La travagliata storia di Agea: l’eredita del passato dai contributi non giustificati ai gap digitali, indagini autorità e capri espiatori

Agea non può essere considerata ad oggi come un esempio virtuoso di efficacia e di efficienza dell’azione della pubblica amministrazione. Ci sono pertanto ampi margini di miglioramento che si auspica siano effettivamente conseguiti, come annunciato dall’attuale management che intende operare per mettere in campo pratiche di gestione nuove e tali da soddisfare le esigenze dell’utenza, con particolare riferimento al mondo delle imprese agricole. L’obiettivo più volte evidenziato è quello di modernizzare le procedure, con l’introduzione di applicativi per automatizzare e digitalizzare le diverse fasi del procedimento amministrativo.

In passato Agea è stata additata per il malfunzionamento, talvolta con fondate ragioni e in altre occasioni come capro espiatorio di colpe provocate altrove tanto da generare indagini da parte delle competenti autorità. C’è da dire che, negli anni, ci sono stati tentativi per migliorare i risultati e rimuovere le criticità. In qualche caso l’azione è stata coronata da successo, come la pionieristica svolta con valenza a livello di Unione europea, per i controlli tramite monitoraggio, introdotti per la prima volta, nel maggio 2018, in provincia di Foggia e menzionati come esempio paradigmatico dalla stessa Corte dei conti di Bruxelles.

Detto ciò, non si possono però ignorare diverse problematiche di funzionamento, alcune delle quali ancora persistono ed esigono di essere risolte con una razionale e lungimirante azione riformatrice.

Tra i cattivi esempi più eclatanti, c’è la gestione delle quote latte che tuttora è in sospeso ed ha costretto l’agenzia ad intervenire per dare applicazione ad alcune sentenze sfavorevoli della Corte di giustizia europea emesse qualche anno fa. All’inizio degli anni 90, Agea gestiva il registro delle quote latte, i trasferimenti via mercato e i conteggi di fine periodo, con l’imputazione e la comunicazione dei prelievi a carico dei produttori. Tali funzioni sono state svolte con un approccio più volte oggetto di contestazione, non solo per i ritardi accumulati, ma anche per la mancanza di capacità ad affrontare in modo soddisfacente la questione.

Negli anni passati, sono stati riscontrati problemi di carenza di controlli e di mancati interventi per correggere palesi anomalie nella richiesta dei contributi della PAC da parte di operatori intenti a mettere in campo frodi di diversa natura. Tra gli esempi che si possono citare, vi è quello degli aiuti accoppiati a settori come l’olio d’oliva, dove, negli anni 90 e fino ai primi anni del decennio successivo, qualcuno dichiarava di aver realizzato produzioni per ettaro palesemente al di fuori degli standard produttivi del tempo, ottenendo così dei contributi finanziari che non potevano in alcun modo essere giustificati da una reale produzione. In questo caso, si può ipotizzare che ci sia stata una certa inerzia da parte di chi avrebbe dovuto esercitare controlli rigorosi e capillari.

C’è poi il capitolo delle cosiddette correzioni finanziarie che periodicamente i servizi comunitari attuano nei confronti dei Paesi membri che non sono in grado di dimostrare di aver utilizzato le risorse comunitarie in maniera corretta e secondo la tempistica stabilita nei regolamenti europei.

Per anni l’Italia ha avuto contestazioni per un numero di infrazioni elevato e per importi superiori ad altri Stati membri con struttura agricola e con stanziamenti della PAC comparabili. A solo titolo di esempio, si menziona la comunicazione formale trasmessa all’Italia dalla Commissione europea nel mese di maggio 2018, con la quale è stata ribadita la posizione dei servizi comunitari di considerare non conformi le spese sostenute negli anni 2015 e 2016 per l’attuazione del regime di pagamenti diretti, con la proposta di escludere dal finanziamento comunitario un importo di 360 milioni di euro.

Nel tempo la situazione è migliorata, ma c’è ancora della strada da percorrere e, soprattutto, deve essere affrontata la sfida del cambiamento di governance della PAC 2023-2027. Quest’ultima attribuisce maggiori responsabilità, non solo in termini di programmazione, ma anche di attuazione, monitoraggio e controllo, a carico delle autorità nazionali, permanendo sempre la possibilità per le istituzioni comunitarie di bloccare i trasferimenti e di imporre la risoluzione delle anomalie e delle difformità riscontrate.

Sempre come eredità negativa del passato, è opportuno sottolineare la decisione di affidare a terzi (esternalizzare) funzioni strategiche che hanno indebolito l’Agenzia e accresciuto le capacità di influenza e di condizionamento di società esterne. Significativo a tale riguardo è il caso della informatizzazione e della costituzione e gestione delle banche dati. Come si legge in alcuni lanci dell’agenzia Agricolae.eu del mese di maggio 2017, dove si riferivano i risultati della Commissione parlamentare d’inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni, sono state riscontrate carenze per quanto riguarda l’assunzione di personale direttamente impiegato nel sistema informatico di Agea, oltre a problemi nel mettere in campo tutte le iniziative possibili per risolvere i punti critici. Leggendo le comunicazioni dell’epoca, sembra che ci sia stata una mancanza di volontà da parte dell’amministrazione, con inerzie che hanno impedito di individuare ed attuare le azioni necessarie.

Un’altra area sulla quale è opportuno intervenire per dare una svolta ed aumentare la quantità e la qualità dei servizi offerti all’utenza, riguarda il rapporto diretto con le imprese agricole che da anni è stato ridimensionato ed oggi risulta quasi del tutto assente.

Un agricoltore che intende presentare direttamente le proprie domande di sostegno e di pagamento ad un organismo pagatore, oppure vuole risolvere un problema o un’anomalia che blocca qualche pratica in corso, vi rinuncia in partenza e si affida a società di servizi esterni. Questo per effetto della scelta di privilegiare soggetti intermediari e scoraggiare in ogni modo la responsabilità e il protagonismo delle singole imprese.

Entro certi limiti, l’organizzazione attuale del lavoro di Agea è la conseguenza della complessità delle politiche varate a livello europeo e nazionale. Questo però giustifica solo in parte le scelte finora messe in campo. La qualità del servizio di erogazione non dipende solo dalla tempestività nel pagare i beneficiari della politica agraria, ma anche dalla possibilità di stabilire canali diretti di comunicazione e di concepire procedure comprensibili ed alla portata delle singole imprese.

In definitiva, il passato di Agea ha manifestato lacune ed incapacità operative ed organizzative che si spera siano definitivamente superate, con un’azione di riforma e di buona governance che miri alla semplificazione delle procedure, alla gestione ottimale delle banche dati, alla automazione e digitalizzazione delle attività e alla tempestiva erogazione dei fondi pubblici a favore dei beneficiari.

