Consorzio Agrario Parma approva il bilancio 2023 con un risultato tra i migliori della sua storia

Il mese di Aprile 2024 resterà una data fondamentale nella storia dei 131 anni del Consorzio Agrario di Parma sia perché segna dopo 13 anni la conclusione del “concordato in continuità” consentendo oggi la piena operatività dell’impresa cooperativa, sia per il risultato del bilancio relativo all’esercizio 2023 che, approvato all’unanimità dall’Assemblea dei Soci, si attesta come uno dei migliori bilanci di sempre per fatturato con oltre 74 milioni di euro e un Ebitda di 2 milioni e 170 mila. Il Consorzio Agrario ha saldamente tenuto i propri standard nei diversi settori su mercati molto oscillanti, arginando così anche la rilevante incidenza dell’incremento dei tassi di interesse e dell’inflazione. Ad aver influito è stato soprattutto il calo dei prezzi dei cereali, generato dal surplus di offerta su scala globale, ma anche in questo caso va rimarcato come il CAP, in un anno sostanzialmente di crisi del settore cerealicolo, abbia visto un aumento del numero di imprese agricole parmensi che hanno conferito i propri cereali presso i centri di stoccaggio consortili, a testimonianza del livello di fidelizzazione che ad oggi è di circa 4000 soci e 4200 clienti agricoli. Oltre a questo, nel 2023 il Consorzio ha incrementato la gamma e il numero dei prodotti commercializzati che ora sono quasi 31 mila e anche questo ha consentito di mantenere ottimi risultati nei diversi comparti. Da oggi poi il Consorzio Agrario, chiudendo il concordato in continuità con successo, potrà operare con maggiore dinamicità sui mercati e con gli istituti di credito di riferimento: “Siamo felici di questo duplice risultato – ha commentato il presidente Giorgio Grenzi – Voglio ringraziare sentitamente la Coldiretti che sin dal  tempo del commissariamento, costituendo il Consiglio di Amministrazione con i suoi rappresentanti, dimostrò lungimiranza credendo fortemente nella rinascita e nelle potenzialità della nostra realtà di impresa cooperativa che oggi ha superato le difficoltà in modo brillante; per concludere ringrazio Coldiretti Provinciale, Regionale e Nazionale che ci ha sempre supportato nei momenti difficili, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, il Direttore Generale, tutti i Direttori che si sono succeduti, i Dipendenti, gli Agenti, i Commissari, gli advisors e tutto il Sistema Bancario che ci ha sostenuto ”.  Soddisfatto il direttore del CAP Roberto Maddè: “Il bilancio che chiudiamo, che registra un ottimo fatturato, dimostra che i trend di prestazione sono stati mantenuti e l’andamento positivo si consolida sempre di più nel tempo nonostante le possibili criticità che periodicamente possono influire sulle singole performances e che soprattutto non dipendono direttamente dal nostro agire, ma da fluttuazioni economico finanziarie. Siamo molto soddisfatti e ringrazio tutti gli artefici di questo risultato positivo, in modo particolare tutti i Soci ed i Clienti che continuano a credere nella nostra attività”. In occasione dell’approvazione del bilancio 2023 si registra anche il plauso tributato alla qualità della gestione amministrativa e finanziaria del CAP da parte dal Collegio dei Revisori presieduto dalla dottoressa Simona Gnudi.




Confagricoltura Piacenza. Tutta la suinicoltura del nord Italia all’incontro con il commissario straordinario alla Psa

Erano rappresentanti diversi milioni di suini nella sala di Alessandria all’incontro organizzato da Confagricoltura ieri pomeriggio con il commissario alla Psa Vincenzo Caputo. Sul tavolo dei relatori, a fianco del commissario, una squadra coesa anche se provata dalla battaglia per fermare questa malattia che sembra invincibile: Rudy Milani presidente della federazione nazionale di prodotto Suinicola di Confagricoltura, Giovanna Parmigiani componente di Giunta nazionale e presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Piacenza ed Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte.

In sala tanti suinicoltori anche dalla provincia di Piacenza insieme al direttore Marco Casagrande e alla responsabile della comunicazione Elena Gherardi.

Il commissario ha indicato la via dei distretti suinicoli: aree in cui la presenza del cinghiale deve essere portata a zero. Ha ribadito l’utilità della biosicurezza rafforzata, si è impegnato a farsi carico di chiedere conto delle speculazioni commerciali in corso, soprattutto, ha dialogato e ascoltato per un intero pomeriggio il grido disperato di allevatori che vedono la loro carne deprezzata, da un momento all’altro, in base al ritrovamento di cinghiali positivi alla Psa anche a chilometri dal loro allevamento, pur avendo attuato tutte le misure di difesa necessarie e pur avendo maiali sani.

Il commissario ha annunciato l’imminente uscita della nuova determina che dovrebbe intervenire indirettamente sulle pratiche commerciali sleali, permetterà inoltre ai cacciatori che abbattono cinghiali sani in zona di restrizione di consumarne le carni senza uscire dalla zona di restrizione stessa. Il passaggio più interessante sembra essere quello di coinvolgere attivamente i cacciatori degli Atc chiedendone un distacco per 90 giorni al servizio dello Stato per effettuare i piani di depopolamento.

“Ringraziamo il Commissario – hanno ribadito Parmigiani e Milani – la platea non è facile perché la disperazione è tanta e purtroppo giustificata. Auspichiamo che il proficuo dialogo di aggi abbia ulteriormente sollecitato la sua sensibilità”.  Diverse nel corso del pomeriggio le testimonianze degli allevatori che a più voci hanno dichiarato di essersi sentiti “lasciati soli”.

Un altro elemento di riflessione condiviso è stata la manifesta diversificazione delle situazioni a livello territoriale.

Per ammissione dello stesso Commissario “i territori non vanno tutti alla stessa velocità. Ci sono zone come il cuneese e nel pavese dove le azioni di depopolamento hanno fermato l’avanzare della malattia e altre no”.

Lo sanno bene gli allevatori piacentini che questa mattina si sono svegliati con la notizia di una carcassa positiva ritrovata a Podenzano e sulle chat si stanno rincorrendo aggiornamenti e timori sulle prossime zone di restrizione.

Tra le tante testimonianze ha preso parola l’allevatore piacentino Volpicelli: “ho una domanda, di chi è il cinghiale? Se il mio cane morde qualcuno io devo risponderne, dei danni che stanno procurando i cinghiali chi ne risponde?”.

