Friuli-Venezia Giulia, Fedagripesca: crollano soci e numero di cooperative, ma i fatturati restano stabili

Negli ultimi 15 anni, il numero delle cooperative agricole della regione è diminuito del 40 per cento, mentre i ricavi complessivi sono rimasti tendenzialmente stabili. Così pure il numero dei soci, si è ridotto del 50 per cento, crollando dai 18.000 del 2005 a poco più dei 9.000 attuali.

«Si tratta di andamenti che sono speculari a quelli del mondo agricolo in generale che ha visto ridursi progressivamente il numero di aziende attive ma parimenti crescere la professionalità degli imprenditori agricoli, la produttività e l’estensione aziendale – spiega Venanzio Francescutti, presidente regionale di Confcooperative – FedAgriPesca Fvg che mercoledì 11 maggio, celebrerà la propria assemblea elettiva a Codroipo -. Oggi, le cooperative agricole aderenti al sistema di Confcooperative sono 131, con 9.773 soci, 1.212 addetti per un fatturato complessivo di 449 milioni di euro. Il comparto maggiormente in sofferenza rimane quello della zootecnia bovina con un prezzo del latte da troppo tempo non remunerativo e, di conseguenza, stalle che chiudono (sono rimaste “solo” 700), capi in vendita e giovani in fuga (le cooperative del settore che, nel 1980 erano 214, attualmente sono solo 30). La professionalità, la formazione, le competenze imprenditoriali sono fondamentali, oggi, per stare sul mercato – prosegue Francescutti – ed è per questo che la nostra Federazione si è molto spesa e si sta spendendo tuttora per sostenere le aggregazioni tra imprese, come quelle portate a recente conclusione tra Friulfrut e Friulkiwi e tra l’essiccatoio Vieris e la Morenica Cereali: dove c’è economia, anche i giovani restano in azienda. In questo momento, però, i cambiamenti degli scenari (politici, economici, sociali) sono assai rapidi e, a volte, disorientanti. A livello europeo, non si può cambiare idea in continuazione senza dare certezze alle aziende che hanno la necessità di programmare, seminare, allevare, investire, innovare. La transizione ecologica, probabilmente, è stata innescata un po’ troppo in fretta e con obbiettivi troppo ambiziosi. Ora pare che si voglia buttare a mare ogni cosa per produrre tutto dappertutto, senza regole e limiti. Così non va – è la conclusione di Francescutti -. Serve varare norme razionali, basate sul supporto scientifico e con un occhio particolarmente attento alla sostenibilità economica. Su questo tema e su altre questioni di grande rilievo (revisione delle Dop e delle Igp ed etichettatura nutrizionale, a esempio) abbiamo bisogno di conoscere punti di vista concreti e informati, perciò abbiamo chiamato al nostro tavolo di discussione assembleare l’europarlamentare Paolo De Castro, membro della Commissione agricoltura e Sviluppo rurale e ascolteremo con attenzione il suo contributo».




Cia Fvg: i direttori delle Riserve di caccia devono rispondere direttamente dei danni all’agricoltura causati dai cinghiali

 

«L’invasione dei seminati da parte della fauna selvatica, cinghiali in particolare, ha raggiunto livelli intollerabili – è la denuncia di Luca Bulfone, direttore di Cia Fvg – Agricoltori Italiani –  e un tanto abbiamo anche ribadito all’assessore alle Risorse agroalimentari e alla caccia del Friuli VG, Stefano Zannier, durante un recente incontro svoltosi a Udine, presso la Regione, al quale erano presenti una decina di agricoltori della Bassa friulana (di Chiopris Viscone, Medea, Fratta, Borgnano, Aquileia), i rappresentanti della Kmecka Sveza  e alcuni direttori delle Riserve di caccia e dei Distretti venatori competenti per territorio. Abbiamo anche formulato una precisa richiesta: le Riserve, i Distretti venatori e i loro direttori, devono essere chiamati alla diretta responsabilità per i danni che la fauna selvatica causa all’agricoltura e alla pubblica sicurezza. I dirigenti venatori, infatti – prosegue Bulfone – non sempre ascoltano le richieste d’aiuto degli agricoltori i quali, in alcuni casi, hanno addirittura deciso di non seminare il mais a causa dell’invasione dei selvatici che scorrazzano indisturbati per i campi distruggendo irrimediabilmente il loro lavoro. Alcuni di questi direttori, nello specifico, hanno ritardato i tempi dell’apertura dei prelievi in deroga. I cacciatori, inoltre, non sono nemmeno usciti e continuano a non uscire perchè attendono di poter abbattere animali di un peso maggiore (a scapito degli agricoltori, ovviamente). Tutto ciò, non solo negando i danni subiti dai coltivatori, ma anche mettendo in campo uno scarso senso di responsabilità nella prevenzione sanitaria, poiché sappiamo quanto sia grave l’eventuale diffusione della peste suina africana trasmessa dai cinghiali che, dopo il Piemonte e Liguria (109 i capi ammalati), è stata segnalata anche a Roma dove è appena stato trovato un animale infetto».

 




Confcooperative Fvg: “Sottobanco”, il bar cooperativo dello “Stringher” gestito dagli studenti

È stato inaugurato oggi, all’ISIS “Bonaldo Stringher” di Udine, il “bar didattico”, progettato e gestito dagli stessi studenti della scuola udinese. Un’iniziativa resa possibile dalla collaborazione instauratasi tra l’Istituto e Confcooperative, nell’ambito dei progetti di educazione all’imprenditorialità che l’associazione cooperativistica conduce nelle scuole di tutto il territorio regionale e che vede lo “Stringher” in prima fila. L’esperienza del “bar didattico” pone infatti l’Istituto all’avanguardia a livello regionale: qui l’attività di “simulazione d’impresa” vede gli studenti, in qualità di soci fondatori della “cooperativa scolastica”, gestire il bar interno – “Sottobanco” il suo nome -, che resterà aperto fino a inizio luglio.