Ermanno Comegna

Per saperne di più:

Agea Sin, dal 2005 al 2018 circa 1 mln di euro per terreno che ospita la pista di atterraggio dell’aeroporto di Roma. Nonostante le foto

Agea, dg scrive a commissario e ad Avvocatura stato: “da Sin duplice danno erariale”. E mette in dubbio il collaudo

Agea-Sin, quando Fruscio penso’ di sciogliere contratto con rti. Dopo un mese fu sostituito con decreto commissariamento. LE LETTERE

Agea senza informatici, ma dal 2004 era previsto per legge. Assunti invece dirigenti. Sian costato 337 mln per informatica in 9 anni. 229 per ingegneria. E Sin chiede di secretare audizione: “indagine Gdf in corso”

Mipaaf, Agea sotto inchiesta per frodi. Che replica: ma prima della De Girolamo. E Mainolfi ha agevolato indagini in corso

Mainolfi: indagini in corso della guardia di finanza e della magistratura riguardano precedenti amministrazioni del ministero e di Agea

Quote latte, la conclusione della relazione voluta da Zaia, il gip archivia: dati falsi erano noti. Tutti colpevoli e conniventi. Sistema alterato per anni da centri di potere occulti ma nessun responsabile individuabile. Il decreto

Agea, commissione di collaudo scrisse a Sin: “anomalie arrecano danno all’erario”. E Sin ad Agea. Tutti sapevano. Ecco le lettere

Agea, Corte dei Conti su 2020: criticità strutturali. Stato ha perso 169 mln a causa rettifiche Ue. La delibera

La polemica:

Camera, Gadda (IV): Agea covo di ladri? Carloni renda conto sue accuse

Agea, Carloni: non era mia intenzione offendere. Centrale che Agea sia sempre al servizio degli agricoltori




Ripristino Natura, scomparsi indicatori e relativi obiettivi per Agricoltura. Tutto quello che c’è da sapere per chi vive di terra

A distanza di un mese dal vivace confronto politico che c’è stato nel corso della plenaria del Parlamento europeo, quando si è votata la posizione sulla proposta della Commissione in materia di ripristino della natura, è opportuno tornare sull’argomento, dopo qualche accurata meditazione dei contenuti del testo approvato e mettendo da parte i conflitti politici che hanno caratterizzato la discussione.

Il compromesso finale raggiunto contiene diversi elementi importanti per il settore agricolo e comporta un’attenuazione dell’ambizione ambientale contenuta nella proposta di giugno 2022 dell’esecutivo comunitario. L’art. 9 sul ripristino degli ecosistemi agricoli è stato soppresso dal Parlamento e quindi gli Stati membri non saranno più obbligati a mettere in campo delle misure specifiche per rafforzare la biodiversità nei terreni coltivati.

Sono scomparsi quindi gli indicatori ed i relativi obiettivi, fissati in termini quantitativi, per misurare i passi in avanti compiuti a livello nazionale in materia di biodiversità dei sistemi agricoli.

La Commissione europea nella sua proposta iniziale prevede tre indicatori: quello che misura la presenza delle farfalle comuni, l’indice che calcola lo stock di carbonio organico nei terreni coltivati e la percentuale di superficie agricola ricoperta da elementi caratteristici del paesaggio caratterizzati da elevata diversità.

Sono fissati traguardi in termini di miglioramento per l’indicatore sulle farfalle e per la riumidificazione delle torbiere drenate. Sul delicato aspetto della percentuale minima di superficie agricola utilizzata è stata la stessa Commissione a tentennare. Le intenzioni contenute nella comunicazione della Commissione europea sulla Strategia Biodiversità di destinare almeno il 10% delle superfici agricole ad elementi caratteristici del paesaggio è stata accantonata all’atto di presentazione della proposta legislativa e quindi non è incluso tra gli obiettivi agricoli della proposta di legge sul ripristino della natura.

Pertanto questo aspetto è attualmente fuori discussione, anche perché non compare nella posizione comune del Consiglio dei Ministri decisa lo scorso 20 giugno. Rimane così ferma l’aliquota stabilita nell’ambito delle regole di condizionalità della PAC 2023-2027, dove è fissata la percentuale minima del 4% (BCAA 8).

Da segnalare tuttavia che uno degli emendamenti approvati durante la plenaria del Parlamento europeo prevede che gli Stati membri possano elaborare una metodologia finalizzata a monitorare gli elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità, utilizzando a tale riguardo anche degli orientamenti tecnici forniti dalla Commissione europea.

Un secondo importante elemento contenuto nella posizione politica del Parlamento riguarda alcune limitazioni e salvaguardie che condizionano l’applicazione delle disposizioni in materia di ripristino della natura. In caso di conseguenze socio-economiche eccezionali, gli obiettivi in materia di biodiversità sono rinviati. In particolare ciò può avvenire qualora i prezzi medi dei prodotti alimentari aumentino del 10% nell’arco di un anno; oppure la produzione totale annuale di alimenti dell’Unione europea diminuisca del 5%.

Sono in effetti clausole restrittive che riflettono le preoccupazioni dei parlamentari europei in materia di inflazione alimentare che, a cavallo del 2022-2023, ha superato il 15% nei 27 Paesi membri presi nel complesso e dimostra l’attenzione crescente nei confronti della salvaguardia della capacità produttiva del settore agricolo, alla luce dei gravi fenomeni di instabilità che si sono verificati dal 2020 in avanti.

In base ad uno degli emendamenti approvati in plenaria, l’aumento generalizzato dei prezzi alimentari e la diminuzione del potenziale produttivo, scatta la sospensione degli obiettivi della legge sul ripristino della natura, ed il rinvio che vale fino a quando si torni ad una situazione di normalità.

Un’altra limitazione è quella che subordina l’applicazione del regolamento all’obbligo per la Commissione europea di fornire dati scientifici solidi, tali da attestare l’assenza di rischi in materia di sicurezza alimentare a lungo termine. In particolare è necessario dimostrare l’assenza di impatto sulla produzione, sulla disponibilità e sui prezzi dei prodotti alimentari. Allorquando tali condizioni risultino soddisfatte, la Commissione pubblica nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, un avviso con il quale indica la data di decorrenza dell’applicazione del regolamento.

Da segnalare a tale riguardo che, tra le condizioni da soddisfare vi è anche quella che prevede la copertura preventiva del deficit di finanziamento necessario per l’attuazione del regolamento, senza utilizzare la dotazione della PAC. Con tale disposizione, i fondi agricoli dovrebbero essere tutelati e i maggiori legati alla tutela della biodiversità devono essere trovati utilizzando altre coperture, compreso il prossimo bilancio pluriennale dell’Unione europea.

La parte non prettamente agricola della proposta legislativa ha subito modifiche decisamente meno incisive. Gli obblighi di ripristino si applicano agli ecosistemi terrestri, costieri e di acqua dolce, a quelli marini, agli ecosistemi urbani e forestali, così come proposto inizialmente dalla Commissione europea.

Rimane come punto fermo il ripristino delle popolazioni di impollinatori, con l’obbligo per gli Stati membri di mettere in atto misure efficaci ed appropriate e con l’intervento dell’esecutivo comunitario che adotterà un metodo scientifico di monitoraggio della diversità di tali specie.

L’iter per l’approvazione del regolamento sul ripristino della natura è ancora in corso, perché ora inizia il confronto con il Consiglio dei Ministri dell’Unione europea che, a differenza di quanto comunemente avviene, questa volta ha assunto una posizione politica più orientata verso le tematiche ambientali, con emendamenti che non modificano in modo radicale la proposta legislativa iniziale.

A tale riguardo, uno dei nodi da sciogliere è verificare il destino dell’articolo 9 sul ripristino degli ecosistemi agricoli, visto che l’accordo politico in seno al Consiglio dei Ministri l’ha mantenuto, apportando solo qualche proposta di modifica di minore rilievo.

Ci saranno delle conseguenze del nuovo regolamento sul potenziale produttivo agricolo dell’Unione europea? Sicuramente sì, anche se attenuate rispetto a quanto ci si poteva attendere dalla versione iniziale della proposta legislativa.

Gli obiettivi in termini di ripristino nelle aree Natura 2000, per migliorare la qualità dei siti degradati, sono stati confermati. Pertanto gli Stati membri avranno l’obbligo di inserire nei loro piani nazionali misure efficaci, da monitorare durante il periodo di applicazione. Questo potrebbe tradursi in stringenti limitazioni all’utilizzo dei prodotti fitosanitari e alla gestione delle concimazioni azotate, organiche e minerali.

