BENI CONFISCATI, ASES CIA: CON AGRICOLTURA SOCIALE DIGNITÀ E LAVORO

L’incontro

 (da cui ora il bene confiscato prende il nome), che aveva rifiutato di cedere al ricatto mafioso, ma riuscì a sussurrare i nomi dei suoi killer prima di morire. 

 e allo stesso tempo etica, che mette al centro persone provenienti da situazioni svantaggiate o affette da disagio psichico, grazie al “budget di salute”, progetto nato dalla legge 180 di Franco Basaglia, che prevede la fuoriuscita dal percorso assistenzialistico del Sistema Sanitario Nazionale di questi soggetti, con l’inserimento nel mondo del lavoro. La Regione Campania, fra le prime in Italia, ha legiferato per attuare il progetto del grande psichiatra, con la creazione di un welfareterritoriale innovativo, attraverso il riutilizzo di beni sequestrati alla malavitaorganizzata e la riconversione verso un’economia sana, favorendo al contempo il risparmio di denaro pubblico. 

 fattoria didattica, all’agricoltura sociale, al turismo responsabile fino alla trasformazione finale dei prodotti della terra (sott’oli, sottaceti e conserve di qualità), che arricchiscono ogni anno l’iniziativa “Facciamo un pacco alla camorra”, un cesto natalizio venduto online con l’etichetta del Consorzio di cooperative sociali casertano (NCO). 

 l’esempio di come si possa ripartire dall’agricoltura per proporre un modello di sviluppo alternativo alla logica del sopruso e del ricatto. In questo modo, si dimostra che ciò che la mafia ha sottratto può essere restituito alla società civile con i prodotti della terra, creando anche nuove opportunità di formazione e di sviluppo”.

 Forum dell’Agricoltura Sociale”, ha aggiunto il suo portavoce nazionale Giuliano Ciano.

 e il deperimento -ha concluso il presidente nazionale di Cia Dino Scanavino-. E’ necessario semplificare le complessità amministrative e burocratiche che rendono ancora troppo gravoso il riutilizzo di terreni confiscati. Non basta più che il bene sequestrato sia un simbolo, abbiamo bisogno di una buona politica che possa creare veri distretti di economia sociale, creando sinergie con il profit buono dei nostri territori come reale antidoto al sistema criminale”.