Soddisfatta la dirigente scolastica dello “Stringher”, Monica Napoli: «Sono particolarmente orgogliosa e soddisfatta di questa iniziativa, che vuole essere precursore di un progetto a più ampio spettro. Si tratta di un’esperienza che permette ai ragazzi di sviluppare le proprie capacità imprenditoriali e, nel contempo, di mettere in pratica le competenze acquisite in un contesto stimolante. In questi mesi abbiamo compreso che la scuola è più che mai luogo di aggregazione e di scambio e questo è il modo di fare scuola più adatto all’era contemporanea». Nel progetto sono stati coinvolti 18 studenti, delle classi 3^ A, 3^ B e 4^ A dell’indirizzo “Servizi di sala e di vendita”.

Prima dell’inaugurazione ufficiale del bar interno, gli studenti hanno siglato l’atto costitutivo della cooperativa scolastica, simulando la costituzione di un’impresa vera e propria. A fare le veci di “notaio”, il presidente di Fondosviluppo Fvg (Fondo mutualistico della cooperazione), Giuseppe Graffi Brunoro. Attraverso la simulazione d’impresa, gli studenti dello “Stringher” hanno avuto la possibilità di selezionare la tipologia di servizi e prodotti da offrire, definire il brand del bar, valutarne la sostenibilità economica e impostarne un programma di promozione e marketing. Il tutto è avvenuto attraverso laboratori che hanno visto gli studenti accompagnati in questo percorso da formatori di Confcooperative.

Presenti al taglio del nastro numerose autorità, oltre ai rappresentanti della cooperazione: il Commissario dell’Ente di decentramento regionale di Udine, Augusto Viola; l’assessore all’Istruzione del Comune di Udine, Elisabetta Marioni; nonché i rappresentanti di Orocaffè, sponsor e fornitore del bar didattico, e della Brigata alpina Julia, con cui lo “Stringher” ha instaurato una proficua collaborazione.

L’impegno di Confcooperative nelle scuole del Friuli VG è significativo, con 5.000 studenti coinvolti nell’ultimo anno scolastico: «L’attività del nostro settore “Educazione Cooperativa” cresce di anno in anno e testimonia una partnership con il mondo scolastico regionale che, per noi, è fondamentale per dinamismo e la competitività regionale e allo stesso tempo diffondere un modello di fare impresa sostenibile, democratico, e che trova la propria radice nel legame con il territorio e nelle relazioni sociali», ha commentato il segretario generale di Confcooperative Fvg, Nicola Galluà.

«La collaborazione con lo Stringher è motivo di soddisfazione per Confcooperative: la diffusione dei valori d’impresa cooperativi nelle giovani generazioni rappresenta una parte importante del nostro impegno sul territorio e un modo di contribuire a formare nuove generazioni di cooperatori», è il commento di Paola Benini, presidente di Confcooperative Alpe Adria.

 




Cer, Gestione razionale e sostenibile dell’acqua: il modello Acqua Campus esportato in Friuli

La gestione più razionale, sostenibile e innovativa delle risorse idriche per l’irrigazione in agricoltura sono gli elementi alla base di una convenzione sottoscritta a Pozzuolo del Friuli tra l’Ersa, l’Associazione dei Consorzi di Bonifica del Friuli Venezia Giulia e il Consorzio di bonifica per il Canale Emiliano Romagnolo CER. L’intento dell’accordo è quello di instaurare tra le parti una collaborazione fattiva di tipo tecnico-scientifica volta a migliorare, nel contesto regionale, l’efficienza dell’utilizzo dell’acqua in agricoltura.

Alla presenza dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, del direttore generale Ersa, del presidente del CER e quello dei Consorzi di bonifica del Friuli Venezia Giulia sono stati spiegati i dettagli dell’accordo operativo che si basa sull’attività che sta portando avanti il consorzio Acqua Campus di Budrio, in provincia di Bologna, dove si studiano le più avanzate tecniche sul risparmio idrico in agricoltura. La Regione ha posto in evidenza l’importanza della collaborazione con un ente di grande esperienza, per trasferire al comparto agricolo del Friuli Venezia Giulia quelle conoscenze che permettono di ottenere importanti benefici. Poter incidere sull’aspetto culturale – come è stato sottolineato – è la sfida più rilevante perché consente di affondare le radici nel vero cambiamento che non è solo ed esclusivamente basato sugli aspetti meramente tecnici. La condivisione e la divulgazione delle esperienze del CER verranno tarate in loco per essere il più possibile in linea con le esigenze dell’agricoltura del nostro territorio. La collaborazione prende le mosse da uno studio condotto da Arpa Fvg nella nostra regione, in cui si evidenzia come – nel lungo periodo – il territorio potrebbe andare incontro ad un significativo innalzamento di temperatura e ad un forte aumento di stress termico con conseguente incremento del numero di giorni in cui le colture necessitano di un intervento irriguo a compensazione di queste difficoltà. Le previsioni evidenziano inoltre un aumento di eventi piovosi intensi, con una loro distribuzione irregolare nel tempo e un drastico calo di precipitazioni in estate.

Di fronte a questi scenari risulta evidente l’urgenza di perseguire un utilizzo sostenibile dell’acqua anche all’interno del settore agricolo, motivi questi che hanno portato alla sottoscrizione dell’accordo. Per due anni verranno organizzati nella sede di Ersa a Pozzuolo una serie di eventi tra cui seminari o convegni, percorsi di aggiornamento tecnico e workshop dimostrativi in cui si potranno vedere le soluzioni tecniche proposte da Acqua Campus. Tra queste figurano gli erogatori di ultima generazione, le ali gocciolanti, le linee a pioggia con relativi irrigatori, le apparecchiature per il pompaggio, il filtraggio e la fertirrigazione, le macchine semoventi e pivot che contribuiscono a migliorare l’efficienza e l’efficacia di distribuzione. Le attività sono destinate a diversi soggetti che operano nel settore, dal personale della pubblica amministrazione, ai tecnici e consulenti che affiancano le imprese fino agli agricoltori. Parallelamente si opererà anche in sinergia con i Consorzi di bonifica, tanto nell’allestimento di prove sperimentali gestite da Ersa e mirate all’utilizzo sostenibile della risorsa idrica, quanto per valutare, attraverso applicazioni modellistiche, gli apporti ottimali da fornire alle diverse colture in base al bilancio idrico del sistema pianta-suolo nelle varie fasi di sviluppo e nei diversi territori della regione. L’obiettivo è quello di arrivare in futuro ad una più mirata gestione delle forniture irrigue sulla base delle necessità colturali.

