Agroalimentare, interrogazione Morfino (M5S Camera): su tempi stanziamenti contratti di filiera

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02132

presentato da

MORFINO Daniela

testo di

Lunedì 11 marzo 2024, seduta n. 259

MORFINO, CARAMIELLO, CHERCHI e SERGIO COSTA. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

nell’aprile 2022 è stato pubblicato il V bando per i contratti di filiera del settore agroalimentare; la misura è stata finanziata dal fondo degli investimenti complementari al PNRR, con una disponibilità di 690 milioni di euro esclusivamente dedicati;

la graduatoria definitiva, pubblicata il 15 novembre 2023, vede il finanziamento, attraverso le suddette risorse, di 38 progetti a fronte dei 310 ammessi a finanziamento;

a seguito della riprogrammazione del PNRR, avvenuta in data 8 dicembre 2023, è stato riconosciuto un ulteriore finanziamento di oltre 2 miliardi per i contratti di filiera agroalimentare, pesca e foreste, anche con lo scopo di permettere lo scorrimento della graduatoria del V bando;

le risorse stanziate, sia quelle iniziali, sia quelle aggiuntive, sono legate all’attuazione del PNRR e per questo in scadenza a giugno del 2026; infatti, come si legge nello stesso avviso recante le caratteristiche, le modalità e le forme per la presentazione delle domande del V bando, gli interventi devono essere realizzati entro 4 anni a partire dalla data di stipula del contratto di filiera e comunque non oltre il secondo trimestre 2026;

le imprese che hanno partecipato al bando hanno presentato istanze relative a: progetti dettagliati, proposte di investimenti nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria; investimenti per la trasformazione e per la commercializzazione di prodotti agricoli; investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti agroalimentari; progetti per la partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e misure promozionali a favore dei prodotti agricoli; progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo; partecipazione alle fiere e per gli investimenti volti a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili effettuati da imprese di trasformazione;

si tratta evidentemente di progettazioni complesse e di lunga realizzazione che, con il passare dei mesi e a fronte del limite del giugno 2026, potrebbero correre il rischio di non arrivare ad effettivo completamento; per tale ragione sarebbe fondamentale procedere all’effettiva assegnazione delle risorse economiche e al relativo scorrimento della graduatoria, al fine di garantire una spinta ulteriore al settore agricolo ed agroalimentare, di promuovere politiche di innovazione e sostenibilità in agricoltura, nonché sostenere l’accesso al settore alle giovani generazioni di imprenditori agricoli –:

quando saranno effettivamente stanziati i 2 miliardi ulteriori e conseguentemente quando si procederà allo scorrimento della graduatoria V bando per i contratti di fiera del settore agroalimentare, anche e soprattutto a fronte della scadenza per la realizzazione dei progetti a giugno 2026.
(5-02132)




Agroalimentare, interrogazione Casu (Pd Camera): su comando carabinieri a tutela

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02124

presentato da

CASU Andrea

testo di

Venerdì 8 marzo 2024, seduta n. 258

CASU. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

il 28 dicembre 2022 il Comando generale dell’Arma dei carabinieri ha indetto il corso di specializzazione in «Addetto al Comando CC tutela agroalimentare», diretto a 119 militari appartenenti ai ruoli ispettori, sovrintendenti, appuntati e carabinieri, ivi compresi i Carabinieri forestali;

il 9 marzo 2023 ha preso il via il citato corso, che si è svolto presso la Scuola forestale carabinieri di Cittaducale (Rieti) e che si è concluso il 27 aprile del 2023;

i frequentatori del corso erano da destinare ai reparti carabinieri agroalimentari già esistenti e ai nuclei di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria, in via di istituzione;

il 12 giugno 2023, il Comando generale arma ha determinato il trasferimento dei militari specializzati «in data certa nelle sedi preesistenti», e «ad avvenuta attivazione» negli istituendi nuclei;

la Legge di bilancio 2023 (legge n. 197 del 2022), all’articolo 1, commi 666-667, ha previsto il potenziamento dei reparti della specialità agroalimentare a decorrere dal mese di settembre 2023;

notizie di stampa informano che alla fine del 2023 non sarebbero ancora stati disposti i trasferimenti nei nuovi nuclei, nonostante, sempre da notizie di stampa, si apprenda che essi sarebbero logisticamente già pronti ma non ancora attivi per carenza di fondi da utilizzare allo scopo. Al momento sarebbero settantadue i militari che dovrebbero esser trasferiti e che attenderebbero ancora la propria destinazione;

se confermato, il ritardo in oggetto sarebbe inspiegabile sia per i disagi cui sarebbero sottoposti i militari, sia per la mancanza di importanti risorse volte alla tutela del made in Italy, al contrasto alle frodi comunitarie, alla Politica agricola comune (Pac) e alle normative di settore riferite ai controlli delle diverse filiere (vitivinicola, olearia, lattiero casearia eccetera) –:

se ai Ministri interrogati consti quanto sopra esposto ed, in caso affermativo, quali iniziative intendano adottare per risolvere una questione che appare francamente inspiegabile, stante la sicura importanza dell’opera che andrebbero a svolgere quelle che dalla stampa sono state definite «sentinelle della qualità agroalimentare».
(5-02124)




