Vinitaly, Lollobrigida: su dealcolato pronti a dialogo. Apertura nuovi mercati potrebbe danneggiare quelli esistenti fatti di eccellenze. VIDEOINTERVISTA

“In merito al vino dealcolato ho una certezza, ossia che sul vino tradizionale siamo una eccellenza. Inoltre all’apertura di nuovi mercati non è detto che non corrisponda la chiusura di altri e su questo c’è un confronto. Infine, se il vino da cinquemila anni è frutto della natura, del lavoro dell’uomo e della scienza, che pone l’alcol come stabilizzatore di questo elemento, perché dover chiamare vino un qualcosa che è fatto diversamente ed è sofisticata. Si può fare lo stesso e si può vendere ma non è necessario chiamarlo in questo modo. Questo però è un parere personale. Dal punto di vista politico invece ci confronteremo con la scienza e il mondo produttivo e troveremo la migliore soluzione per non perdere quello che abbiamo in nome di ciò che ancora non abbiamo e speriamo di avere. Non serve utilizzare la stessa parola per individuare due prodotti differenti.”

Così ad AGRICOLAE il ministro Masaf Francesco Lollobrigida in merito alle dichiarazioni del presidente Uiv sul vino dealcolato.

Vinitaly, Castelletti (Uiv): sul dealcolato dare opportunità ad imprese italiane. Dal Masaf posizione ideologica. VIDEOINTERVISTA




Vinitaly, Centinaio: vino italiano prodotto di alta qualità legato a territorio. Consumo moderato non fa male a salute.VIDEOINTERVISTA

“E ancora una volta il consumatore sta scegliendo il top. Noi abbiamo sempre detto che il prodotto italiano è un prodotto di qualità. Abbiamo sempre detto che il prodotto italiano è un prodotto che rappresenta i territori, che rappresenta quel made in Italy di cui siamo orgogliosi. Però lo dicevamo noi, allora la cosa sulla quale dobbiamo lavorare è il fatto che debbano cominciare a dirlo i consumatori e soprattutto i giovani consumatori. Il fatto che ci siano sempre più giovani che sono interessati al settore del vino e soprattutto al prodotto di qualità e al prodotto legato al territorio, penso che sia l’obiettivo al quale dobbiamo lavorare tutti.”

Così ad AGRICOLAE il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega.

“C’è una parte di comunità scientifica e soprattutto di opinione pubblica e magari anche un po’ di colleghi giornalisti che continuano a far passare il messaggio che il vino fa male ed è un prodotto che in alcuni casi fa venire il cancro o cose del genere. Non c’è una ricerca scientifica di altissimo livello, a livello internazionale, che lo confermi.

Di conseguenza il lavoro che tutti dobbiamo fare è far sì che passi il messaggio che il consumo moderato di questo prodotto non fa male alla salute.

É logico che se eccediamo fa male anche bere una bevanda gasata analcolica . L’importante è sempre rimanere nella moderazione e quindi il lavoro che dobbiamo fare deve andare in quella direzione anche con i giovani.“




Vinitaly, Castelletti (Uiv): sul dealcolato dare opportunità ad imprese italiane. Dal Masaf posizione ideologica. VIDEOINTERVISTA

“La posizione di UIV è abbastanza semplice: dare l’opportunità alle imprese italiane di offrire prodotti, alcol o alcol anche nel nostro paese, senza dover ricorrere ad altri come la Francia, la Spagna o la o la Germania con ingenti costi di spostamento della merce e chiaramente costi di produzione notevoli”.

Così ad AGRICOLAE Paolo Castelletti, segretario generale UIV, a margine del convegno a VInitaly “Dealcolati & Co – Le nuove frontiere del vino”, una panoramica quali-quantitativa sui potenziali consumatori italiani e il focus sul mercato Usa dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly per mettere a fuoco le potenzialità di questo mercato.

“Quello che chiediamo alle istituzioni è poter fare questi prodotti anche in Italia, ci stiamo muovendo sul doppio fronte sia  con il Masaf che con il ministro Lollobrigida, proprio perché probabilmente l’approccio del ministero è molto ideologico. Serve molto pragmatismo in un momento così, con l’Agenzia delle dogane, proprio ieri, abbiamo fatto un forum, nel quale abbiamo chiesto una via, dal punto di vista amministrativo, più semplificata per questa tipologia di prodotti. Vogliamo un iter non troppo lungo, quello che farà il Ministero non lo sappiamo.

Uiv non ha una posizione contraria a priori sul tema espianti, vorremmo che fosse valutato un po’ alla francese, quindi verificare, laddove ci sono eventuali problematiche di eccesso di di vigneto, quindi non estendere un’apertura tout court, salvaguardando assolutamente le aree collinari e le aree pedemontane e soprattutto non incoraggiare l’stirpo con contributo a chi ha preso dei contributi per la ristrutturazione e la riconversione dei nostri vigneti.

