INTERROGAZIONE, LABRIOLA FI CAMERA, SU CONTRASTO PESCA DI FRODO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02908

presentato da

LABRIOLA Vincenza

testo di

Mercoledì 15 maggio 2019, seduta n. 176

LABRIOLA. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell’interno, al Ministro della difesa, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

con riguardo all’area di Taranto, purtroppo, sempre più spesso balzano agli onori della cronaca notizie di illeciti legati sia alla pesca e all’allevamento sia alla commercializzazione dei frutti di mare in esso riprodotti e/o allevati nel Mar Piccolo;

fenomeni di illegalità riguardano anche cavallucci marini e tantissime oloturie (conosciute come cetrioli di mare) usate a fini gastronomici, cosmetici o farmaceutici. Specie protette, pescate illegalmente e su commissione che, dai mari di Taranto, approvvigionano il mercato cinese;

uno studio chiesto al Cnr dimostra la vitale importanza delle oloturie per l’ecosistema marino, anche per l’elevata capacità di questi echinodermi di depurare acque con notevole carica batterica, favorendone anche l’ossigenazione. Anche i cavallucci marini, protetti dalla Convention on International Trade in Endangered Species of wild fauna and flora (Cites) e dalle convenzioni di Berna e Barcellona, svolgono una funzione fondamentale per l’ecosistema;

la pesca avviene – per pochi euro – nel mar Piccolo e nel mar Grande, con gravissimo danno ambientale per l’ecosistema marino e la biodiversità;

qualche settimana fa, il sindaco di Taranto aveva dichiarato che «le immagini della cattura e dell’esportazione illegale di cavallucci marini ed altre specie protette dalla legge nel nostro Mar Piccolo hanno profondamente turbato tutti noi e l’Amministrazione ha avviato tutte le verifiche del caso»;

il sito VeraLeaks.org, denuncia che «la filiera volta all’export cinese si avvale di pescatori locali, tarantini, che vendono il prodotto ad un intermediario che a sua volta lo porta in una attività commerciale cinese che provvede all’inscatolamento e alla spedizione in oriente»;

peraltro, a Taranto i mitilicoltori e i lavoratori del comparto che rispetterebbero le regole sarebbero penalizzati da un sistema illegale che dal 2011, anno in cui si scoprirono per la prima volta valori elevati di diossine e Pcb nei mitili, fino ad oggi non sarebbe stato ancora eliminato in forza del fatto che rappresenterebbe circa il 50 per cento del fatturato annuo dell’intero comparto ittico;

oltre ai mitili anche i datteri, i ricci di mare e il novellame vengono troppo spesso pescati illegalmente, e le tartarughe uccise durante la pesca di frodo;

se la pesca nel mar Piccolo è vietata, c’è però chi continua a praticarla senza il rispetto di alcuna regola, e ad essere vittima sono spesso le stesse tartarughe, che si avvicinano alle reti per mangiare il pesce e vengono uccise e rigettate in mare;

è indispensabile rafforzare i presìdi territoriali (capitaneria di porto, Guardia di finanza, carabinieri e polizia municipale e altri), per il contrasto degli illeciti perpetrati a danno della pesca ed in particolare dei mitili, dei datteri, e della fauna protetta, nonché per controllare e prevenire la pesca abusiva sia nell’area del Mar Piccolo che su tutta la costa dell’area di Taranto;

peraltro, aumentando la consistenza dell’organico e levando – con particolare riferimento alla capitaneria di porto – l’attuale criterio della permanenza massima dei 15 anni, si arriverebbe sicuramente a un netto miglioramento delle condizioni necessarie affinché l’amministrazione possa assicurare il controllo e lo sviluppo del territorio –:

se non si ritenga necessario adottare iniziative per provvedere al potenziamento degli organici delle forze dell’ordine impegnate nella lotta alla pesca di frodo, oltre a fornire, potenziare, integrare e modernizzare mezzi e strumenti necessari allo scopo;

quali iniziative di competenza si intendano adottare, di concerto con gli enti territoriali interessati, al fine di implementare il controllo del litorale dell’alto ionico della provincia di Taranto, in collaborazione con l’Arpa Puglia, per contrastare le attività illegali e comunque per garantire una efficace salvaguardia della fauna ittica e, in particolare, quella protetta.

(4-02908)