Pesca, interrogazione Pastorino (+Europa Camera): su limitazioni per palangaro

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02445

presentato da

PASTORINO Luca

testo di

Martedì 5 marzo 2024, seduta n. 256

PASTORINO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

il palangaro è un attrezzo di pesca professionale e sportiva tra i più antichi e più utilizzati, soprattutto dagli operatori della piccola pesca nel Mediterraneo, le tecniche di utilizzo di questo attrezzo sono state tramandate verbalmente dai pescatori che nei secoli ne hanno fatto la loro risorsa ed il loro mestiere. Essendo un metodo di pesca fortemente selettivo, la pesca col palangaro si effettua con limitati consumi energetici ed è molto rispettosa delle risorse che si sfruttano;

fino all’emanazione, il 30 gennaio 2024, del decreto ministeriale «Misure tecniche per la pesca sportiva e ricreativa con il palangaro», il palamito utilizzabile per la pesca sportiva poteva essere dotato di un numero massimo di duecento ami. L’atto del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che si applica all’attività di pesca sportiva e ricreativa con il palangaro di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4, riduce notevolmente il numero degli ami stabilendo che «Il numero complessivo degli ami dei palangari presenti a bordo e/o calati da ciascuna unità da diporto non deve essere superiore a 50, qualunque sia il numero delle persone presenti a bordo»;

le ragioni di questa nuova regolamentazione risiederebbero nella necessità di introdurre misure più restrittive di quelle vigenti, atte a prevenire, scoraggiare ed eliminare fenomeni di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Tuttavia, ad avviso dell’interrogante, la diretta conseguenza del decreto sarà quella di eliminare le tradizioni della pesca amatoriale e sportiva, lasciando intatto il fenomeno dell’illegalità che andrebbe, invece, giustamente combattuto con strumenti differenti, primo fra tutti il controllo dell’attività;

con un palangaro da cinquanta ami di fatto si cancella la pesca sportiva, pur senza farlo ufficialmente, decretando la fine di una tradizione della cultura marinara propria della Liguria nonché delle coste italiane e provocando ingenti danni economici all’indotto –:

se ritenga di adottare iniziative volte a rivedere quanto stabilito nel decreto citato in premessa, eliminando la limitazione dei cinquanta ami per palangaro, predisponendo l’apertura di un tavolo congiunto con le associazioni sportive di pesca al fine di giungere a una soluzione che permetta di mantenere in vita una tradizione ormai radicata, quale quella della pesca sportiva e ricreativa con il palangaro, e al contempo individuare misure, puntuali ed efficaci, necessarie per il contrasto della pesca illegale.
(4-02445)




Pac, interrogazione Vaccari (Pd Camera): su iniziative di contrasto a frodi

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02107

presentato da

VACCARI Stefano

testo di

Martedì 5 marzo 2024, seduta n. 256

VACCARI, FORATTINI, MARINO, ANDREA ROSSI, BARBAGALLO, UBALDO PAGANO, SIMIANI, ROGGIANI, TONI RICCIARDI, DE MARIA, GRAZIANO, MANZI, GIANASSI, DE LUCA, CASU e FERRARI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

la politica agricola comune (PAC) comprende alcuni regimi di spesa particolarmente esposti ai rischi di frode. È quanto ha constatato la Corte dei conti europea in una relazione pubblicata nel 2022, che fornisce una panoramica dei rischi di frode e valuta il modo in cui la Commissione europea reagisce alle frodi nella spesa agricola;

i principali rischi individuati dalla Corte sono connessi all’occultazione, da parte dei beneficiari, di violazioni delle condizioni di ammissibilità, alla complessità delle misure finanziate e alle forme illegali di «accaparramento dei terreni»;

dalle indagini condotte dall’ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) e dalle autorità nazionali è emerso che le superfici agricole maggiormente esposte a questo tipo di attività fraudolenta sono i terreni demaniali o i terreni privati con assetto proprietario poco chiaro. I frodatori potrebbero anche mirare ad acquisire terreni, in modo legale o con altri mezzi, al solo scopo di ricevere pagamenti diretti, senza svolgervi alcuna attività agricolo pastorale;

l’11 dicembre 2023 è stata presentata al Parlamento la Relazione annuale relativa all’attività svolta nell’anno 2022 dal Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione europea (Colaf). Al riguardo, nella Relazione, nel paragrafo «LE STRUTTURE DI GOVERNO, GESTIONE E CONTROLLO DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE» si segnala come il quadro di gestione e controllo dei finanziamenti connessi all’attuazione della Pac risulti fortemente decentrato e complesso;

il 3 marzo 2024 il quotidiano la Repubblica riportava la notizia di una indagine della Guardia di Finanza di Pescara in relazione al sistema di finanziamento previsto dalla Pac nella regione Abruzzo. Oggetto dell’indagine l’acquisto di terreni a uso agricolo messi a bando da alcuni comuni o altri enti e la «percezione indebita di ingenti contributi e il danneggiamento del territorio e delle imprese agricole oneste»;

l’articolo 54 del più volte citato decreto-legge n. 13 del 2023, ha istituito, presso il Masaf, l’Autorità di Gestione nazionale del piano strategie della PAC, con lo scopo di assicurare, in complementarietà con l’attuazione delle misure del PNRR di competenza del Ministero, la continuità della Pac 2023-2027 e rafforzare le strutture amministrative preposte alla gestione della stessa;

nel settore della PAC è centrale il ruolo degli organismi pagatori, che hanno la funzione di gestire e controllare le spese finanziate sia dal Feaga che dal Feasr e devono essere riconosciuti dall’Autorità nazionale competente sulla base dei criteri definiti dalla Commissione europea;

