Enoturismo, Zaia: bene Centinaio. Con 17 mld di euro e’ la prima industria del Veneto. E chi lo fa aumenta il fatturato tutelando l’ambiente. VIDEOINTERVISTA

“Il ministro Centinaio ha fatto un buon lavoro, magari si potrà perfezionare in futuro se si vede che qualcosa si può ancora adattare e adeguare ma direi che la base c’è tutta per essere operativo”. Così ad AGRICOLAE il presidente della regione Veneto al Vinitaly Luca Zaia in merito al decreto sull’enoturismo.

“Per la regione Veneto il comparto agroalimentare vale non poco”, prosegue. “Rispetto ai vini siamo la prima regione con 13 milioni e mezzo di ettolitri e 53 denominazioni e un export, da 1.6 miliardi, che vale un terzo di quello nazionale. Dove si fa turismo si deve mangiare e bere bene”, prosegue poi. “Noi abbiamo 350 prodotti tipici e vediamo che le aziende che fanno turismo del vino incrementano il loro fatturato. In questo contesto la prima industria del Veneto è il turismo con 17 miliardi di fatturato”.

“Ho presentato dieci anni fa la candidatura all’Unesco delle Colline del Prosecco, della pizza, dell’alberello di Pantelleria e della Dieta Mediterranea”, prosegue ancora Zaia spiegando che sulle Colline del Prosecco “dovrebbe essere tutto a posto ai primi di luglio”. “Ma ricordiamo – precisa – non stiamo parlando di vincolo del patrimonio dell’umanità per una bottiglia di Prosecco ma parlando di paesaggio che va assolutamente tutelato”.

“Questo è un territorio dell’agricoltura eroica, della non meccanizzazione e di gente che non ha mai visto fortuna”, tiene a spiegare il governatore del Veneto. “La fortuna del Prosecco è degli ultimi anni. Prima c’era solo da spaccarsi la schiena. Sono colline che non si possono meccanizzare per la conformazione che le caratterizza e il fatto che ci sia un alto frazionamento agrario – 1,13 ettari ad azienda agricola – dimostra che è molto difficile la lavorazione”.

“Prima erano tutti metalmezzadri. Poi ci sono specializzati, oggi siamo arrivati a produrre tra Doc e Docg a produrre 540 milioni di bottiglie di Prosecco e permettiamo all’Italia di dire di aver superato lo Champagne”, conclude.