La Convenzione, è stata siglata in calce, alla presenza dell’Assessore regionale alle risorse agroalimentari Stefano Zannier, dal presidente del CER Nicola Dalmonte, dalla presidente di ANBI FVG Rosanna Clocchiatti e da Paolo Tonello, direttore del Servizio fitosanitario, chimico ricerca e sperimentazione e assistenza tecnica dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale.

“Siamo orgogliosi e molto motivati per la sottoscrizione di questo accordo in Friuli – commenta il presidente del CER Nicola Dalmonte – una intesa che ci consente, come CER, di mettere in evidenza il nostro lavoro e il frutto concreto della ricerca di Acqua Campus che si trasforma in conoscenza, metodo e subito dopo in applicazione operativa a servizio e beneficio di tutti coloro che vogliono utilizzare gli strumenti di cui disponiamo e che consolidiamo ed ampliamo giorno dopo giorno”.

Il Canale Emiliano Romagnolo è una delle più importanti opere idrauliche italiane gestito da un consorzio di bonifica di secondo grado, a servizio di un territorio caratterizzato dalla presenza di un’agricoltura particolarmente esigente di acqua e da diffusi insediamenti civili e industriali. Il territorio interessato dal sistema CER ha una superficie di oltre 3mila chilometri quadrati distribuita nelle province di Ferrara, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e in parte in quella di Modena.




BAT Italia: al via le assunzioni per il nuovo Innovation Hub di Trieste                        

 

BAT Italia annuncia oggi l’avvio del piano di assunzioni del personale per il nuovo Innovation Hub che aprirà a Trieste entro la fine del 2022, in cui saranno realizzati prodotti a rischio ridotto* e che ospiterà una Digital boutique per la trasformazione digitale e il marketing digitale.

 

L’Innovation Hub rappresenta un ambizioso investimento fondato su innovazione e sostenibilità, in linea con la mission di BAT di costruire “A Better Tomorrow” per i consumatori, le comunità in cui opera e naturalmente i suoi dipendenti, riducendo l’impatto della propria attività sulla salute attraverso l’offerta ai propri consumatori, fumatori adulti, del più ampio portafoglio di prodotti a rischio ridotto*.

 

La campagna di recruiting sarà realizzata con particolare attenzione rivolta al gender balance, all’occupazione femminile, alla valorizzazione di competenze STEM e alla diversity & inclusion dei candidati, in linea con le politiche globali dell’azienda.

 

Sarà realizzata in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia e le parti sociali nazionali e locali. Ai partner è stata data visibilità del percorso di selezione e del piano di inserimento, chiedendo attivamente di condividere le posizioni aperte tramite i loro canali dedicati e di convogliare le candidature sul sito di application Gi Group. L’azienda leader nei servizi dedicati allo sviluppo del mercato del lavoro supporterà BAT nelle diverse fasi della procedura.

 

Dal mese di aprile partirà la ricerca e la selezione dei primi 150 professionisti e professioniste che inizieranno a lavorare nel nuovo stabilimento che sarà completato entro la fine del 2022 nell’area di FreeEste.

 

Ulteriori assunzioni saranno effettuate progressivamente – con una media di 100 all’anno – per sostenere la crescita strutturale dell’Innovation Hub e l’implementazione delle linee di produzione.

 

In 5 anni il progetto prevede la creazione di 2.700 nuovi posti di lavoro stimati, 600 diretti e 2.100 indiretti tra locali e nazionali, per un investimento fino a 500 milioni di euro, che conferma il ruolo centrale del territorio triestino e italiano all’interno della strategia di BAT e il forte interesse dell’azienda nel sistema Paese.

 

Le risorse selezionate per il nuovo Hub avranno la possibilità di seguire training di inserimento lavorativo – realizzati in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia – e un percorso di formazione intenso ed articolato finalizzato a creare e accrescere skill specialistiche in ambito industriale, tecnologico e manageriale. Durante tale percorso saranno previste anche visite nelle factory BAT all’estero, con l’obiettivo di condividere processi di gestione e modalità di lavoro che possano essere utili per tutti i lavoratori.

 

Le persone interessate alla selezione potranno candidarsi sul sito gigroup.it/bat, dove potranno trovare anche informazioni dettagliate relative alle posizioni ricercate e al periodo di inserimento. Per informazioni e supporto nel processo di selezione, i candidati potranno rivolgersi al Centro per l’Impiego di Trieste – Regione Friuli Venezia Giulia (indirizzo e-email [email protected] – telefono 040.3772877).

 

“Il nostro Innovation Hub rappresenta tutto ciò in cui crediamo, a partire dalla valorizzazione delle persone. Da sempre mettiamo i nostri talenti al centro della nostra visione, perché crediamo che un ambiente di lavoro stimolante, innovativo e inclusivo sia la chiave per supportare gli individui nel raggiungimento dei propri obiettivi e di livelli di performance sempre più alti. Un grande supporto arriverà da Trieste, dove stiamo già lavorando in sinergia con tutti gli stakeholder locali per dare vita ad un volàno positivo di sviluppo socioeconomico a livello locale e nazionale, per realizzare quel A Better Tomorrow che siamo impegnati a costruire,” ha dichiarato Roberta Palazzetti, Presidente e Amministratore Delegato di BAT Italia e Area Director per il Sud Europa.

 

“L’investimento di BAT rappresenta una straordinaria opportunità in termini di crescita economica e occupazionale per il Friuli-Venezia Giulia,” ha commentato il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. “Le proiezioni sulle ricadute dirette e indirette avvalorano in particolare gli sforzi compiuti dalle istituzioni locali, Regione in testa, per affermare il binomio Ricerca&Innovazione quale primario motore di sviluppo del territorio.”

 

“Poter affiancare BAT nella campagna di selezione e ricerca del personale per l’Innovation Hub di Trieste ci riempie di soddisfazione. Opereremo per la ricerca e l’inserimento dei profili da selezionare per il 2022 con team dedicati, soluzioni altamente personalizzate e strumenti innovativi di attraction e di training. Tutto questo ci permetterà non solo di rispondere ai bisogni nell’immediato ma anche di affiancare BAT nei prossimi anni quando lo stabilimento lavorerà a pieno regime,” ha dichiarato Zoltan Daghero, Amministratore Delegato di Gi Group Spa.

