CONTE ANNUNCIA RIAPERTURA MA SEMPRE 1 PASSO – O CINQUE – DIETRO A VENETO. CHE RINCORRE

“I dati sono incoraggianti, gli sforzi collettivi fanno presumere che hanno dato i risultati sperati. Stiamo affrontando un rischio calcolato con la consapevolezza che la curva epidemiologica possa tornare a salire. Non ci possiamo permettere di riaprire con la distribuzione del vaccino, ci ritroveremmo con un tessuto produttivo compromesso”, spiega il Premier in conferenza stampa da Palazzo Chigi per annunciare la riapertura dopo l’emergenza Covid.

“Via le autocertificazione, riprende la vita sociale. Resta il divieto per chi è positivo e per chi è in quarantena. Come il divieto di assembramenti. Riprendono le celebrazioni liturgiche. Rispettando le misure anticontagio previste dai protocolli. Riaprono i musei e riprendono gli allenamenti sportivi. Abbiamo programmato anche palestre e piscine dal 18 maggio e dal 15 giugno i cinema e i teatri”, prosegue.

“Stiamo procedendo alla riapertura delle attività produttive economiche con gradualità e sono consapevole che per alcuni settori riapertura non significa ricominciare. Ma stiamo dando una mano a chi deve ripartire con la manovra del Dl rilancio con cui gettiamo un ponte per contenere l’impatto di questa crisi”, continua ancora.

“Ora più che mai dobbiamo correre e far correre l’economia del nostro paese. Nelle prossime ore ci dedicheremo al decreto sulle semplificazione con l’obiettivo di rendere piu rapidi e trasparenti alcuni passaggi amministrativi in modo di accelerare a costo zero la crescita sociale. Poi investiremo sull’Italia che vogliamo, piu verde, piu digitale e piu inclusiva”, conclude.

Qui di seguito  AGRICOLAE pubblica il decreto già pubblicato in Gazzetta ufficiale:

DECRETO-LEGGE 16 maggio 2020 n. 33 

 

Palazzo Chigi si trova sempre un passo – o cinque – dietro alla regione Veneto.

LOCKDOWN

Sulla chiusura il Veneto chiedeva il lockdown ma il governo centrale tentennava. Quando il Veneto ha annunciato il lockdown, Palazzo Chigi, la stessa sera, quasi di corsa come chi rincorre, ha annunciato la chiusura totale.

MASCHERINE

Sulle mascherine, quando il governatore Luca Zaia diceva che erano necessarie, il governo centrale sminuiva. Poi il presidente del Veneto le ha prodotte con i soldi della regione fornendole a tutta la popolazione, mentre il commissario Arcuri – arrivato nel frattempo – cominciava a cercare il modo di fornire mascherine a tutti tra appalti disdetti e discordie con le farmacie che ne smentivano il prezzo comunicato dall’unità di crisi.

Ora tutti devono indossare le mascherine.

TAMPONI

Sui tamponi, quando il presidente del Veneto ne rimarcava l’importanza, il governo centrale ne sminuiva la necessità di farli a tappeto. La regione ci ha pensato in autonomia. facendone a tutti di tasca propria. Poco tempo dopo anche il governo centrale ha cominciato a farne di più. Capendone l’importanza.

RIAPERTURA

Sulla riapertura il Veneto ha già annunciato e presentato le nuove linee guida. Palazzo Chigi lo ha fatto nella serata dello stesso giorno. Sempre in ritardo. Sempre dietro.

CURE

Sulla sperimentazione del plasma, mentre il governo centrale resta fermo, a guardare e ad aspettare, il Veneto fa incetta di plasma per guarire i malati.