Le aree Natura 2000 sono piuttosto diffuse nei Paesi membri dell’Unione europea, interessando anche oltre il 20% delle superfici agricole. Pertanto non saranno poche le aziende chiamate a rispettare le nuove regole di produzione e fare fronte a ulteriori vincoli e condizionamenti.

Non bisogna infine trascurare il fatto che la valutazione dell’impatto delle nuove norme europee scaturite dal Green Deal, deve necessariamente tener conto anche di altri interventi legislativi, con i quali si impongono ai Paesi membri obiettivi giuridicamente vincolanti, come quelli in materia di utilizzazione sostenibile dei prodotti fitosanitari, riduzione dell’utilizzo dei nutrienti, contenimento delle emissioni in atmosfera.

Ermanno Comegna




Dieci anni di settore Primario che trasforma il Secondario e muove il Terziario raccontati dai ministri e dai presidenti

Agricolae compie 10 anni.

Grazie a tutti voi che contribuite con il vostro lavoro, a voi che leggete e a voi che apprezzate e in caso criticate quanto fatto da questa redazione.

Qualcuno ci ha ringraziato per il nostro lavoro, ma siamo noi a dover ringraziare tutti coloro che usano questo mezzo di informazione per conoscere e far conoscere  e – quando ci si riesce – a risolvere i problemi di questo meraviglioso comparto.

Inutile qui parlare di dati a chi i dati li conosce meglio di tutti. Come è superfluo parlare di Pil, di economia reale, lavoro, importanza strategica o di garanzia sociale. Oppure di tradizioni, cultura, bontà, storia e bellezza. Come diventa inutile parlare finanche di sicurezza alimentare e del ruolo di peace keeper che svolge il comparto nelle aree del mondo a rischio guerra: ogni paese considerato civile dovrebbe dare per scontato come tutto ciò dipenda dall’Agricoltura, settore Primario che si trasforma in Secondario e che muove il Terziario.

Ma non è mai inutile parlare di terra, perché è dalla terra che noi veniamo. Come vengono dalla terra e dal mare tutte le forme di vita che conosciamo.

E chi lavora la terra è per definizione un padre fondatore della nazione, un tutore e un eroe.

Potrebbe dunque apparire blasfemo pensare che c’è chi vorrebbe demonizzare i prodotti naturali che arrivano in tavola per sostituirli con prodotti artificiali di proprietà di pochi, nati e cresciuti nell’acciaio. O immaginare interessi economici mascherati con un buonismo ambientale che rischia di aver di buono ben poco, e certo non a tavola.

Certo che questo non farebbe bene alla terra, dato che la terra dipende da chi la cura e la ‘coltiva’. E neppure all’uomo, che dipende dalla terra stessa da cui proviene.

Un rapporto, quello tra l’uomo e la terra di dare-avere-dare.

Ma sappiamo che una società colta e civile queste cose le sa già. Altrimenti non sarebbe colta e civile.

Agri-cultura è la parola chiave del 2023 con la quale l’Italia, paese della terra e del mare, può portare nel mondo l’educazione alla cura della terra.

Perché troppo spesso guardiamo al cielo con meraviglia e troppo di rado guardiamo verso il basso, dove poggiano i nostri piedi.

Anno 2022: 

2022-2023, l’editoriale di Francesco Lollobrigida: difendere legame millenario tra la terra e gli italiani per seminare l’Italia del futuro

2022-2023, l’editoriale di Patrizio La Pietra: basta inseguire emergenze, da questo governo soluzioni strutturali

2022-2023, l’editoriale di Luigi D’Eramo: l’economia della terra è l’economia reale garanzia di ogni società

2022-2023, l’editoriale di Luca De Carlo: si riporta “la chiesa al centro del villaggio”. Settore Primario torna ad essere primario

2022-2023, l’editoriale di Mirco Carloni: ottimista per Paese che si muove per la prima volta come un’unica macchina che riparte

2022-2023, l’editoriale di Frascarelli e Zaganelli: le prospettive per l’anno che si apre

2022-2023, l’editoriale di Carlo Gaudio: la ricerca alleata del futuro per produrre sempre di piu con meno

2022-2023, l’editoriale di Ettore Prandini: di questi anni resterà l’eco nella storia, ma nessun beneficio spostando il cibo dalla terra ai laboratori

2022-2023, l’editoriale di Massimiliano Giansanti: un Paese moderno deve poter produrre ciò di cui ha bisogno

2022-2023, l’editoriale di Cristiano Fini: imprenditori agricoli capaci di trasformare ansie negative in energia positiva

2022-2023, l’editoriale di Tommaso Battista: l’anno che è stato e quello che verrà

2022-2023, l’editoriale di Carlo Piccinini: programmazione a lungo termine la sfida più grande

2022-2023, l’editoriale di Giampaolo Buonfiglio: finalmente si può invertire la rotta tracciata negli ultimi anni

2022-2023, l’editoriale di Francesco Vincenzi: sfida Anbi determinante per la sicurezza, la competitività e la bellezza del Paese

2022-2023, l’editoriale di Luigi Scordamaglia: scegliere ora da che parte stare o il prezzo di una decisione sbagliata lo pagheranno le future generazioni

2022-2023, l’editoriale di Maurizio Gardini: promuovere e realizzare un nuovo Umanesimo che metta al centro la persona

2022-2023, l’editoriale di Fabio Massimo Pallottini: sfide si chiamano sviluppo, efficienza, innovazione, resilienza e capacità di risposta al cambiamento

Anno 2021:

Fine 2021-inizio 2022, Patuanelli: risorse mai viste prima, ora Agricoltura 5.0 che nasce da transizione 4.0. Rimpianto per Pac poco semplificata da Ue

Fine 2021-inizio 2022, Battistoni: emergenze affrontate con spirito di squadra, Agroalimentare ha guadagnato ruolo centrale

Fine 2021-inizio 2022, Centinaio: fondamentale spendere presto e bene risorse e cogliere opportunità

Fine 2021-inizio 2022, Vallardi: gettate le basi per questioni fondamentali che si chiuderanno nei prossimi mesi. Investimento futuro è in agricoltore custode territorio

Fine 2021-inizio 2022, Gallinella: semplificazione e tecniche di evoluzione assistita. Agricoltura responsabile solo del 7% emissioni

Fine 2021-inizio 2022, Giansanti: serve quanto prima strategia nazionale. Allarmi Oltreoceano su impatto Farm2Fork, ma da Ue nulla

Fine 2021-inizio 2022, Prandini: criticità diventino opportunità, ora strategia nazionale ma siamo su strada giusta

Fine 2021-inizio 2022, Verrascina: soluzioni condivise e aggregazione per arrivare al Bene comune del settore

Fine 2021-inizio 2022, Mercuri: saranno mesi di attesa che non giovano a competitività, risorse non siano asfissiate da burocrazia

Fine 2021-inizio 2022, Piazza: Enpaia continua a crescere. Bilancio supererà il 4%

Fine 2021-inizio 2022, Frascarelli e Zaganelli, Ismea: sosteniamo percorso innovazione e sostenibilità agroalimentare

Fine 2021-inizio 2022, Vaccari, Crea: Innovare è un dovere. Pronti a sostenere attuazione Pac e Pnrr

Fine 2021-inizio 2022, Dalla Bernardina, Cai Agromec: declinare potenzialità transizione digitale. Imprese agromeccaniche al centro processo innovazione

Anno 2020:

