Proteste trattori, interrogazione Vaccari (Pd Camera): su elenco beneficiari Pac e fondi coesione

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01982

presentato da

VACCARI Stefano

testo di

Venerdì 9 febbraio 2024, seduta n. 242

VACCARI, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

gli agricoltori scesi in piazza in queste settimane lamentano tra i vari problemi la questione della redistribuzione dei sussidi della Politica agricola comune (Pac) forniti dall’Unione europea. Una dotazione importante, che Bruxelles garantisce al settore rurale per sostenere redditi spesso più bassi rispetto alla media di altri settori e per tenere in vita grandi e piccole aziende agricole, evitando che vengano schiacciate dalla concorrenza dei produttori di altri Paesi;

negli ultimi otto anni, l’1 per cento delle aziende agricole europee ha incassato 150 miliardi di euro in fondi messi a disposizione dalla Politica agricola comune (Pac). Si tratta di un terzo dell’intera torta dei finanziamenti. È il risultato dell’ultimo aggiornamento di FarmSubsidy.org, sito che raccoglie tutti i dati sui beneficiari dei fondi PAC nei 27 Stati membri dell’Unione europea (più il Regno Unito). Quest’elaborazione, realizzata da FragDenStaat in collaborazione con Arena for Journalism, si basa sui dati relativi al periodo che va dal 2014 al 2021;

i dati che interessano l’Italia, parziali e spesso non ricercabili, contengono solo informazioni sui beneficiari diretti, ovvero le aziende che ricevono i fondi dall’agenzia di pagamento nazionale, che nel caso dell’Italia è l’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura;

per l’Italia, tra i primi cinque beneficiari degli ultimi otto anni troviamo le Organizzazioni di produttori (Op) e le Associazioni di organizzazioni di produttori (Aop) che aiutano gli agricoltori a ridurre i costi di operazione e a collaborare alla trasformazione e alla commercializzazione dei loro prodotti. Servono a rafforzare il potere contrattuale collettivo degli agricoltori, per esempio concentrando l’offerta, migliorando la commercializzazione o fornendo assistenza tecnica e logistica. Per questo, l’Ue riconosce il ruolo di queste organizzazioni sia garantendo loro alcune deroghe in materia di concorrenza sia dando loro accesso ad alcuni fondi della Politica agricola comune;

un altro ambito di analisi importante dei dati italiani della Pac è quello legato alle società per azioni che, stando all’ultimo censimento Istat sullo stato dell’agricoltura, tra il 2010 e il 2020, sono cresciute del 42 per cento;

la distribuzione dei fondi pubblici della Pac con l’80 per cento delle risorse assegnate al 20 per cento dei beneficiari, con le piccole aziende che resistono nei territori più svantaggiati, come le aree montane, inevitabilmente penalizzate se non hanno la capacità o possibilità di aggregarsi, rimane del tutto inefficiente e inefficace per sostenere il tessuto agricolo di qualità e dall’alto valore sociale e ambientale –:

quale sia l’elenco dei beneficiari diretti e finali della Pac e dei fondi di coesione tra il 2014 e il 2021 in Italia.
(5-01982)




Vino, interrogazione Curti (Pd Camera): su misure a sostegno di comparto vitivinicolo

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00960

presentato da

CURTI Augusto

testo presentato

Lunedì 5 febbraio 2024

modificato

Martedì 6 febbraio 2024, seduta n. 239

CURTI, VACCARI, SIMIANI, ASCANI, MANZI e D’ALFONSO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

la serie di calamità che si è abbattuta sul comparto agricolo rischia di segnare un drammatico punto di non ritorno. I cambiamenti climatici, tra alluvioni, prolungate siccità, piogge tropicali e violente grandinate, stanno generando ricadute disastrose sulle colture e sulla sopravvivenza delle aziende;

il quadro generale, già fortemente compromesso, contempla quest’anno un’ulteriore piaga: quella delle malattie funginee, favorite dalle enormi precipitazioni registrate sui territori;

nello specifico, per quel che concerne il comparto vitivinicolo, le piogge intense, persistenti e prolungate verificatesi nell’ultimo periodo di maggio e nei primi giorni di giugno 2023 hanno favorito il diffondersi di uno dei funghi più aggressivi per la vite, la peronospora;

la peronospora, causata dal patogeno «plasmopara viticola», è la patologia crittogamica più grave della vite, a causa della capacità di attaccare con drammatica efficacia le foglie, i germogli e i grappoli, causando di conseguenza ingenti danni;

le precipitazioni, oltre che favorire lo sviluppo del fungo, non hanno consentito agli operatori di intervenire tempestivamente attraverso l’utilizzo di prodotti antiparassitari. Ciò in quanto l’accesso ai vigneti, mediante mezzi meccanici, risultava pregiudicato dalla precarietà di terreni divenuti inagibili a causa delle piogge;

secondo le ultime stime si registreranno perdite di produzione su tutto il territorio nazionale, con particolare riguardo per le regioni del Centro e del medio e basso Adriatico (Marche, Umbria, Abruzzo), dove questa patologia farà registrare decrementi tra il 50 per cento e il 60 per cento, con punte anche del 100 per cento per alcune aziende le cui coltivazioni insistono su arenili particolarmente martoriati. Tale deficit si traduce in un danno economico notevole che deve essere necessariamente indennizzato;

occorre considerare che moltissime aziende agricole, già pesantemente vessate dall’incremento dei costi e dall’andamento dei tassi di interesse, si trovano a dover far fronte all’impegnativo rimborso di mutui e finanziamenti;

