BILANCIO 2017, Martina: reddito, export e cambiamenti climatici, ma non solo. Piedi per terra e testa al mondo

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Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina scatta una fotografia su quanto fatto nell’ultimo anno e nel corso dell’intera legislatura

“Negli ultimi tre anni abbiamo lavorato con decisione per tutelare di più il reddito degli agricoltori. 3 miliardi di euro di tasse in meno per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali sono la concreta testimonianza del nostro impegno”. Così il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ad AGRICOLAE nel tirare le somme di quanto fatto nel 2017 e di tutta la legislatura durata cinque anni. “Con l’azzeramento di Imu, Irap e Irpef agricole – prosegue – abbiamo segnato un punto di svolta utile sul quale si dovrà proseguire ancora”. Ma non solo: “Il 2017 è stato anche l’anno di un cambio di passo sulla trasparenza in etichetta, con l’origine obbligatoria per latte e formaggi. Da febbraio  si potrà conoscere l’origine del grano nella pasta e del riso, mentre a giugno quella del pomodoro nei sughi e derivati. L’Italia fa da apripista a un lavoro che dovrà essere europeo, perché il diritto alla massima informazione dei consumatori è un pilastro sul quale costruire un’idea più forte di Europa”.

Martina ricorda che “è stato anche l’anno di prima applicazione della legge contro il caporalato, che ha dato risultati importanti sul fronte della repressione e sulla quale stiamo lavorando per aumentare la prevenzione”.

Tra i punti focali anche quello relativo all’export: “Chiudiamo l’anno con un nuovo record dell’export agroalimentare che supera quota 40 miliardi di euro. Non era mai successo”. Poi i giovani: “Sono nate 9mila imprese under 40 che hanno beneficiato dell’azzeramento per 3 anni dei contributi previdenziali, portando così a 70mila il totale delle aziende condotte da giovani. Un numero destinato a crescere”, prosegue.

“Ci sono stati anche passaggi difficili”, prosegue ancora il ministro. “Come la gestione del post terremoto nel centro Italia e una serie di eventi atmosferici calamitosi che vanno dalla neve in Puglia, alla protratta siccità estiva che ha colpito tutto il Paese”.

Altro tema che ha segnato il 2017 è stato quello dei cambiamenti climatici, con le gelate ad aprile e la siccità in autunno: “Credo che il tema dell’adattamento al cambiamento climatico in atto sia la sfida principale dei prossimi anni. Per questo abbiamo voluto mettere il tema al centro del G7 agricoltura ospitato a ottobre a Bergamo”.

Infine la legge di Bilancio: “Con la legge di bilancio, poi, abbiamo stanziato 500 milioni di euro per avviare il primo Piano nazionale invasi e acquedotti per dare una prima risposta e impostare un lavoro pluriennale non più legato alle emergenze. In queste settimane abbiamo anche proposto la riforma degli strumenti assicurativi, per dare più protezione agli agricoltori. Sul fronte della gestione del territorio il 2018 sarà l’anno del debutto dei distretti del cibo, uno strumento che potrà dare nuovo impulso ai nostri territori, soprattutto alle aree interne del Paese. Allo stesso tempo partiranno mense biologiche scolastiche certificate, novità che abbiamo fortemente voluto perché la mensa possa diventare un’aula importante per l’educazione alimentare. Le sfide aperte sono molte, ma l’agroalimentare italiano ha i fondamentali per vincerle stando uniti. Piedi per terra e testa al mondo”, conclude.