* Sulla base del peso delle prove scientifiche e supponendo un passaggio completo dal fumo di sigaretta. Questi prodotti non sono privi di rischi e creano dipendenza.

 

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Note

 

• In linea con la scelta di Trieste – città europea con la più alta densità di ricercatori – come sede del suo Innovation Hub, BAT sta lavorando per instaurare sinergie e potenziali collaborazioni con le università dell’area con l’obiettivo di attrarre talenti del territorio e instaurare relazioni durature con istituti e istituzioni.

 

• Per la prima fase delle assunzioni, BAT ricerca nello specifico: operatori di linea ed esperti di movimentazione merce, specialisti di qualità, ingegneria di produzione e manutenzione e impiegati a supporto dello stabilimento, impegnati nelle funzioni finanza, logistica, risorse umane e acquisti.

 

• Per l’attenzione alla gestione delle risorse umane, BAT nel 2022 ha ottenuto per l’undicesimo anno consecutivo la certificazione Top Employer Italia, insieme alle certificazioni Europe e Global ottenute dal Gruppo.

 

• Nel 2021 ha ricevuto il premio Minerva Federmanager come Azienda di eccellenza per la leadership femminile, per essersi distinta nel campo della parità di genere grazie a politiche attente a garantire pari opportunità, riconoscimenti di carriera e una cultura diffusa di empowerment femminile.

 

• BAT è inoltre stata inserita tra i Diversity Leader nominati lo scorso anno dal Financial Times.




Confcooperatrive Fvg: Donne e conciliazione vita-lavoro, cresce l’attenzione delle cooperative

 

Cresce l’attenzione delle imprese cooperative verso le politiche di genere e le cooperatrici. Lo rende noto Confcooperative, in occasione dell’8 marzo, divulgando i dati di una ricerca condotta dal proprio Ufficio studi su un campione di 87 imprese cooperative del Friuli VG. Il 46 per cento delle cooperative afferma di impegnarsi “molto” o “moltissimo” sul tema della valorizzazione delle diversità di genere. «Solo pochi anni fa – commenta Paola Benini, coordinatrice della Commissione Dirigenti cooperatrici di Confcooperative Fvg – una percentuale di questo tipo sarebbe stata impensabile: negli ultimi anni c’è stato un netto passo avanti in termini di sensibilità delle imprese verso la questione. Ciò vale innanzitutto per il mondo cooperativo, dove le donne lavoratrici rappresentano circa il 52 per cento degli addetti. C’è, però, ancora una presenza troppo limitata delle donne ai vertici delle imprese». Soltanto nel 25 per cento delle cooperative, infatti, le donne rappresentano la maggioranza degli amministratori: il 33 per cento delle cooperative, però, conferma di porsi l’obiettivo di una crescita del numero delle amministratrici nella propria impresa. «Un obiettivo che, però, deve essere confermato da iniziative concrete che vadano in questa direzione», spiega Benini, ricordando altresì che «gli imprenditori e le imprenditrici non possono essere lasciati soli sul tema della conciliazione vita-lavoro. Il problema gravissimo della denatalità, una cura attenta e competente dei nostri bambini e dei nostri anziani, non può e non deve ricadere solo sulle donne e sulle imprese più attente e illuminate. È un tema di benessere sociale e di costruzione del futuro che dovrebbe ossessionare la nostra classe dirigente politica».

 

Più attenzione alle politiche di genere

Su questo secondo fronte c’è ancora molto lavoro da fare. I dati sono, comunque, incoraggianti: il 51 per cento delle cooperative si sta impegnando per migliorare l’attenzione alle politiche di genere nei processi di selezione del nuovo personale, e il 57 per cento annuncia iniziative per lo sviluppo professionale delle lavoratrici. Sul tema della conciliazione vita-lavoro: il 63 per cento delle cooperative intervistate afferma di voler adottare un’organizzazione del lavoro orientata a favorire la conciliazione e il 50 per cento vuole sensibilizzare tutti i collaboratori sul tema delle pari opportunità. Infine, il 53 per cento delle imprese cooperative intende promuovere un particolare impegno per l’individuazione dei fenomeni di violenza di genere all’interno dell’organizzazione con messa in mora dei responsabili e tutela delle vittime. «Proprio il Friuli VG – ricorda Benini – è stato, nel 2019, una delle prime regioni in Italia a dotarsi di un Protocollo tra sindacati e associazioni datoriali per il contrasto alla violenza di genere sui luoghi di lavoro. E una ulteriore spinta all’attenzione per la parità di genere potrà venire dalle clausole inserite nei bandi PNRR», conclude Benini. La parità di genere, infatti, è una delle priorità trasversali anche nei bandi del PNRR: le imprese beneficiarie dei bandi, a esempio, dovranno promuovere l’assunzione di donne, giovani e disabili per una quota non inferiore al 30 per cento.

 




Cia Fvg: Clementin eletto presidente regionale


Franco Clementin

: «La nostra indipendenza organizzativa ci rende autorevoli nel confronto delle istituzioni, così pure le nostre idee e visioni programmatiche. La sfida della transizione ecologica va trasformata in valore, dagli agricoltori, modificando i propri comportamenti produttivi in sintonia con le richieste dei consumatori, e facendoseli pagare».




FedAgriPesca Fvg: finalmente il pescaturismo regionale ha le sue regole

«Siamo soddisfatti dell’iniziativa legislativa assunta dal Consiglio regionale sulla “Disciplina del pescaturismo, ittiturismo e delle attività connesse alla pesca professionale e all’acquacoltura” – dice Riccardo Milocco, vicepresidente e coordinatore settore pesca di FedAgriPesca Fvg –. È la buona conclusione di un lavoro concertato che accoglie le principali istanze, su questo tema, espresse dal comparto regionale della pesca. La revisione normativa era necessaria per permettere alle aziende di investire in sicurezza, riconoscendo le diversità strutturali fra azienda agricola/imprenditore agricolo e azienda di pesca/imprenditore ittico. Per tutta una serie di motivi pratici risulta abbastanza chiaro che i criteri per il riconoscimento di ittiturismo/pescaturismo non possono essere gli stessi o similari a quelli dell’agriturismo. A questo punto, prende forma la speranza che, di fronte a un preciso corpo legislativo di regolamentazione, questa attività possa avere uno sviluppo e offrire nuove opportunità economiche agli operatori della pesca del Friuli VG. Una notizia molto attesa, dunque – conclude Milocco – tanto più ben accolta poiché inserita nell’Anno internazionale della pesca artigianale e acquacoltura, promosso dall’Onu, per il 2022».