“Lavoreremo a tutti i livelli perché vengano istituiti i distretti suinicoli – hanno detto i vertici di Confagricoltura – ma anche ammettendo di riuscire ad avere zero cinghiali nel distretto, gli impatti che già oggi stiamo avendo sulla filiera per una malattia che è sostanzialmente esterna alle nostre porcilaie, rischiano di far sì che prima di arrivare a zero cinghiali si arrivi a zero maiali”.

“Attenzione – ha detto Caputo – a chi vuole speculare sulla pelle degli allevatori, perché i loro suini sono il primo tassello del brand dei salumi italiani che vale milioni di euro di Export. Se muoiono gli allevatori muore anche la trasformazione”.

“Ci chiediamo – aggiunge il direttore di Confagricoltura Piacenza Marco Casagrande – perché nelle nostre zone gli abbattimenti siano ampiamente inferiori rispetto al necessario, nonostante la disponibilità di cacciatori ed Atc e nonostante la disponibilità degli allevatori a contribuire anche economicamente, il dubbio è che si faccia ostruzionismo da parte delle autorità politiche e sanitarie provinciali e regionali”.




Al Cap focus sulle produzioni lattiero-casearie tra presente e futuro

Il lungo rapporto che lega il Consorzio Agrario Parma alle realtà del mondo lattiero-caseario e alla produzione del Parmigiano Reggiano ha trovato una naturale sintesi nell’incontro che si è svolto presso la sede del Consorzio in strada dei Mercati. Tra i numerosi presenti, anche i rappresentanti delle associazioni agricole: Coldiretti, Confagricoltura, CIA e Associazione Allevatori, del Consorzio Parmigiano Reggiano e del Consorzio Vacche Rosse. La partecipazione ai lavori della neonata CAI Nutrizione Spa (tra i leader delle industrie mangimistiche italiane) e delle Università di Parma e Università di Bologna hanno testimoniato come il convegno volesse offrire un punto di vista tecnico-analitico da cui sviluppare i ragionamenti legati alla produzione e all’alimentazione delle vacche da latte per Parmigiano Reggiano. Il legame tra il mondo universitario e i protagonisti del settore è stato presentato proprio in questi termini: una collaborazione costante che, partendo dalla ricerca scientifica, è in grado di migliorare i risultati e l’efficienza del comparto produttivo di riferimento. «Ci stiamo preparando ad un futuro nuovo per quanto riguarda il rapporto tra impresa, zootecnia e settore mangimistico» ha esorditocil presidente del Consorzio Agrario Giorgio Grenzi in apertura dei lavori, aggiungendo che «il Consorzio sta già percorrendo la strada che migliora ancora di più la qualità e il benessere animale per gli allevamenti, così da garantire un certo tipo di prodotti finiti ai nostri consumatori». I successivi interventi del professor Andrea Formigoni, docente dell’Università di Bologna e di Carlo Fornari, responsabile del settore zootecnico del Consorzio Agrario, hanno, infatti, evidenziato i dati e le analisi sull’alimentazione delle bovine e sui prodotti migliori per valorizzarne le materie prime. Il professor Federico Righi, docente dell’Università di Parma ha poi illustrato il progetto CowficieNcy, nell’ottica di una gestione degli allevamenti sempre più orientata alla riduzione dell’impatto ambientale. Clotilde Villeri, responsabile assicurazione qualità di CAI Nutrizione, ha posto l’accento sull’importanza di garantire precisi standard di qualità per ottenere mangimi sicuri. Il direttore generale di CAI Nutrizione Alessandra Todisco ha concluso la mattinata, sottolineando come «la sostenibilità sarà un fattore decisivo per il futuro del nostro comparto, dall’impronta carbonica all’utilizzo dei sotto-prodotti».Anche questo convegno, sottolinea il Direttore Generale del Consorzio Agrario Roberto Maddè, si è inserito nel percorso di formazione e di informazione che vogliamo incrementare per fornire ogni opportunità ai nostri Soci e ai nostri Clienti.




Confagricoltura Piacenza. Paolo Manfredi membro dell’Accademia Nazionale di Agricoltura

Imprenditore specializzato nella rigenerazione dei suoli, innovativo al punto da essere anche visionario, appassionato conoscitore del passato e della storia, imprenditore agricolo e stimato biologo con diversi brevetti al suo attivo, Paolo Manfredi, alcuni giorni fa, è stato nominato Accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura di Bologna. Il conferimento della medaglia e del diploma è avvenuto nella sala Stabat Mater del Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna in occasione dell’inaugurazione del 217° Anno Accademico direttamente dal Presidente dell’Accademia, Professore Giorgio Cantelli Forti. A darne orgogliosamente notizia è Confagricoltura Piacenza, a cui Manfredi è associato con la società agricola Fertilia situata a Gariga di Podenzano. “È un passo molto importante – ha commentato Paolo Manfredi – poiché questa nomina qualifica e certifica decenni di studio e di lavoro, ristorando i sacrifici intrapresi in molti anni, dando quindi ancora più valore e forza a futuri impegni”. Paolo Manfredi opera nel settore dell’ecologia industriale ed agraria occupandosi principalmente dello studio dei processi industriali e del recupero di numerose tipologie di scarti e rifiuti di varie attività produttive. In seguito alle esperienze maturate, nel 1997 ha fondato m.c.m. Ecosistemi s.r.l. di cui è tutt’oggi amministratore unico e direttore generale.  La società è dotata di un proprio laboratorio di analisi chimiche, fisiche e microbiologiche. Inizialmente dedicato agli scopi interni dell’azienda per i controlli delle diverse matrici d’interesse (acqua, reflui, rifiuti, terre e fertilizzanti), il laboratorio, dopo pochi anni, è stato accreditato per il servizio di analisi e consulenza di cui si avvalgono numerose attività pubbliche e private. Collaboratore al Ministero dell’Ambiente per l’emergenza ambientale nella Regione Calabria e successivamente consulente per il Ministero dell’Ambiente negli anni 2002/2003, Manfredi si è occupato su più fronti di importanti interventi di bonifica dei suoli contaminati. Attraverso l’applicazione di metodi di tipo biologico e chimico ha ampliato le tecnologie combinando a questi trattamenti lavorazioni di tipo meccanico e strutturale. Tra i numerosi progetti, merita menzione l’opera di ripristino della superficie desertificata di Borgotrebbia (Pc) dove negli anni ’70 era stata realizzata una discarica. L’intervento, oggetto di un progetto Life finanziato dall’UE, ha consentito, differentemente da precedenti tentativi, il ripristino agro-forestale dell’area: sono stati prodotti terreni fertili sui quali è poi stata realizzata una rinaturalizzazione. Oggi sono presenti circa 3500 alberi e arbusti piantumati sul suolo prodotto nell’ambito dell’intervento.  Da questa realizzazione sono sorte prestigiose iniziative sia sul piano scientifico sia nella realizzazione di importanti interventi di valorizzazione e ripristino dei suoli agricoli. Da sempre interessato alla realizzazione di una realtà aziendale stabile volta allo sviluppo delle proprie competenze al servizio dell’agricoltura, Manfredi ha acquisto nel 2022, mediante asta pubblica, l’Azienda Agraria Sperimentale Vittorio Tadini, dedicandola interamente allo sviluppo delle pedotecnologie, con la contemporanea conduzione del fondo agricolo mediante la nuova società, da lui fondata, denominata Fertilia società agricola di cui è proprietario e presidente del Consiglio di Amministrazione. Il fondo, di 44 ha di superfice, è provvisto di locali e di una stazione metereologica fissa, oggi in ristrutturazione. Sull’area vengono sviluppati nuovi metodi di trattamento dei suoli indirizzati a diverse tipologie d’intervento; attualmente la superficie sta per essere ampliata per un’ulteriore decina di ettari in quanto, l’obiettivo, risulta quello di riportare il fondo all’originaria conformazione del 1928, anno in cui, il benefattore Conte Vittorio Tadini, con un lascito, donò le sue proprietà.

