INTERROGAZIONE, DE BONIS MISTO SENATO, SU CONTROLLI CAA IN MERITO AD OPERAZIONE NEBRODI

Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02729

presentata da

SAVERIO DE BONIS

mercoledì 15 gennaio 2020, seduta n.181

DE BONIS – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Premesso che:

come si legge da articoli di stampa, i Carabinieri del Ros del comando provinciale di Messina e del Comando tutela agroalimentare ed i finanzieri dello stesso comando hanno arrestato 94 persone nel corso del più imponente blitz contro i clan mafiosi dei Nebrodi: i Batanesi ed i Tortoriciani;

l’esito dell’inchiesta “Nebrodi” della Procura di Messina ha visto tra gli arrestati esponenti del sodalizio mafioso, imprenditori e amministratori, tra cui il sindaco di Tortorici, tutti accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, falso, truffa;

dall’inchiesta è emerso come i clan infliggevano estorsioni finalizzate ad accaparrarsi terreni per accedere ai contributi comunitari, reperendo ingenti contributi comunitari concessi dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), l’ente che eroga i finanziamenti stanziati dalla UE ai produttori agricoli, diventata nel tempo la principale attività per tutta l’organizzazione mafiosa presente nel territorio;

a partire dal 2013, hanno intascato i contributi europei con il coinvolgimento di oltre 150 imprese agricole (società cooperative o ditte individuali), tutte direttamente o indirettamente riconducibili alle due famiglie mafiose. Tutto realizzato grazie alla compiacenza di ex collaboratori AGEA, un notaio, numerosi responsabili dei centri di assistenza agricola (CAA);

gli indagati dal 2012 ad oggi, secondo l’ipotesi della Procura, hanno falsamente certificato la titolarità dei terreni, in capo a prestanomi, ma in realtà riconducibili a persone o enti diversi da chi effettivamente chiedeva il contributo europeo. I contribuiti europei finivano poi in conti esteri: in alcuni casi, infatti, le somme provento delle truffe venivano intascate da beneficiari su conti correnti aperti presso banche estere e poi fatti rientrare in Italia attraverso complesse movimentazioni economiche, finalizzate a fare perdere le tracce del denaro;

da quanto emerge dalla brillante inchiesta del Ros e della Finanza, avrebbero intascato indebitamente fondi europei per oltre 5,5 milioni di euro, mettendo a segno centinaia di truffe all’AGEA, così i due clan, invece di farsi la guerra, si sono alleati, spartendosi virtualmente gli appezzamenti di terreno in larghissime aree della Sicilia ed anche al di fuori dalla regione, necessari per le richieste di sovvenzioni. “Il tutto, scrive il giudice per le indagini preliminare che ha disposto gli arresti, con gravissimo inquinamento dell’economia legale e con la privazione di ingenti risorse pubbliche per gli operatori onesti”;

la truffa si basava sulla individuazione di terreni “liberi” (quelli per i quali non erano state presentate domande di contributi). A segnalare gli appezzamenti utili spesso erano i dipendenti dei CAA, che avevano accesso alle banche dati. Sulla base della finta disponibilità delle particelle, veniva istruita da funzionari complici la pratica per richiedere le somme, che poi venivano accreditate al richiedente prestanome dei boss spesso su conti esteri;

“La percezione fraudolenta delle somme – scrive il gip – era possibile grazie all’apporto compiacente di colletti bianchi, collaboratori dell’A.G.E.A., un notaio, responsabili dei centri C.A.A., che avevano il know-how necessario per procurare l’infiltrazione della criminalità mafiosa nei gangli vitali di tali meccanismi di erogazione di spesa pubblica e che conoscevano i limiti del sistema dei controlli”;

quella dei Nebrodi, scrive “il Fatto Quotidiano”, è una mafia interessata negli anni ’80 agli appalti sul raddoppio ferroviario, per poi lasciare il passo agli interessi sull’eolico. Mentre dal 2012 gli appetiti mafiosi si sono concentrati sui campi agricoli e i contributi europei. Appetiti già frenati dal protocollo Antoci, che bloccò molte delle ditte titolari di terreni, perché imponeva la certificazione antimafia,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo voglia fornire informazioni in merito a: chi decide i controlli dei centri di assistenza agricola (CAA); quale sia la statistica di tali controlli negli ultimi 5 anni; quali siano le irregolarità riscontrate sui vari centri di assistenza agricola.

(4-02729)