l’Agea svolge il ruolo di organismo pagatore, ovvero procede alla liquidazione dei finanziamenti comunitari previsti dalla Pac e Psr, effettua controlli per verificare la corrispondenza delle azioni eseguite rispetto a quanto previsto dalla normativa europea;

l’11 dicembre 2023 l’Agea e la Guardia di Finanza hanno sottoscritto un documento finalizzato a realizzare un vasto piano di collaborazione sul fronte della legalità e della lotta alle frodi sui contributi pubblici all’agricoltura, in particolare i fondi Pac. In particolare, l’intesa intende stabilire sistemi e modalità per l’aggiornamento e lo stimolo di processi innovativi nello svolgimento di attività tecniche, scientifiche e operative nonché lo scambio di informazioni per la prevenzione e il contrasto delle condotte lesive degli interessi economici e finanziari pubblici connessi alle misure di finanziamento in agricoltura –:

alla luce dei fatti sopraesposti, quali iniziative di competenza intenda adottare per contrastare le frodi e gli illeciti comunitari sui fondi Pac 2023-2027 e quante istruttorie sono state avviate da Agea dal 1° dicembre 2022 ad oggi per l’accertamento di crediti irregolari a valere sui fondi comunitari.
(5-02107)




Zootecnia, interrogazione Benzoni (Azione Camera): su misure di contrasto a Psa implementate e allo studio

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02406

presentato da

BENZONI Fabrizio

testo di

Mercoledì 28 febbraio 2024, seduta n. 252

BENZONI, CASTIGLIONE e RICHETTI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

a oltre un anno dalla presentazione, l’interrogazione n. 4-00477 sul tema del contrasto alla peste suina africana (PSA) è rimasta senza alcun riscontro;

la situazione era già allarmante all’epoca, quando era circoscritta a poche regioni, ma da allora l’infezione si è allargata nelle ultime settimane anche a Calabria, Campania, Lombardia ed Emilia-Romagna, oltre che più recentemente alla Basilicata;

solo nelle ultime settimane nel piacentino gli allevatori hanno lanciato un nuovo allarme dopo aver individuato 40 casi, chiedendo l’apposizione di reti di protezione e l’abbattimento dei cinghiali per bloccare il virus. Inoltre qualche giorno fa, sono stati trovati 17 nuovi casi in Piemonte e Liguria; recentemente, Il Sole 24 Ore ha stimato per la filiera suinicola italiana un valore di oltre 10 miliardi di euro, 40 mila posti di lavoro e 2 miliardi di euro di export;

le conseguenze dell’espansione della malattia sulle esportazioni di carne suina e di insaccati Dop rischiano di diventare, quindi, ulteriormente drammatiche. Si ricorda, peraltro, che la Cina ha già chiuso all’import di carne suina dall’Italia, causando danni economici importanti alla filiera; dai territori arrivano dati inquietanti anche con riferimento alle recinzioni troppo blande, facili da superare per i cinghiali: si tratta, cioè, di strutture incapaci di fermare realmente gli spostamenti in territori acclivi, tormentati e spesso a fondo roccioso;

Belgio, Lussemburgo e Francia sono riusciti a sconfiggere la Psa perché hanno applicato alla lettera i protocolli europei: se è vero che è estremamente complesso recintare territori montagnosi come quelli liguri, è altrettanto vero che si sarebbe potuto recintare la parte pianeggiante fra Liguria e Lombardia e a quest’ora non vi sarebbe la Psa a Pavia;

malgrado siano passati molti mesi dall’inizio dell’emergenza, da ogni parte arrivano notizie di Asl non ancora pronte, sostanzialmente inadeguate a coordinare i piani di abbattimento a causa della carenza di veterinari disponibili per adempiere ai necessari protocolli di bio-sicurezza;

la messa in sicurezza degli allevamenti di suini attraverso le recinzioni antiintrusioni e le misure di biosicurezza non possono essere lasciate esclusivamente a carico dei suinicoltori italiani;

non avendo agito per tempo e in modo efficace, si sta mettendo a serissimo rischio una filiera italiana di eccellenza, e anche in Europa c’è grande inquietudine per questa gestione insufficiente, la quale rischia di far tornare l’infezione in Paesi che, invece, erano riusciti a liberarsene, con un potenziale rischio anche di sanzioni europee salate;

in ultimo, pare non esista un vero censimento dei cinghiali né un’efficace strategia di depopolamento, per la quale sarebbero utili anche gli operatori venatori, che più di chiunque altro conoscono i propri territori e che potrebbero essere utilizzati come bioregolatori;

in Italia viene, peraltro, importata una quantità elevata di capi di bestiame, quindi è assolutamente prioritario incrementare i controlli all’ingresso, anche alla luce del fatto che il Ministero della salute attribuisce la diffusione del virus al di fuori delle aree di origine (Piemonte e Liguria) prevalentemente proprio alle attività dell’uomo, come l’abbandono nell’ambiente di resti di alimenti a base di carne suina non controllati e provenienti da Paesi infetti e il trasporto del virus mediante mezzi di locomozione, movimentazioni degli animali selvatici –:

quali iniziative siano state implementate sinora e quali ulteriori siano allo studio per il contrasto alla peste suina africana.
(4-02406)




Pac, interrogazione Vaccari (Pd Camera): su possibilità accesso documentazione Agea

