COPAGRI: UE, AMBIZIOSI OBIETTIVI PROPOSTI DA ESECUTIVO COMUNITARIO NON DEVONO PENALIZZARE PRODUTTORI AGRICOLI

“Difendere il capitolo agricolo del bilancio comunitario, e in particolare i fondi per la Politica Agricola Comune e per i programmi di politica di coesione, è di primaria importanza per salvaguardare la dimensione europea della PAC stessa, facendo sì inoltre che essa sia all’altezza delle sfide decisive che attendono il nostro settore agroalimentare, prime fra tutte quelle del reddito dei produttori agricoli, della sostenibilità e del ricambio generazionale”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina in occasione della presentazione delle comunicazioni sulla biodiversità e sul sistema agroalimentare (Farm to Fork), illustrate oggi dal vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans e dai commissari europei alla salute Stella Kyriakides e all’ambiente Virginijus Sinkevicius.

 

“Gli ambiziosi obiettivi contenuti nelle comunicazioni dell’Esecutivo comunitario ‘EU Biodiversity Strategy for 2030 – Bringing nature back into our lives’ e ‘A Farm to Fork Strategy for a fair, healthy and environmentally-friendly food system’, infatti, pur non essendo vincolanti, non devono andare a penalizzare i produttori agricoli, messi già a durissima prova dalla pandemia del COVID-19, o cosiddetto Coronavirus, che ha sensibilmente limitato la competitività del settore; gli agricoltori, in altre parole, da tempo in prima linea per raggiungere gli obiettivi comunitari in termini di sostenibilità e di salvaguardia della biodiversità, devono essere messi nelle condizioni di poter soddisfare i gravosi e impegnativi requisiti richiesti”, prosegue il presidente.

 

“Per questo riteniamo necessaria una seria valutazione d’impatto, prestando particolare attenzione alle ricadute economiche delle ambiziose sfide lanciate dalla Commissione europea, che punta entro il 2030 alla riduzione del 50% delle perdite di sostanza organica nei terreni, al calo del 50% dell’utilizzo dei pesticidi e degli antimicrobici, alla diminuzione del 20% dell’uso dei fertilizzanti e all’aumento del 25% dei terreni coltivati con l’agricoltura biologica”, aggiunge Verrascina.

 

“In ragione delle rilevanti ricadute economiche sul primario determinate dalle strategie presentate dalla Commissione UE, infine, riteniamo utile ricordare che l’Italia è tra i contributori netti dell’UE, in quanto versa 2,35 miliardi di euro più di quanti ne riceva, ed è inoltre, alle spalle di Germania e Francia, tra i paesi che contribuiscono maggiormente al bilancio agricolo comunitario”, conclude il presidente della Copagri.