“Ci congratuliamo con il nostro Associato – dichiarano Filippo Gasparini e Marco Casagrande, presidente e direttore di Confagricoltura Piacenza – il titolo di Accademico è un riconoscimento qualificante per i suoi lavori scientifici svolti nell’ambito della ricerca, per i risultati ottenuti in anni di studi nel campo delle scienze del suolo, nella lotta al degrado e alla desertificazione dei terreni. Sono diverse le ragioni che ci rendono particolarmente orgogliosi di poter annoverare il dottor Manfredi tra i nostri associati. Con la sua attività di ricerca e d’impresa opera in un settore strategico per l’agricoltura. La rigenerazione dei suoli e il ripristino della fertilità sono infatti fondamentali per garantire un’agricoltura moderna e performante e insieme recuperare terreni compromessi, spesso da altri tipi di attività. Un valore aggiunto enorme anche in considerazione del fatto che il suolo fertile è sempre più un bene scarso. C’è poi tutto il prezioso filone di studi che consente di rigenerare gli scarti di alcune lavorazioni e trasformarli in nutrienti. Non ultimo, con la sua impresa agricola Manfredi ha acquisito i terreni che un tempo erano dell’azienda sperimentale Vittorio Tadini. Il lascito che il conte Tadini aveva destinato proprio alla sperimentazione e all’innovazione in agricoltura. Idealmente è come se, mutati i tempi e i metodi, restasse costante la cifra di questa preziosa attività. Un’attività di ricerca, sperimentazione e divulgazione in campo agricolo che ha fatto parte di quella serie unica di ingredienti che nel secolo scorso ha reso la nostra agricoltura fiorente e fiore all’occhiello a livello planetario. Un primato di cui ancora oggi beneficiamo esprimendo competenze, expertise e imprese all’avanguardia nel settore”.




Agricoltura, Emilia-Romagna: sostegno produzioni vini Doc-Igp. Contributo 13 mln per estirpare e reimpiantare vigneti

Oltre 13 milioni di euro per i viticoltori dell’Emilia-Romagna che vogliano estirpare e reimpiantare i propri vigneti. A stabilirlo un bando regionale rivolto alle imprese agricole emiliano-romagnole per la ristrutturazione e la riconversione di vigneti per la campagna 2024/25, adatti alla produzione di vini Doc e Igp, valorizzando così i vini di qualità legati al territorio.
La misura, che rientra nel Piano strategico nazionale della Pac 2023-2027, ha tra gli obiettivi quello di rafforzare l’identità delle produzioni e fare un altro passo avanti nell’operazione di rinnovo e modernizzazione delle vigne, oltre a incentivare il ricorso alla meccanizzazione delle coltivazioni abbassando i costi di produzione delle aziende, spesso di piccole dimensioni, e aumentare la competitività sui mercati.

Le richieste possono essere presentate, attraverso il sistema informativo Siag messo a disposizione da Agrea, fino alle ore 13 del 14 giugno 2024.

Il bando

Il bando aumenta il contributo unitario richiedibile da parte dei viticoltori di circa il 33% rispetto lo scorso anno, semplifica le procedure in particolare nella fase di rendicontazione finale del progetto realizzato e migliora la sostenibilità del settore, consentendo il riuso delle strutture di sostegno e riducendo l’uso di concimi, incentivando il ricorso all’analisi del terreno.

Gli imprenditori agricoli singoli o associati, i conduttori di superfici vitate o chi possiede un’autorizzazione al reimpianto possono accedere al bando e fare richiesta di finanziamenti che mirano a dare risposte alle diverse realtà produttive del territorio, dalla collina alla pianura.

Sono previsti diversi tipi di interventi: la riconversione varietale (cioè, il reimpianto di una diversa varietà di vite di maggior pregio enologico o commerciale); la ristrutturazione dei vigneti (intesa come la ricollocazione del vigneto in una posizione più favorevole o il reimpianto con modifiche al tipo di allevamento o sesto di impianto); il reimpianto di vigneti a seguito di estirpazione obbligatoria per ragioni fitosanitarie.

Tutti gli interventi per i quali è richiesto il contributo possono iniziare solo in data successiva alla presentazione della domanda di sostegno: i lavori dovranno essere terminati entro il 10 giugno 2025 oppure il 10 giugno 2026 se richiedono l’anticipo dietro presentazione di una garanzia fidejussoria.

Tutti i dettagli del bando regionale sul sito dell’Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna.




Confagricoltura Piacenza. A Cena Con La Scienza apre con Tommaso Maggiore

Erano almeno un’ottantina all’agriturismo Boschi Celati a Fossadello di Caorso per il primo appuntamento, venerdì 12 aprile, di A Cena Con La Scienza.  Accademici, affezionati all’iniziativa, ma anche tanti venuti apposta per lui: Tommaso Maggiore. “Se operasse in un altro campo potremmo definirlo una star – ha detto Michele Lodigiani coordinatore dell’iniziativa presentandolo – in agronomia è difficile raggiungere ampie platee, sicuramente possiamo dire che il Professor Maggiore è un punto di riferimento noto e apprezzato da tutti coloro i quali operano nel settore”. “Professore in quiescenza – ha tenuto lui stesso a sottolineare – non “già professore” perché professore lo sono ancora, anche se in pensione”.  La sua carriera è difficilmente sintetizzabile: docente, ricercatore, accademico, agronomo di lungo corso; ha stregato i presenti con un’esposizione acuta e brillante ripercorrendo la trasformazione dell’agricoltura e il suo legame con la Pac dagli anni Sessanta per arrivare poi ai giorni nostri tracciando un bilancio e una valutazione degli impatti di scelte politiche sulla Pac medesima e sugli sviluppi del comparto primario. Una riflessione per capire perché spesso l’ago della scienza e quello della politica indicano direzioni diverse.

