Inchieste13/10/2021 14:22

Così il mondo mette a rischio sovranità alimentare in direzione del Food sintetico. Rispondendo al Covid con il Green

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A seguito di quanto emerso dalla documentazione Eat Lancet in merito a una Dieta Universale mossa da una sorta di dittatura alimentare ( https://agricolae.eu/no-liberta-di-scelta-consumatori-e-piu-tasse-per-aziende-questo-il-piano-del-nuovo-capo-onu-per-i-consumi-alimentari-i-documenti/ ), AGRICOLAE ripropone di seguito una articolo del 24 04 2021.

La "svolta green" messa in campo per far fronte alla pandemia Covid, rischia di mettere in discussione, sotto l'egida verde, le sovranità alimentari dei singoli Paesi.

Tra i settori che rischiano di rimetterci più di altri figura la zootecnia così come la conosciamo, messa sul banco degli imputati per tutti i mali del mondo. Anche per la stessa diffusione pandemica.

In un contesto di economia globale che muta in continuazione anche a causa dell'emergenza pandemica, sembra ci sia il rischio che i quattro asset del futuro finiscano in mano a pochi: l'approvvigionamento dei beni alimentari, quello dei medicinali e la gestione delle risorse idriche. Il quarto asset è la gestione delle banche dati, senza le quali il mondo così come è stato progettato negli ultimi anni, è destinato a fermarsi.

La gestione dei "Big Data" è infatti in mano a un pugno di colossi, multinazionali in grado di controllare i nostri gusti e di condizionarli a tempo debito. Uno scambio di dati che si traduce in denaro dal punto di vista del marketing ma che gli utenti 'donano' senza rendersene conto ogni volta che navigano sul web.

Se parliamo dell’approvvigionamento medico-sanitario il discorso non cambia, il Covid insegna: i Paesi produttori hanno il coltello dalla parte del manico mentre i paesi utilizzatori sono sempre più dipendenti dai primi. Senza i vaccini - nel caso della pandemia - il paese si ammala, si ferma e non è in grado di ripartire. E si ‘consegna’ per essere ‘svenduto’ al miglior offerente. Che poi potrebbero essere gli stessi Paesi in grado di vaccinare.

Il discorso non cambia neppure se si parla di settore alimentare: e anche qui l'esperienza Covid insegna. Se non fosse stato per il comparto Primario trasformato in Secondario (ovvero l'industria e la cooperazione alimentare) il Paese si sarebbe fermato. Anzi, si sarebbe semplicemente spento. Ma così, per fortuna, non è stato perché l'Italia è in grado di fornire alla propria comunità i beni alimentari, che rappresentano il 17 per cento del Pil nazionale.

Ma dunque perché l'emergenza Covid ha generato una risposta ‘green’? Seppur nella consapevolezza che non esista un Piano B, né tanto meno un 'Planet B' e che la Terra è una risorsa 'finita', perché il mondo risponde a un'emergenza pandemica con una campagna tutta dedicata all'ambiente più che sanitaria?

Una risposta si può fornire partendo da un comparto per così dire, ‘insospettabile’, quello della zootecnia: l'Italia, ad esempio, detiene l’invidiabile primato degli allevamenti tra i più sostenibili in Europa, ma nonostante ciò c'è chi punta a privatizzare e consegnare nelle mani di pochi il settore, fonte primaria di proteine.

E partendo da Bill Gates che ha in mano la maggior parte della gestione della banca dati planetaria (sebbene l’8 dicembre 2020 poco prima della pandemia l’Ufficio centrale del Partito Comunista Cinese, il PCC, avesse emanato una direttiva che imponeva a tutti gli uffici dello Stato di rimuovere rapidamente tutte le tecnologie informatiche straniere sia per quanto riguarda l’hardware sia per quanto riguarda il software entro i successivi tre anni.

Inoltre, è tra i maggiori finanziatori planetari della ricerca nell'ambito dei vaccini. (Moderna è la Start Up finanziata proprio dalla Bill and Melinda Gates Foundation). Non solo. Il magnate di Microsoft - oltre ad essere il finanziatore numero Uno dell'Oms - è lo stesso che fece investimenti per decine di milioni di euro in carne sintetica e la notizia usci negli Usa diversi giorni prima che la ricerca dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sulla cancerogenicità della carne rossa venisse resa nota.

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"Una trasformazione radicale del sistema alimentare globale è urgentemente necessaria – concludeva il rapporto dell’Oms -. Senza un'azione, il mondo rischia di non riuscire a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) e l'Accordo di Parigi, e i bambini di oggi erediteranno un pianeta gravemente degradato dove gran parte della popolazione soffrirà di malnutrizione e malattie prevenibili", si legge. "C'è una sostanziale evidenza scientifica che collega le diete con la salute umana e la sostenibilità ambientale".

