e Stati Uniti e sedi in Italia a Grosseto, Spagna, Stati Uniti, Messico, Cina e Inghilterra, si posiziona tra i leader del settore olivicolo-oleario a livello globale.




Carne e Salute – Nella carne rossa un nutriente che aiuta a combattere i tumori

Si sapeva già da tempo, ma adesso se ne ha la conferma: nella carne rossa, bovina e ovina (e nei latticini) è contenuto un nutriente, l’acido trans vaccenico (TVA), che migliora la risposta immunitaria al cancro. L’evidenza arriva da uno studio dell’Università di Chicago recentemente pubblicato su Naturecon l’obiettivo di valutare l’effetto dei nutrienti circolanti nel sangue sulla fisiologia del nostro organismo. I nutrienti derivanti da ciò che mangiamo, infatti, forniscono i mattoni biosintetici e le molecole regolatorie alla base dei diversi processi fisiologici, ed è uno dei grandi obiettivi della scienza, spiegare i meccanismi con cui questi influenzano la nostra salute.

 

“Ci sono molti studi che cercano di decifrare il legame tra dieta e salute umana – dichiara Elisabetta Bernardi, specialista in Scienza dell’Alimentazione, biologa e nutrizionista – ma è molto difficile capirne i meccanismi, a causa della grande varietà di alimenti che le persone mangiano, la complessità del metabolismo e l’influenza degli stili di vita. Ma se ci concentriamo solo sui nutrienti e sui metaboliti derivati dal cibo, possiamo vedere come influenzano i processi fisiologici e patologici. Questo nuovo approccio di studio permetterà di fare enormi passi avanti nella ricerca per capire come i singoli nutrienti derivanti dalla dieta impattino sulla nostra risposta immunitaria, sulle difese quindi del nostro organismo e su altri processi biologici, come l’invecchiamento”.

 

Lo studio: l’acido trans-vaccenico contenuto nella carne rossa risulta il composto naturale più potente per coadiuvare una risposta antitumorale

I ricercatori statunitensi hanno iniziato con un database di circa 700 metaboliti conosciuti che provengono dal cibo e hanno assemblato una raccolta di “nutrienti circolanti nel sangue”, composta da 235 molecole bioattive, native di cibi vegetali e animali. Hanno, quindi, esaminato i composti di questa nuova raccolta, selezionando quelli candidati ad avere la maggiore azione coadiuvante delle terapie antitumorali, e ne hanno evidenziati 6. Tra questi, l’acido trans-vaccenico (TVA) alimentare, che si trova specialmente nella carne rossa bovina, nella carne di agnello e nei prodotti lattiero-caseari come il latte e il burro, ha vinto questa “competizione”, risultando il composto naturale più potente ed efficace a promuovere direttamente la funzione delle cellule T CD8+ e l’immunità antitumorale in vivo. Le cellule immunitarie T CD8+ sono dette anche cellule T killer, perché svolgono un’importante attività citotossica, cioè sono in grado di uccidere direttamente le cellule infette da virus e le cellule tumorali. La loro funzione è, quindi, fondamentale per proteggerci dal cancro e dallo sviluppo delle malattie e il TVA è in grado di potenziarne enormemente l’attività.

 

Il TVA della carne rossa e dei latticini aumenta l’efficacia dei trattamenti clinici contro il cancro

Il TVA è la forma predominante degli acidi grassi trans che il nostro corpo non riesce a produrre da solo, ma deve necessariamente essere fornito con l’alimentazioneL’80% del TVA alimentare resta in circolo nel sangue, il restante 20% viene convertito in altri sottoprodotti, come l’acido rumenico, che è uno dei Coniugati dell’Acido Linoleico (CLA), già conosciuto per le sue innumerevoli proprietà benefiche e per la sua efficacia contro il cancro.

Questi acidi grassi a catena lunga derivano dai processi di deidrogenazione ruminale dei grassi insaturi, ragion per cui si trovano principalmente negli alimenti derivanti dai ruminanti, suggerendo un loro ruolo effettivo nel migliorare la capacità delle cellule immunitarie di combattere i tumori. In particolare, il TVA della carne bovina e ovina e dei latticini rafforza le cellule T CD8+ nell’infiltrarsi nei tumori e ucciderne le cellule maligne, costituendo un valido strumento per aumentare l’efficacia dei trattamenti clinici contro il cancro.

 

Altri risultati: maggiore efficacia su melanoma e cancro del colon

I ricercatori hanno, poi, condotto una serie di esperimenti con diversi tipi di tumore e hanno visto che i topi nutriti con una dieta arricchita di TVA hanno ridotto significativamente il potenziale di crescita tumorale del melanoma e delle cellule del cancro del colon rispetto ai topi alimentati con una dieta di controllo. Inoltre, hanno analizzato i campioni di sangue prelevati da soggetti sottoposti a trattamento di immunoterapia cellulare per il linfoma e hanno confermato che coloro che presentavano livelli più elevati di TVA tendevano a rispondere meglio al trattamento di quelli con livelli più bassi. Hanno anche testato le linee cellulari della leucemia e anche qui hanno registrato gli stessi risultati, osservando che il TVA ha migliorato la capacità dell’immunoterapia di uccidere le cellule malate. “I risultati di questo studio – conclude Elisabetta Bernardi – ribadiscono l’importanza di una dieta completa di tutti gli alimenti,perché ciò che mangiamo ha un effetto sulla nostra salute e sarebbe un peccato privarsi, per convinzioni errate, di cibi che, più si va avanti nella ricerca scientifica e più ci stupiscono per le loro sorprendenti proprietà. E chissà quanto altro ancora c’è da scoprire”