Dal Farm to Fork, al disarginare i fiumi, al piantare alberi quando le foreste sono in aumento: da liberale autentico come si è autodichiarato, Maggiore ha evidenziato le contraddizioni dell’attacco ideologico alla produttività perpetrato da una politica che non ascolta la scienza e i danni che ne conseguono. “Non c’è nulla che assorba Co2 più di una pianta di mais – ha detto – eppure ci vengono a dire che dobbiamo ridurre le superfici a mais quando in 20 anni sono più che dimezzate con il risultato che lo importiamo”.  Non è mancata qualche stoccata alla narrazione del “naturale è bello e buono”. La sua non è stata solo una denuncia, con i suoi 60 anni di insegnamento, ha tracciato anche una soluzione. “L’agricoltura – ha detto – per poter essere produttiva, rispettosa dell’ambiente e moderna, seguendo il processo fisiologico di concentrazione e specializzazione delle aziende, deve diventare un agroecosistema a livello territoriale. Se una volta una piccola azienda costituiva un universo in equilibrio, ora è necessario che questo equilibrio venga raggiunto a livello di territorio con accordi e sinergie tra le aziende che sono più dimensionate e fortemente specializzate”.

“Rientrata la polemica i problemi rimangono: tutte le incongruità scientifiche della Pac” questo il titolo della sua relazione sulla quale, in chiusura, è intervenuto anche il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini, che ha risposto a una domanda del pubblico: “Perché tutto ciò che il professore ha descritto avviene?”

“Nessuno nei tavoli della politica e neppure nelle file della protesta di piazza – ha detto Gasparini – ha fatto la lucida sintesi che ci ha esposto questa sera il professore. Si protesta sugli effetti, senza analizzare le cause.  Per la prima volta nella storia la tecnica e la scienza hanno surclassato gli aspetti umanistici, siamo in un periodo di decadenza per cui mancano la visione e anche il confronto di ideali. Vincono i fondi e la finanza che governano la politica, che alla fine non ascolta la scienza, ma la finanza e le masse, abilmente mosse con un pensiero che è decadente e superficiale”.

Immancabile e apprezzato il dibattito seguito a tavola con l’ottima cucina dell’agriturismo.

“Cinque cose che è meglio sapere” è il titolo di quest’anno del ciclo degli appuntamenti di dibattito e divulgazione scientifica organizzati da Confagricoltura Piacenza e Agriturist giunto alla sua quindicesima edizione.

Gli altri appuntamenti in calendario:

  • venerdì 10 maggio – ore 19.00 Quello che sai sulla plastica è sbagliato

Relatore: SIMONE ANGIONI – Docente presso il master in comunicazione della scienza dell’Università San Raffaele e del corso “Scrivere di Scienza” per Feltrinelli Education.

Agriturismo Cascina Pizzavacca (Soarza di Villanova Sull’Arda)

  • venerdì 14 giugno – ore 19.00 Piccoli Geni – alla scoperta dei microrganismi

Relatore: STEFANO BERTACCHI – Biotecnologo Industriale e dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca

Agriturismo La Rondanina (Castelnuovo Fogliani)

  • venerdì 5 luglio – ore 19.00 Il cervello sociale

Relatore: FRANCESCO PAPALEO – Ricercatore all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova

Agriturismo Il Capitolo (Carpaneto Piacentino)

  • venerdì 20 settembre – ore 19.00 Mi manca la terra sotto i piedi!! Il consumo di suolo in Italia

Relatore: MICHELE MUNAFO’ – Curatore del rapporto ISPRA sul consumo di suolo

Agriturismo Battibue (Fiorenzuola d’Arda)




Emilia-Romagna, Unionbirrai: plauso a legge regionale su birra artigianale

Valorizzare i microbirrifici e le birre artigianali regionali, promuovendo lo sviluppo sostenibile e il consumo responsabile e informato, nonché l’aggiornamento professionale e la qualificazione degli operatori, puntando alla creazione di una filiera brassicola regionale attraverso l’incentivo alla produzione locale delle materie prime, in primis luppolo e orzo. Sono questi i principali obiettivi che si pone la legge sulla promozione e valorizzazione della birra artigianale approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna. La norma, a prima firma del consigliere Matteo Rancan (Lega), è stata sottoscritta dai rappresentanti di PD, Lega, ER Coraggiosa, Italia Viva, FDI, Rete Civica, Forza Italia, MoVimento 5 Stelle, Europa Verde, Lista Bonaccini e gruppo Misto.

Un lavoro corale e bipartisan di sostegno al fermento brassicolo emiliano-romagnolo – dichiara il vice direttore di Unionbirrai, Andrea Soncini – Del resto, l’approvazione unanime di oggi rappresenta la quintessenza degli aspetti socializzanti e conviviali intrinseci alla birra. Ringraziamo l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi, i consiglieri Matteo Rancan e Francesca Marchetti, rispettivamente promotore e relatrice del provvedimento, e tutte le forze politiche che hanno compreso il valore di una norma da noi fortemente auspicata. L’Emilia-Romagna si candida così a sostenere e promuovere concretamente la filiera brassicola regionale”.

La Regione istituirà un elenco dei microbirrifici artigianali e agricoli aventi stabilimento di produzione sul territorio regionale e realizzerà un portale online dedicato. A ciò si aggiunge la possibilità di utilizzo di un logo per i birrifici emiliano-romagnoli e la promozione di un turismo brassicolo che possa rivelarsi un’ulteriore occasione di valorizzazione delle eccellenze del comparto.

“Riteniamo la norma un ottimo punto di partenza per elaborare politiche in grado di sostenere ancor di più i produttori di birra, – aggiunge Federico Bianco, referente regionale Unionbirrai Emilia-Romagna – non solo per quel che concerne la promozione verso i consumatori ma anche dal punto di vista formativo degli operatori e per interventi strutturali di ammodernamento e rinnovamento degli impianti affinché si possa contare sempre su una produzione regionale all’avanguardia”.




