FOCUS CENSIS/CONFCOOPERATIVE, GARDINI: LIQUIDITÀ ALLE IMPRESE E SPESA PUBBLICA PER INFRASTRUTTURE SIANO PRIORITÀ. EUROPA DIMOSTRI UNITÀ D’AZIONE

“Ci siamo trovati di fronte all’emergenza Covid-19 già deboli e lo testimoniano i dati di fine anno e inizio 2020 che davano tutti segni negativi.

Dai dati analizzati ci troviamo di fronte ad una economia che viaggia col freno tirato a causa della sospensione e al blocco dei settori. È un motore che va al 60% del suo potenziale e secondo le previsioni ci vorranno due anni prima che riusciremo a oltrepassare questa fase di lockdown economy” dichiara Andrea Toma del Censis.

“Siamo ancora nella fase uno dell’emergenza, scendono i contagi ma non ancora in modo rapido. Ci troviamo di fronte ad una emergenza sanitaria che si intreccia con una di tipo economica, e probabilmente abbiamo pagato il non chiudere immediatamente le aree a rischio. Adesso occorre gestire con grande equilibrio queste due crisi. Sappiamo bene che ogni giorno in più di chiusura è un grande danno per il comparto economico ma non ci possiamo ancora permettere di riaprire.

Una soluzione possono essere i test rapidi attraverso cui individuare i negativi e accelerare così quel percorso di ritorno alla normalità economica. Speriamo che la fase due possa cominciare maggio, andando poi verso una progressiva normalità.”

Così il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, commentando il Focus Censis/Confcooperative in diretta web.

“I vari provvedimenti del governo sono azioni che mirano a dare ristoro a quei lavoratori che si trovano ora bloccati o in cassa integrazione. Sono ammortizzatori nella speranza che ci siano risorse per tutti. Ieri invece sono stati presi provvedimenti per le imprese. Liquidità è la parola d’ordine per consentire di passare questo periodo e agganciare una ripresa che speriamo essere veloce.

Per quanto riguarda la liquidità garantita da ieri, non si tratta di 400 mld ma della disponibilità a sostenere garanzie che consentano alle imprese di poter avere un’accesso al credito” prosegue Gardini.

“C’è però una complessità da gestire e ciò non permetterà di avere immediatamente a disposizione delle imprese queste risorse. Ci sono tempi di attuazione che preoccupano e potrebbero passare diverse settimane se pensiamo che si tratta di una platea di 3/4 milioni di imprese”.

“La linea adottata e i provvedimenti presi sono però quelli giusti. Prioritario rimane un giusto equilibrio e che si tutelino i diritti di avere risorse delle imprese, quindi non solo ammortizzatori sociali. Le imprese devono tornare a generare risorse e speriamo che la burocrazia non sia un eccessivo freno” continua il presidente di Confcooperative.

“Questa non è una battaglia che si può vincere da soli, ma solo attraverso una azione comune. Si tratta di una battaglia da vincere in Europa ed è una occasione storica per il nostro continente di dimostrare la sua forza e la sua unità. Bisogna però trovare una condivisone di azioni, perché pensare di applicare il Mes è un aberrazione. Dobbiamo far comprendere che l’emissione di bond è problema dell’Europa e non solo italiano.

L’Europa deve rispondere adeguatamente e se non sarà così si apriranno delle riflessioni. Proporre agli italiani dei bond a lunga scadenza sarebbe un investimento e un’ottima risposta”.

“Le cooperative esprimono numeri diversi rispetto altri settori, pensiamo infatti alle filiere dell’agroalimentare che sono rimaste aperte perché era necessario assicurare cibo. Ma anche a quelle della distribuzione e alle filiere legate ai presidi ospedalieri. Questa mancata sospensione genera un vantaggio alla ripresa, ciò nonostante rimane la necessità di accesso al credito e, soprattutto, che la pubblica amministrazione paghi i suoi debiti. Oltre 50 mld di crediti delle imprese nei confronti della PA rappresenta un grande problema” sottolinea Gardini.

“Non possiamo permetterci di tenere chiuse oltre il tempo necessario le aziende. Il tema della ripresa delle attività economiche è estremamente serio, dobbiamo mettere in sicurezza le imprese e in condizione di riprendere le attività ed essere poi in grado di sostenerle.

Finita la crisi ci sarà più attenzione al cibo, al nostro paese e alla riscoperta delle sue bellezze” assicura Gardini. “Ci sarà un orgoglio ritrovato di paese e speriamo che ci siano incentivi in tale direzione. Non possiamo perdere il nostro turismo e la nostra bellezza”.

“Molto importante sarà rimettere in moto tutti gli appalti pubblici e le infrastrutture del paese. In questa emergenza ci siamo scontrati con le debolezze infrastrutturali, dobbiamo allora ripartire dalla spesa pubblica che non deve essere però assistenza ma investimento.

Attenzione particolare dovremo riservare alla burocrazia che ha da sempre rappresentato un grande problema dilatando i tempi. In emergenza abbiamo velocizzato le procedure dimostrando che si può fare, e un esempio è il ponte Morandi” evidenzia.

“Siamo infine preoccupati per l’esodo dei braccianti che sono tornati tutti nei loro paesi. Serve avere lavoratori sui campi e rispondere ad un dovere sociale. Non si può andare tutti in cassa integrazione”.