Fine 2020, Bellanova: Rinascita Italia parta da agroalimentare. Il futuro ha un cuore agricolo

Fine 2020, L’Abbate: Agroalimentare eroico in emergenza Covid. Ora gettare basi nuovo futuro

Fine 2020, Vallardi: Agricoltura gigante di cristallo. Ora innovazione, etichetta, italian sounding e irrigazione

Fine 2020, Gallinella: anno difficile per pandemia. Forze politiche siano unite per ripartire

Fine 2020, Giansanti: agricoltura stella polare. Ora piano strategico nazionale

Fine 2020, Prandini: Una parentesi da chiudere, mentre immaginiamo il futuro digitale. Il mondo ha fame d’Italia

Fine 2020, Mercuri: Agroalimentare ha dimostrato di essere Primario. Ma solo tra poco si capirà chi ce la farà a ripartire

Fine 2020, Verrascina: guardando l’anno che verrà, ma con programmazione

Fine 2020, Scanavino: agricoltura deve evolversi e adeguarsi a cambiamenti dettati da pandemia da cui non si torna indietro

Fine 2020, Serpillo: Economia alimentare si traduce in economia delle risorse naturali

Fine 2020, Santoianni: resilienza pmi italiane. Ora sia l’anno del Made in Italy

Fine 2020, Vincenzi: Anbi protagonista del Recovery Fund. Ma tutto dipende da gestione acqua, senza lasciare indietro nessun territorio

Fine 2020, Qualivita: impegnati a diffondere nel mondo la cultura del Made in Italy. VIDEO

Fine 2020, Dalla Bernardina: contoterzismo professionale strategico per l’agricoltura del futuro

Fine 2020, Tiso, Confeuro: perché il 2021 può essere l’anno della svolta. Dalla transizione verde alla rivoluzione digitale

Anno 2019: 

2019-2020, Bellanova: parole d’ordine sono nuove generazioni, donne, filiere, investimenti, innovazione, internazionalizzazione ed export. Presidio assoluto tavoli ue

2019-2020, L’abbate, Mipaaf: ottimi risultati da punto di partenza incerto. Ora guardare al futuro affrontando tutte le sfide

2019-2020, Vallardi: basta attriti politici o fondamentalismi, far fronte uniti ai due flagelli che stanno cambiando il volto agricolo dell’Italia

2019-2020, Gallinella: soddisfatto per l.Bilancio. Ora pensare in grande e alla pesca, per troppo tempo dimenticata

2019-2020, Giansanti, innovazione e strategia nazionale per far fronte a competitor sempre piu aggressivi

2019-2020, Mercuri: piu attenzione a crescita imprese e meno conflitto politico. Non mortificare settore

2019-2020, Scanavino, Cia: coniugare sostenibilita ambientale a quella economica. Traducendole in sostenibilita sociale

2019-2020, Verrascina: agricoltura ha capacita di adattamento maggiore rispetto ad altri comparti. Ma ora abbia stabilita

2019-2020, Tiso, Confeuro: basta cantilene e filastrocche. Agricoltori non sono contenti, primario resta squilibrato

2019-2020, Cappellini, Cai: anno della sfida cambiamenti climatici, competitività e agricoltura digitale

 

 

Anno 2018:

2018-2019, Centinaio: sei mesi per aggiustare il tiro. Tra agroalimentare e turismo matrimonio perfetto

2018-2019, Manzato: prossimo anno visione strategica politica agricola nazionale. Ecco i 5 pilastri. VIDEOINTERVISTA

2018-2019, Pesce: basta compartimenti stagni ma visione unitaria dell’agroalimentare

2018-2019, Vallardi: gioco di squadra tra Mipaaft e comagri Camera e Senato ha dato suoi risultati

2018-2019, Gallinella: comagri Camera piu produttiva del passato. Ecco cosa abbiamo fatto e cosa faremo. VIDEOINTERVISTA

2018-2019, Mercuri: dal governo nuovo ci aspettiamo cose nuove dedicate a settore agroalimentare. VIDEOINTERVISTA

2018-2019, Giansanti: agricoltura deve essere connessa per consentire crescita del paese

2018-2019, Scanavino: anno segnato dal maltempo. Ora strategia nazionale a tutela aree rurali

2018-2019, Verrascina: agricoltura non chiede aiuti ma investimenti per competere sul mercato

2018-2019, Serpillo: agroalimentare in grado di ridurre tensioni mediterraneo e immigrazione

2018-2019, Unci agroalimentare: premesse favorevoli e buoni propositi

Anno 2017: 

BILANCIO 2017, Martina: reddito, export e cambiamenti climatici, ma non solo. Piedi per terra e testa al mondo

BILANCIO 2017, Castiglione: sulla pesca Italia ha chiuso con infrazioni Ue. Tutto quello che e’ stato fatto per il settore

BILANCIO 2017, Formigoni: ora spazio ai giovani per dare sprint a settore

BILANCIO 2017, Sani: Camere e governo concentrate sui temi agricoli senza precedenti. Ora pac

BILANCIO 2017, Giansanti: innovazione digitale opportunita per far recuperare gap di competitivita

BILANCIO 2017, Scanavino: potenza straordinaria del made in Italy ma organizzazione precaria

BILANCIO 2017, Mercuri, ogni prodotto cooperativo comprato da qui da noi o gdo viene direttamente dall’agricoltore

BILANCIO 2017, Verrascina: aggregare agricoltura, industria e gdo. No agli scontri inutili

BILANCIO 2017, Serpillo: Italia promuova se stessa, puntando al mediterraneo

BILANCIO 2017, Minelli: enormi potenzialita in tutta la filiera, governo si concentri su pac

BILANCIO 2017, Alleanza cooperative pesca: per il settore chiaro e scuro

Anno 2016: 

2016-2017, Martina: il bilancio dell’anno che si chiude e quello che faremo ora. A partire dal g7. Reddito, trasparenza e semplificazione

2016-2017 VIceministro Olivero: passare da visione difensiva a visione strategica. Recuperare mercato russo e conservare quello americano

2016-2017, Formigoni: ottima collaborazione tra camera e senato. A breve anche legge su consumo del suolo, dieta mediterranea e agrumeti

2016-2017, Sani: avvicinare primario a mondo della trasformazione. In comagri pesca, biologico, forestazione e ippica

2016-2017, Guidi: occorre strategia ‘offensiva’ sui mercati. Attendiamo governo Trump che potrebbe riaprire mercato con russia

2016-2017 Scanavino: sara’ l’anno in cui si pensera alla pac post 2020. Sfida dell’agricoltura del futuro

2016-2017 Verrascina: sostenere agricoltori, basta dare credito a chi dice di farne le veci attraverso la propaganda

2016-2017, Mercuri: risorse siano destinate a opportunita di sviluppo. Anche per pac post 2020

2016-2017, Serpillo (Uci): aprirsi a paesi del mediterraneo. E rivedere sistema aiuti Ue

2016-2017, Castiglione: tanti risultati per la pesca, dal pesce spada al piano di gestione vongole che prende il via nel 2017

2016-2017, Tiozzo (Federcoopesca): maggiore attenzione a settore, uscire da atteggiamento conservatore e riprendere riforme. L’anno del feamp

Anno 2015: 

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Martina: abbiamo lavorato tanto e con impegno. Rimangono sfide entusiasmanti ma siamo pronti

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Formigoni: anno molto positivo, potenziare ritorno alla terra da parte dei giovani

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Sani: e’ stato l’anno delle politiche agricole. Ora ripetere con piu forza per l’anno che verra’

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Mercuri: tutto quello che governo investira nel settore tornerà moltiplicato a beneficio dell’economia di tutto il paese

