INTERROGAZIONE, AIMI FI SENATO, SU MISURE D’EMERGENZA A FAVORE IMPRESE DANNEGGIATE DA CIMICE ASIATICA

Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02907

presentata da

ENRICO AIMI

martedì 18 febbraio 2020, seduta n.192

AIMI – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Premesso che:

la legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio per il 2020) ha disposto all’art. 1, commi 501 e 502, alcuni interventi a favore delle imprese agricole danneggiate dalla cimice asiatica. Il comma 501 prevede che le imprese ubicate nei territori colpiti e che abbiano sottoscritto polizze assicurative agevolate possono accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva di cui all’articolo 5 del decreto legislativo n. 102 del 2004. Il comma 502 invece stanzia 40 milioni di euro per l’anno 2020 e 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021e 2022 per far fronte ai danni da cimice asiatica;

tali fondi, tuttavia, appaiono completamente insufficienti dato che, come confermato anche dall’ISPRA, i danni per le produzioni frutticole colpite da cimice asiatica sono rilevantissimi e sono nell’ordine di 600 milioni di euro, di cui 350 per il Nord Italia e 250 per il Centro-Sud;

solo in Emilia-Romagna, a titolo esemplificativo, la perdita della produzione di pere è stata enorme, in alcune province anche del 100 per cento. Tra i coltivatori di pere, nel dettaglio, si starebbe verificando una perdita tra i 5.000 e i 10.000 euro ad ettaro. Rispetto a una produzione nazionale standard superiore a 900.000 tonnellate, nel 2019 l’Italia ha prodotto circa 365.000 tonnellate di pere;

ad essere colpito in modo devastante è comunque il settore ortofrutticolo nel suo complesso, anche a causa dell’enorme ritardo con cui le istituzioni hanno affrontato il problema, dato che la comparsa della cimice asiatica risale ormai a 7 anni fa;

i mezzi di contrasto a disposizione non sono risultati efficaci: la lotta biologica intanto non è ancora partita in Italia e comunque potrà fornire i primi risultati solo nel medio-lungo periodo;

di recente gli agricoltori dell’Emilia-Romagna hanno sollecitato l’avvio di misure consistenti in “aiuti per ettaro”, nonché aiuti straordinari da Bruxelles. L’Unione europea aveva già condiviso le forti preoccupazioni delle istituzioni italiane e, attraverso il commissario all’agricoltura Hogan, si era detta pronta a valutare la possibilità di aiutare, con diverse misure, i produttori italiani;

in tale contesto la delegazione italiana, nel corso del Consiglio per l’agricoltura del 14 ottobre 2019, aveva sollecitato la Commissione europea sulla possibilità di adottare misure efficaci per affrontare il problema, in particolare attivando le opzioni previste dall’articolo 221 del regolamento (UE) n. 1308/2013, al fine di salvaguardare il ruolo chiave svolto dai produttori;

tale regolamento riguarda l’applicazione della riserva di crisi, prevista dall’articolo 25 del regolamento (UE) n. 1306/2013 (riserva per le crisi del settore agricolo), con una dotazione finanziaria disponibile di 400 milioni per l’anno 2019 e che attualmente ammonta a 460 milioni di euro;

i produttori, infatti, chiedono proprio alle istituzioni comunitarie l’attivazione di misure di emergenza, così come avvenuto per le epidemie di peste suina africana e di influenza aviaria o per risolvere problemi specifici come le inondazioni nei Paesi baltici e le critiche condizioni di mercato della carne bovina in Irlanda,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo abbia sollecitato o intenda sollecitare con tempestività, presso l’Unione europea, l’utilizzo delle citate risorse finanziarie, o l’attivazione di ulteriori misure di emergenza, vincolandone eventualmente l’erogazione alla concessione di “aiuti di adattamento” o “aiuti per ettaro” e al ristoro degli ingenti danni economici subiti dalle aziende colpite da una vera e propria calamità, quale la cimice asiatica, posto che le risorse stanziate con la legge n. 160 del 2019 appaiono ad oggi totalmente insufficienti.

(4-02907)