INTERROGAZIONE, BERGESIO LEGA SENATO, SU PROPOSTA PRESENTATA AL PARLAMENTO EUROPEO DI TASSARE LA CARNE

Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01386

presentata da

GIORGIO MARIA BERGESIO

mercoledì 12 febbraio 2020, seduta n.190

BERGESIO, CENTINAIO, VALLARDI, SBRANA – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Premesso che:

è notizia recente la proposta, presentata al Parlamento europeo, di tassare la carne per compensare i danni ambientali prodotti dagli allevamenti intensivi, successivamente alla pubblicazione di un rapporto elaborato dal gruppo di ricerca ambientale “CE Delft”, prodotto per “True animal protein price” (TAPP), un insieme di organizzazioni che lavorano per la salute, l’ambiente e il benessere degli animali;

dalla ricerca emerge che per coprire i costi ambientali, legati in primo luogo alle emissioni di gas serra, il costo delle carni bovine dovrebbe aumentare di almeno 0,47 euro ogni 100 grammi, circa il 25 per cento in più rispetto al prezzo di vendita applicato mediamente nel Regno Unito, mentre quello delle carni di maiale e pollo, leggermente inferiore per il loro minore impatto ambientale, aumenterebbe rispettivamente di 0,36 e 0,17 euro ogni 100 grammi;

si tratta di una proposta, già in passato dibattuta in ambito europeo, che si basa esclusivamente su una valutazione delle emissioni di anidride carbonica per unità di carne, senza tener conto di un approccio più generalizzato che ricomprende le abitudini alimentari e gli stili di vita dei consumatori;

l’impatto ambientale di un alimento deve essere necessariamente valutato, come sostengono alcuni studi recenti, anche sulla base delle quantità realmente consumate nell’ambito di una dieta corretta ed equilibrata; in tal senso, una dieta coerente con il modello mediterraneo risulterebbe anche equilibrata da un punto di vista dell’impatto ambientale;

alcuni dati, in riferimento alla piramide alimentare, indicano infatti che la quantità di emissioni di gas ad effetto serra generate lungo la filiera delle proteine è pari a 5,9 chilogrammi di anidride carbonica equivalente, un valore in linea con quello di frutta e ortaggi, che è di 5,6 chilogrammi di anidride carbonica equivalente;

la carne consumata secondo il modello della dieta mediterranea rappresenta dunque un’importante fonte di nutrimento, con effetti benefici anche per la salute umana; ed anzi, scoraggiare un consumo equilibrato di tale alimento per effetto di un aumento del suo costo potrebbe modificare le abitudini alimentari di molti consumatori che potrebbero essere spinti a consumare alimenti alternativi con ridotto valore nutrizionale e poco salutari;

simili proposte rischiano inoltre di generare un impatto pesantissimo sui bilanci delle aziende che operano nella filiera delle carni, in quanto introducono un ulteriore gravoso costo a loro carico, con la conseguenza di incidere pesantemente sulla competitività dell’industria alimentare,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo voglia prontamente intervenire in tutte le sedi opportune al fine di ribadire l’importanza strategica della filiera delle carni per l’economia italiana e la necessità di non introdurre tasse a carico del settore, le quali avrebbero l’effetto di generare una perdita di competitività dell’intero comparto alimentare italiano;

se voglia favorire la diffusione, valutando anche iniziative volte ad integrare i programmi curricolari scolastici, di corrette abitudini alimentari, basate sul consumo equilibrato dei nutrienti distribuiti nell’arco della giornata, secondo il modello della dieta mediterranea, dichiarata patrimonio dell’Unesco.