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Guidi: l’anno con maggiore attenzione ma in cui silenziosamente settore ha sofferto di piu

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Scanavino: bene attenzione settore ma peccato per latte e zootecnia

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Verrascina: nel prossimo anno tradurre successo di expo in ricchezza per gli agricoltori

Anno 2014: 

LE INTERVISTE PER 2014-2015, Maurizio Martina: sara’ l’anno della ripresa. Buono il bilancio del 2014

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Roberto Formigoni: sara’ l’anno delle sfide

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Luca Sani: finalmente politiche di sostegno concrete per il settore

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Mario Guidi: 2014 anno da dimenticare, ma sono stati buttati dei semi importanti per il settore

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Scanavino: l’anno passato e’ stato grigio, il 2015 sara’ migliore

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Franco Verrascina: anno che si chiude in chiaro scuro

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Giorgio Mercuri: un po piu’ di ottimismo mettendo da parte la rassegnazione

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Luigi Scordamaglia: guardo il bicchiere mezzo pieno, ma cambiare, cambiare e cambiare. Svolgeremo ruolo attivo

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Ettore Iani’: ogni azienda vede il futuro con 37 euro da investire

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Giampaolo Buonfiglio: sara’ l’anno delle riforme

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Paolo Tiozzo: bilancio non positivo per la pesca

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Luigi Giannini: riduzione prezzo gasolio ha salvato il settore

Anno 2013: 

L’ANNO CHE VERRA, Roberto Formigoni: made in Italy, storia italiana di successo. Ecco le cose da fare subito

L’ANNO CHE VERRA, Luca Sani: affrontare la riforma del Mipaaf riconfigurandone ruolo e funzioni

L’ANNO CHE VERRA, Paolo de Castro: piu sinergia per dare solide prospettive all’agricoltura e all’agroalimentare

L’ANNO CHE VERRA, Luigi Scordamaglia: ora tutti insieme per un deciso cambio di passo

L’ANNO CHE VERRA, Antonio Piva: basta buoni propositi, ora meno burocrazia e piu credito

Massimo Coccia: la pesca che vorrei…

Giuseppe Politi: l’anno che verra’…

Franco Verrascina: l’agricoltura tra bilancio di un anno e il futuro

Ettore Iani, una domanda al ministro: se fare agricoltura e’ figo, fare impresa nella pesca e’ da sfigati?

Massimo Gargano: l’olivicoltura italiana un triciclo…A due ruote

Giampaolo Buonfiglio: allarmante “Effetto surf” del Mipaaf con cui politica agricola continua a “Non essere”

Mario Guidi: lavorare in funzione del concetto di “New normal”

Giorgio Mercuri: ogni azienda sa quale e’ il suo “Chilometro giusto”

Giuseppe Alonzo: ricerca si traduce in sviluppo e crescita economica

Arturo Semerari: al centro garanzie di credito e assicurazioni

 

 

 

 

 




2018-2019, Centinaio: sei mesi per aggiustare il tiro. Tra agroalimentare e turismo matrimonio perfetto

“Sono stati sei mesi di lavori intensi per perseguire gli obiettivi che mi sono prefissato e correggere il tiro su un settore che ha un potenziale economico, sociale e ambientale enorme. Dalla lotta alla contraffazione al sostegno al reddito di chi lavora in mare alla tutela del comparto apistico dal quale dipende la biodiversità di tutta l’agricoltura. Ma non solo: xylella, birra e valorizzazione e promozione del Made in Italy, per il quale sono stati stanziati in questa manovra ulteriori 90 milioni di euro”. Così ad AGRICOLAE, il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio nell’intervista di fine anno.

Un passo “importante”, per il titolare del dicastero, quello di unire il Turismo (prima al Mibac) al Mipaaf. “È nato il Mipaaft perché valorizzare il Made in Italy vuol dire prima di tutto promuoverlo e farlo conoscere. E il turismo è un veicolo perfetto in questo senso”, spiega. “Si attiva così un circolo virtuoso per cui l’agroalimentare ‘usa’ il turismo per andare fuori confine e fare marketing e il turismo ‘usa’ le eccellenze Made in Italy come richiamo e per vendersi in tutto il mondo. Un matrimonio perfetto. Abbiamo già avviato l’adeguamento delle norme sulle guide turistiche, rafforzato la lotta all’abusivismo nelle strutture ricettive e limitato la direttiva europea Bolkestein sui servizi”.

E per il 2019?: “tanti i temi che affronteremo coordinandoci con il lavoro delle commissioni di Camera e Senato. A partire dal caporalato, una piaga che va risolta, fino alle strategie di filiera. Il Mipaaft lavorerà in sinergia con gli altri ministeri e il Parlamento – conclude – per trovare una soluzione condivisa ad alcuni temi che sono fermi sui tavoli da troppo tempo”.




2018-2019, Gallinella: comagri Camera piu produttiva del passato. Ecco cosa abbiamo fatto e cosa faremo. VIDEOINTERVISTA

“Questi sei mesi sono stati impegnativi. L’obiettivo nei primi due mesi di attività della commissione Agricoltura della Camera è stato quello di conoscere e di farci conoscere dal mondo agricolo e scegliere i temi da portare sul tavolo. Poi siamo entrati nel vivo degli argomenti, con l’indagine conoscitiva sulla Xylella”. Così ad AGRICOLAE il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella nel tirare le somme sul 2018. “Poi abbiamo portato in aula due proposte di legge: la filiera corta e km zero e il biologico. Posso dire che rispetto al passato siamo stati molto produttivi”.

Molte polemiche sulla Manovra “ma al di la dei cavalli di battaglia come il reddito di cittadinanza, flat tax e quota cento – prosegue – c’è anche una parte agricola: come la fiscalità che prevede di tracciare il mercato del tartufo facendo emergere il nero, (che nella legislatura avevamo provato a fare senza successo) e la vendita diretta. Poi la pesca, la birra e così via. Penso che abbiamo fatto un bel lavoro”.

“Nel 2019 prevediamo un mese di gennaio intenso”, continua ancora il presidente Comagri Camera. “A partire dalla risoluzione sull’etichettatura delle uova e la proposta di legge per tutelare quello che resta degli ettari coltivati con il pomodoro di San Marzano. Poi la semplificazione, su cui inizieremo un percorso di audizioni e la canapa, tema da affrontare assieme alla commissione Affari sociali e Sanità”. Infine con il minsitero del Lavoro sarà toccato il tema del caporalato. “La legge funziona? non funziona? Occore capire se una legge basta per risolvere una piaga così importante”, conclude Gallinella.




2018-2019, Giansanti: agricoltura deve essere connessa per consentire crescita del paese

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti tira le somme, con AGRICOLAE, sull’andamento del 2018 e sulle prospettive per il 2019. “Il 2018 è stato un anno transitorio che si è caratterizzato per la crisi del settore cerealicolo a causa delle produzioni che hanno risentito del maltempo e delle quotazioni non in linea con le attese dei produttori. Un segnale su cui dovremo ragionare. Importante anche che il ministro Centinaio abbia convocato il tavolo sulla pasta e che si stia ragionando su garanzie da dare al settore maidicolo. Mi auguro che nel 2019 ci possano essere prezzi piu alti”.

Poi il settore olio, con la Puglia in ginocchio e anche li produzioni in calo. “Mi auguro – prosegue Giansanti – che il prossimo anno le cose possano andare meglio sia in termini di produttivita che di prezzi. La Xylella continua ad essere un problema e occorre un ammodernamento della filiera per essere competitivi e garantire i livelli della produzione. Per questo mi auguro che nei primi mesi del 2019 ci possa essere il piano nazionale sull’ovicoltura”.