Confcooperative Fvg: pandemia e costi energetici mettono a dura prova il sistema

 

Nel report di Confcooperative Fvg 2020-2021, in negativo i settori della cultura, del turismo, dell’agricoltura, della pesca e della produzione e lavoro. Bene la raccolta delle Bcc e, in positivo, anche cooperazione sociale e cooperative di consumo. Nuove tensioni sui bilanci con i significativi aumenti del costo dell’energia

Crollo vistoso dei ricavi per cultura e turismo (-32,5 per cento); in negativo anche l’agricoltura e la pesca (-2,99 per cento) e il settore delle cooperative di produzione e lavoro (-1,3 per cento). Segno positivo, invece, per le 9 Bcc regionali (+21 per cento di raccolta globale); le cooperative di distribuzione e consumo (+8,9 per cento i ricavi) e per la cooperazione sociale (+2,0 per cento). È questa la sintesi del report di Confcooperative Fvg, presentato alla stampa 8e all’assessore regionale alle attività produttve, a Udine, che fotografa in maniera realistica gli effetti concreti che, questi due anni di emergenza sanitaria, hanno prodotto sui bilanci delle 523 cooperative aderenti. Complessivamente, nel 2020, il sistema delle imprese di Confcooperative Fvg ha perso l’1,5 per cento in valore; un dato peggiore rispetto al sistema nazionale dove si segnala un sia pur lieve aumento (+1,0 per cento).  Altro indicatore preoccupante del pesante impatto del Covid19 sul sistema, è dato dalla forte riduzione delle nuove iscrizioni al Registro regionale delle cooperative (-41 per cento nel 2021, sul 2020, quando era già in calo del 5,6 per cento, sul 2019).

«Sono dati che testimoniano dell’enorme impatto che la pandemia ha avuto sul tessuto economico e di come essa abbia colpito in maniera estremamente differenziata. I dati che abbiamo raccolto – dice Daniele Castagnaviz, presidente di Confcooperative Fvg – ci consentono di disegnare un quadro dettagliato della situazione: situazione che, peraltro, sarebbe stata ancora peggiore senza gli importanti interventi pubblici che si sono succeduti in questi due anni. La preoccupazione per la tenuta di molte imprese è però reale, complice anche lo scenario internazionale, la cui incertezza potrebbe aggiungersi a tutti gli altri fattori, come l’incremento dei costi di produzione, nell’allontanare la ripresa».

L’assessore alle Attività produttive e turismo del Friuli VG, Sergio Emidio Bini, ha confermato la vicinanza dell’Amministrazione regionale al mondo della cooperazione e ha annunciato che il sostegno e la concertazione non verranno meno nemmeno in futuro.

Gli addetti delle cooperative aderenti a Confcooperative hanno raggiunto le 19.573 unità, ma anche in questo caso la crisi ha colpito in maniera differenziata i diversi settori: cultura e turismo hanno visto ridursi del 39 per cento l’aggregato delle retribuzioni ai lavoratori del settore. L’emergenza sanitaria ha determinato, invece, la crescita degli addetti delle cooperative sociali (+10,1 per cento) le quali, tuttavia, evidenziano una notevole difficoltà a reperire figure professionali specializzate. Una vera e propria emergenza nell’emergenza: mancano, infatti, 650 operatori sociosanitari, 600 educatori socio-pedagogici, 250 infermieri e 120 educatori sociosanitari.

«Per i settori più colpiti dalla pandemia – commenta il Segretario generale di Confcooperative Fvg,

Nicola Galluà – le chances di ripresa sono legate all’effettivo ritorno alla normalità con la progressiva eliminazione delle limitazioni agli spostamenti e alla possibilità di partecipazione agli eventi collettivi. L’incremento dei costi dell’energia e dei trasporti (a due o, addirittura, a tre cifre), però, rischia di erodere in maniera estremamente rilevante le marginalità ridotte tipiche del comparto cooperativo il quale, non solo non è in grado di “scaricare” gli incrementi dei costi sui clienti, ma si è anche già speso molto utilizzando le riserve per salvaguardare l’occupazione e la remunerazione dei soci, in questi due anni difficilissimi. Sulle prospettive di settori, quale quello agroalimentare, potrebbero influire inoltre le tensioni internazionali».

Le azioni di contrasto a tali aumenti, da attivare in sede regionale e nazionale, non mancano secondo Confcooperative Fvg. La rateizzazione del pagamento delle bollette, potrebbe rappresentare un primo sollievo per le imprese più piccole e con ridotta marginalità, insieme alla riduzione delle aliquote fiscali sui prodotti energetici e la riduzione degli oneri di sistema; il sostegno all’avvio delle comunità energetiche e delle forme di autoconsumo individuale e collettivo; l’incentivo allo sviluppo di gruppi di acquisto di energia; la promozione e il sostegno a forme mutualistiche senza scopo di lucro di acquisto collettivo di beni e servizi energetici in forma cooperativa. «È una vera emergenza – conclude Galluà – che rischia di allontanare la ripresa e colpire imprese già indebolite dalla crisi indotta dalla pandemia».

 




Ambiente, Confagricoltura Fvg: Tutela in Costituzione è decisione epocale anche per settore primario

«Una decisione epocale anche per l’agricoltura. I risultati del nostro lavoro e le prospettive delle nostre imprese dipendono dalla tutela ambientale e dalla conservazione delle risorse naturali». Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Fvg, Philip Thurn Valsassina, a proposito della definitiva approvazione, da parte del Parlamento, della proposta di legge costituzionale a tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.