E. Romagna, prima per trasformatori prodotti bio: obiettivo 2030 coltivazioni a basso impatto ambientale in oltre 45% della Sau

L’Emilia-Romagna punta entro il 2030 a coprire oltre il 45% della superficie agricola utilizzata (Sau) con pratiche a basso input, di cui più del 25% a biologico.
Questo partendo dal dato che vede la regione, a inizio 2023, prima in Italia come numero di produttori e trasformatori di prodotti biologici, con 1.277 trasformatori e 6.053 produttori, per un totale di 7.330 operatori biologici.
Inoltre, negli ultimi dieci anni la superficie agricola utilizzata certificata biologica è cresciuta del 125%: con oltre 200mila ettari rappresenta un quinto, circa il 20%, delle intere aree coltivate. Percentuale superiore alla media italiana (pari a circa 17%) ed europea (circa 10%).

L’agricoltura sostenibile è il tema dell’approfondimento che si può trovare online da oggi sul nuovo sito tematico dedicato al Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto dalla Regione nel 2020 con oltre 60 tra istituzioni e forze economiche e sociali. Con notizie, video e una campagna social che raccontano gli obiettivi e le politiche realizzate negli ultimi quattro anni, spiegandone anche l’impatto sulla società emiliano-romagnola.

Le misure agroambientali sono tra le linee di intervento fondamentali condivise dai firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima. Nell’obiettivo ‘Emilia-Romagna, regione della transizione ecologica’, il Patto indica con chiarezza la necessità di promuovere la sostenibilità ambientale dei sistemi alimentari, a partire dalle produzioni agricole e zootecniche, riconoscendone il ruolo svolto nella salvaguardia del territorio e nella creazione di occupazione.

Un sistema di politiche condivise, che punta a sostenere le imprese negli investimenti necessari per continuare a migliorare il benessere animale e la biosicurezza negli allevamenti, per ottimizzare l’utilizzo dei nutrienti, dei consumi idrici, per ridurre gli apporti chimici. Ma anche la sostenibilitàambientale, la salvaguardia della biodiversità e la produzione energetica pulita.

Dall’inizio della nuova programmazione di sviluppo rurale 2023-2027 emanati già 20 bandi per un totale di oltre 160 milioni a chi adotta pratiche a basso impatto.




Confagricoltura Piacenza. A Cena Con La Scienza spegne 15 candeline: si parte venerdì 12 a Boschi Celati

Prenderà il via venerdì 12 aprile alle 19.00, presso l’Agriturismo Boschi Celati a Fossadello di Caorso, il quindicesimo ciclo degli appuntamenti di dibattito e divulgazione scientifica organizzati da Confagricoltura Piacenza e Agriturist che si concludono a tavola con la buona cucina degli agriturismi.

“Quest’anno i nostri incontri non hanno uno specifico filo conduttore – spiega Michele Lodigiani coordinatore dell’iniziativa – ma si propongono piuttosto di affrontare alcuni argomenti che fanno parte della nostra quotidianità e di cui spesso ignoriamo i risvolti scientifici e le implicazioni che da essi derivano. Vale per l’agricoltura e le complesse normative che la regolano; per la plastica, materiale utilissimo e insostituibile, ma pervasivo al punto da costituire ormai un serio problema ambientale e perfino da interferire con i nostri processi fisiologici; per i microrganismi, che sono dovunque intorno a noi e dentro di noi sono addirittura più numerosi delle cellule di cui siamo costituiti; per il nostro cervello, la cui conoscenza sempre più approfondita apre scenari insieme affascinanti e inquietanti; per il suolo, la cui sottrazione fisica alla natura e ancor più all’agricoltura pare inarrestabile. Problemi e opportunità ai quali guarderemo ancora una volta attraverso le lenti della scienza, come sempre con approccio razionale, senza immotivati allarmismi né irresponsabili sottovalutazioni, con l’aiuto di chi a questi argomenti ha dedicato la propria vita e la propria intelligenza”.

“A Cena con la Scienza è un appuntamento atteso – commenta Giovanna Montesissa, coordinatrice di Agriturist Piacenza, l’associazione che raggruppa le aziende agrituristiche di Confagricoltura – le nostre strutture sono molto versatili e adatte a un’ampia gamma di eventi. Convegni e meeting, dibattiti e riunioni si prestano ad essere realizzati nei nostri spazi, ancor meglio se il rigore degli argomenti è accompagnato da un contesto dove l’occhio può correre in ampi spazi e nel verde per poi chiudere con la buona cucina delle nostre aziende realizzata con i nostri prodotti”.

Si partirà dunque proprio dall’agriturismo Boschi Celati, che Giovanna Montessissa conduce con il marito Corrado Giancani e il figlio Lorenzo. Relatore sarà Tommaso Maggiore – docente, ricercatore, accademico, agronomo di lungo corso – che imposterà una riflessione sulla Politica Agricola Comunitaria per capire perché spesso l’ago della scienza e quello della politica indicano direzioni diverse. “Rientrata la polemica i problemi rimangono: tutte le incongruità scientifiche della Pac” questo il titolo della sua relazione a cui seguirà il dibattito a tavola. Per chi desiderasse partecipare è necessario prenotare direttamente in agriturismo.

Gli altri appuntamenti in calendario:

  • venerdì 10 maggio – ore 19.00 Quello che sai sulla plastica è sbagliato

Relatore: SIMONE ANGIONI – Docente presso il master in comunicazione della scienza dell’Università San Raffaele e del corso “Scrivere di Scienza” per Feltrinelli Education.

Agriturismo Cascina Pizzavacca (Soarza di Villanova Sull’Arda)

  • venerdì 14 giugno – ore 19.00 Piccoli Geni – alla scoperta dei microrganismi

Relatore: STEFANO BERTACCHI – Biotecnologo Industriale e dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca

Agriturismo La Rondanina (Castelnuovo Fogliani)

  • venerdì 5 luglio – ore 19.00 Il cervello sociale

Relatore: FRANCESCO PAPALEO – Ricercatore all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova

Agriturismo Il Capitolo (Carpaneto Piacentino)

  • venerdì 20 settembre – ore 19.00 Mi manca la terra sotto i piedi!! Il consumo di suolo in Italia

Relatore: MICHELE MUNAFO’ – Curatore del rapporto ISPRA sul consumo di suolo

Agriturismo Battibue (Fiorenzuola d’Arda)




Dichiarazione dei redditi mod.730: il Caf di Confagricoltura Piacenza a disposizione di tutti

Tempo di dichiarazione redditi Modello 730 e Confagricoltura Piacenza invita tutti quanti necessitano a rivolgersi al suo Caf per la predisposizione e la presentazione della documentazione legata all’adempimento.

Gli sportelli del Caf di Confagricoltura e del Patronato Enapa sono presenti sia presso la sede centrale di Piacenza, in via Colombo, 35 al secondo piano del Palazzo dell’Agricoltura, sia nelle sedi territoriali di Castel San Giovanni, Agazzano, Fiorenzuola, Monticelli, Cortemaggiore. Previo accordo con gli uffici, la documentazione può essere recapitata anche presso gli uffici di Ponte dell’Olio, Pianello e Lugagnano.