Anche per la zootecnia “alti e bassi, non è questo un anno da ricordare”.

Sotto il punto di vista generale invece, il presidente di Confagricoltura spiega che “i macronumeri diocno che il settore tiene”. “Il settore continua ad essere trainante in una situazione di stallo di tutto il Paese con il Pil negativo e l’agroalimentare che registra un segno positivo”.

Poi l’export, con “i dazi che chiamano dazi”. “Dal punto di vista dell’export la politica dei dazi ha messo in difficoltà tutte le nazioni esportatrici e l’Italia ha sempre piu bisogno per questo motivo di guardare ad altri mercati per raggiungere quote pari a Germania e Olanda, paesi forti nelle esportazioni ma deboli nel Made In. Al contrario di noi”, prosegue Giansanti.

“Il 2019 ci farà poi capire se avremo una nuova Pac o un regime transitorio. E’ evidente però che parlare di riforma della Pac fino a che non avremo capito quali sono le risorse su cui potremo contare è rischioso”.

Bene per il numero uno di Palazzo della Valle “l’approvazione delle pratiche sleali dato che il settore dell’agricoltura sconta nelle trattative commerciali la frammentazione dell’offerta che la contraddistingue”.

Sul tema delle infrastrutture “occorre fare molti passi avanti. L’assenza rende l’Italia meno competitiva. Abbiamo bisogno di connettere l’agricoltura al mondo e in questo serve anche il digitale. L’agricoltura a livello mondiale va ormai verso forme di produzioni digitalizzate mentre l’Italia è ferma ancora al 3G e in alcuni casi neppure a quello. Occorre portare la smart farm su tutto il territorio nazionale. Se l’Italia agricola vuole recuperare spazi di mercato e competitività deve essere connessa. Servono risposte per consentire la crescita del settore e del Paese”.

Infine il tema del lavoro: “in agricoltura tiene, quest’anno abbiamo firmato un buon contratto nazionale – spiega – ma abbiamo bisogno da parte del governo di un intervento sul cunero fiscale perché ancora oggi siamo  molto piu cari rispetto ai colleghi/competitor tedeschi, francesi o spagnoli”, conclude.




2018-2019, Scanavino: anno segnato dal maltempo. Ora strategia nazionale a tutela aree rurali

bilanio 2017“Il 2018 si caratterizza come un anno in cui gli agricoltori hanno dovuto lottare con condizioni meteorologiche non favorevoli in nessuna parte d’Italia, e soprattutto hanno dovuto fare i conti con una manutenzione del territorio che non c’è”. Così, ad AGRICOLAE, il presidente della Cia Dino Scanavino nel fare un breve report dell’andamento ‘agricolo’ del 2018. “Si è scoperto un nervo scoperto che noi denunciamo da tempo”, prosegue. “E’ venuta a mancare finora la manutenzione delle aree rurali fino ad arrivare ad avere delle vittime. Ci si deve interrogare su un grande progetto di manutenzione del territorio, in particolare delle aree appenniniche e rurali”, insiste. Il 2018 si è anche caratterizzato con un grande dibattito sulla Pac, sul futuro dell’agricoltura europea che deve competere sui mercati mondiali, dal riso al vino. “La Pac ci darà o meno la possibilità di essere competitivi”, prosegue ancora Scanavino. “Ma non deve essere considerata solo un plafond di risorse da dividere quanto invece un progetto strategico per rendere competitivita l’agricoltura europea”.

La Cia ritiene che i trattati di libero scambio vadano “curati e gestiti con molta attenzione ma comunque perseguiti. L’Europa e l’Italia in particolare hanno una qualità che tutto il mondo desidera”, prosegue il presidente Cia. “Duqnue avere delle regole scritte si traduce in un vantaggio tutto italiano. Il libero scambio diventa un’esigenza fondamentale per lo sviluppo”.

Per il 2019? “sulla politica interna occorre concentrarsi su un piano nazionale di manutenzione del territorio”, spiega Scanavino. “Per quanto riguarda il piano europo occorre pensare a una Pac che – al di la delle risorse – possa rendere veramente competitive le aziende italiane”.




BILANCIO 2017, Castiglione: sulla pesca Italia ha chiuso con infrazioni Ue. Tutto quello che e’ stato fatto per il settore

castiglione

Il sottosegretario con delega alla pesca tira le somme sull’annata 2017 e sull’operato della legislatura

Molte le questioni affrontate e risolte per il settore pesca nel 2017 e in tutta questa legislatura. “A partire dal nuovo piano triennale che permette di fare progetti per il comparto”, spiega ad AGRICOLAE il sottosegretario Mipaaf con delega Giuseppe Castiglione. Ma non solo: “da rilevare – spiega – una serie di misure per la flotta legate ai fondi Ue Feamp messe a punto per avviare le demolizioni che concluderemo entro il 2018 per tutte le imbarcazioni, principalmente a strascico, che erano in sovraccapacità rispetto al segmento di produzione e conseguentemente alla flotta”. Sempre sul Feamp Castiglione spiega che “finalmente possiamo iniziare a spendere le risorse. A livello centrale per mettere a sistema misure relative all’innovazione e all’ecosistema e alla valorizzazione delle Op; a livello regionale per sostenere l’acquacoltura, la trasformazione fino alla commercializzazione del prodotto”.

Poi i piani di gestione: “Per quanto riguarda le misure di gestione abbiamo fatto un decreto sulla pesca artigianale che serviva a indentificare quella pesca poco impattante permettendo di regolarne l’attività entro una certa distanza dalla costa. Valorizzando così i piccoli pescatori senza attrezzi impattanti”, prosegue ancora il sottosegretario.

Poi è stato fatto un piano di gestione per regolare l’attività per quanto riguarda la pesca ai piccoli pelagici, alici e sardine.

“Proprio giovedì scorso abbiamo incontrato il commissario Ue con il quale abbiamo condiviso l’opportunità di consentire un piccolo incremento della cattura accessoria accidentale sulla quota del tonno per tutte quelle imbarcazioni che si occupano di pesce spada e che sono state penalizzate dalla ripartizione delle quote Iccat all’interno dell’ambito Ue. Questione su cui pende un ricorso da parte dell’Italia alla Corte di Giustizia europea”, precisa ancora Castiglione.

Un passo importante, conclude il sottosegretario – è il fatto che “abbiamo chiuso tutte le procedure di infrazione che l’Italia aveva con l’Unione europea. Compresa quella importante relativa ai controlli delle reti (spadare) attraverso un progetto pilota. Infine, una cosa dell’altro ieri, conclude il sottosegretario, abbiamo adottato finalmente il piano di gestione per il Rossetto per Mafrendonia, altra cosa che era da tempo in sospeso”.




2016-2017, Martina: il bilancio dell’anno che si chiude e quello che faremo ora. A partire dal g7. Reddito, trasparenza e semplificazione

È stato un anno !importante” per il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. “Abbiamo raggiunto un traguardo fondamentale come l’approvazione della legge contro il caporalato e il lavoro nero in agricoltura”, spiega ad AGRICOLAE nel tirare le somme sull’anno che si sta per chiudere. “Una grande battaglia di civiltà e giustizia”. “Raccogliendo poi l’eredità di Expo Milano – prosegue poi -, abbiamo approvato anche la legge contro gli sprechi alimentari, rendendo così più facile per le imprese donare. Dal punto di vista della tutela del reddito, abbiamo completato la più grande operazione di sgravio fiscale mai fatta prima in Italia nel settore primario, eliminando Imu, Irap e Irpef agricole, con un risparmio di 1,3 miliardi di tasse in due anni. C’è tanto lavoro ancora da fare sul fronte organizzativo e sul valore che resta alla parte più debole della filiera agricola. Allo stesso tempo abbiamo proseguito un’azione concreta di taglio alla burocrazia”.

