Giuseppe Alonzo: ricerca si traduce in sviluppo e crescita economica

presidente_alonzoLa qualità della ricerca in campo agroalimentare è di fondamentale importanza per lo sviluppo di un’innovazione di prodotto e di processo, finalizzata a favorire la crescita economica mediante il mantenimento e consolidamento del ruolo leader dell’Italia nel contesto agroalimentare globale.

Garanzia e stimolo, per un’efficace attività di ricerca, sono certamente una buona qualità della formazione superiore e l’adozione di un sistema di valutazione appropriato e possibilmente uniforme, dei risultati della ricerca che consideri gli aspetti quali/quantitativi dei risultati ottenuti ma anche della loro ricaduta sul sistema socio-economico del Paese..

In generale, valutare la ricerca, significa identificare un insieme di attività idonee a esprimere una valutazione, più o meno articolata, sulla conoscenza acquisita mediante l’attività di sperimentazione. Occorre pertanto stabilire criteri idonei a esprimere giudizi di qualità e impatto. In tal senso, la valutazione della ricerca può essere effettuata con l’impiego di diversi strumenti, quali: l’analisi bibliometrica, il panel, la peer review o l’ampiezza del coinvolgimento internazionale. Oggetto di valutazione possono essere: i libri e gli articoli scientifici pubblicati, la responsabilità nella conduzione di progetti di ricerca, la partecipazione ad editorial board, ecc.

Se da un lato la valutazione dell’attività di ricerca riveste un ruolo fondamentale nel processo di crescita e di disseminazione della conoscenza scientifica a livello globale, dall’altro, i processi di valutazione della ricerca, troppo spesso trascurano quegli aspetti a valle della ricerca stessa, ma altrettanto importanti per essa, che riguardano la valorizzazione o il trasferimento dei risultati stessi. Senza questa attività di trasferimento, per la quale possono essere impiegati i mezzi più diversi, che vanno dal rapporto personale, al convegno a scopo divulgativo per includere anche un potenziale esteso coinvolgimento dei media, i risultati della ricerca rimarrebbero infatti nella ristretta cerchia degli addetti ai lavori senza, con ciò, divenire innovazione utile per la Società.

Non possiamo nasconderci che le attività connesse al trasferimento della conoscenza acquisita attraverso la ricerca, sono di gran lunga più complesse da valutare, rispetto alla pura e semplice attività scientifica, specie se la valutazione necessita della messa a punto di parametri quantitativi.

L’attività di trasferimento, infatti, non si risolve nel mero rapporto personale tra il ricercatore e il produttore o nell’incentivazione di singole azioni di comunicazione, ma corrisponde sempre di più a un complesso sistema di relazioni che coinvolge spesso tutti gli attori presenti sul territorio.

La possibilità di valutare correttamente la funzione di trasferimento della conoscenza ai soggetti, direttamente coinvolti e interessati, da parte degli Enti di ricerca e dei ricercatori che operano nell’agroalimentare, é l’elemento di maggiore criticità di una cultura della valutazione che si sta affermando come vantaggioso e competitivo strumento di misurazione della qualità dell’attività di ricerca in Italia.

 

Giuseppe Alonzo

presidente del Consiglio Nazionale per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura – Cra