Confagricoltura Piacenza, con i suoi enti collegati, è sempre al fianco delle imprese agricole e dei cittadini offrendo un’articolata gamma di servizi fruibili presso la sua rete capillare di uffici dove è possibile trovare tutti gli enti con una notevole semplificazione logistica e con risparmio di tempo per risolvere le diverse incombenze.

Il Caf di Confagricoltura Piacenza e il patronato Enapa possono erogare assistenza e consulenza alla generalità dei cittadini.

il Patronato Enapa è a disposizione per il calcolo e il pagamento dell’Imu, per il calcolo dell’Iessee per offrire assistenza nel riconoscimento di pensioni e indennità, assegni di vecchiaia, invalidità, anzianità, inabilità; per ricostituzioni, maggiorazioni e supplementi pensione; per conteggi di reversibilità e assegno unico; iscrizioni e cancellazioni presso istituti previdenziali; per assistenza in tutte le prestazioni in materia di sicurezza sociale, d’immigrazione ed emigrazione. Il personale specializzato è a disposizione di tutti per ogni problematica di carattere burocratico-fiscale garantendo ai cittadini di poter usufruire di servizi e agevolazioni da parte della pubblica amministrazione.

Il Caf e il Patronato di Confagricoltura hanno inoltre implementato un sistema di contatti per poter prenotare gli appuntamenti e far pervenire la documentazione limitando al tempo strettamente necessario la presenza delle persone negli uffici stessi e garantendo così una gestione snella nonostante il groviglio burocratico-normativo conseguente le varie leggi.

 “Sindacalmente rappresentiamo l’agricoltura – spiega il direttore di Confagricoltura Piacenza Marco Casagrande –   la libera attività d’impresa di chi produce cibo e custodisce l’ambiente. Supportiamo le aziende agricole nella gestione, pianificazione e nello sviluppo dei loro progetti. Garantiamo consulenza e assistenza in tutti gli ambiti dell’attività agricola e delle attività connesse. Negli anni abbiamo sviluppato una gamma di servizi che supportano l’imprenditore nella relazione con la pubblica amministrazione e per soddisfare i bisogni degli imprenditori in quanto cittadini, ormai da alcuni decenni, ci siamo dotati anche del Caf e del Patronato Enapa che però sono anche a disposizione di tutti gli altri”.

Confagricoltura Piacenza ricorda infine la possibilità di devolvere il 5 per mille all’onlus Senior L’età della Saggezza: codice fiscale 97450610585. L’onlus è promossa dall’Associazione Nazionale Pensionati di Confagricoltura ed è stata costituita nel 2007 con la finalità di svolgere attività nei campi dell’assistenza sociale, socio-sanitaria e della tutela dei diritti civili.  Senior l’Età della Saggezza ha maturato negli anni una significativa esperienza filantropica. Grazie ai fondi provenienti dalle scelte del 5 per Mille Irpef e da alcune donazioni dirette, sono stati realizzati numerosi interventi umanitari e numerosi progetti socio-assistenziali-sanitari condivisi con le sedi territoriali di Confagricoltura. “Anche a livello provinciale – ricorda Casagrande – sono stati raccolti fondi che sono confluiti in sostegni a realtà con preziose finalità sociali che operano sul territorio e che quindi hanno ricadute positive dirette sulla comunità locale”.

 

 

 




E. Romagna. Prodotti Dop e Igp regionali: prosegue il progetto “Nati qui, apprezzati in tutto il mondo”

Il settore della ristorazione in Emilia-Romagna sempre più ambasciatore dei prodotti Dop e Igp regionali e protagonista nella loro promozione.

Si è conclusa la seconda fase del progetto pluriennale “Nati qui, apprezzati in tutto il mondo” avviato dal 2022 dall’Assessorato regionale all’Agricoltura in collaborazione con Apt Servizi Emilia-Romagna e Marr, società leader in Italia nella distribuzione di prodotti alimentari al mondo della ristorazione, e che ha visto  anche la partecipazione dell’Enoteca regionale.
La presentazione si è svolta oggi presso l’Enoteca regionale, con la partecipazione dell’assessore regionale all’Agricoltura e Agroalimentare, Alessio Mammi, del presidente di Enoteca, Davide Frascari, e per Marr del responsabile commerciale, Antonio Giovanetti.

Sono 110 gli operatori della ristorazione che lo scorso autunno-inverno hanno partecipato a quattro educational tour nei luoghi dove hanno origine alcuni dei 44 prodotti Dop e Igp dell’Emilia-Romagna, un primato europeo per numero, con un valore produttivo di 3,6 miliardi (su 8,5 a livello nazionale). Gli operatori hanno vissuto una esperienza complessiva delle denominazioni d’origine di Emilia e Romagna, visitando i luoghi di produzione di culatello di Zibello Dop, salame felino Igp, coppa di Parma Igp, squacquerone di Romagna Dop, formaggio di fossa di Sogliano Dop, olio extravergine di Brisighella Dop e piadina romagnola Igp, incontrando e confrontandosi con i produttori sui processi di lavorazione e degustando i prodotti, abbinati ai vini di cantine dei diversi territori (tra cui Lambrusco, Sangiovese, Albana, Gutturnio).
“E’ molto importante dare valore alle nostre produzioni di qualità- commenta Mammi-, che rappresentano cultura e identità territoriali, posti di lavoro nel settore agroalimentare, secondo per volumi economici di produzione a livello regionale, e cibi buoni e sicuri. Un grazie a Marr, ai ristoratori che hanno partecipato e agli altri partners per la collaborazione in questo progetto che ha permesso di conoscere ancora meglio il territorio e i nostri prodotti. Il mondo della ristorazione è fondamentale per la promozione dell’Emilia-Romagna a tavola e per mettere in evidenza ogni giorno il valore della Food Valley. Sono in numero sempre crescente le persone che scelgono il turismo esperienziale e connotano il cibo e il vino come elementi distintivi del territorio alla pari del paesaggio, delle città d’arte, del mare e delle altre opportunità che offre l’Emilia-Romagna. Quando parliamo di cibo, non ci riferiamo soltanto a prodotti necessari alla nostra sopravvivenza alimentare, ma entrano in campo anche la storia, le tradizioni, la cultura. Il cibo diventa occasione per ritrovarsi e costruire rapporti; è un prodotto culturale a tutti gli effetti”.

