FAUNA SELVATICA, AIA SI MOBILITA CONTRO EMERGENZA

Ormai anche i dati numerici mostrano l’evidenza e la gravità del problema dell’aumento incontrollato di fauna selvatica nel nostro Paese: per fare un esempio, sono più che raddoppiati negli ultimi anni, salendo a ben due milioni di esemplari, i cinghiali in Italia. La stima è stata evidenziata da Coldiretti, che nella mattinata di oggi, giovedì 7 novembre 2019, ha radunato in piazza a Roma, davanti a Montecitorio, numerosi agricoltori e allevatori, oltre a più di 400 Sindaci in rappresentanza dei Comuni italiani nei quali l’emergenza cinghiali e invadenza di animali selvatici è divenuta un vero e proprio problema sociale, che interessa tutti i cittadini, non solo chi lavora nei campi.

Alla manifestazione ha aderito anche A.I.A. ed il Sistema allevatoriale, con una delegazione guidata dal presidente dell’Associazione Italiana Allevatori, Roberto Nocentini, dal direttore generale Roberto Maddé e da numerosi Presidenti e dirigenti delle associate territoriali e di razza.

Sul palco del “sit in “ pacifico, con il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo ed i membri di Giunta, si sono alternati numerosi esponenti politici e di Governo, oltre ad Amministratori locali e rappresentanti delle associazioni di cittadini e consumatori che hanno aderito all’iniziativa.

“I problemi causati dal proliferare incontrollato di cinghiali ed altri animali selvatici – afferma il presidente A.I.A. Roberto Nocentini – che stiamo denunciando da molto tempo, sono ormai troppo evidenti e oltre che noi allevatori coinvolgono la cittadinanza, visti anche gli incidenti con feriti e vittime umane, tredici solo quest’anno, tra gli automobilisti non solo delle strade rurali. Siamo qui per testimoniare assieme a Coldiretti che è ora di avere risposte chiare e definitive da parte della politica e delle Amministrazioni coinvolte”.

“La questione cinghiali e danni da parte di diverse specie di fauna selvatica – aggiunge il direttore generale A.I.A. Roberto Maddé – è complessa ed articolata. Ci sono aspetti legati a modifiche o corretta applicazione di normative ormai datate e forse non più adeguate alla reale situazione attuale nel nostro Paese; mi riferisco alla legge 157 del 1992, che regola la gestione della fauna selvatica, ma la materia ormai non può esser lasciata ad una programmazione improvvisata o solo al buon senso. Gli allevatori concordano sul fatto che la situazione non sia più sostenibile e non è un problema esclusivamente di risarcimenti di danni: per continuare a far impresa zootecnica c’è bisogno di lavorare con serenità e in maniera il più possibile omogenea su tutto il territorio nazionale, non possono esserci aree da considerare marginali o penalizzate”.