 

«Su due aspetti, in particolare, ci attendiamo ora un cambio di passo – aggiunge Thurn Valsassina -. Mettere fine al fenomeno incontrollato del consumo di suolo. Ogni anno circa 5mila ettari sono sottratti all’attività agricola. Secondo l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), per effetto del consumo di suolo che si è verificato nel periodo 2012-2020, il valore della produzione agricola e forestale ha subito una riduzione di circa 210 milioni di euro l’anno, con un danno esteso all’ambiente e agli ecosistemi. La decisione del Parlamento – prosegue il presidente regionale di Confagricoltura – assume un significato ancora maggiore alla luce degli impegni per la neutralità climatica e il rispetto degli Accordi di Parigi. In quest’ottica ci auguriamo un’effettiva accelerazione per la diffusione delle energie rinnovabili in sostituzione di quelle di origine fossile. Il nostro settore ha un ruolo importante da svolgere, anche ai fini dell’assorbimento al suolo del carbonio. La tutela dell’ambiente e della biodiversità sono strettamente legate alla ricerca e alle innovazioni tecnologiche, anche per quanto riguarda i metodi di produzione in agricoltura. Non dovrebbe esserci più spazio per valutazioni di tipo ideologico. Le scelte per la sostenibilità ambientale devono essere fondate su solide basi scientifiche e tecnologiche”, conclude Thurn Valsassina.




Lavoro, Stefano Gobbo confermato alla guida della Fai Cisl Friuli Venezia Giulia

Si è svolto a Tricesimo in provincia di Udine il terzo congresso della Fai Cisl Friuli Venezia Giulia, federazione agroalimentare e ambientale che in regione conta quasi 4 mila lavoratori iscritti. L’assemblea, dal titolo “RiGenerazione: persona, lavoro, ambiente”, ha confermato all’unanimità Stefano Gobbo Segretario generale; al suo fianco nella segreteria regionale sono stati eletti Andrea Menegoz, Segretario generale aggiunto, Francesca Pezzutto, Massimiliano Nardini e Marco Savi.

In regione, ha denunciato Stefano Gobbo affrontando i temi della pandemia, “sistema sanitario, scolastico ed economico rischiano il collasso, ma anche nell’agroalimentare stiamo subendo gli effetti di questa quarta devastante ondata, infatti nel mese di gennaio è mancata tra il 25 e il 30% della forza lavoro”. Altra urgenza, la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro: “Nel 2021 abbiamo avviato la campagna ‘Fermiamo le stragi nei luoghi di lavoro’ – ha detto Gobbo, ricordando Alessandro Alessandrini, giovane deceduto nel 2020 nel prosciuttificio in cui lavorava – ma è urgente riprendere con maggiore incisività la promozione della cultura della prevenzione, per cui appena la pandemia lo permetterà torneremo a svolgere incontri formativi in presenza con i delegati e i rappresentanti per la sicurezza, per approfondire gli adeguamenti normativi e sensibilizzare tutti i lavoratori”. Diverse le sfide della contrattazione sottolineate da Gobbo, a cominciare da quelle per gli operai agricoli: “Ad aprile 2021, dopo 15 mesi dalla scadenza – ha ricordato il sindacalista – abbiamo rinnovato il contratto regionale, che riguarda quasi 18 mila lavoratrici e lavoratori e che contiene novità importanti come quelle sugli appalti, impegnando le aziende che ne fanno uso a darne comunicazione all’ente bilaterale territoriale. Ora un altro obiettivo è quello di arrivare ad un unico ente bilaterale regionale, che possa equiparare le prestazioni erogate, oggi troppo diversificate, tra le ex provincie della regione. Mentre a livello nazionale ci auguriamo tempi ristretti per il rinnovo del Ccnl, che dovrà tenere conto anche della nuova Pac, che finalmente include una clausola sociale per subordinare i finanziamenti europei al rispetto delle norme e dei contratti: uno strumento in più per combattere, assieme alla nostra campagna Sos Caporalato, il lavoro sottopagato e nero, purtroppo ancora ben presente anche nella nostra regione. Finora – ha spiegato Gobbo – il nostro impegno per arginare il fenomeno non è stato vano, il lavoro nero sta diminuendo e siamo riusciti a garantire a tanti operai diritti di tutela contrattuale e di welfare, maternità, malattie e fondi sanitari, prima negati, ma la strada da fare è ancora tanta, specialmente per scovare le tante imprese agricole che illegalmente si affidano a imprese individuali, solitamente avviate da immigrati, per reclutare manodopera a basso costo”.

Il tema della sicurezza è stato centrale anche nell’intervento del Segretario generale della Cisl Friuli Venezia Giulia, Alberto Monticco, che ha denunciato: “Nel 2021 in regione abbiamo avuto 22 morti sul lavoro, dobbiamo invertire la rotta puntando sulla formazione ma anche su scelte politiche concrete, ad esempio il progetto per la patente a punti per misurare il rispetto delle norme di sicurezza, presentato da Cgil Cisl e Uil, è fermo da troppo tempo in Parlamento”. Il sindacalista ha ricordato anche la morte del diciottenne avvenuta in provincia di Udine dieci giorni fa, in un’azienda metalmeccanica: “Per quel drammatico incidente alcuni hanno accusato l’alternanza scuola lavoro, che però non c’entra nulla. La sfida è insegnare la prevenzione a tutti coloro che entrano in azienda, inoltre dobbiamo sostenere di più i lavoratori che nei luoghi di lavoro denunciano le condizioni di rischio”.

Dopo gli interventi di delegati, operatori e dirigenti, i lavori si sono conclusi con il Segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, che rilanciando la campagna “Non c’è cibo senza terra” ha ricordato i dati del consumo di suolo agricolo: “In Italia tra cementificazione e pannelli fotovoltaici spariscono 2 metri quadri di suolo al secondo, la cosa peggiore è che si tratta soprattutto di suolo delle aree a tutela paesaggistica, delle aree protette, dei territori agricoli, di quelli ad alta pericolosità idraulica: un trend continuato anche quando la crescita economica era crollata a causa della pandemia, e che permane nonostante il calo demografico e l’abbandono dei borghi. La sfida per una vera transizione ecologica si vince recuperando l’esistente, riciclando gli scarti, riconvertendo le produzioni, rigenerando i tessuti urbani, e le professionalità agroalimentari e ambientali sono parte determinante di questa sfida”. “Gli stessi rinnovi contrattuali – ha detto Rota, ricordando i recenti rinnovi dei Ccnl degli operai idraulico forestali e degli allevatori, avvenuti dopo dieci anni di stallo – sono passaggi fondamentali per rilanciare comparti che sono al centro della difesa del territorio e della ricchezza delle aree interne”.