Serve un riposizionamento dei nostri prodotti, capire i motivi per i quali ad esempio i vini rossi oggi hanno una difficoltà enorme sul mercato ed eventualmente riconvertire parte di quei territori, magari a bianchi che hanno più appeal sul mercato e non certo estirpare vigneti”.

Vino (Uiv): un milione di nuovi consumatori italiani interessati a dealcolati. Ma non si possono produrre




Vinitaly, Risso (Terra Viva): nostra missione è aiutare i produttori. Avanti con la campagna buono, giusto, equo. VIDEOINTERVISTA

“Come terra viva siamo al secondo anno di Vinitaly. In questa edizione abbiamo circa 36 produttori che espongono i loro vini. La nostra missione è esattamente questa: quella di lavorare per aiutare i produttori, tutti i produttori, in questo caso i produttori vinicoli, a presentare, a far conoscere i loro prodotti. Rappresentiamo circa 40.000 produttori e tra questi moltissimi del vino, che faticano molto a presentare i loro prodotti e a farli apprezzare, che sono vere e proprie eccellenze”.

Così ad AGRICOLAE Claudio Risso, presidente di Terra Viva Cisl, associazione presente a Vinitaly 2024 con un proprio spazio espositivo.

“Facciamo tutto questo forti di una nostra grande campagna che stiamo portando avanti, che si chiama buono, giusto ed equo, che rappresenta il fatto di dire che un prodotto deve essere buono per le sue qualità organolettiche, perché deve rispettare i disciplinari al massimo e il prodotto deve subire dei trattamenti fitosanitari corretti ed adeguati e avere il prezzo giusto.

Il prezzo giusto vuol dire riconoscere il giusto prezzo ai nostri produttori. La filiera è troppo lunga, schiacciata e soprattutto viene riconosciuto il grande margine alla grande distribuzione. Serve poi una retribuzione equa. I nostri produttori si impegnano, attraverso la firma di un codice etico, a riconoscere a tutti i lavoratori che collaborano con loro, il trattamento della retribuzione equa, rappresentante dell’applicazione dei contratti. Abbiamo sostenuto per questo anche la norma sulla condizionalità sociale e recentemente approvata che per noi è molto importante.

Quindi siamo in grado di offrire un prodotto certificato, anche dal punto di vista della eticità e crediamo che questo sia molto importante. Una battaglia che stiamo portando avanti per il mondo del vino è quello della semplificazione. Io ho coniato un motto: ubriaca più la burocrazia che il vino, perché, ad esempio per tappare una bottiglia un produttore di vino, da quando mette la vigna, ha bisogno di 27 passaggi, mentre in Francia 4. Come facciamo a competere col vino francese, che il nostro più grande competitore, non possiamo farlo. Serve semplificare il che  non vuol dire aggirare le norme. Vuol dire mettere in condizione i produttori di avere meno burocrazia per poter permettergli di portare il loro eccellenze sulla tavola di tutti gli italiani”.




Vinitaly, Scordamaglia: attenzione a piccolo rallentamento export 2023, lavorare per raccontare distintività vino. VIDEOINTERVISTA

“Il vino è la principale voce delle esportazioni, un’esportazione complessiva agroalimentare che ha raggiunto lo scorso anno i 64 miliardi e che proprio attraverso il vino fa capire come, in situazioni di crisi internazionali, di riduzione del commercio mondiale, di aumento dell’inflazione e riduzione del potere d’acquisto, il nostro export potrebbe rallentare. Il vino ha fatto lo -0,8% nel 2023, solo un segnale, ma ricordiamo che veniamo fuori da venti anni in cui l’export è triplicato in 140 paesi”.

Così ad AGRICOLAE Luigi Scordamaglia, Filiera italia, a margine dell’edizione 2024 di Vinitaly.

“Quindi è necessario lavorare sempre molto attentamente per spiegare e raccontare quello che c’è dietro. Il vino è il prodotto che più di qualsiasi altro riesce ad interpretare la distintività, i valori, le differenze delle singole terre e dei nostri territori. La stessa cosa faremmo per l’altro, gli altri cibi, le altre bevande che esportiamo e in questo modo potremo continuare quel trend di crescita che ha visto comunque un 2023 fare il + 6,2% di esportazione a valore e che lascia ben sperare anche per l’anno in corso”.