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02086

presentato da

VACCARI Stefano

testo di

Mercoledì 28 febbraio 2024, seduta n. 252

VACCARI, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

martedì 17 ottobre 2023 si è tenuta una conferenza stampa presso il Ministero dell’agricoltura sugli anticipi dei pagamenti della Pac nel quadro della prima annualità del ciclo di programmazione Pac 2023-2027;

durante la conferenza stampa il direttore generale di Agea ha riferito che «sono state liquidate 722 mila aziende con 2,4 miliardi contando, entro il 30 giugno, di poter arrivare a 7 miliardi»;

sempre il direttore di Agea ha dichiarato che «ci sono in Italia 3 milioni e 700 mila ettari ammissibili a domanda Pac e sui quali precedentemente non è stata fatta domanda all’Unione europea, per cui l’Italia ha perso 700 milioni di euro all’anno. Noi vogliamo elaborare questi dati, metterli a disposizione della politica che potrà decidere cosa farne, anche perché questi dati possono essere un volano costruttivo per mettere a disposizione dei giovani terreni e risorse»;

il direttore Vitale affermava inoltre che Agea «ha dimostrato di rispettare le tempistiche di pagamento. Oggi l’informazione è a disposizione di tutti e Agea è sempre disponibile a fornire dati, stime e analisi sulla propria gestione del comparto agricolo»;

martedì 20 febbraio 2024 Agea emanava un proprio comunicato stampa attraverso il quale comunicava che la Commissione europea ha considerato ammissibile il primo Annual performance report (Apr 2023), documento che rispecchia e rendiconta l’attività svolta dall’Agenzia nel quadro della prima annualità del ciclo di programmazione Pac 2023-2027;

in risposta ad una formale richiesta dell’interrogante circa la possibilità di acquisire copia dell’Annual performance report (Apr 2023) il direttore di Agea in data 27 febbraio 2024 comunicava l’impossibilità di dar seguito a tale richiesta adducendo il fatto che l’Apr 2023 prevede specifiche verifiche di controllo da parte della stessa Commissione europea;

i dati contenuti nel primo Annual performance report (Apr 2023) semplificherebbero il lavoro parlamentare e faciliterebbero il controllo e l’analisi da parte dei cittadini delle informazioni in esso contenute anche in considerazione delle proposte di modifica e di semplificazione della Pac 2023-2027 in fase di discussione –:

se il Ministro interrogato non intenda adottare le iniziative di competenza volte a garantire l’accesso alla documentazione predisposta da Agea relativa al ciclo di programmazione Pac 2023-2027 assicurando l’imparzialità e la trasparenza dell’azione della stessa Agenzia.
(5-02086)




Carne coltivata, interrogazione Della Vedova (+Europa Camera): su iniziative revisione norma

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01024

presentato da

DELLA VEDOVA Benedetto

testo di

Martedì 27 febbraio 2024, seduta n. 251

DELLA VEDOVA e MAGI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste . — Per sapere – premesso che:

in un’intervista del 22 febbraio 2024, il Ministro interrogato ha dichiarato che, poiché non si intende entrare in contrasto con le imprese italiane produttrici di alternative vegetali alla carne, un comparto che secondo le stime vale quasi 700 milioni di euro e colloca l’Italia come terzo mercato europeo, è stato avviato un dialogo con dei rappresentanti della categoria, il quale, si apprende, sarebbe finalizzato a perfezionare una revisione dell’articolo 3 della legge n. 172 del 1° dicembre 2023, cosiddetta legge sulla carne coltivata, che introduce il «divieto della denominazione di carne per i prodotti trasformati contenenti proteine vegetali»;

la norma è attualmente inattuata in attesa dei decreti attuativi previsti dal comma 5 del citato articolo 3, con cui il Ministero dell’agricoltura dovrà redigere l’elenco delle denominazioni vietate;

la suddetta norma è stata adottata in violazione di un obbligo procedurale ex direttiva dell’Unione europea 2015/1535, come evidenziato anche dalla Commissione europea nella comunicazione con cui ha chiuso la notifica Tris 2023/0675/IT relativa alla legge in oggetto: infatti, avendo sottoposto la normativa alle verifiche ex procedura Tris il giorno stesso della promulgazione in Gazzetta Ufficiale, l’Italia ha compiuto una violazione di alcuni obblighi procedurali da cui consegue l’inefficacia della legge n. 172 del 2023 che, come stabilito dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (Unilever, 26 settembre 2000), può essere dichiarata inapplicabile dai tribunali nazionali;

pertanto, qualora al termine del confronto con il comparto, il Dicastero dovesse procedere all’adozione dei decreti attuativi, seppur restringendo la lista dei termini vietati come prospettato nella citata intervista, il divieto resterebbe comunque viziato e inefficace e le aziende verrebbero così sottoposte agli ingenti costi di re-branding e di smaltimento delle vecchie etichette, per adeguarsi a una norma inefficace e disapplicabile, costi che stanno già oggi, in questa fase di mancata attuazione, penalizzando le aziende del settore che devono confrontarsi con scelte di marketing da intraprendere in un quadro di incertezza del diritto –:

come e secondo quali tempistiche il Ministro interrogato intenda procedere rispetto all’annunciata revisione dell’articolo 3 della legge n. 172 del 2023, ovvero se sia intenzione del Dicastero ripristinare urgentemente una situazione di certezza del diritto con l’adozione di iniziative volte all’abrogazione della norma viziata.
(3-01024)