Confagricoltura Fvg. Annata 2021: valori della produzione ancora in calo

Il 2021 agroalimentare del Friuli VG si porta via con sé una diminuzione del valore dei prodotti pari a un -2,7 per cento sul 2020, ma di un -13 per cento sul 2018. Migliora la bilancia commerciale con un export che cresce del 6,5 per cento per i prodotti dell’agricoltura e della pesca (a fronte di una crescita delle importazioni dello 0,29 per cento) e dell’11,85 per cento per i prodotti alimentari e le bevande a fronte di un’importazione che cresce del 4,67 per cento. Complessivamente, il valore delle esportazioni supera il miliardo di euro. Sono i primi dati dell’annata agricola appena trascorsa, elaborati dal Centro studi di Confagricoltura.

«La tendenziale continua crescita dei costi di produzione, sta effettivamente mettendo in crisi le nostre aziende – sottolinea il presidente di Confagricoltura Fvg, Philip Thurn Valsassina -. In questo modo, tra l’altro, l’attività agricola rimane poco appetibile per i giovani facendo venire meno, nel comparto, l’apporto di nuove idee e il necessario ricambio generazionale. Oltre all’intervento strutturale sui costi dell’energia è di assoluta necessità l’accorciamento delle filiere per far rimanere più valore aggiunto nelle tasche degli imprenditori agricoli. Inoltre, auspico che l’assessorato regionale alle Risorse agroalimentari mantenga alta la tensione e l’attenzione sulle proposte e le determinazioni della nuova “Pac 2027” affinché contenga benefici concreti e duratori per le imprese agricole».

Tra i seminativi, ritorna a crescere il mais che è la prima coltivazione del Friuli VG, con 44.633 ettari e oltre 4milioni e 400 mila q di prodotto. Dal punto di vista della superficie, è tallonato dalla soia, con i suoi 38.752 ettari investi e 814 mila q di prodotto. Ambedue le coltivazioni sono in crescita sul 2020. Non si può non segnalare il crollo del frumento che scende dagli 8.780 ettari investiti ai soli 300. Praticamente stazionario l’orzo, nonostante il forte interesse delle industrie della birra verso questo cereale (in tema, vengono censiti anche 4 ettari dedicati alla coltivazione del luppolo).

L’ortaggio più coltivato è la patata, con i suoi 229 ettari (in calo sul 2020), seguito dall’asparago con 185 ettari (stazionario).

Il melo è il fruttifero più coltivato, con i suoi 1.318 ettari investiti (in crescita) per una produzione di oltre 641 mila q. Stazionario l’investimento in kiwi, secondo frutto più coltivato, con i suoi 520 ettari. Allo stesso tempo, si segnala la crescita e la diffusione di “nuove” coltivazioni: il nocciolo, innanzitutto, che passa da 286 a 384 ettari; l’olivo, da 259 a 280 ettari; il noce, da 65 a 121 ettari.

Confermato il trend in crescita per i vigneti che continuano a segnalare l’avvio di nuovi impianti. Infatti, la superficie investita passa dai 26.984 ettari del 2020, ai 28.687 del 2021.

Nel comparto zootecnico, prosegue l’andamento negativo ultradecennale dell’allevamento bovino. Attualmente, nelle nostre 2.191 stalle trovano spazio 73.686 bovini. Gli allevatori dell’anno precedente erano 2.202 e si prendevano cura di 74.393 capi. Dal punto di vista dei numeri, vanno meglio la suinicoltura, l’acquacoltura e l’apicoltura.

Sono una decina in più, infatti, gli allevatori di maiali del 2021 che fanno crescere 267.135 capi. Il trend segna una curva tendenzialmente positiva dal 2018.

Gli allevamenti di crostacei, molluschi e pesci, attivi nella regione, sono 226; erano 144 nel 2012. Dal 2016, l’apicoltura del Friuli VG pare aver trovato un nuovo slancio. Il numero di apicoltori è passato dai 1.192 di cinque anni fa (professionisti o meno), agli attuali 1.878; le arnie sono quasi raddoppiate, passando dalle 2.456 di allora, alle attuali 4.325.

 




Pordenone Fiere, AquaFarm e NovelFarm rinviate. Nuovo appuntamento il 25, 26 e 27 maggio 

L’appuntamento con AquaFarm, NovelFarm e il nuovo progetto AlgaeFarm slitta nuovamente. Alla luce dell’attuale situazione epidemiologica in Italia, in Europa e nel resto del mondo, la Fiera di Pordenone si è vista costretta a rimandare l’evento al fine di garantire una manifestazione in sicurezza e di soddisfare quanto più possibile le aspettative di espositori e visitatori italiani ed esteri. L’appuntamento, dunque, è per il 25 e 26 maggio con uno Special Conference day di caratura internazionale il 27 maggio.

AquaFarm e NovelFarm hanno saputo ritagliarsi negli anni un posto di rilievo tra gli eventi del settore ittico e di quello agricolo e all’interno del panorama italiano ed europeo rappresentano un’unicità nel loro genere. Lo confermano i dati: le due manifestazioni, giunte rispettivamente alla quinta e alla terza edizione, vantano il 35% di espositori dall’estero e un pubblico internazionale pari al 15% del totale con provenienza da Croazia, Spagna, Francia, Egitto, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Slovenia, Paesi Bassi, Norvegia e Serbia.

“Abbiamo preso la decisione di rinviare la manifestazione soprattutto per permettere l’affluenza dall’estero: dall’Europa e non solo.” Afferma Renato Pujatti, Presidente di Pordenone Fiere. “Abbiamo riscontrato in entrambi i settori il desiderio di ritornare a incontrarsi personalmente per portare avanti il lavoro in modo professionale e soddisfacente, posticipare l’evento è stata una scelta necessaria per offrire a tutti gli stakeholder la consueta qualità organizzativa e la riconosciuta eccellenza dei contenuti dell’evento.”

