COLLINE UNESCO DOMENICA A PIEVE DI SOLIGO FESTA E INTESA PROGRAMMATICA

A tre mesi dalla proclamazione a Baku (Azerbaijan) a ‘patrimonio dell’umanità’, per le colline di Conegliano e Valdobbiadene ora è il momento della presa di coscienza, del cominciare a sentirsi ‘sito Unesco’ e del progettare lo sviluppo futuro di un territorio entrato nella lista mondiale delle eccellenze paesaggistiche mondiali. Questo il significato e il filo ‘conduttore’ del convegno di domenica 20, nel teatro Careni di Pieve di Soligo, nonchè del weekend di festa  e di iniziative promozionali che – tra sabato e domenica prossimi – animeranno l’intero territorio delle Colline: iniziative che troveranno la loro sintesi nella sottoscrizione a Pieve di Soligo del nuovo disciplinare, da parte dei 29 sindaci dell’area e dei massimi rappresentanti di Regione Veneto e Ats. 

 

“Il tema centrale di questo evento è la condivisione e la sottoscrizione di un ‘patto per il territorio’ per armonizzare gli strumenti urbanistici esistenti e disegnare le prospettive future del sito”, sintetizza il professor Amerigo Restucci, coordinatore del Comitato scientifico del sito Unesco, che – insieme a Franco Bernabè, presidente della Commissione nazionale italiana per l’Unesco, Mauro Agnoletti, coordinatore del dossier della candidatura presentata a Baku, a Roberto Cerrato, direttore dell’Associazione per il patrimonio Unesco dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, al soprintendente veneto per le Belle Arti e il Paesaggio Vincenzo Tinè e al presidente della Regione Luca Zaia  domenica offrirà spunti di riflessione a cittadini ed amministratori su cosa significa essere ‘sito Unesco’, come guardare allo sviluppo futuro dell’area collinare della Sinistra Piave e come valorizzare in tutte le sue potenzialità il marchio di ‘world heritage’.

 

“Il primo passo sarà quello di aggiornare e armonizzare  tutti gli strumenti urbanistici esistenti all’interno dei 12 Comuni della ‘core zone’ alla luce dell’appartenenza alla lista Unesco”, mette l’accento Restucci, rettore emerito dello Iuav di Venezia. “Con la condivisione dell’intesa programmatica i sindaci e gli amministratori dei 29 Comuni dell’intera area interessata adottano una prospettiva comune con la quale accompagnare il  nuovo piano territoriale, attualmente in fase istruttoria in Consiglio regionale, e il futuro piano paesaggistico della Colline Unesco. Parte ora la vera sfida alla capacità del territorio di pensare al proprio futuro guardando alle proprie radici e a quei valori di paesaggio culturale creato dal lavoro dell’uomo che sono il tratto identitario del sito Unesco: i sindaci, le amministrazioni e i cittadini diventano i partner privilegiati di Regione e Ats, anzi i veri protagonisti  nella gestione del sito”.

 

Il titolo Unesco – ricorda Restucci – ha ‘premiato’ un paesaggio rurale, connubio di natura e lavoro dell’uomo, disseminato di ‘valori storici e architettonici’, caratterizzato da mosaici di vigne, boschi e prati e da singolari architetture di impianti viticoli come la ‘bellussera’. 

 

“All’interno di questo territorio, che ha attraversato pressochè intatto i secoli come testimoniano gli scorci dei grandi pittori veneti del Quattro-Cinquecento, come Bellini, Giorgione e Cima da Conegliano, che hanno immortalato queste colline – ricorda Restucci – ci sono piccoli edifici rurali, pertinenze e rustici la cui funzione, legata a precedenti attività economiche, ora potrà essere ripensata e riconvertita come strutture di supporto alle attività vitivinicole e alla loro valorizzazione anche in chiave di accoglienza turistica. Grazie al sigillo dell’Unesco le Colline del Prosecco entrano tra le mete d’elezione del turismo culturale ed enogastronomico e intercetteranno sempre più i flussi dei viaggiatori in transito alla scoperta di Venezia, delle Dolomiti, delle città d’arte e delle ville del Veneto. Il marchio Unesco è uno straordinario fattore identitario e di attrazione, ma anche un impegno di responsabilità alla conservazione e alla valorizzazione dei valori naturalistici, storici e architettonici del paesaggio”.

 

“Sotto l’insegna di ‘patrimonio mondiale dell’umanità’ potrà nascere un nuovo modello di ‘turismo partecipato’ – prospetta Restucci – nel quale viticoltori e cantine, famiglie e piccoli esercizi potranno coinvolgere ospiti e visitatori in una esperienza culturale di conoscenza diretta del lavoro e delle tradizioni dei veneti. Sulle colline del Prosecco sviluppo rurale e turismo responsabile si intrecciano in una esperienza identitaria”. 

 

“Il prossimo passaggio – prosegue il coordinatore del Comitato scientifico – sarà impostare il piano di gestione della ‘core zone’: gli amministratori e le comunità locali avranno accanto il supporto degli esperti e dei tecnici del Comitato scientifico della candidatura per sviluppare un ragionamento comune sulla tutela e sul governo del territorio, in sintonia con la pianificazione urbanistica regionale e con i dettami Unesco. Penso alla valorizzazione della vocazione vitivinicola e dei suoi manufatti, al recupero delle antiche pertinenze rurali, al miglioramento della sentieristica, a percorsi attrezzati e tabellati, alla promozione di borghi, vecchi oratori e antiche abbazie che costellano la ‘core zone’, ma anche ad interventi e iniziative di riqualificazione della ‘buffer zone’ e della ‘commitment zone’. Le Colline del Prosecco e la  cultura degli abitanti che le abitano costituiscono un paesaggio unico nel mondo che vuole guardare al futuro conservando intatte le proprie radici”.