CORONAVIRUS, VIROLOGO GORINI, EDWARD JENNER INSTITUTE: MISURE GOVERNO GIUSTE MA IN RITARDO. IN INGHILTERRA ECCESSO DI MODERAZIONE

“Le misure ed i decreti emanati dal Governo sono stati una scelta dolorosa, ma necessaria. L’isolamento richiesto agli italiani è un sacrificio giustificato a livello scientifico: i virus si diffondono tramite i contatti umani. A mio avviso, se siamo arrivati ad una situazione così severa nel nostro Paese non è perché siamo ricorsi a misure sbagliate, ma perché abbiamo applicato quelle giuste con lieve ritardo, almeno nelle fasi iniziali”.

Così dichiara ad AGRICOLAE Giacomo Gorini, allievo del professor Burioni ed oggi virologo ad Oxford, presso l’Edward Jenner Institute for Vaccine Research.

Un ritardo, spiega Gorini, che “è probabilmente giustificabile, almeno in parte, poiché il nostro Paese si è trovato in una situazione senza precedenti da questa parte del pianeta. L’Italia ha così stabilito un precedente di gestione dell’epidemia nel mondo Occidentale, a cui possono guardare gli altri Paesi sfruttandone i punti di forza ed elaborando su quelli deboli”.

Soluzioni differenti sono state però adottate dall’Inghilterra, dove il professor Gorini vive e lavora, salvo fare un deciso passo indietro.

“Il Primo Ministro Johnson ha avuto un approccio molto diverso rispetto al nostro, ma solo in partenza. Come c’era da aspettarsi, l’incremento dei casi nel Paese e il crescente stress sul sistema sanitario hanno rivelato che contare solamente sul lavaggio di mani non è sufficiente, e questo virus ha ora preteso il ricorso alle inevitabili misure drastiche annunciate” sottolinea il professore.

“Anche se con i suoi tempi, il Primo Ministro Johnson ha finalmente cambiato rotta verso una politica di contenimento più risoluta. Ricordiamo che da noi l’errore è stato agire, inizialmente, con eccesso di moderazione e/o ritardo. Gli amici Inglesi hanno a lungo ignorato gli insegnamenti, nel bene e nel male, del modello italiano, reagendo ancora più moderatamente e con ancora più ritardo. Speriamo che per qualche motivo la loro situazione si evolva in modo diverso dal nostro”.

In merito alle possibilità di contagio Gorini spiega che sebbene “ad oggi esistono dati che determinano quanto a lungo il virus SARS-CoV-2,  che causa la patologia nota come COVID, possa restare infettivo su diverse superfici, ancora non sappiamo quanto ciò valga per il cibo. Non tutto il cibo è poi uguale, ricordiamo. Resta comunque buona prassi lavare frutta e ortaggi, come abbiamo sempre fatto”.

Per ciò che invece concerne l’utilizzo del Lisozima come coadiuvante per contrastare il Covid-19 e sull’utilizzo di altri potenziali farmaci, Gorini invita alla cautela: “Sull’efficacia di questo approccio dobbiamo aspettare i risultati preliminari in campo clinico. Questo ragionamento si applica anche a tanti potenziali trattamenti che mostrano più o meno promessa nell’attenuazione del decorso clinico del COVID. Quasi ogni giorno si legge di un potenziale trattamento dalla Cina, dal Giappone, dai Paesi Bassi o da altrove. Siamo in una fase in cui possiamo sperare, ma ancora non predire: ricordiamo che questo virus è nuovo sulla faccia della Terra. Solo gli studi preliminari che si stanno organizzando in strutture ospedaliere in Italia o altri Stati potranno informarci sull’efficacia”.

“Ricordiamo che le notizie affidabili sui nuovi possibili trattamenti non arriveranno dai social media o dalle testate giornalistiche, ma dalle istituzioni ufficiali (OMS, ISS…), che a loro volta possono riprendere i risultati delle pubblicazioni scientifiche. Solo allora ne leggeremo sui giornali. Capisco il sentimento: tutti vorremmo che da un giorno all’altro saltasse fuori la cura miracolosa che ci fa tornare alle nostre vite in pochi giorni, ma anche per il migliore medicinale possibile ci vorrà del tempo. Per ora, mentre speriamo che questi potenziali trattamenti siano all’altezza delle promesse, la migliore arma che abbiamo contro il COVID resta l’isolamento”.