 

I quattro educational fanno seguito alla prima fase di “Nati qui, apprezzati in tutto il mondo”, che aveva visto, nella Pasqua 2022, il coinvolgimento di 420 strutture, tra alberghi e ristoranti delle città d’arte e della riviera adriatica dell’Emilia-Romagna, selezionate in base alla propensione all’utilizzo di prodotti Dop e Igp regionali e alla vocazione ad una clientela turistica), con la distribuzione di un’apposita tovaglietta con la mappa delle tipicità regionali e di una mappa cittadina con QR code.
Il codice permetteva di accedere ad una landing page dedicata, dove conoscere al meglio i prodotti regionali a qualità regolamentata e biologici, attraverso video ricette e link di approfondimento.
A supporto dell’azione promozionale della Regione, anche la newsletter Food Valley News, che ogni mese racconta a diverse centinaia di follower prodotti stagionali, sagre e manifestazioni dedicate alle Dop e Igp regionali.




Accordo UniCredit – Fruit Modena Group a supporto delle imprese agricole conferenti

UniCredit intensifica la propria azione di supporto al comparto agroalimentare dell’Emilia Romagna con una nuova partnership siglata con Fruit Modena Group, realtà storica operante sul territorio e leader di mercato nella produzione e commercializzazione di pere.

L’accordo stipulato tra le parti permetterà a UniCredit di supportare le imprese agricole conferenti – circa 300 nelle province di Modena e Reggio Emilia – valorizzando l’appartenenza alla filiera, con proposte creditizie e servizi ad hoc, elaborati per rispondere a condizioni di favore alle specifiche esigenze delle aziende coinvolte.

Adriano Aldrovandi, Presidente di Fruit Modena Group, commenta: “Il cambiamento climatico ha reso necessario il turnover e l’adeguamento dei nostri impianti frutticoli, richiedendo notevoli investimenti, pertanto, diventa fondamentale il sostegno da parte di un primario istituto di credito, come UniCredit”.

Riccardo Baldini, CFO di Fruit Modena Group, rimarca: “Accordo di filiera essenziale per la salvaguardia della liquidità delle nostre aziende agricole”.

Dichiara Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit: “L’accordo siglato con Fruit Modena Group ci permette di intercettare le reali esigenze delle aziende che afferiscono alla filiera, fornendo loro risposte efficaci e tempestive. Una conferma del nostro impegno concreto a supporto del comparto agroalimentare, leva strategica per lo sviluppo dell’economia italiana. Grazie all’expertise di un team dedicato e a servizi mirati, siamo in grado di accompagnare la crescita delle imprese del territorio nelle sfide di un mercato sempre più diversificato”.




Produzioni lattiero-casearie: le analisi in un workshop organizzato dal Consorzio Agrario Parma con CAI Nutrizione SpA

Il legame tra il Consorzio Agrario di Parma e l’universo composito ed essenziale per l’economia locale del settore lattiero-caseario ha radici lontane nel tempo, ma soprattutto un presente di rilievo in virtù delle competenze che lo stesso CAP e CAI Nutrizione SpA portano in stalla grazie ai loro esperti qualificati. Ed è in quest’ottica strategica che, come recentemente fatto per l’analisi puntuale della filiera del grano che il Consorzio agrario organizzerà un workshop tematico, dal profilo tecnico- scientifico, ma anche di visione strutturale del comparto dal titolo : “Consorzio Agrario Parma e produzioni lattiero-casearie : un legame forte che dura nel tempo”. L’obiettivo è quello di scattare ad oggi la fotografia del settore  mangimistico ,consentendo a tutti gli interessati e agli stakeholder di conoscere le novità più aggiornate sull’importanza dell’alimentazione del bovino da latte . Il Consorzio Agrario di Parma , dichiara il Direttore Roberto Maddè, intende proseguire sulla strada dell’informazione tecnica e della formazione degli operatori , e l’occasione del 19 aprile  si inserisce perfettamente in questo quadro di riferimento: l’area di produzione del Parmigiano Reggiano, la nuova struttura di CAI Nutrizione SpA (che si colloca tra le prime industrie mangimistiche del nostro Paese)  il ruolo della ricerca . L’incontro si terrà nella sede del CAP in strada dei Mercati 17 a Parma Venerdì 19 aprile a partire dalle 10,15 e vedrà come relatori: Giorgio Grenzi Presidente Consorzio Agrario Parma, il professor Andrea Formigoni Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie Università di Bologna “Quale futuro per l’alimentazione della vacca per la produzione di latte per il Parmigiano Reggiano”, Carlo Fornari Responsabile settore zootecnico Consorzio Agrario Parma “Razioni e nuovi prodotti per la valorizzazione dei foraggi aziendali e delle materie prime del territorio”, il professor Federico Righi del Dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie Università di Parma “ Progetto Cowficiency: dal bilancio azotato alla nutrizione amminoacidica per il controllo dell’impatto ambientale”, Clotilde Villeri Responsabile assicurazione qualità di CAI Nutrizione “La qualità per mangimi sicuri: prospettive e visioni”. Le conclusioni saranno affidate alla dottoressa Alessandra Todisco Direttore Generale CAI Nutrizione.




E. Romagna. Fotovoltaico su terreni agricoli, manca una norma nazionale per la salvaguardia del suolo

Cambiare la norma nazionale che consente di coprire centinaia di migliaia di ettari di terreno fertile e agricolo con pannelli fotovoltaici tradizionali, una modifica di legge che attende da oltre due anni un decreto ministeriale attuativo, senza la quale il nostro Paese rischia di perdere la bellezza del paesaggio, la biodiversità ambientale e la produzione agricola in campo. Lo chiede al Governo l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi.

“Ho lanciato una raccolta firme per la tutela del suolo agricolo- spiega l’assessore-, perché serve un provvedimento nazionale per impedire in modo chiaro e netto lo scempio ambientale e agricolo che la nostra regione e il paese rischiano, coprendo al 100% centinaia di migliaia di ettari di terreno con pannelli fotovoltaici, la cui posa è oggetto di centinaia di richieste in tutto il paese. Abbiamo moltissimi spazi che potrebbero essere utilizzati e riqualificati senza compromettere terreno fertile, di grande qualità, ricco di biodiversità. La Regione Emilia-Romagna si è data l’obiettivo del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035, come previsto dal Patto per il Lavoro e il Clima, ma servono criteri che non sprechino suolo agricolo e indichino di impiegare tetti, parcheggi, aree dismesse, bordi stradali che al momento non vedono la posa di nemmeno un pannello”.

La normativa statale (D.lgs. n.199/2021 e DM attuativi) e regionale (deliberazioni dell’Assemblea legislativa n. 28/2010 e n. 125/2023) fissano i criteri generali di localizzazione degli impianti fotovoltaici. Da quasi due anni si è però in attesa del decreto ministeriale sulle aree idonee, che è ancora in fase di discussione.

