BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Martina: abbiamo lavorato tanto e con impegno. Rimangono sfide entusiasmanti ma siamo pronti

Italian Agriculture Minister Maurizio Martina in MadridIl 2015 è stato senza dubbio un anno decisivo per l’agroalimentare italiano. A dirlo ad AGRICOLAE è il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina nel trarre il bilancio dell’anno che si sta chiudendo e nel parlare delle aspettative relative all’anno che verrà. “Abbiamo vissuto una fase di rinnovato protagonismo innanzitutto per l’Esposizione universale che, con più di 21 milioni e mezzo di visitatori, ha segnato un momento straordinario per tutta l’Italia, grazie anche alla forza trainante della discussione globale che abbiamo portato avanti su come garantire cibo sano, sicuro e sufficiente a tutti, uno dei temi più cruciali del mondo, in cui la questione agricola e quella alimentare si sono rivelate in tutta la loro centralità”, spiega il ministro.

“Che il 2015 sia stato importante per il settore non ce lo dice però solo un’esperienza eccezionale come quella di Expo. Dobbiamo sottolineare infatti anche altri passaggi di questo percorso, che si aggiungono al lavoro che abbiamo impostato in questi ultimi due anni per ridare a tutto il comparto una strategia di insieme. La prima applicazione della Pac è stata gestita, nonostante i pesanti problemi di burocrazia e gestione amministrativa ereditati. I piani nazionali ora possono entrare nella loro fase esecutiva, a partire da quello strategico sulle assicurazioni. La legge 91 ha segnato uno snodo assai rilevante per i settore lattiero, per le innovazioni apportate sul fronte del contratti (scritti e annuali) e per l’avvio di un giusto meccanismo di indicizzazione dei prezzi per meglio rispondente al mercato e alla tutela del reddito degli allevatori. Accanto al Piano Latte, ovviamente, va segnalato anche il Piano Olio che per la prima volta attiva importanti risorse nazionali accanto a quelle dei Psr regionali”.

Sul vino? “Sul fronte vitivinicolo credo che si siano compiuti passi utili, a partire dallo sblocco della delicata questione dei diritti d’impianto. La Legge di stabilità oggettivamente ha rappresentato il cuore della svolta a sostegno del settore rimettendo al centro delle scelte economiche e sociali del Paese proprio il settore primario”, prosegue ancora. “Mettiamo in campo interventi significativi, a partire dalle tanto attese cancellazioni dell’Irap e dell’Imu agricola, realizzando così un’inversione di rotta senza precedenti. A conti fatti, la pressione tributaria viene tagliata di oltre il 25%”.

“Nell’ambito della legge di stabilità vanno inoltre segnalate le scelte operate per innalzare la compensazione Iva sul latte e sulla carne a tutto vantaggio della nostra zootecnica, gli interventi per la pesca e il mondo saccarifero, gli oltre 20 milioni investiti dopo anni di blocco sulla ricerca agricola attraverso il Crea, il piano da 45 milioni per il rinnovo del parco macchine agricole per garantire più innovazione e più sicurezza, l’estensione del credito d’imposta per gli investimenti produttivi anche all’agricoltura e alla pesca nelle aree del mezzogiorno, l’estensione degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato anche per il settore primario ed i 140 milioni di euro in due anni per le assicurazioni contro le calamità”.

“Sul fronte delle semplificazioni rivendico con successo il piano di riorganizzazione delle strutture ministeriali: dopo la nascita del Crea (dalla fusione di Cra e Inea) abbiamo operato per il superamento di Agensud e per l’accorpamento di Ismea e Isa in una unica struttura più funzionale e robusta”, continua ancora Martina. “Su questo fronte ricordiamo anche dal primo gennaio 2016 l’avvio di uno strumento come il Registro unico dei controlli, l’attivazione del progetto Agricoltura 2.0 che è oggi a tutti gli effetti parte dell’agenda digitale italiana e l’impegno profuso per la riorganizzazione del Corpo forestale della Stato che vedrà il suo compimento proprio all’inizio dell’anno prossimo”. Ma non solo questo: “Il piano per l’internazionalizzazione agroalimentare che abbiamo fortemente voluto con il Mise si sta dispiegando con successo, a partire dagli Stati Uniti d’Amercia e il record di 36 miliardi di euro di Export che toccheremo quest’anno ci spinge a fare sempre meglio. Così come importante è la sperimentazione avviata con la grande distribuzione organizzata a livello nazionale attraverso la campagna di promozione a sostegno della riconoscibilità sullo scaffale delle nostre DOP e IGP”. Di grande rilievo, inoltre, “l’iniziativa condotta per la reintroduzione dell’indicazione dello stabilimento in etichetta. Sul fronte dell’occupazione e del lavoro i 16mila nuovi posti generati nei primi sei mesi del 2015 hanno dato il segno di una inversione di tendenza tutt’altro che scontata”. Ultimo punto “ma non certo meno importante – speiga ancora il ministro – è rappresentato dal nuovo impulso che abbiamo fortemente voluto dare proprio dal Ministero delle politiche agricole alla lotta per contrastare il caporalato e il lavoro nero: il disegno di legge presentato dal governo a novembre ora passa all’esame dal parlamento con la determinazione a fare presto e bene anche su questo fronte cruciale. Altri due temi di primo piano sono stati impostati e dovranno essere chiusi nei primi mesi del 2016 in parlamento: la legge per la tutela del suolo agricolo e quella contro gli sprechi alimentari”.

“Come spero si possa verificare anche da questo breve e non certo esaustivo resoconto dell’anno che si chiude, abbiamo lavorato tanto e con grande impegno. Rimangono da affrontare sfide difficili ed entusiasmanti per fare davvero dell’agroalimentare italiano uno dei principali volani di rilancio del nostro Paese. Io credo di poter dire che siamo sulla strada giusta. Buon anno a tutti”, conclude.