CAPORALATO, VENETO APRIPISTA CON INTESA ISTITUZIONI E SIGLE, PRIME “SENTINELLE” SUL TERRITORIO. PAN: MEGLIO PREVENIRE CHE CURARE

“Abbiamo 65 mila imprese agricole attive che generano sei miliardi di lordo vendibile con un indotto che, dalla chimica ai contoterzisti, rappresenta quasi un terzo della nostra economia. Ma con casi ancora sporadici di caporalato. Ma prevenire è meglio che curare. Per questo abbiamo alzato subito la guardia dopo alcuni casi scoperti in Veneto”. Così ad AGRICOLAE Giuseppe Pan, assessore all’Agricoltura della regione Veneto, in merito all’intesa proposta dalla regione a tutto il mondo aderente al sistema Primario il cui obiettivo è contrastare il fenomeno del caporalato in agricoltura. “Siamo contro la schiavitu e reputiamo di primaria importanza il diritto al lavoro e la dignita dei lavoratori”, prosegue. “E’ giusto che chi lavora in campagna abbia un contratto dignitoso. Motivo per cui abbiamo messo a punto un protocollo di intesa con le istituzioni, Inail, Inps e le sigle sindacali: creare subito una barriera e allontanare chi non rispetta le regole”.

Secondo l’assessore Pan, al di la delle leggi messe a punto in passato, “è più efficace un’iniziativa operativa che coinvolge direttamente i soci di tutte le sigle del mondo agricolo. Dato che le prime sentinelle sul territorio sono proprio loro”.

E’ chiaro poi, precisa, che i contratti stagionali o il numero dei lavoratori stagionali devono essere facilitati attraverso una minore burocrazia “al fine di innescare un percorso virtuoso che permetta anche ai datori di lavoro di assumere con maggiore facilità”. “Stiamo lavorando per dare inoltre – aggiunge – attraverso leggi regionali, gli alloggi per chi lavora nei campi. Sappiamo che abbiamo bisogno di manodopera e che questa può venire anche da altre parti del mondo ma sempre nel rispetto delle regole. Per non ripetere quanto sta già accadendo in altre regioni”.

Ancora una volta il Veneto fa da apripista: “Su questo tema il nostro presidente Zaia ha tracciato una ben chiara direttiva. Noi come assessori facciamo il nostro lavoro con la speranza di attivare un meccanismo che possa essere replicato in tutta Italia”, conclude.