Agricoltura, interrogazione Vaccari (Pd Camera): su iniziative per sostegno a reddito agricoltori

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01026

presentato da

VACCARI Stefano

testo di

Martedì 27 febbraio 2024, seduta n. 251

VACCARI, FORATTINI, MARINO, ANDREA ROSSI, FERRARI, GHIO, FORNARO e CASU. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste . — Per sapere – premesso che:

la scorsa settimana, mentre l’Assemblea di Montecitorio dedicava ore alla discussione e all’approvazione di una proposta di legge voluta dal Ministro interrogato per istituire il premio annuale «Maestro dell’arte della cucina italiana», stanziando 2 mila euro all’anno, gli agricoltori italiani chiedevano di rimettere al centro l’impresa agricola e il suo reddito, la creazione di un osservatorio europeo sui prezzi e l’attuazione efficace della direttiva sulle pratiche commerciali sleali costringendo, peraltro, il Governo a fare marcia indietro rispetto agli sgravi fiscali e contributivi che improvvidamente aveva abolito con la legge di bilancio 2024;

la Commissione europea, accogliendo le motivazioni alla base delle proteste degli agricoltori che hanno interessato praticamente tutto il continente comunitario, ha predisposto un primo pacchetto di misure per semplificare la burocrazia e gli impegni ambientali della nuova Politica agricola comune (Pac) riducendo gli oneri per gli agricoltori dell’Unione europea, con il fine ultimo di andare a semplificare l’erogazione dei fondi comunitari;

si apprende da alcuni organi di stampa che il Ministro interrogato presenterà al prossimo Consiglio Agrifish un documento come proposta dell’Italia per modificare la politica agricola dell’Unione europea, esautorando, a giudizio degli interroganti, ancora una volta ruoli e funzioni del Parlamento, così come previsto dalla legge n. 234 del 2012;

il documento, sempre secondo quanto appreso dalla stampa, che ha come titolo «L’agricoltura, la Pac e la sovranità alimentare europea. Riconnettere cibo e società», proporrebbe un rafforzamento della dotazione di risorse della politica agricola comune distinguendo tra gli obiettivi da raggiungere a breve termine da quelli che bisogna rinviare alla futura riforma della politica agricola dell’Unione europea –:

come il Governo intenda difendere gli interessi delle imprese agricole e il loro reddito, a partire da una più efficace attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali, dalla creazione di un osservatorio europeo sui prezzi e gli accordi di filiera, garantendo al Parlamento di svolgere pienamente il proprio ruolo nella definizione delle scelte relative alla nuova «Pac 2023-2027» che maggiormente incideranno sul futuro dell’agricoltura italiana.
(3-01026)




Pac, interrogazione Lupi (Noi Moderati Camera): su iniziative per revisione

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01025

presentato da

LUPI Maurizio

testo di

Martedì 27 febbraio 2024, seduta n. 251

LUPI, ROMANO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste . — Per sapere – premesso che:

la Politica agricola comune (Pac) è stata varata nel 1962 con l’intento di sostenere gli agricoltori dell’Unione europea garantendo la sicurezza alimentare ed una stretta intesa tra Europa ed agricoltori;

la Pac 2023-2027, entrata in vigore il 1° gennaio 2023, intende fornire un contributo significato alle ambizioni del Green Deal europeo, alla strategia «dal produttore al consumatore» ed alla strategia della biodiversità;

dal 30 gennaio 2024 sono in corso in tutta l’Unione europea proteste degli agricoltori che richiedono: la revisione profonda della Pac, la semplificazione burocratica, un miglioramento dei redditi, ed accordi internazionali vantaggiosi e che tutelino la concorrenza;

anche in Italia hanno luogo proteste degli agricoltori che richiedono, oltre ad una revisione della Pac, un sostegno maggiore al made in Italy e contributi concreti per affrontare il caro-gasolio;

nel 2023 il comparto agroalimentare italiano ha un fatturato di oltre 600 miliardi, pari al 15 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

le proteste dimostrano come il problema agricolo sia ciclico e risulti necessario procedere ad una revisione che sia al passo anche con i mutamenti dello scenario geopolitico e con le crisi economiche che si stanno affrontando;

il 26 febbraio 2024 si è tenuta a Bruxelles la riunione del 27 Ministri dell’agricoltura dell’Unione europea che hanno presentato al Commissario per l’agricoltura oltre 500 proposte di modifica della Pac e di interventi da attuare anche nel breve periodo a sostegno degli agricoltori;

il Commissario ha dichiarato che «il Consiglio potrebbe riaprire l’atto di base della Pac e rivedere i criteri di condizionalità del Gaec.», prevedendo, altresì, già una prima revisione entro la fine del suo mandato;

anche l’Italia ha presentato un suo documento con le richieste di modifica della Pac a tutela degli agricoltori italiani;

è necessario garantire che la Pac si accordi alle varie esigenze del comparto agricolo dei diversi Paesi membri –:

quali iniziative di competenza abbia già intrapreso o intenda adottare, anche in sede europea, al fine di garantire una revisione della Pac che sia giusta e tuteli gli agricoltori italiani.
(3-01025)




Pesca, interrogazione Foti (FdI Camera): su iniziative per valorizzazione ruolo pescatori, consorzi e imprese