L’evento offre possibilità di confronto, di networking e di aggiornamento per tutti i professionisti interessati. L’area espositiva è accompagnata da una serie di conferenze che trattano temi attuali e importanti per gli sviluppi futuri dell’acquacoltura e dell’agritech. E quest’anno ad arricchire l’evento ci saranno anche AlgaeFarm, appuntamento interamente dedicato all’algocoltura, il contest di AquaFarm R&D Award che premia progetti innovativi volti a migliorare la produttività in acquacoltura, e non da ultimo lo Special Conference Day, giornata interamente dedicata ad una serie di conferenze internazionali tra cui spicca il seminario IYAFA 2022 (International Year of Artisanal Fisheries and Aquaculture) organizzato in collaborazione con FAO, API (Associazione Piscicoltori Italiani) e GFCM (General Fisheries Commission for the Mediterranean).

Appuntamento dunque il 25, 26 e 27 maggio a Pordenone Fiere.

 

AquaFarm è la mostra-convegno internazionale dedicata ad acquacoltura e industria della pesca sostenibile. NovelFarm è il più importante evento italiano interamente dedicato alle nuove tecniche di coltivazione, fuori suolo e vertical farming. Quest’anno affiancate da AlgaeFarm, appuntamento dedicato a tecnologie e applicazioni in alghicoltura.




Confcooperative Fvg: il mondo cooperativo piange la scomparsa di Ferdinando Di Centa

Il mondo cooperativo friulano e italiano piange la scomparsa di Ferdinando Di Centa, già a lungo direttore della Secab, importante cooperativa idroelettrica operante in Carnia e, da diversi anni, portavoce nazionale del Coordinamento delle Cooperative elettriche storiche italiane.

«Un esempio di grande dirigente cooperativo – commenta Daniele Castagnaviz, presidente regionale di Confcooperative, associazione cui la Secab aderisce – una figura di cooperatore che ha dato molto allo sviluppo della cooperazione in un settore di grande attualità come quello dell’energia rinnovabile, ma anche un dirigente da tutti riconosciuto per le sue doti di serietà, competenza, dedizione verso gli ideali della cooperazione e della mutualità».

Una figura, sottolinea Confcooperative, esemplare anche per l’impegno in un territorio, quello della montagna friulana, storicamente ricco di iniziative cooperative: «La cooperazione friulana perde una figura di grande prestigio e di riferimento per tanti cooperatori carnici e non solo, il suo impegno nazionale in questi ultimi anni è stato un esempio di impegno civile che ha portato lustro a tutto il Friuli. La sua scomparsa ci addolora», è il ricordo di Paola Benini, presidente di Confcooperative Udine.

Un ricordo di Di Centa è giunto anche dai vertici nazionali dell’associazione dove Di Centa era da tempo impegnato: «La morte di Ferdinando Di Centa mi addolora profondamente – ha detto Roberto Savini, presidente nazionale di Confcooperative Consumo e Utenza -. Esprimo i sentimenti di vicinanza e solidarietà ai suoi familiari. Confcooperative perde un valido e ammirato dirigente nazionale, rappresentante e portavoce delle Cooperative elettriche storiche italiane. Abbiamo imparato molto dal suo esempio di uomo cortese e gioviale e di cooperatore determinato e appassionato. A lui va il ringraziamento per aver contribuito, grazie alla sua profonda competenza ed esperienza in particolare nel settore delle energie rinnovabili, alla promozione dei valori cooperativi, alla difesa della mutualità e del rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali».




Psr fvg 2014-2020 tra I protagonisti dell’incontro online sinergie in campo. Lanciata nuova iniziativa ruralworlds, “parole come semi”

Anche il Programma di sviluppo rurale del Fvg 2014-2020 ha partecipato unitamente al Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animali dell’Università di Udine ieri all’evento “Sinergie in campo”, organizzato online nell’ambito dell’iniziativa “Rural4University”, promossa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e Rete Rurale Nazionale, in collaborazione le Regioni e le Università partner, con l’obiettivo di condividere i risultati delle attività svolte nel biennio 2020-21 e di lanciare la nuova iniziativa RuralWorlds.

“L’evento ha voluto essere anche un’occasione per lanciare la nuova iniziativa “RuralWorlds”, parole come semi – spiega l’Autorità di Gestione del PSR FVG 2014-2020 Karen Miniutti –  che ha lo scopo di contribuire alla crescita culturale e professionale dei giovani e allo sviluppo dell’ecosistema rurale, puntando sulla creazione di relazioni proficue tra tutti gli attori, soggetti singoli, organismi associativi, istituzioni regionali, nazionali e sovranazionali, università e aziende agricole, che incentivano lo scambio di buone pratiche e la partecipazione collettiva e inclusiva”.

In linea con il claim #Feedback, l’evento è stato strutturato nella forma del dialogo istituzionale, multi-livello e partecipato con tutti gli attori coinvolti nel processo di attuazione. I gruppi di lavoro, formati da rappresentanti delle istituzioni e delle università (docenti e studenti), utilizzeranno stanze virtuali per analizzare, condividere e discutere l’esperienza Rural4University, in termini di “opportunità” e/o “prospettive”.

La Rete Rurale Nazionale considera i giovani il driver principale del cambiamento, rendendoli protagonisti di un’agricoltura moderna, innovativa, competitiva, multifunzionale e rispettosa dell’ambiente. “Questo approccio – precisa Miniutti – coinvolge anche i temi della formazione e della comunicazione, che assumono un ruolo fondamentale per diffondere le opportunità ai potenziali beneficiari e informare la società civile sui benefici della politica di sviluppo rurale, puntando sulla creazione di relazioni proficue, come quelle che intercorrono tra l’amministrazione regionale ed il sistema universitario e che consentono la realizzazione di questi progetti”.

L’incontro si è aperto con la proiezione del video realizzato nell’ambito del Rural Camp, svoltosi quest’anno in Umbria e in Sicilia. Un’immersione totale dei giovani partecipanti nelle storie aziendali, nella conoscenza dei prodotti del territorio e nell’analisi delle criticità che le aziende devono affrontare. Quattro laboratori in presenza, che hanno permesso di riscoprire, dopo 15 mesi di lavoro online, quanto può essere emozionante trovarsi dal vivo e contribuire a rimpolpare il già nutrito “carnet” di idee e progetti. A seguire, i lavori di gruppo, e la raccolta dei risultati dei tavoli di confronto, poi la presentazione dell’iniziativa 2022 e le conclusioni. L’evento è stato organizzato in collaborazione con Mipaaf, Rete Rurale Nazionale, European Network for Rural Development, Crea e Ismea.