“Come sempre, condividiamo la storia per determinarne il futuro. Questo lo facciamo raccontando l’accaduto, estraendo dal nostro Albero della vite, che contiene 156 strati, estraendone uno per ogni anno e condividendolo con tutti quelli che sono i nostri partner, i nostri amici, i nostri studenti che poi, tra l’altro, coinvolgiamo anche nel racconto stesso. E quest’anno raccontiamo appunto il 1924, l’anno in cui per la prima volta, appare in etichetta il termine prosecco. Fino ad allora il nostro spumante, sebbene fosse prosecco, veniva chiamato champagne italiano”.
Così ad AGRICOLAE Domenico Scimone, direttore generale, Carpené Malvolti, in occasione di Vinitaly 2024.
“E nel 1924 Etile Carpené, la seconda generazione, figlio di Antonio, inventò il Prosecco e lo creò per primo, decise di inserire in etichetta questa parola magica Prosecco, che oggi tutto il mondo conosce. Ma 100 anni fa veramente nessuno, se non nel territorio italiano. E scrisse anche in etichetta la descrizione geografica, la prima identità territoriale la prima denominazione di origine di fatto perché riportò il primo amabile Colli di Conegliano, quindi inserendo anche la città dove veniva prodotto, le colline dove venne prodotto questo vino, quindi questa è l’occasione in cui festeggiamo questi primi 100 anni dell’apparizione di questo termine magico.
Gli obiettivi sono quelli di sempre quelli di condividere questa storia di condividere questa storia con i nostri stakeholder, i nostri interlocutori e di espandere questa conoscenza anche e soprattutto verso l’estero. l’Estero, che noi abbiamo approcciato per primi nel 1873, quando a solo cinque anni dalla nascita della Cantina Antonio Carpenè, andammo alla prima Esposizione Universale di Vienna. E così da allora noi lo stiamo esportando in diversi paesi del mondo, sono oltre 60 in tutti e cinque continenti. Un marchio che a volte è sinonimo di spumante, è sinonimo di prosecco.
Ma non solo, perché, come tutti sanno, produciamo sin da quell’anno sia brandy che grappa, per cui gli obiettivi rimangono quelli di conquistare, esportando quel concetto di valore che esprime il nostro territorio, in modo particolare quelle delle colline di Valdobbiadene dove Prosecco fra l’altro e tutto il territorio ha avuto riconoscimento da parte dell’Unesco quale patrimonio dell’umanità. Questa è il nostro la nostra mission e in quanto tale la perseguiamo giorno per giorno”.