CONFEURO: CORONAVIRUS, AGRICOLTURA PUGLIESE IN GINOCCHIO. IMPIEGARE SUBITO MANODOPERA LOCALE

I gravi effetti dell’emergenza si fanno già sentire per l’agricoltura italiana, soprattutto al sud – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Tra le regioni in maggiore sofferenza c’è la Puglia: secondo le prime stime, in questa regione circa il 30% degli ortaggi è andato andato perso per mancanza di manodopera. Ma il danno economico interessa anche altre produzioni pugliesi, con perdite stimate di 200 milioni per la floricoltura e di 150 milioni per il comparto del latte. Anche il meteo sta procurando danni al settore primario, con temperature che sono calate all’improvviso sotto lo zero spingendo la Regione Puglia a chiedere lo stato di calamità.

La filiera agroalimentare non può fermarsi. La nostra preoccupazione riguarda anche le prossime campagne di raccolta, dove i lavoratori stagionali sono la principale forza lavoro ma prima di essere operativi  dovranno sottoporsi alle misure di quarantena previste dall’Italia – continua Tiso. Il contributo degli stagionali è fondamentale per i raccolti e, in loro assenza, è urgente trovare un’alternativa impiegando manodopera locale, inclusi i percettori di reddito cittadinanza, gli studenti che non possono frequentare le università, familiari, pensionati e cassaintegrati. Ciò può avvenire anche attraverso la reintroduzione di strumenti come il voucher, a patto che sia formulato per rispondere alle esigenze del momento.

Secondo il Dossier statistico immigrazione del 2019, un quarto del made in Italy è prodotto grazie all’apporto della manodopera stagionale straniera, che in Puglia ha un peso ancora maggiore. Per salvare i raccolti, il Governo deve dare ora alle imprese agricole la possibilità di contare sulla forza lavoro locale non impiegata in alcuna attività. Non ci sono alternative per evitare che la filiera agroalimentare si interrompa, con gravi danni economici e sociali.