è inoltre particolarmente urgente intervenire a sostegno delle aziende impegnate sul fronte delle coltivazioni biologiche. Queste, infatti, nonostante siano autorizzate a compensare il calo di raccolto con acquisto di prodotto all’esterno fino a un massimo del 50 per cento, avendo subito perdite superiori, non sono in condizione di ammortizzarle;

lo stato di fatto colloca, pertanto, questa emergenza su un piano di tale straordinarietà, che strumenti, quali le assicurazioni agricole agevolate e i fondi di mutualizzazione, non sono sufficienti a compensare danni e perdite;

appare, dunque, improcrastinabile l’adozione di misure eccezionali e di immediato ausilio, quali la corresponsione di indennizzi congrui e sostanziali per il risarcimento dei danni subiti, la sospensione temporanea dei mutui e la deroga, a favore delle aziende del biologico, rispetto al limite del 50 per cento dell’acquisto di prodotto esterno –:

se il Ministro interrogato risulti a conoscenza di quanto rappresentato in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere, con somma urgenza, al fine di sostenere il comparto vitivinicolo nazionale, con particolare riguardo per le regioni del Centro e del medio e basso Adriatico, considerando anche l’importanza e la qualità delle produzioni.
(3-00960)




Vino, interrogazione Amendola (Pd Camera): su Peronospora in vigneti Aglianico, Basilicata

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02252

presentato da

AMENDOLA Vincenzo

testo di

Lunedì 5 febbraio 2024, seduta n. 238

AMENDOLA. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

c’è molta preoccupazione tra i viticoltori del Vulture in Basilicata per la presenza aggressiva del fungo denominato «Peronospora» che sta interessando i vigneti del famoso «Aglianico»;

secondo la Cia risulta essere compromessa parte rilevante della raccolta della prossima vendemmia con rilevantissimi danni economici per l’intero comparto;

la richiesta del mondo agricolo interessato dal fenomeno è quella di usare tutti gli strumenti previsti al fine di sostenere i viticoltori del Vulture –:

se il Ministro interrogato risulti essere a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere con la massima urgenza al fine di contrastare la diffusione della Peronospora e contestualmente di sostenere il comparto in considerazione anche della rilevanza e della qualità della produzione di Aglianico del Vulture.
(4-02252)




Acqua, interrogazione Marino (Pd Camera): su emergenza idrica in Sicilia

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01971

presentato da

MARINO Maria Stefania

testo di

Martedì 6 febbraio 2024, seduta n. 239

MARINO, VACCARI, FORATTINI, ANDREA ROSSI, IACONO e PORTA. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

in Sicilia è allarme siccità, ma lo è in particolare per la provincia di Enna, interessata da un andamento climatico anomalo segnato da alte temperature e scarsità di precipitazioni. A subire gli effetti di questo caldo anomalo di inizio inverno è soprattutto il comparto agricolo, che, in questa fetta di territorio, rappresenta una quota importante dell’economia locale;

in Sicilia, la seconda metà del 2023 è stata la più arida da oltre un secolo: da settembre a dicembre, l’ammanco complessivo è di circa 220 millimetri di pioggia, mentre il solo ultimo mese dell’anno ha registrato deficit di precipitazioni fino al 96 per cento su alcune località, tra le province di Enna (-81,5 per cento mediamente sull’intera provincia) e Catania (-80 per cento in media);

la condizione degli invasi siciliani, la cui capacità è limitata dal sedime accumulato sui fondali e che si stima occupi fino al 40 per cento della capacità totale di stoccaggio, non consente più di assolvere pienamente, né alla loro funzione calmieratrice delle piene, né tantomeno a quella di riserva di acqua. Gennaio è il quinto mese consecutivo che fa registrare precipitazioni inferiori alla norma del periodo, con un deficit di circa 200 millilitri di acqua;

la fotografia complessiva è preoccupante, si passa da zone colpite da fenomeni di siccità estrema ad aree interessate da fenomeni di siccità severa. Una situazione che sta danneggiando agricoltori e allevatori, già gravati dalle conseguenze dei fenomeni atmosferici anomali che hanno colpito l’isola per tutto il 2023;

l’assessore regionale all’agricoltura ha annunciato che presto dichiarerà lo stato di calamità naturale per l’emergenza siccità. Un segnale concreto per il comparto agricolo e per i nostri agricoltori in difficoltà –:

quali iniziative di competenza intenda assumere, con somma urgenza, per rispondere all’emergenza idrica che sta interessando la Sicilia ed in particolare il territorio ennese, se non intenda sostenere programmi finalizzati a finanziare nuovi impianti di dissalazione e se non valuti opportuno adottare iniziative di competenza finalizzate a sospendere alcuni termini tributari e contributivi nei confronti degli imprenditori impegnati nel comparto agroalimentare siciliano.
(5-01971)