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01027

presentato da

FOTI Tommaso

testo di

Martedì 27 febbraio 2024, seduta n. 251

FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CERRETO, ALMICI, CARETTA, CIABURRO, LA PORTA, LA SALANDRA, MALAGUTI, MARCHETTO ALIPRANDI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste . — Per sapere – premesso che:

le politiche attuate dall’Unione europea in questi ultimi anni hanno fortemente penalizzato l’attività di pesca, con una riduzione del 28 per cento delle marinerie europee e di oltre il 40 per cento delle marinerie italiane;

l’attività di pesca rappresenta per l’Italia un importante asset strategico, sia in termini di prodotto interno lordo, che di identità culturale;

risulta inaccettabile una posizione ideologica, che mira a limitare ulteriormente gli spazi e le possibilità di pesca; senza garantire la reciprocità con i Paesi extra-UE;

il Governo Meloni è intervenuto più volte a difesa dei pescatori italiani e del comparto della pesca e dell’acquacoltura, sia in relazione al contrasto alla proliferazione del granchio blu, per cui sono stati stanziati oltre 13 milioni di euro, sia attraverso il voto contrario al Nuovo piano di azione della pesca della Commissione europea ed al divieto della pesca a strascico;

con la legge di bilancio per il 2023, il Governo ha istituito un Fondo innovazione gestito da Ismea del quale possono beneficiare anche le imprese della pesca e dell’acquacoltura;

con la legge di bilancio per il 2024 il Governo ha ottenuto l’equiparazione degli operatori del comparto della pesca agli agricoltori per quanto riguarda l’accesso alle risorse di cui al Fondo di solidarietà nazionale (Fsn) del decreto legislativo n. 102 del 2004, con la possibilità quindi di ottenere risarcimenti e di sospendere per 24 mesi i ratei dei mutui in caso di calamità;

sempre nell’ambito della citata legge di bilancio per il 2024 è stato istituito un nuovo fondo per la gestione delle emergenze, che prevede tra i beneficiari anche le imprese della pesca e dell’acquacoltura;

sono state incrementate da 50 a 130 milioni di euro le risorse destinate ai contratti di filiera della pesca e dell’acquacoltura;

l’Italia si è espressa contrariamente all’imposizione obbligatoria di sistemi di controllo e videosorveglianza a bordo delle imbarcazioni superiori ai 18 metri, avviando anche la procedura, per impugnare il Regolamento innanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue);

per la prima volta, il Governo ha ottenuto l’inserimento della piccola pesca costiera tra i segmenti a cui è affidata una quota di pesca del tonno rosso –:

quali ulteriori azioni a sostegno del comparto della pesca e dell’acquacoltura, per la valorizzazione del ruolo fondamentale dei pescatori, dei consorzi e delle imprese di pesca italiane il Ministro interrogato intenda adottare.
(3-01027)




Agricoltura, interrogazione Naturale (M5S): su deroghe per germinazione piante interesse apistico

Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00977

presentata da

GISELLA NATURALE
mercoledì 21 febbraio 2024, seduta n.161

NATURALE, NAVE, LICHERI Sabrina, BEVILACQUA, CATALDI, PIRONDINI, PIRRO, DAMANTE, LOPREIATO, ALOISIO, CASTIELLO, MAZZELLA, CROATTI, MAIORINO, FLORIDIA Barbara, TREVISI – Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Premesso che:

l’eco-schema 5 della politica agricola comune 2023-2027, recante misure specifiche per gli insetti impollinatori, prevede che non vengano effettuate operazioni di sfalcio, trinciatura, sfibratura delle piante di interesse apistico per tutto il periodo dalla germinazione al completamento della fioritura;

sul punto, il decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste 23 dicembre 2022, che introduce “Disposizioni nazionali di applicazione del regolamento (UE) 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio del 2 dicembre 2021, per quanto concerne i pagamenti diretti”, stabilisce che, per le piante di interesse apistico, il periodo tra la germinazione e il completamento della fioritura è da considerarsi coincidente con tutto l’arco compreso tra il 1° marzo e il 30 settembre;

questo limite comporta che solo dopo il 30 settembre le piante di interesse apistico possano essere interrate;

l’impossibilità, specie nel periodo estivo, di effettuare qualsivoglia operazione di sfalcio, trinciatura o sfibratura, come dettagliata nel decreto, oltre ad esporre numerosi territori collocati nelle aree più calde del Paese ad un preoccupante rischio di incendi, pone in difficoltà gli operatori del comparto, poiché il divieto vige a prescindere dall’effettivo ciclo di germinazione-completamento della fioritura del miscuglio in campo;

sebbene ai sensi della legge 21 novembre 2000, n. 353, recante “Legge quadro in materia di incendi boschivi”, le Regioni, le Province autonome e gli altri enti territoriali possano prevedere al riguardo disposizioni mirate a ridurre le cause e il potenziale innesco d’incendio, tra cui l’obbligo di realizzazione di fasce antincendio, permane la difficoltà di fondo relativa alle delimitazioni temporali imposte dalla disciplina nazionale di dettaglio;

considerato che, in un simile quadro, non va sottovalutata la sinergia virtuosa che riguarda gli insetti impollinatori e le piante e che rappresenta la base per il funzionamento degli ecosistemi. Al proposito, oltre il 75 per cento delle principali colture agrarie e circa il 90 per cento delle piante selvatiche da fiore si servono di api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli e mammiferi e, più in generale, di impollinatori,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga necessario provvedere ad introdurre strumenti derogatori, specie per i territori collocati nelle aree più calde del Paese, che tengano conto dell’effettivo ciclo di germinazione-completamento della fioritura del miscuglio in campo e che possano scongiurare efficacemente, anche in previsione dell’arrivo della stagione estiva, possibili effetti avversi, quale il rischio di incendi.