E così il 27 ottobre 2015 scoppiava il caso Oms sulla carne. Il 22 ottobre 2015, Beyond Meat, l'azienda di carne sintetica sostenuta proprio da Bill Gates, aveva raccolto 17 milioni di dollari.

https://www.agriinvestor.com/bill-gates-backed-beyond-meat-raises-17m-series-e/

Giustificati così dal fondatore di Microsoft: "Non esiste nessun modo per produrre abbastanza carne per 9 miliardi di persone”. La produzione alimentare mondiale, precisava alla Cnbc, “dovrà aumentare del 70%. Nutrire così tante persone con la produzione tradizionale di carne richiederà il doppio della deforestazione, il che aumenterà le emissioni di gas serra del 77%".

https://www.cnbc.com/2018/03/23/bill-gates-and-richard-branson-bet-on-lab-grown-meat-startup.html

Da qui la crociata contro la carne tradizionale a favore della “sintetica”. Poi smentita da una relazione interna della stessa Oms, resa nota da AGRICOLAE, che rimetteva tutto in discussione e sulla base della quale l'allora presidente della Commissione Salute del Parlamento Ue Giovanni La Via chiamò a rispondere il delegato Oms. Il quale ammise l'errore e di fatto smentì l'attendibilità dello studio sulla carne rossa.

Il 14 febbraio dello stesso anno Bill Gates diceva inoltre che "quindi no, non credo che gli 80 paesi più poveri mangeranno carne sintetica. Penso invece che tutti i paesi ricchi dovrebbero passare alla carne sintetica al 100%. Ci si può abituare alla differenza di gusto, e l'affermazione è che la renderanno ancora più gustosa col tempo".

https://www.technologyreview.com/2021/02/14/1018296/bill-gates-climate-change-beef-trees-microsoft/

In uno dei tanti studi finanziati dalla Bill and Melinda Gates Foundation a favore direttamente o indirettamente della carne sintetica, veniva fornito un quadro completo dell'impatto potenziale della dieta subottimale sulla mortalità e morbilità delle MNT, evidenziando la necessità di migliorare la dieta in tutte le nazioni.

Direttamente collegato a ciò, la necessità di cambiare anche le pratiche agricole che “se non realizzate correttamente, potrebbero sollevare preoccupazioni per i potenziali effetti ambientali sul cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, il degrado della terra e del suolo e l'esaurimento dell'acqua dolce".

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Ancora più precisamente, sottolineava il rapporto, "nell'ultimo decennio è emerso un numero crescente di prove che dimostrano che lo spostamento della dieta da malsani alimenti di origine animale (ad esempio, carne rossa e carne lavorata) a sani alimenti di origine vegetale (ad esempio, frutta, verdura e cereali integrali) potrebbe essere associato a minori emissioni di gas serra e quindi potrebbe essere più sostenibile dal punto di vista ambientale. I pochi studi che valutano altri effetti ambientali del passaggio da una dieta a base animale a una dieta a base vegetale hanno anche dimostrato che questo passaggio potrebbe essere associato a un minore utilizzo della terra e a una minore impronta idrica".

Insomma, non mangiare carne aiuterebbe il pianeta – e l’uomo – a vivere meglio. Poi, notizia di poco tempo fa: Bill Gates, tra le altre cose, è anche il più grande agricoltore Usa: possiede infatti oltre 268 mila acri di terra.

https://www.theguardian.com/commentisfree/2021/apr/05/bill-gates-climate-crisis-farmland

Come spiega Nick Estes, professore presso il Dipartimento di studi americani dell'Università del New Mexico a The Guardian, Gates sarebbe diventato il più grande proprietario agricolo degli Stati Uniti "dopo aver acquistato, quattro anni fa, per 171 milioni di dollari, 14,500 acri di terreno agricolo nella parte meridionale di Washington". Secondo Estes "non appena i suoi terreni agricoli avranno raggiunto l'obiettivo Carbon Neutral, diventeranno ancora più appetibili per gli investitori che operano in nome della sostenibilità. E tutto questo sta già avvenendo dal momento che l'1% delle aziende agricole del mondo controlla il 70 per cento dei terreni agricoli del Pianeta".

L'ultimo tassello è infine il questionario che dal 31 marzo scorso la Commissione ha messo online (https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/review_agrifood-promotion-policy?surveylanguage=EN) per raccogliere le opinioni dei cittadini sulle possibili opzioni da adottare per consolidare le politiche di promozione dell’agricoltura europea rafforzandone, si legge, “la competitività attraverso una maggiore consapevolezza degli elevati standard qualitativi che caratterizzano i prodotti agroalimentari”.

Ma più avanti si legge che “la revisione della politica nel 2021 dovrebbe migliorare il suo contributo alla produzione e al consumo sostenibile in linea con il passaggio a una dieta più vegetale, con meno carne rossa e/o lavorata insieme ad altri alimenti legati al rischio di cancro”.

E il cerchio si chiude: un pugno di giganti controllano i dati di tutti i cittadini, la produzione di vaccini (più che dagli Stati stessi); e in futuro potrebbe dipendere anche il bene Primario per definizione: l'agricoltura e la zootecnia.

Ma per fare questo occorre privatizzare la carne e l'agricoltura. E come fare se non lanciando un alimento sintetico in grado di sostituire la realtà? I Paesi rischiano così di essere depauperati del loro bene Primario e di perdere sovranità alimentare per essere sempre più dipendenti da pochi privati.

Per saperne di più:

Controcarne, il giorno in cui la Fao dice che 155 mln di persone soffrono la fame, la Commissione Ue dice che mangiare carne fa male all’uomo e al Pianeta. Ecco i 4 cardini dell’Indice Globale della Fame

Controcarne, DG SANTE UE: carne fa male all’uomo e all’ambiente. Copa Cogeca: svolta non sia guidata da ideologie. Guteland: mangiare meno carne. Dorfmann: sostenibilità sia anche economica e sociale. Scordamaglia: non mettere in mano a multinazionali la sicurezza alimentare

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