Agricoltura, interrogazione Gadda (Italia Viva Camera): su esenzione Irpef

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00964

presentato da

GADDA Maria Chiara

testo di

Martedì 6 febbraio 2024, seduta n. 239

GADDA, FARAONE, DEL BARBA, DE MONTE, MARATTIN, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste . — Per sapere – premesso che:

con legge n. 232 del 2016 il Governo Renzi introdusse l’esenzione Irpef per i redditi dominicali e agrari;

la misura, poi rinnovata fino al 2023 anche dal Governo in carica, era diretta ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola e ai familiari coadiuvanti il coltivatore;

l’abolizione dell’Irpef agricola e di altre imposte, insieme ad altre misure di sostegno come gli sgravi contributivi per l’insediamento di giovani e donne, avevano consentito di riconoscere all’agricoltura il suo ruolo strategico dal punto di vista economico, occupazionale e di presidio del territorio;

l’esenzione Irpef non troverà più applicazione nel 2024; pertanto, i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, dovranno dichiarare i redditi dominicali e agrari derivanti dalle risultanti catastali con rivalutazione dell’80 per cento per il reddito dominicale e del 70 per cento per quello agrario;

la Presidente del Consiglio dei ministri, rispondendo ad un’interrogazione a risposta immediata in Assemblea del gruppo Italia Viva, ha dichiarato che la misura era stata «istituita in via temporanea nel 2016» sebbene sia stata sempre prorogata fino al 2023; ha altresì aggiunto che «non è stata prorogata da questo Governo perché (…) abbiamo constatato che andava a beneficio di chi ne aveva meno bisogno (…) le imprese con grande estensione di terreno e redditi elevati (…) la misura rischiava di diventare un privilegio»;

le affermazioni della Presidente del Consiglio dei ministri, secondo gli interroganti, sembrano tradire la mancata conoscenza delle modalità di calcolo dell’Irpef agricola e, soprattutto, del mondo agricolo in generale, oggetto di continue variabilità nell’andamento di prezzi e costi di produzione a causa di fattori di mercato, geopolitici e climatici;

le decisioni del Governo hanno di fatto inserito una patrimoniale di 250 milioni di euro nel settore, non compensata da altri interventi del Governo sul fronte fiscale in termini generali o di filiera;

sono molte le micro-tasse inserite nella legge di bilancio che gravano su consumatori e imprese e altre misure come il decreto legislativo n. 184 del 2023, che introduce l’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli non circolanti, rischiano di penalizzare gli operatori;

in queste ore, forse su pressione della protesta degli agricoltori, le posizioni del Governo sembrano essere mutate;

il Ministro interrogato, stando agli organi di informazione, avrebbe aperto al rinnovo dell’esenzione dell’Irpef agricola messa in campo dal Governo Renzi e alcune indiscrezioni giornalistiche sembrerebbero ventilare la probabile «marcia indietro» sulla misura da parte del Governo –:

come il Ministro interrogato, in considerazione delle sofferenze in atto nel mondo agricolo, intenda ripristinare l’esonero Irpef in termini di beneficiari e di adeguate coperture finanziarie.
(3-00964)




Vino, interrogazione Iacono (PD Camera): su misure per comparto vitivinicolo Sicilia

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01951

presentato da

IACONO Giovanna

testo di

Mercoledì 31 gennaio 2024, seduta n. 237

IACONO, MARINO, PROVENZANO, BARBAGALLO e PORTA. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

gli effetti del cambiamento climatico con eventi atmosferici estremi, la proliferazione di fitopatie mettono alla prova i viticoltori, bombardati da continue emergenze che diventano quotidianità. Con l’esigenza, sempre più forte, di trovare soluzioni politiche e globali al problema;

il vino italiano è alle prese con uno scenario economico e geopolitico in rapida evoluzione che incide sulle performance dell’export e dei consumi interni. Il volume dell’export mondiale di vino ha accusato un pesante -30 per cento in luglio a causa della crisi di fiducia innescata dal conflitto alle porte d’Europa, con l’esplosione dei prezzi dell’energia e degli input produttivi;

in questo contesto l’Italia ha tutto sommato contenuto le perdite, registrando solo un -10 per cento in aprile, che è diventato -3 per cento in luglio (dati Ismea). Un segnale comunque preoccupante perché si tratta della flessione più pesante registrata negli ultimi 20 anni. Il settore vitivinicolo, a partire dall’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, è stato infatti investito da straordinari processi di internazionalizzazione dei flussi commerciali e della governance della produzione. Il comparto vitivinicolo è infatti oggi chiamato a dimostrare una rinnovata capacità di organizzare azioni collettive che consentano: una migliore gestione dell’offerta con un attento studio dei mercati; un maggior stimolo all’innovazione; l’adozione di strumenti collettivi per la gestione del rischio;

il cambiamento climatico investe la Sicilia più di ogni altra regione e obbliga ad un ripensamento globale di tutto il secolare sistema di coltivazione della vite e di produzione dell’uva. La mancata adozione di misure straordinarie rischia di provocare una pesantissima contrazione dei redditi aziendali e individuali e di accentuare la crisi del mondo della cooperazione siciliana impegnato nel settore vinicolo;

una crisi di siffatte proporzioni infatti investe il mondo della cooperazione che intercetta circa l’80 per cento della superficie vitata siciliana con circa 25.000 produttori di uve coinvolti;

alla luce del quadro attuale appare quindi strategico che tutte le autorizzazioni al reimpianto vigneti provenienti da estirpazione con scadenza prevista il 31 dicembre 2022 ancora non utilizzate, vengano equiparate agli ex-diritti con scadenza prevista al 2025 e quindi posticipate;

i passati regolamenti comunitari prevedevano tempi più lunghi nell’esercizio del diritto di reimpianto. La proroga della scadenza consentirà una programmazione varietale oculata rispetto alle nuove tendenze di mercato del vino derivanti dal nuovo scenario geopolitico –:

quali iniziative intenda assumere con la massima urgenza al fine di prevedere misure ad hoc a sostegno del comparto vitivinicolo siciliano e quali iniziative intenda adottare per favorire la riconversione e la ristrutturazione dei vigneti.
(5-01951)