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“Via libera al testo unico del vino, ai registri telematico e al Collegato agricolo, per una maggiore semplificazione, certezza del diritto, riduzione dei contenziosi e un sistema di controlli migliore”, prosegue il ministro. “Spazio anche all’innovazione e alla ricerca, con il piano da 21 milioni per lo sviluppo delle biotecnologie sostenibili. E via libera alla svolte storiche per l’origine della materia prima in etichetta per il latte, i formaggi e la filiera Grano-Pasta. Negli ultimi mesi, focus sul centro Italia, a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto. Un lavoro improntato sulla gestione dell’emergenza, ma soprattutto sulla prospettiva di ripresa con lo stanziamento di 340 milioni per il rilancio del settore agroalimentare, guardando in particolare ai giovani che vogliono far ripartire quei territori”.

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E per quanto riguarda il 2017? “Ospiteremo il G7 dell’Agricoltura e ci attendono sfide importanti. Tutela del reddito, trasparenza e semplificazione sono le parole chiave”, precisa ancora Martina. “Nei primi mesi avverranno infatti i negoziati con Bruxelles sullo schema di decreto che abbiamo inviato per arrivare a un modello di etichettatura che consentirà di indicare con chiarezza al consumatore sulle confezioni di pasta secca prodotte in Italia il Paese o l’area dove è coltivato il grano e quello in cui è macinato. Una sperimentazione che segue quella già avviata per i prodotti lattiero caseari in Italia e obbligatoria da marzo 2017. Una battaglia che abbiamo portato avanti con determinazione e che rientra nel piano di azioni a sostegno degli allevatori”.

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“Continuiamo inoltre l’azione di tutela delle nostre eccellenze, in tutta la filiera come sul web, dove il rischio frodi è in aumento. Per questo abbiamo rinnovato gli accordi con eBay e Alibaba, che ci hanno già consentito di rimuovere dagli scaffali virtuali migliaia di tonnellate di falsi prodotti di qualità certificata. Per dare più forza al settore primario vogliamo sfruttare fino in fondo le opportunità delle deleghe del Collegato agricoltura e spingere sull’innovazione e sull’agricoltura di precisione con gli strumenti di Industria 4.0. I prossimi 12 mesi sono importanti anche per la revisione della Pac, continueremo a dare battaglia perché si rinnovino gli strumenti di gestione delle crisi, ormai decisamente obsoleti”.

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“Per gli agricoltori che ogni investono energie e lavoro nei nostri territori servono risposte concrete in tempi rapidi. Sotto questo aspetto la Pac ha margini di miglioramento enormi. Dobbiamo lavorare intensamente su questo insieme alle organizzazioni, agli europarlamentari e alle Regioni”, conclude il ministro. 1




2016-2017 VIceministro Olivero: passare da visione difensiva a visione strategica. Recuperare mercato russo e conservare quello americano

Il 2016 dal punto di vista del ministero “è stato un anno soddisfacente ricco di iniziative legislative che hanno permesso di concludere l’iter lungo e impegnativo del Collegato Agricolo”, spiega ad AGRICOLAE il viceministro delle Politiche agricole Andrea Olivero nel tirare le somme sull’anno che si sta per chiudere. “Con una grande quantità di innovazioni per tutto il comparto.” È stato anche un anno che ha visto interventi significativi per comparti chiave come il latte e i cereali “con un indirizzo molto forte da parte del dicastero volto al sostegno della filiera italiana e alla riconoscibilità del prodotto nazionale. Un dato importante questo a tutela anche dei consumatori”, prosegue. “Grande attenzione a settori forti come quello vitivinicolo con l’approvazione del testo unico del vino che segna una svolta nelle modalità legislative. Per la prima volta si introduce davvero un testo unico con l’ausilio di tutto il comparto produttivo”, continua ancora Olivero.

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“È stato anche un anno che ha manifestato delle difficoltà, nel settore latte, ortofrutta, carne e cereali. Abbiamo toccato con mano come la globalizzazione abbia portato alla speculazione di alcuni mercati e alla necessità di alcuni settori di avere delle strategie complessive di gestione dei mercati. Per questo occorre nel 2017 passare a una visione difensiva a una visione strategica”.

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Secondo il viceministro “oggi abbiamo la necessità di tutelare un settore che ha fatto grandi passi avanti e ci attende un lavoro enorme sulla tutela delle nostre denominazioni e su quelle che sono più in generale le nostre produzioni nazionali considerando che siamo non solo produttori ma anche trasformatori. Dando la giusta ricompensa al nostro produttore garantendo reddito al comparto”.

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Per questo è necessario per il viceministro Mipaaf “un ulteriore potenziamento del sistema dei controlli in tutti gli ambiti dell’agroalimentare. Abbiamo fatto dei passi notevoli in questi anni e soprattutto nel 2016 per quanto riguarda gli accordi internazionali per tutelare i nostri marchi e sulla possibilità di intervenire su acquisti on line truffaldini. Ma c’è ancora tanto da fare, come per il biologico su cui contiamo di intervenire a breve per dare certezze ai consumatori e garanzie ai produttori sani e onesti che non vogliono vedere messa a rischio la propria credibilità sui mercati”.

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Per quanto riguarda l’export “credo che si debba cercare su superare questa situazione che oggi vede la chiusura del mercato russo. Chiaramente non può essere il Mipaaf a decidere ma credo che si possa cercare di risolvere la situazione per riaprire quello che è un mercato strategico. Al contempo la nostra preoccupazione è quella di far si che non compaiano visioni protezionistiche negli Stati Uniti, un mercato che è cresciuto molto negli ultimi anni e per noi molto importante”. “Cercheremo di spiegare – prosegue ancora Olivero – alla nuova amministrazione americana l’importanza di garantire il consumatore Usa mettendo a disposizione gli autentici prodotti italiani resi riconoscibili in prospettiva di tutela della qualità made in Italy e dei consumatori americani. Cercheremo di sostenere questo negli accordi bilaterali e nelle relazioni che continueremo a sviluppare con azioni mirate nel nostro export”, conclude




2016-2017, Formigoni: ottima collaborazione tra camera e senato. A breve anche legge su consumo del suolo, dieta mediterranea e agrumeti

“Mi sembra che anche questo sia stato un anno positivo per l’agricoltura italiana e in genere direi che questa legislatura sia stata una ricca di provvedimenti che sono venuti incontro a tante diverse esigenze del settore”. Così ad AGRICOLAE Roberto Formigoni, presidente della commissione Agricoltura del Senato sull’andamento dell’annata 2016. “Tante cose fatte, a partire dal tema fondamentale della tassazione con il riordino e abbassamento complessivo, all’Imu agricola e alla messa a disposizione dei terreni per i giovani imprenditori. Fino al testo unico del vino”. Da non dimenticare poi la legge sugli sprechi alimentari, l’agricoltura sociale e l’agricoltura di precisione.

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“Guardando in avanti – prosegue – abbiamo da terminare nell’immediato il tema della Dieta Mediterranea, di alto valore culturale perché permette di mettere in luce parte dell’eredità della storia italiana, il tema degli agrumeti tradizionali e della ristorazione collettiva. In prospettiva anche il riordino del sistema ittico e di quello ippico su cui stiamo lavorando in maniera bicamerale grazie alla collaborazione tra le due Camere”. Altra legge in dirittura di arrivo – conclude Formigoni – quella sul consumo del suolo “che contiamo di portare a termine nel giro di qualche settimana”.