(3-00977)




Animali, interrogazione Rosa (FdI): su inserimento cani meticci tra strumenti per abbattimenti selettivi

Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01036

presentata da

GIANNI ROSA
mercoledì 21 febbraio 2024, seduta n.161

ROSA – Ai Ministri dell’ambiente e della sicurezza energetica e dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Premesso che:

il decreto del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica del 13 giugno 2023 stabilisce che, per la realizzazione dei piani regionali in merito agli strumenti più efficaci per la rimozione degli animali, possono essere effettuati abbattimenti selettivi in girata ovvero con l’ausilio di un singolo cane, detto “limiere”. Il cane deve essere caratterizzato da buone doti naturali (capacità olfattiva, costanza e metodo sulla traccia) e ben addestrato e collegato al conduttore. Il cane e il conduttore, secondo l’articolato, devono aver conseguito uno specifico brevetto per certificare l’operatività e la selettività, valutate da esperti abilitati dai disciplinari adottati da enti o associazioni regolarmente riconosciuti, ai sensi del decreto legislativo n. 529 del 1992, dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

il medesimo decreto stabilisce che per gli abbattimenti con l’ausilio di mute selettive, gli ausiliari devono aver conseguito uno specifico brevetto per coppia o muta che ne certifichi l’operatività e la selettività, attestato dai medesimi enti o associazioni riconosciute;

considerato che:

l’unico ente di riconoscimento delle razze animali e, nello specifico, delle razze canine riconosciuto dal decreto legislativo n. 529 è l’ENCI (Ente nazionale cinofilia italiana);

con l’inserimento dell’attività cinotecnica nelle discipline sportive riconosciute ed inserite nell’elenco degli sport nel registro attività sportive, tenuto dal Dipartimento per lo sport presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il cane è ormai considerato come un atleta;

la Regione Basilicata ha sottoposto all’attenzione dei Ministeri dell’ambiente e dell’agricoltura la palese discriminazione che le disposizioni creano nei confronti dei limieri o degli ausiliari che non siano di razza, escludendo, di fatto, una grande parte di squadre di selecontrollori,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano includere tra gli strumenti più efficaci per la rimozione selettiva degli animali anche i cani meticci che siano idonei mediante abilitazione riconosciuta anche da altri enti e associazioni sportivi.

(4-01036)




Agroalimentare, interrogazione Orrico (M5S Camera): su operatività carabinieri anti-frodi

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02362

presentato da

ORRICO Anna Laura

testo di

Martedì 20 febbraio 2024, seduta n. 248

ORRICO e CARAMIELLO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

con la legge di bilancio per l’anno 2023, la n. 197 del 2022, veniva disposto l’incremento di 120 unità del contingente di personale dell’Arma dei carabinieri per la tutela agroalimentare, le cosiddette «sentinelle della qualità»;

nel medesimo provvedimento normativo era previsto l’inizio della operatività del nuovo contingente di personale di cui sopra a decorrere dal 1° settembre 2023;

il Comando generale dell’Arma dei carabinieri, fra il marzo e l’aprile 2023, predisponeva il corso di formazione per consentire ai militari prescelti di conseguire la specializzazione necessaria a ricoprire l’incarico in questione;

sempre nel corso del 2023 sono state predisposte le sedi dei futuri nuclei agroalimentari, mediante la realizzazione di lavori edili di ristrutturazione degli immobili e l’acquisto dell’arredamento d’ufficio;

solo una parte dei militari nel frattempo specializzati è stata destinata alle sedi prescelte, dove già erano attivi i reparti agroalimentari, ovvero Torino, Parma, Roma, Salerno e Messina;

ad oggi rimangono 72 specializzati in materia agroalimentare che non hanno ricevuto comunicazioni circa le tempistiche e le motivazioni dei ritardi per la piena operatività delle nuove sedi di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria;

sono state stanziate risorse pubbliche sia per la formazione dei militari che per l’adeguamento della logistica;

il contrasto alle frodi nel settore agroalimentare è un’attività impegnativa e gli unici reparti oggi attivi devono coprire zone estese, con inevitabile aggravio in termini di tempo e costi e con una conseguente minore efficacia dell’azione di tutela dei cittadini –:

quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati per verificare le reali tempistiche entro le quali i 72 militari specializzatisi in materia agroalimentare potranno prendere servizio presso le nuove sedi di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria.
(4-02362)