Agricoltura, Costa (M5S Camera): su potatura alberi

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02240

presentato da

COSTA Sergio

testo di

Martedì 30 gennaio 2024, seduta n. 236

SERGIO COSTA, ILARIA FONTANA, L’ABBATE e MORFINO. — Al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

si sono verificati sul territorio nazionale numerosi interventi di potatura urbana dei platani con modalità invasive che, a parere degli interroganti e dell’associazione ambientalista Lipu, fattasi portavoce delle lamentele della popolazione, non rispettano le norme in materia di verde pubblico;

il decreto n. 63 del 10 marzo 2020 del Ministero dell’ambiente sui «Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde pubblico (CAM)», nel paragrafo C «Clausole contrattuali» al punto 11, dell’allegato 1, recita: «Gli interventi di potatura devono essere svolti unicamente da personale competente, in periodi che non arrecano danni alla pianta e non creano disturbo all’avifauna nidificante ed effettuati solo nei casi strettamente necessari.»;

a titolo di esempio, il legislatore aggiunge: «In particolare, l’aggiudicatario deve evitare di praticare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione.»;

il Consiglio di Stato, sezione III, sentenza n. 8773 del 14 ottobre 2022, ha dichiarato che le disposizioni in materia di CAM costituiscono obblighi immediatamente cogenti per le stazioni appaltanti;

il decreto 29 febbraio 2012 del Ministero delle politiche agricole, «Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione del cancro colorato del platano causato da Ceratocystis fimbriata», alla lettera D. «Potature dei platani», sancisce che «Gli interventi di potatura vanno eseguiti in un periodo asciutto durante il riposo vegetativo delle piante evitando, ove possibile, tagli orizzontali e capitozzature. È consigliata la disinfezione delle superfici di taglio con soluzioni disinfettanti o la loro copertura con mastici. Gli attrezzi usati per la esecuzione dei tagli devono essere disinfettati con idonea soluzione nel passaggio da una pianta ad un’altra.»;

nelle «Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile» del 2017 del Ministero dell’ambiente, alla pagina 41, si legge: «Si crede erroneamente che un albero capitozzato richieda interventi minori: in realtà è l’opposto. Se l’albero sopravvive richiederà costanti potature per diversi anni; se l’albero muore dovrà essere abbattuto e rimosso. Infine, considerato che un albero capitozzato è predisposto a rotture e può essere pericoloso, e che quindi la capitozzatura è riconosciuta come una pratica inaccettabile di potatura, ogni danno causato dalla caduta dei rami può essere riconosciuta come negligenza presso un tribunale»;

lo standard europeo di potatura degli alberi, European Arboricultural Standards (2021), nella sezione «Regole generali», punto 3.2, recita: «La dimensione delle ferite da potatura deve essere ridotta al minimo, rimuovendo la minore porzione di chioma che risulti necessaria per raggiungere gli obiettivi dell’intervento di potatura previsto» e aggiunge «Nella potatura degli alberi deve essere presa in considerazione l’influenza che una alterazione della forma della chioma potrà avere sull’aerodinamica, in particolare valutando possibili variazioni dell’impatto biomeccanico sull’albero potato e quelli circostanti.» –:

se i ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e come intendano agire, per quanto di competenza, per assicurare il rispetto di tutte le norme vigenti in materia.
(4-02240)




Agricoltura, Odg Naturale (M5S): su incentivi per imprenditoria femminile

Atto Senato

Ordine del Giorno 0/931/1/09

presentato da

GISELLA NATURALE
martedì 30 gennaio 2024, seduta n. 098

La Commissione,
in sede di discussione del disegno di legge recante “Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo” (A.S. 931),
premesso che:
l’articolo 9 del disegno di legge in parola introduce disposizioni in materia di servizi di sostituzione. Il comma 1, nello specifico, consente alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano di prevedere programmi per favorire il ricambio generazionale nelle imprese agricole;
in particolare, per il raggiungimento del detto obiettivo sono introdotti incentivi alle associazioni costituite in maggioranza da giovani imprenditori agricoli per la gestione di servizi di sostituzione nelle aziende associate, prevedendo la sostituzione dell’imprenditore, del coniuge o di un coadiuvante, la frequenza di corsi di formazione e di aggiornamento professionale da parte dei giovani imprenditori agricoli associati e l’assistenza a minori di età inferiore a otto anni;
considerato che:
la misura a sostegno dei servizi di sostituzione nell’azienda agricola mira a migliorare gli standard di vita e di lavoro dei lavoratori del settore, offrendo all’imprenditore l’opportunità di usufruire di manodopera qualificata in caso di ferie, malattia, maternità congedi parentali, decesso e partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento;
valutato che:
le donne in agricoltura svolgono un ruolo fondamentale che va oltre il dato numerico ed è riconducibile agli aspetti qualitativi e sociali legati alla loro presenza nel settore;
l’affermazione della condizione femminile in agricoltura incontra, tuttavia, alcuni ostacoli. Il superamento dei detti ostacoli richiede un rinnovato impegno politico-istituzionale che deve essere indirizzato all’introduzione di soluzioni mirate alle principali e più diffuse criticità;
impegna il Governo:
ad adottare specifiche misure tese a tutelare, nell’ambito dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo, l’imprenditoria femminile, con particolare riferimento all’attuazione di politiche, strumenti e servizi per la conciliazione dei molteplici, paralleli e gravosi impegni in ambito familiare assolti dalle donne, agevolando le stesse nel percorso genitoriale.
(0/931/1/9)
Naturale, Sabrina Licheri, Nave