Allo stato attuale, si configura unicamente la distinzione tra le aree agricole in cui gli impianti possono interessare il 100% delle superfici (come quelle a 500 metri da zone a destinazione produttiva o entro 300 metri dalla rete autostradale), le aree agricole in cui gli impianti possono interessare una superficie non superiore al 10% e le aree non dichiarate idonee dalla legislazione nazionale.

L’Emilia-Romagna si era già espressa sul tema delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti fotovoltaici. Con il voto in Giunta e in Assemblea regionale, la Regione ha dettato i nuovi criteri e tracciato una strada precisa per orientare e agevolare la posa di impianti, avendo cura di assicurare le condizioni di compatibilità ambientale, agricola, paesaggistica e territoriale delle attività energetiche. Per salvaguardare le eccellenze agricole dell’Emilia-Romagna e la sicurezza alimentare, la Regione ritiene che nelle aree interessate da coltivazioni certificate, da produzioni a qualità regolamentata (le 44 Dop e Igp, direttamente o indirettamente coinvolte) e le produzioni biologiche, vengano ammessi esclusivamente impianti agrivoltaici avanzati, cioè impianti sollevati da terra che consentano la prosecuzione delle attività agricole ordinarie con limitate riduzioni di produttività.

“L’attenzione della Regione rimane alta per preservare il suolo agricolo, fondamentale per l’approvvigionamento alimentare e per la produzione di quei prodotti di qualità per i quali l’Emilia-Romagna è conosciuta in tutto il mondo- chiude Mammi-. È un tema che riguarda tutti i cittadini, che colpisce l’ambiente che ci circonda e il consumo di suolo agricolo”.




Confagricoltura Piacenza: lupi in stalla, ormai è il loro supermercato

I lupi sono tornati a uccidere in allevamento e purtroppo ormai non fa neppure più notizia. Lo denuncia Confagricoltura Piacenza. Nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 aprile è stata sbranata una vitella nella stalla della Società Agricola Bozzi Angelo, Enrico e Gianpaolo, a Castelnovo Val Tidone (nel comune di Borgonovo), a meno di quattro mesi dall’ultima aggressione.

“Stavolta sono proprio entrati nel box – spiega Angelo Bozzi – l’altra volta hanno uccio due vitelle che avevamo isolato, invece questa volta sono entrati in un box chiuso dedicato alle vitelle di 4-5 mesi.  Delle 15 vitelle nel box ne hanno uccisa una, le altre non le hanno toccate. Una vitella sanissima – prosegue scorato –. Per noi la morte di un animale è proprio un dispiacere, come quello di chi ha un cane che gli viene ucciso, perché i nostri animali li abbiamo allevati e curati da piccoli, vederli dilaniati così è una sofferenza”.

“Nella stalla la mattina la paglia era sparsa ovunque, si vedeva che nella notte le bovine si erano spaventate e avevano continuato a correre. Non so dire se fosse un lupo o un branco, in quel punto non abbiamo le telecamere che sono invece puntate sul ricovero dei mezzi, perché abbiamo anche il problema dei furti.  Il lupo, o lupi – prosegue Bozzi – hanno trovato un punto per entrare, anche se di notte abbassiamo le tende frangivento, ma sono riusciti a farsi un varco, essendo dei predatori, hanno trovato il modo e poi sono passati attraverso i cancelli che fanno da barriera ai bovini, ma non ai predatori”.

Confagricoltura Piacenza precisa quanto per gli addetti ai lavori pare un’ovvietà, ma non è purtroppo un’informazione nota ai più: le stalle moderne per le bovine non hanno muri o cancelli come quelle di una volta, sono strutture aperte e sono tali per poter rispettare sia le disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro che di benessere degli animali.

Nella stessa azienda sono stati sbranati a inizio gennaio una vacca che aveva appena partorito, a fine gennaio una manza che si trovava in un momento di debolezza ed erano spariti alcuni vitelli. La modalità di predazione è identica e riconosciuta come attacco di lupo dai veterinari Ausl: le carcasse risultano azzannate alle cosce, i capi sono morti mangiati vivi, per le ferite.

“Abbiamo circa 350 vacche – spiega Angelo Bozzi – noi abbiamo animali di alta genealogia: il nostro patrimonio zootecnico è l’asset strategico dell’azienda, quello che consente all’impresa di andare avanti e che ci fa vivere. Il dispiacere più grosso è quello di veder morire un capo con queste modalità, impotenti, con tutte le norme per il benessere animale che dobbiamo rispettare! La fauna selvatica è stata immessa ed è tutelata, se dovessimo toccarla avremmo il penale, ma quando è ora di gestirla e anche di pagare i danni che procura, non è più di nessuno. Tra qualche settimana – aggiunge – avremo anche il problema dei cinghiali che mangeranno le semine”.

“Sono le conseguenze drammatica di un’impostazione di fondo sbagliata che viene dalla normativa europea poi calata in quella nazionale e che indica di gestire la fauna selvatica secondo gradi di tutela – rimarca il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini – Se in un vigneto abbiamo un attacco di peronospora si agisce per eliminare la peronospora, se in allevamento abbiamo un’epidemia si interviene per eradicarla. Abbiamo i lupi che ormai identificano le nostre stalle come il loro supermercato e si ragiona sull’abbassare il grado di tutela del lupo, che è la peronospora della nostra stalla. Il lupo in stalla non ci deve essere. Punto. Il lupo non ha alcuna responsabilità – prosegue Gasparini– la colpa è di chi, non assumendo decisioni, lascia che le situazioni degenerino invocando un equilibrio naturale che qui è evidentemente sovvertito. Non si può continuare a ignorare la situazione sino a quando sarà divenuta ingestibile, come purtroppo abbiamo visto con i cinghiali.  È Incredibile che si continui a ciarlare in preda a un ambientalismo esasperato che non ha portato beneficio alcuno neppure per l’ambiente. I capi morti in azienda – rimarca il presidente degli agricoltori – sono classificati come incuria e impattano negativamente sui parametri di valutazione dell’azienda vincolanti ai fini dei sostegni. L’autorità pubblica però non è più autorevole, perché da un lato ci viene a fare le pulci su eventuali capi deceduti in allevamento e poi è essa stessa, con queste morti frutto di un mancato intervento, ad esserne causa. Abbiamo recentemente dichiarato – tuona – di convincerci che questo non sia un complotto per far chiudere gli allevamenti, ma ogni giorno riceviamo una palese conferma dai fatti ed è un’amara consapevolezza. Che almeno si sappia che gli agricoltori lo hanno capito”.