INTERROGAZIONE, PEZZOPANE PD CAMERA, SU CONTROLLI UTILIZZO FONDI COMUNITARI

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03413

presentato da

PEZZOPANE Stefania

testo di

Lunedì 20 gennaio 2020, seduta n. 291

PEZZOPANE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

da articoli di stampa si apprende di numerosi episodi ascrivibili al problema della così detta «mafia dei pascoli», ovvero il fenomeno che vede coinvolti i pascoli delle montagne abruzzesi sfruttati da imprenditori senza scrupoli di altre regioni con finte transumanze di bestiame per intascare ingentissimi rimborsi da parte dell’Unione europea;

sul tema vi è la risposta scritta all’interrogazione presentata dall’europarlamentare Andrea Cozzolino, alla Commissione europea per l’agricoltura e lo sviluppo rurale nella quale si afferma: «Nel contesto della gestione concorrente, spetta agli Stati membri valutare l’ammissibilità degli agricoltori ai pagamenti diretti. Il quadro giuridico vigente lascia agli Stati membri una certa flessibilità nell’attuazione delle norme in materia di pagamenti diretti, incluse, tra le altre, quelle relative agli agricoltori in attività, agli ettari ammissibili, all’attivazione e al trasferimento dei diritti all’aiuto e alla convergenza del valore di questi ultimi. Disposizioni specifiche circa il sistema integrato di gestione e di controllo consentono agli Stati membri di affrontare i casi di violazione della normativa»;

sempre da articoli di stampa si apprende di grossi gruppi e consorzi con sede legale in particolare nel nord Italia che continuerebbero a prendere in affitto, anche in Abruzzo, grandi superfici a pascolo e prato pascolo con canoni nettamente inferiori rispetto alle superfici seminative. Ciò all’unico scopo di incassare i fondi messi a disposizione dall’Unione europea per l’Abruzzo e gli allevatori abruzzesi. Questa pratica consentirebbe, infatti, di incassare l’alto valore dei loro titoli Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), nell’ordine anche di 10 mila euro per ettaro. Un business che varrebbe quindi centinaia di milioni di euro e che riguarderebbe anche le Alpi, oltre agli Appennini. Ovviamente non vi sarebbe alcun interesse per la carne e il latte degli animali, che la legge impone si pascolino su questi terreni. Ad essere «munti» sarebbero solo i soldi dei contribuenti europei;

va tenuto conto degli elementi riportati, è necessaria un’azione urgente a salvaguardia della legalità e a tutela di un intero territorio e di quelle categorie di lavoratori — agricoltori ed allevatori onesti — contro una subdola, pericolosissima, infiltrazione malavitosa, portatrice di un degrado socio-economico che finirebbe inevitabilmente con l’accelerare il progressivo spopolamento dei nostri monti;

va tenuto conto della necessità di una nuova disciplina in materia e di un serrato controllo di quanto sta accadendo –:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione esposta in premessa;

se, abbiano assunto iniziative, per quanto di competenza, per effettuare controlli circa il corretto uso dei fondi comunitari e, in caso affermativo, quali siano gli esiti di tali controlli e, stante la perdurante situazione esposta in premessa, quali urgenti iniziative di competenza intendano intraprendere per scongiurare l’eventuale uso fraudolento dei fondi comunitari.

(5-03413)