Acqua, interrogazione Vaccari (Pd Camera): su struttura commissariale per crisi idrica

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01913

presentato da

VACCARI Stefano

testo di

Venerdì 26 gennaio 2024, seduta n. 234

VACCARI, MARINO, LAI, FORATTINI e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

l’articolo 3 del decreto-legge 14 aprile 2023, n. 39, «Disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche» ha previsto la nomina del Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica. Il decreto prescriveva una serie di precise operazioni per garantire degli interventi contro la crisi idrica;

a quasi un anno dall’istituzione della struttura commissariale è stato fatto poco o niente: una cabina di regia che si riunisce in media una volta ogni quattro mesi senza incidere sulla crisi idrica;

la cabina di regia deve ancora decidere la distribuzione del finanziamento attraverso un decreto che, secondo quanto consta agli interroganti, è all’esame del Dipartimento per la programmazione economica;

nell’Italia centro-meridionale stanno emergendo i primi sintomi di stress idrico che, accompagnati alla scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica (in linea con il trend degli inverni recenti), dovrebbero far scattare un campanello d’allarme;

secondo l’Anbi, Associazione nazionale tra i consorzi di bonifica e irrigazione, a gennaio 2024 in Sicilia è crisi idrica, uno status certificato dalla Regione Siciliana, e che ha già comportato il razionamento dell’acqua in 39 comuni nell’area di Palermo, Agrigento e Caltanissetta;

sempre secondo Anbi è già crisi idrica in Sardegna ai primi di gennaio 2024, con invasi regionali ad un livello d’emergenza rossa nei comprensori di Sardegna Nord Occidentale, Alto Cixerri, Posada ed Ogliastra;

la mancanza di precipitazioni autunnali ha comportato non solo un mancato apporto della risorsa, ma anche un consumo protratto per tutto il periodo autunnale, portando quindi la stagione irrigua a coprire periodi in emergenza. Le precipitazioni attese non hanno apportato la quantità necessaria, e se i primi mesi dell’anno saranno avari di precipitazioni si prospetta una primavera di forti e inevitabili restrizioni per il mondo agricolo –:

quali interventi risultino programmati e finanziati dalla struttura commissariale per contrastare la scarsità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche a favore del comparto agricolo e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per sostenere programmi che aiutano gli agricoltori a prevenire o mitigare il rischio emergenza idrica che rischia di compromettere le coltivazioni e l’attività dell’intera filiera agroalimentare italiana.
(5-01913)




Ue, interrogazione Pisano (Noi Moderati Camera): su regolamento raffreddamento salmone

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02194

presentato da

PISANO Calogero

testo di

Martedì 23 gennaio 2024, seduta n. 231

PISANO. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

il Parlamento europeo sta esaminando la proposta di modifica del regolamento n. 853 del 2004 relativo all’igiene dei prodotti alimentari di origine animale;

tra le varie normative inserite nel succitato regolamento si inserisce una specifica sulle condizioni in cui il salmone affumicato può essere raffreddato e indurito al fine di utilizzarlo per facilitare l’affettatura meccanica;

nello specifico la proposta di modifica del regolamento prevede che il pesce venga raffreddato per un massimo di 96 ore;

questa riforma, chiesta in maniera bipartisan da tutto il comparto di trasformazione ittica, ha riscontrato un rallentamento dell’iter a causa delle richieste provenienti dalla Polonia;

il comparto polacco, infatti, risulterebbe danneggiato dalla normativa in quanto lavora il salmone per più di 96 ore, non ai fini dell’irrigidimento, ma per garantirne una conservazione più duratura;

il metodo usato dalla Polonia risulta, ad avviso dell’interrogante, in pieno contrasto con le politiche di concorrenza dell’Unione europea, in quanto tenendo il salmone in raffreddamento per più tempo si riescono a garantire costi inferiori;

il 24 gennaio 2024 la Commissione ENVI del Parlamento europeo si riunirà per esaminare e votare la modifica al predetto regolamento, ma sarebbe già prevista una sospensione proposta dai membri del Parlamento polacchi;

stante l’importanza che riveste questo regolamento per le imprese del settore ittico italiane ed al fine di preservare i valori fondanti dell’Unione europea –:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione e quali iniziative di competenza intendano prendere in sede europea affinché siano salvaguardati gli interessi delle imprese del settore nazionale e i valori dell’Unione europea nell’ambito dell’iter di modifica del regolamento n. 853 del 2004.
(4-02194)




