CARNE SELVAGGINA, ROLFI: SIGLATO ACCORDO TRA REGIONE, FONDAZIONE UNA, UNIVERSITA’ DI MILANO E DI POLLENZO/CN

E’ stato siglato, questo pomeriggio, a

Palazzo Lombardia, un protocollo di intesa tra la Regione, la

Fondazione Una e le universita’ di Milano e di Pollenzo (CN),

volto a valorizzare la filiera della carne di selvaggina in

Lombardia. Saranno effettuati studi scientifici, corsi di

formazione e attivita’ di prevenzione sanitaria e saranno

coinvolti i giovani interessati a sviluppare imprese in un

ambito che rappresenta un presidio ambientale fondamentale in

alcune zone della Lombardia.

VOGLIAMO RISOLVERE UN PROBLEMA – “Spesso la fauna selvatica

rappresenta un problema per la sicurezza delle persone – ha

dichiarato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione

e Sistemi verdi della Regione Lombardia -. Noi vogliamo

risolvere questo problema trasformandolo in opportunita’. La

carne di selvaggina e’ ancora sottovalutata e sviluppare un

progetto con partner scientifici significa diffondere una nuova

cultura anche sotto il profilo alimentare”.

ESSENZIALE FAR DIALOGARE FILIERA – “Far dialogare tutta la

filiera e’ essenziale – ha aggiunto – per una maggiore sicurezza

alimentare, una migliore comunicazione del prodotto e la

creazione di un indotto occupazionale importante. Ricordo, che

grazie alla nuova legge lombarda sugli agriturismi, la carne di

selvaggina viene considerata come prodotto del territorio”.

COLLABORAZIONE VIRTUOSA – “Siamo onorati di poter essere

presenti in Regione Lombardia per la sottoscrizione di un

Protocollo di Intesa tra i promotori del progetto ‘Selvatici e

buoni: una filiera alimentare da valorizzare’ e la Regione

Lombardia che permette l’estensione dello stesso in altri ambiti

regionali – ha commentato Maurizio Zipponi, presidente

Fondazione Una (Uomo, Natura, Ambiente) -. Questo protocollo e’

per noi una conferma che il progetto e’ stato particolarmente

apprezzato e ci permette di sviluppare anche in ambito regionale

le modalita’ operative per la gestione della filiera delle carni

di grossa selvaggina ‘dal bosco alla tavola’, attraverso

attivita’ di formazione, educazione all’utilizzo delle risorse,

miglioramento delle caratteristiche igienico sanitarie,

caratterizzazione e valorizzazione del prodotto fino alla

promozione sul territorio”.

CENSIMENTO PER FILIERA SOSTENIBILE – Il progetto ‘Selvatici e

buoni’ e’ proposto da Fondazione Una onlus e dall’Universita’ di

Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il

Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Universita’ di Milano e

la Societa’ italiana di Medicina Veterinaria Preventiva. Sulla

base di dati di censimento sara’ promossa una filiera sostenibile

al fine di mantenere l’equilibrio ambientale e un corretto

rapporto con le attivita’ agricole. Verra’ effettuata una indagine

sulle popolazioni per acquisire dati sui livelli di rischio di

esposizione ad agenti patogeni.

ATTIVITA’ ANCHE PER CACCIATORI – Il progetto prevede, inoltre, la

realizzazione di attivita’ di formazione per cacciatori e

operatori della filiera di lavorazione per sviluppare conoscenze

e competenze per la corretta gestione degli animali cacciati. A

tutela del consumatore, tracciabilita’ e sicurezza alimentare

diventano i punti centrali per garantire trasparenza e legalita’.

Sara’ effettuata una mappatura delle tradizioni legate alle

produzioni artigianali inerenti la cacciagione, per

contestualizzare l’utilizzo della selvaggina all’interno di un

determinato territorio. Saranno poi definiti momenti di

formazione, che vedranno coinvolti tutti gli operatori della

filiera della cacciagione, in un’ottica di scambio dove il

ristoratore spieghera’ quali sono le sue esigenze per poter

creare un piatto, il macellatore e il norcino daranno il proprio

parere su come ottenere un determinato prodotto e il cacciatore

spieghera’ quali possono essere le criticita’ di una determinata

lavorazione rispetto al suo ruolo. In questo modo si cerchera’ di

realizzare quelle sinergie necessarie a creare una filiera

integrata.

START UP PER IMPATTO OCCUPAZIONALE – Si procedera’, quindi,

all’individuazione di giovani disponibili ad avviare delle

start-up in grado di generare un impatto occupazionale legato

all’attivita’ di trasformazione del prodotto. Questo facilitera’

la creazione di nuove aziende in un’ottica di valorizzazione dei

territori spesso oggetto di abbandono, eliminando le

problematiche legate al trattamento di prodotti alimentari.

Verra’ altresi’ affrontato lo studio di un modello di

comunicazione efficace fruibile dai ristoratori, con il chiaro

intento di valorizzare la materia prima.