Masaf, interrogazione Bonelli (Avs Camera): su nomine Masaf

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02346

presentato da

BONELLI Angelo

testo di

Venerdì 16 febbraio 2024, seduta n. 246

BONELLI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

con decreto ministeriale del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste n. 476843 del 13 settembre 2023 è stato conferito l’incarico di Capo di gabinetto, a decorrere dal 18 settembre 2023 e fino alla scadenza con mandato governativo, al dottor Borriello Raffaele, non appartenente ai ruoli del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

il dottor Borriello in precedenza ha ricoperto l’incarico di direttore generale dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) dal quale si è dimesso il 30 dicembre 2020, per assumere il 15 gennaio 2021 l’incarico di capo dell’area legislativa e relazioni istituzionali dell’organizzazione degli imprenditori agricoli Coldiretti;

la norma sulle revolving doors, di cui all’articolo 53, comma 16-ter del decreto legislativo n. 165 del 2001, dispone che «I dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, non possono svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell’attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto dal presente comma sono nulli ed è fatto divieto ai soggetti privati che li hanno conclusi o conferiti di contrattare con le pubbliche amministrazioni per i successivi tre anni con obbligo di restrizione dei compensi eventualmente percepiti e accertati ad essi riferiti.»;

il dottor Borriello non avrebbe potuto quindi essere assunto da Coldiretti prima di tre anni dalla cessazione del suo rapporto di lavoro con un ente pubblico economico come Ismea;

l’articolo 4 del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, «Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’articolo 1, commi 40 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190», dispone che a coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall’amministrazione o dall’ente pubblico che conferisce l’incarico, ovvero abbiano svolto in proprio attività professionali, se queste sono regolate, finanziate o comunque retribuite dall’amministrazione o ente che conferisce l’incarico, non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente pubblico, di livello nazionale, regionale o locale;

come si apprende da organi di stampa, a breve si attende la definizione da parte del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste dell’ultima graduatoria provvisoria per erogare 690 milioni di euro di contributi per i cosiddetti «contratti di filiera», progetti che mettono insieme tutti gli attori della filiera produttiva, diversi dei quali ammessi a finanziamento avrebbero come soggetti proponenti dirigenti di Coldiretti;

al fine di prevenire la corruzione, di rispettare il principio costituzionale di trasparenza, imparzialità e buon andamento, che impone ai pubblici dipendenti l’esclusività del servizio a favore dell’amministrazione pubblica, sono previste precise misure di trasparenza, che nel caso del dottor Borriello non sembrano in passato essere state rispettate e il fenomeno rischia di ripetersi –:

se l’incarico di Capo di gabinetto, conferito al dottor Raffaele Borriello, sia stato conferito in conformità al disposto di cui all’articolo 4 del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, se il ruolo ricoperto dal dottor Raffaele Borriello non configuri un possibile sostanziale conflitto d’interessi e quali iniziative di competenza si intendano adottare, anche per il tramite dei servizi ispettivi di finanza pubblica e dell’Ispettorato della funzione pubblica, per verificare se il dottor Borriello abbia percepito compensi in violazione della norma in materia del c.d. revolving doors.
(4-02346)




Agricoltura, interrogazione Evi (Avs Camera): su uso sostenibile prodotti fitosanitari

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02309

presentato da

EVI Eleonora

testo di

Venerdì 9 febbraio 2024, seduta n. 242

EVI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

in attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, il nostro Paese ha emanato il decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150;

l’articolo 6, comma 1, del citato decreto legislativo, ha previsto l’emanazione di un decreto interministeriale per l’adozione del Pan il «Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari» che deve definire «gli obiettivi, le misure, le modalità e i tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità. Il Piano, inoltre, promuove lo sviluppo e l’introduzione della difesa integrata e di metodi di produzione o tecniche di difesa alternativi, al fine di ridurre la dipendenza dai prodotti fitosanitari, anche in relazione alla necessità di assicurare una produzione sostenibile»;

gli obiettivi del piano sono: a) la protezione degli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e della popolazione interessata; b) la tutela dei consumatori; c) la salvaguardia dell’ambiente acquatico e delle acque potabili; d) la conservazione della biodiversità e degli ecosistemi;

in attuazione del medesimo articolo 6, il Ministero delle politiche agricole ha quindi emanato il decreto ministeriale 22 gennaio 2014, recante «Adozione del Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari»;

il suddetto articolo 6, stabilisce altresì che il piano debba essere «riesaminato periodicamente almeno ogni cinque anni, e le modifiche sostanziali apportate al Piano sono comunicate tempestivamente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali alla Commissione europea». Inoltre le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano devono trasmettere «ogni trenta mesi, ai Ministeri delle politiche agricole alimentari e forestali, dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute, secondo quanto previsto dal Piano e tenendo conto delle scadenze indicate dalla Commissione, una relazione dettagliata sulle azioni svolte e sui progressi realizzati nell’attuazione delle misure di cui al presente decreto»;

dal sito del Ministero della salute (https://www.salute.gov.it/portale/fitosanitari/dettaglioContenutiFitosanitari) si apprende che «è stata predisposta una bozza del primo aggiornamento del suddetto Piano che andrà a sostituire integralmente quello attualmente in vigore. Tale bozza di Piano è stata resa disponibile ai fini della consultazione pubblica sui siti istituzionali dei Ministeri delle politiche agricole, dell’ambiente e della salute. Tutti i contributi pervenuti sono stati esaminati ed è in corso la stesura conclusiva del nuovo Piano per il proseguimento dell’iter previsto ai fini della sua adozione». Nel sito si riporta però che la data di «ultimo aggiornamento è il 3 maggio del 2022» –:

quali iniziative siano state avviate per aggiornare finalmente il «Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari»;

se e quali regioni abbiano provveduto, come prevede il comma 8, articolo 6, decreto legislativo n. 150 del 2012, a relazionare dettagliatamente sulle azioni svolte e sui progressi realizzati nell’attuazione delle misure in materia di utilizzo sostenibile dei pesticidi.
(4-02309)