Animali, interrogazione Rubano (FI Camera): su pascoli abusivi Benevento

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02188

presentato da

RUBANO Francesco Maria

testo di

Lunedì 22 gennaio 2024, seduta n. 230

RUBANO. — Al Ministro dell’interno, al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

ormai da tempo si verificano nella provincia di Benevento, e più precisamente, nelle località «Banca» e «Selva Palladino» del comune di San Salvatore Telesino, così come nell’area di Massa di Faicchio, fenomeni di pascoli abusivi che invadono i territori dei privati;

questa situazione sta causando parecchi disagi per i cittadini, soprattutto a causa delle minacce che questi hanno ricevuto dai pastori ogniqualvolta vengono invitati a liberare i terreni;

la problematica in questione è stata già oggetto di numerose segnalazioni da parte dei cittadini delle aree coinvolte nel corso dell’anno 2023. In particolare, in data 11 gennaio 2023 è stata consegnata all’ufficio protocollo dei sindaci di San Salvatore Telesino e Massa di Faicchio una raccolta firme, a seguito della quale si è tenuta una assemblea coi cittadini;

in data 23 marzo 2023 furono consegnate in procura 36 denunce da parte dell’avvocato Angelo Cutillo, a seguito delle quali sono state affidate le indagini alla dottoressa Anzalone;

nonostante le azioni descritte, nonché l’invio di ripetute Pec sia ai sindaci che alla forestale di Benevento, da parte dei cittadini così come dell’avvocato Cutillo, la problematica non si è ancora risolta, ed anzi perdura una situazione di pascolo quotidiano degli animali –:

se e quali iniziative i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare ai fini di porre rimedio al fenomeno di cui in premessa.
(4-02188)




Beni alimentari, interrogazione Fornaro (PD): su carta risparmio spesa

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01216

presentato da

FORNARO Federico

testo di

Lunedì 26 giugno 2023, seduta n. 126

FORNARO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

la legge di bilancio 2023 ha introdotto la cosiddetta carta risparmio spesa che sostituisce i buoni spesa erogati dai comuni e prevede l’erogazione di una somma 382,50 euro destinata all’acquisto di beni alimentari di prima necessità per i nuclei familiari in difficoltà economica. Nella Gazzetta Ufficiale del 12 maggio 2023 è stato pubblicato il decreto attuativo del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, che regolamenta il funzionamento della carta e, con il messaggio numero 1958 del 26 maggio, l’Inps ha fornito le istruzioni operative. Per ricevere la carta i cittadini non devono inviare alcuna domanda e a partire da luglio i nuclei beneficiari della misura, con Isee inferiore a 15 mila euro, potranno ritirare in posta la carta prepagata con l’importo stabilito;

il meccanismo che gestisce la carta prevede che essa venga erogata dall’Inps, in base a dati elaborati dallo stesso Istituto, che invia ai comuni gli elenchi dei beneficiari, suddivisi tra quelli ai quali la carta è già assegnata e una lista aggiuntiva dalla quale i comuni potrebbero aggiungere altri assegnatari; una possibilità, questa, del tutto virtuale in quanto nella stragrande maggioranza dei comuni, soprattutto in quelli di piccole dimensioni, il numero delle carte assegnate è già interamente abbinato agli utenti che soddisfano i requisiti previsti nella normativa. Ai comuni, quindi, spetta solo la verifica dei dati anagrafici dei gruppi familiari indicati dall’Inps;

tale procedura, come segnalato da numerosi comuni, produce effetti distorsivi, attribuendo a volte il contributo a chi non ne avrebbe necessità e non intervenendo verso quei nuclei familiari che ne avrebbero bisogno. Infatti la sola valutazione dell’Isee produce delle situazioni dove famiglie che, per situazioni contingenti hanno un basso Isee per l’anno precedente, si trovano ad avere diritto alla carta, mentre questa viene negata a chi, in condizione di grave povertà, non ha nemmeno prodotto l’indicatore della situazione economica;

alla base di questa situazione sta la completa esclusione dei servizi sociali dei comuni dalla scelta dei nuclei che necessitano del provvedimento. Proprio i servizi sociali comunali che meglio conoscono le situazioni presenti sul loro territorio non possono intervenire nemmeno in caso di rinuncia della carta in quanto la stessa verrebbe riassegnata a livello nazionale;

questa situazione produce effetti ancora più gravi dal momento che le misure del Governo hanno, di fatto, soppresso il «reddito di cittadinanza» e privano le amministrazioni locali di un efficace strumento di lotta alla povertà –:

se siano a conoscenza delle difficoltà prodotte dal sistema di erogazione della cosiddetta carta risparmio e spesa e se ritengano di intervenire per consentire ai comuni di gestire al meglio l’erogazione di un contributo che deve andare a chi ne ha effettivamente bisogno e che tocca le realtà sociali delle comunità.
(4-01216)




Animali, interrogazione Scotto (PD): su comitato faunistico-venatorio e autorità Ispra

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01172

presentato da

SCOTTO Arturo

testo di

Venerdì 16 giugno 2023, seduta n. 120

SCOTTO. — Al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

alcune delle principali associazioni venatorie e i produttori di armi e munizioni hanno chiesto di intervenire politicamente sull’Ispra affinché, nei suoi pareri sui calendari venatori, ignori i dati scientifici e il diritto europeo;

Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf accusano che il mondo che gira attorno alle «doppiette» vuole che l’istituto «autorizzi la caccia agli uccelli durante i periodi della migrazione prenuziale, vietata dalla direttiva Uccelli per i gravi impatti che determinerebbe a danno delle specie»;

a parere degli interroganti l’iniziativa fatta da parte dei cacciatori e dei produttori di armi pare gravissima. Questi, gli esponenti politici di questo mondo e pronunciamenti di Ministri, ad avviso degli interroganti spingono il Governo a mettere a tacere l’Ispra, che a norma di legge è l’organo autonomo di consulenza scientifica per lo Stato, denigrandone l’operato e l’autorevolezza scientifica riconosciuta e apprezzata a livello internazionale. Con il rischio che una procedura di infrazione comunitaria – con relative sanzioni – venga attivata;

alla base della polemica c’è la dura lettera sui calendari venatori regionali 2023/2024 inviata dalla «Cabina di regia unitaria del mondo venatorio» (Federcaccia, Enalcaccia, Associazione libera caccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Comitato Nazionale Caccia e Natura) ai Ministri competenti (ambiente e agricoltura);

dopo aver visionato le osservazioni formulate per Liguria, Trentino e Marche, le «doppiette» criticano «l’enfatizzazione della veste dell’Ispra quale “ente statale delegato alla protezione della fauna” così come l’esaltazione del “rilievo centrale” dei pareri dell’istituto, richiamando al riguardo giurisprudenza, peraltro ormai datata e superata»;

Ispra sarebbe colpevole di aver «ignorato nei suoi pareri le più recenti decisioni, cautelari e di merito» che «hanno posto il dubbio sull’attendibilità dei pareri dell’Istituto in quanto generici e totalmente avulsi da una effettiva e doverosa indagine istruttoria circa le diverse caratteristiche morfologiche, climatiche e ambientali delle singole regioni»;

per le «doppiette» «l’Ispra deborda dal ruolo di Organo tecnico consultivo» stabilito dalla legge sulla caccia 157 del 1992 e «sembra quasi volersi sovrapporre alla potestà legislativa statale e comunque invadere la facoltà riconosciuta in via esclusiva alle regioni»;

il Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) ha deciso di ricostituire il comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale, sospeso e non rinnovato nel 2012, e di procedere all’adozione, del piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica predisposto con Ispra;

lo scorso 10 maggio 2023 la conferenza Stato-regioni ha trovato l’intesa su entrambi i punti, con alcune prescrizioni: il comitato dovrà essere organo tecnico consultivo «per tutto quello che concerne l’applicazione» della legge n. 157 del 1992, con rinnovo quinquennale;

nella versione proposta dal Masaf, del comitato – presieduto dal Ministro o suo delegato – fanno parte un rappresentante del Ministero dell’agricoltura e uno dell’ambiente, uno delle regioni e uno delle province (rappresentanti di nomina politica dunque), tre delle associazioni venatorie, due delle organizzazioni agricole, uno delle associazioni ambientaliste del Consiglio nazionale, uno a testa per Unione zoologica italiana, Ente nazionale cinofilia e Consiglio internazionale della caccia e della conservazione della selvaggina, ancora uno dell’Ente nazionale per la protezione degli animali e uno dell’Ispra, escludendo il Club alpino Italiano;

è facile immaginare come, in caso di voto, le posizioni degli ambientalisti e dei rappresentanti della ricerca scientifica abbiano un ruolo pregiudizialmente minoritario. La conferenza Stato-regioni intanto ha approvato lo schema chiedendo al Ministero di portare da uno a tre membri la rappresentanza delle regioni e di valutare se allargare la rappresentanza delle associazioni venatorie a tutte quelle riconosciute dalla legge n. 157;

il rischio è che ci sia più potere ai cacciatori e meno agli scienziati, e che il predetto Comitato sia più rappresentativo di posizioni «corporative» che degli interessi generali che prevedono la fauna selvatica proprietà indisponibile dello Stato, concetto rafforzato dalla modifica della Costituzione agli articoli 9 e 41;

l’allarme è condiviso dal Wwf, secondo cui «ciò che preoccupa è l’idea di trattare la gestione faunistica come qualcosa che riguarda solo i cacciatori» –:

quali iniziative – per quanto di competenza – intendano intraprendere i Ministri interrogati e se non ritengano fondato l’appello delle associazioni ambientaliste, ovvero serio il rischio che nei prossimi anni tutto il potere sia spostato nelle mani dei produttori di armi e delle associazioni venatorie a discapito di quanto sostenuto da chi dispone della conoscenza scientifica;

quali siano le intenzioni in merito all’Ispra – oggi sotto attacco – che è sempre stato un istituto che ha tutelato tutti gli interessi in campo, a garanzia delle associazioni agricole, ambientaliste, venatorie, delle specie animali selvatiche e non, in particolare di quelle protette e particolarmente protette, della biodiversità e della qualità degli ambienti naturali e del paesaggio e delle direttive europee.
(4-01172)