 




2016-2017, Sani: avvicinare primario a mondo della trasformazione. In comagri pesca, biologico, forestazione e ippica

“Il 2016 è stato un anno positivo. Siamo andati avanti sia dal punto di vista fiscale che sul piano normativo, come il testo unico del vino”, dichiara ad AGRICOLAE il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Luca Sani. “Il 2017 dipenderà dalla situazione generale ma credo che dovremo continuare a lavorare per rafforzare il settore Primario rendendolo più vicino all’agroalimentare e al mondo della trasformazione attraverso i contratti di filiera e iniziative che abbiano questo obiettivo”, prosegue. Poi il biologico, che sul piano legislativo da portare a compimento. “Come anche la riforma del settore ittico per cui siamo in attesa degli atti delegati contenuti nel collegato agricolo. Biologico, ippica, forestazione e pesca, dunque. “Temi che riempiranno l’agenda della commissione Agricoltura se il governo darà seguito ai contenuti del Collegato. Ci aspetta molto lavoro”, conclude Sani.




2016-2017, Guidi: occorre strategia ‘offensiva’ sui mercati. Attendiamo governo Trump che potrebbe riaprire mercato con russia

“Un anno a luci ed ombre come accade ormai da anni in cui abbiamo visto una polarizzazione dei sistemi agricoli e delle aziende con comparti che ce la fanno – quelli proiettati alla trasformazione e all’export – e comparti che invece soffrono perché in diretta concorrenza con il prodotto estero, come il grano”. Così ad AGRICOLAE il presidente di Confagricoltura Mario Guidi fotografando il 2016 che si sta per chiudere. “Un sistema agricolo che ha beneficiato di interventi del governo e che allo stesso tempo si è confrontato con degli eccessi normativi come quelli sulla legge sul Caporalato”.

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Al di là di tutto, secondo Guidi, “si nota ancora una volta l’assenza di una strategia di politica agricola nazionale perché al di là degli entusiasmi del made in Italy non riusciamo a comporre una strategia nazionale che sia offensiva sui mercati. Né sul mercato nazionale e tanto meno su quello internazionale. C’è molto quindi su cui lavorare sia sul punto di vista delle istituzioni da cui provengono troppi timidi segnali di semplificazione, sia all’interno dei sistemi attuali agricoli per una maggiore alleanza tra agricoltori. Che ancora faticano a capire come in un mondo così complesso l’unione faccia veramente la forza. Ci sono troppi individualismi e poca propensione alla collaborazione”, prosegue il numero uno degli imprenditori agricoli. “Ancora troppi interventi a pioggia e pochi interventi mirati. Tra le misure importanti da ricordare il testo unico del vino che dovrebbe insegnare il modo di lavorare della politica, delle rappresentanze e delle istituzioni. Un esempio per il futuro”.

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E il 2017? “È l’anno in cui molte cose andranno a regime, ci auguriamo. Ma diventa anche l’anno che, avvicinandosi la fine della programmazione della Pac, si discuterà il post 2020. Si parte da lì per costruire qualcosa con un orizzonte più lungo e quindi il 2017 pur con la preoccupazione di una instabilità di governo, potrebbe o dovrebbe essere l’anno in cui iniziamo quantomeno ad immaginare una strategia diversa di attacco ai mercati per distinguere tra agricoltura di sussistenza e quella delle imprese. Che non sono in antitesi ma hanno bisogno di politiche diverse. Mi piacerebbe – prosegue Guidi -che si percorressero entrambe le strade e che ci fosse una capacità di distinguere i diversi modi di fare agricoltura e interventi mirati per favorire occupazione, reddito e la conquista dei mercati che sono l’unico vero elemento di stabilità”.

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“Sul piano delle politiche internazionali attendiamo con interesse l’insediamento del nuovo governo degli Stati uniti da cui non è affatto detto che avremo conseguenze negative. Quanto meno non superiori ai problemi che abbiamo avuto con la chiusura del mercato russo. Un nuovo dialogo tra Stati Uniti e Russia e quindi di concerto con l’Unione europea che ha seguito le strategie del presidente Obama potrebbe – conclude il presidente di Confagricoltura – consentire di recuperare un mercato importante su cui l’embargo ha avuto come unico effetto quello di rafforzare l’economia interna agroalimentare della Russia a discapito dei nostri prodotti”.




2016-2017 Scanavino: sara’ l’anno in cui si pensera alla pac post 2020. Sfida dell’agricoltura del futuro

Un bilancio estremamente negativo per alcuni settori come quello zootecnico che rimane in una stagnazione perfetta. Altri settori hanno avuto dei momenti di instabilità come la cunicoltura e la sunicoltura. Il presidente della Cia Dino Scanavino tira le fila, con AGRICOLAE, sull’anno che si sta per chiudere guardando all’anno che si sta per aprire. In primo piano il dramma dei cereali: “a parte qualche piccolo ritocco in alto non si muove ed è a rischio speculazione. C’è un problema sostanziale come quello del glifosato in campo, pratica che in Italia non abbiamo mai attuato e ora addirittura proibita, al contrario di quanto accade in Canada, da cui importiamo. Su questo la politica dovrebbe intervenire. Altri settori hanno avuto invece performance importanti, come il vino. Che ora occorre stabilizzare”.

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“Il 2017 è legato a una riforma della Pac che ancora è poco chiara: dalle piccole avvisaglie sarà un piccolissimo lifting che potrebbe però rendere utilizzabili alcuni misure come il greening”, prosegue Scanavino. “Abbiamo il piano di sviluppo rurale che per ora ha dato scarsi risultati. E poi occorrerà pensare alla Pac post 2020, che sarà la vera sfida: sostenere l’agricoltura con risorse ridotte a fronte della necessità di una maggiore produzione. Per me sarà anche l’ultimo anno di presidenza. Sarà l’anno in cui tireremo le fila del lavoro che abbiamo fatto fin qui. La Cia compierà 40 anni e intendiamo celebrarli assieme al Trattato di Roma che è stato alla base dell’Unione europea in cui continuiamo a credere. Facciamo poi gli auguri a Martina , Olivero e Castiglione già sapendo che ci sarà un governo nuovo già probabilmente nel 2017. La stabilità del Paese – conclude il presidente della Cia – è un valore importante per qualunque imprenditore, compresi quelli agricoli”.




2016-2017 Verrascina: sostenere agricoltori, basta dare credito a chi dice di farne le veci attraverso la propaganda

“Un 2016 che non è andato del tutto bene per l’agricoltura italiana. Il vero problema rimane quello del reddito che è mancato ancora una volta per tanti prodotti”, spiega ad AGRICOLAE Franco Verrascina, presidente Copagri, nel tirare le somme dell’anno che si sta per chiudere. “Mi aspetto che per il 2017 ci si renda conto che occorre dar credito a un settore importante per l’economia del nostro Paese e per questo dobbiamo stare tutti attenti. Basta dare credito a chi fa propaganda per i propri interessi. Occorre invece sostenere chi davvero vive del lavoro della terra”, prosegue

Secondo Verrascina, si tratta di uno dei settori che vale non solo per l’agricoltura in senso stretto ma per tutto ciò che la circonda, dal turismo all’industria: “chiedo solo che ci si renda conto del patrimonio che l’Italia ha e di cui non sfrutta il massimo potenziale. Senza fare propaganda, si rilanci il Primario, Che si chiama così non a caso. Ma nell’interesse degli agricoltori, non di chi dice di farne le veci”.