GOVERNO, IRRITAZIONE DEL COLLE PER ROTTURA PATTO SU ELEZIONI NON PRIMA DELLA PRIMAVERA 2020. IPOTESI PD-M5S PROGRAMMATA PER VIVERE FINO AL 2022

Cinque giorni di tempo per decidere se il governo torna ad essere quello di prima (con Conte in Europa, Salvini segretario di partito e Di Maio in uscita) oppure sarà un governo Pd-M5S.

Alternativa “da non prendere alla leggera”, è invece quella di ritornare al voto. Che sarebbe la soluzione auspicata dalla Lega, da Forza Italia e da Fratelli D’Italia.

Il Pd e il Movimento Cinque Stelle stanno già lavorando sul come trovare la quadra sui punti ‘non coincidenti’, in primis il taglio dei parlamentari. Ma non è detto che il secondo forno, quello che prevede una ricomposizione giallo-verde, sia del tutto spento.

Da quanto si apprende sembra che l’unica soluzione a disposizione della Lega per restare al governo – e da li continuare ad accumulare voti – è quella di consegnare al M5S la testa del Salvini vicepremier e ministro dell’Interno. Ed è la seconda carica che l’interessato sembra non essere disposto a mollare.

Tre i grandi arrabbiati di questa crisi: Giorgetti, che non ha condiviso le mosse di Matteo Salvini in quanto avevano senso se fatte subito dopo le europee ma non a Ferragosto; Gentiloni, che voleva fare ‘piazza pulita’ dei renziani in Parlamento andando al voto subito; Mattarella, che da quanto apprende AGRICOLAE sembra essere molto irritato per la rottura di un patto tra gentiluomini che era stato fatto all’origine: elezioni non prima di marzo-aprile 2020.

Con il biglietto della Lotteria vincente in mano resta invece Matteo Renzi. Che sarà colui che di fatto farà le politiche per conto del Nazareno.

Se il governo Giallo-Verde aveva una data di scadenza prestabilita, il governo Pd-M5S sembra essere destinato a nascere con il presupposto di durare fino al 2022.