Agricoltura, interrogazione Caramiello (M5S): su pagamenti anticipati Pac

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00995

presentato da

CARAMIELLO Alessandro

testo di

Venerdì 16 giugno 2023, seduta n. 120

CARAMIELLO e FEDE. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

con il sistema delle anticipazioni istituito con l’articolo 10-ter del decreto-legge 29 marzo 2019 n. 27 (legge di conversione 21 maggio 2019, n. 44), le imprese agricole hanno potuto contare, in questi anni, sulla possibilità di incassare una porzione dei pagamenti diretti Pac (circa il 50 o 70 per cento a seconda delle annate), in anticipo di qualche mese rispetto alla scadenza ordinaria prevista nelle regole comunitarie;

tale misura è stata giudicata molto positivamente dagli imprenditori agricoli perché ha alleviato i problemi di liquidità, in annate molto difficili per effetto di problematiche di varia natura, come il Covid, il conflitto in Ucraina, gli eventi climatici eccezionali, le condizioni sfavorevoli di mercato;

per il 2023 il respiro finanziario garantito dalle erogazioni anticipate Pac con fondi nazionali (messi a disposizione del Ministero dell’economia e delle finanze) non ci sarà, perché il previsto decreto di attivazione dello strumento, da emanarsi entro il 30 aprile dell’anno di domanda, non è stato pubblicato dal Ministero;

gli agricoltori dovranno così aspettare il mese di dicembre, a meno che non intervenga una deroga – non più disposta dalle autorità di Bruxelles ma da un diretto provvedimento del Ministero dell’agricoltura – con la quale si dispone l’avvio delle operazioni di pagamento a partire dal 16 ottobre (all’articolo 44 del regolamento 2021/2116 sul finanziamento, la gestione e il monitoraggio della Pac);

di fronte a tale mancanza – come evidenziato dall’Informatore agrario n. 21/2023, nell’articolo «Una difficoltà in più: per ora niente anticipo dei pagamenti PAC» – forti sono state le perplessità, nonché lo stupore e l’insoddisfazione, degli operatori agricoli, manifestati attraverso le relative organizzazioni sindacali di rappresentanza;

a parere degli interroganti, non si spiegano le ragioni per cui un utile strumento che ha ben funzionato per quattro annate consecutive sia stato per la prima volta disapplicato, specie considerate le difficoltà che sta subendo il settore agricolo in questi mesi, come l’impatto prolungato della siccità, le gelate tardive, le recenti alluvioni, la sensibile riduzione dei prezzi dei cereali e di altri seminativi che si è registrata negli ultimi tempi –:

se intenda rimediare alla carenza sottolineata in premessa, attraverso iniziative di competenza da mettere in campo nell’immediato, al fine di prevedere la possibilità di pagamento anticipato al 31 luglio, oppure, in assenza delle tempistiche necessarie, se intenda almeno avviare con urgenza la richiesta di anticipo dei pagamenti al 16 ottobre 2023, in modo da mettere in condizioni gli organismi pagatori di provvedere a svolgere le necessarie operazioni per iniziare i pagamenti a partire dalla seconda metà del mese di ottobre 2023.
(5-00995)




Agricoltura, interrogazione Pagano (PD): su danni da nubifragi in province di Bari, BAT e Taranto

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00463

presentato da

PAGANO Ubaldo

testo di

Venerdì 9 giugno 2023, seduta n. 117

UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

nel mese di maggio 2023, gran parte del territorio delle province di Bari, BAT e Taranto è stato investito da violenti nubifragi con tempeste di vento, pioggia e grandine che ha gravemente danneggiato le coltivazioni di uva da tavola, uva da vino, frutteti, oliveti e colture orticole;

come puntualmente segnalato dalla Confederazione italiani agricoltori e dalla Coldiretti, le precipitazioni, le forti raffiche di vento e l’alta umidità associata alle nebbie hanno messo a dura prova le imprese agricole del settore frutticolo e, in modo particolare, hanno causato importanti danni alle varietà precoci delle ciliegie;

inoltre, sempre sulla base della ricognizione operata dalle organizzazioni professionali agricole, l’andamento climatico:

ha favorito lo sviluppo della monilia delle drupacee (patologia provocata da diversi miceti) che può causare gravi danni alle piante, vista l’impossibilità di entrare in maniera precoce nei terreni per gli interventi di irrorazione contro lo sviluppo di questi miceti;

ha messo a dura prova anche i campi di foraggio e di cereali che, per effetto delle abbondanti piogge, si sono allettati e hanno sviluppato muffe e altre fitopatologie causate da acqua in sovrabbondanza e umidità;

ha posto a rischio la fioritura degli uliveti e le colture viticole per gli attacchi di peronospora, anche in questo caso di difficile controllo per le difficoltà di accesso nei terreni per gli interventi fitosanitari;

gli effetti più evidenti in questi giorni, come anzidetto, sono sulle ciliegie, soprattutto sulle primizie, ossia quelle cultivar che maturano per prime e alla fine del mese di maggio avrebbero dovuto completare il ciclo di coltivazione con la raccolta;

a tutto ciò si aggiungono le gravi criticità che sempre a causa di prolungate condizioni di maltempo hanno investito l’apicoltura;

negli ultimi giorni le autorità regionali hanno provveduto all’accertamento e alla verifica dei danni segnalati, espletando i necessari sopralluoghi nelle aree colpite;

in data odierna la regione Puglia ha provveduto a trasmettere la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità naturale per i danni subiti –:

se intenda intraprendere iniziative urgenti per riconoscere lo stato di calamità naturale per le zone di cui in premessa e attivare con tempestività ogni strumento di sostegno agli agricoltori colpiti;

se intenda, considerata la particolare gravità della situazione rappresentata, adottare iniziative di competenza ulteriori rispetto a quanto già previsto dal nostro ordinamento, stanziando maggiori risorse e garantendo forme di supporto straordinarie al fine di rispondere all’eccezionalità dei danni registrati.
(3-00463)