Vinitaly, Morini (Aceto Balsamico): siamo qui a Verona per condividere attenzione verso un prodotto autentico. VIDEOINTERVISTA

“Il Consorzio della Città Balsamico di Modena è oggi qua, a Vinitaly, in questo importante salone che è il momento più importante per il vino italiano, perché abbiamo un legame con il mondo del vino. L’aceto balsamico nasce dall’uva, nasce dal mosto, dall’aceto di vino, è un legame intrinseco unico del nostro prodotto con con la materia prima. Qui a Vinitaly abbiamo una masterclass, dedicata verticale all’aceto balsamico di Modena mentre, seguita da un incontro con il mondo del vino, il mondo del prosecco Doc, un consorzio importantissimo, con cui noi abbiamo l’onore di poter collaborare già da tempo. Abbiamo relazioni costruite perché condividiamo anche gli stessi obiettivi, condividiamo l’apertura verso il mondo, condividiamo l’attenzione anche verso il prodotto autentico e l’autenticità”.

Ci incontreremo col Prosecco, con il Consorzio, presso il loro Prosecco Doc Pavillion per parlare di Aceto Balsamico di Modena e Prosecco, anche in modo un po innovativo. Faremo un cocktail a base di aceto Balsamico di Modena e Prosecco.

Poi è anche l’occasione per ribadire l’importanza del legame che c’è tra il nostro mondo e quello dei sommelier. Abbiamo lanciato, già quest’anno a gennaio, il primo master dedicato al Balsamico di Modena, un master verticale organizzato insieme alla delegazione AIS di Firenze che è andato molto bene, molto interessant. Un master in due giornate, una serata tecnico e pratica di degustazione che abbiamo fatto a Firenze e la seconda parte invece una visita in acetaia.

La seconda occasione del master sarà il 24 di aprile a Grosseto, presso la delegazione AIS di Grosseto, per ribadire e ripetere, formare, continuare a formare e a raccontare l’aceto Balsamico di Modena. Sarà poi un’occasione anche per parlare di aceto, ma speriamo anche qui a Vinitaly, di poter incontrare tanti delegati, tante delegazioni, anche di altre regioni. Ci piacerebbe, questo format che abbiamo studiato insieme ad AIS Toscana, poterlo replicare anche in altre regioni.

Crediamo che sia fondamentale fare formazione sull’Aceto Balsamico di Modena. C’è bisogno di raccontarlo in maniera corretta e chi meglio del sommelier può aiutarci in questo nostro compito di tutela e promozione dell’autentico Aceto Balsamico di Modena”.




Vinitaly, Scimone (Carpené Malvolti): sulla nostra etichetta nel 1924 per la prima volta è apparso il nome Prosecco. VIDEOINTERVISTA

“Come sempre, condividiamo la storia per determinarne il futuro. Questo lo facciamo raccontando l’accaduto, estraendo dal nostro Albero della vite, che contiene 156 strati, estraendone uno per ogni anno e condividendolo con tutti quelli che sono i nostri partner, i nostri amici, i nostri studenti che poi, tra l’altro, coinvolgiamo anche nel racconto stesso. E quest’anno raccontiamo appunto il 1924, l’anno in cui per la prima volta, appare in etichetta il termine prosecco. Fino ad allora il nostro spumante, sebbene fosse prosecco, veniva chiamato champagne italiano”.

Così ad AGRICOLAE Domenico Scimone, direttore generale, Carpené Malvolti, in occasione di Vinitaly 2024.

“E nel 1924 Etile Carpené, la seconda generazione, figlio di Antonio, inventò il Prosecco e lo creò per primo, decise di inserire in etichetta questa parola magica Prosecco, che oggi tutto il mondo conosce. Ma 100 anni fa veramente nessuno, se non nel territorio italiano. E scrisse anche  in etichetta la descrizione geografica, la prima identità territoriale la prima denominazione di origine di fatto perché riportò il primo amabile Colli di Conegliano, quindi inserendo anche la città dove veniva prodotto, le colline dove venne prodotto questo vino, quindi questa è l’occasione in cui festeggiamo questi primi 100 anni dell’apparizione di questo termine magico.

Gli obiettivi sono quelli di sempre quelli di condividere questa storia di condividere questa storia con i nostri stakeholder, i nostri interlocutori e di espandere questa conoscenza anche e soprattutto verso l’estero. l’Estero, che noi abbiamo approcciato per primi nel 1873, quando a solo cinque anni dalla nascita della Cantina Antonio Carpenè, andammo alla prima Esposizione Universale di Vienna. E così da allora noi lo stiamo esportando in diversi paesi del mondo, sono oltre 60 in tutti e cinque continenti. Un marchio che a volte è sinonimo di spumante, è sinonimo di prosecco.

Ma non solo, perché, come tutti sanno, produciamo sin da quell’anno sia brandy che grappa, per cui gli obiettivi rimangono quelli di conquistare, esportando quel concetto di valore che esprime il nostro territorio, in modo particolare quelle delle colline di Valdobbiadene dove Prosecco fra l’altro e tutto il territorio ha avuto riconoscimento da parte dell’Unesco quale patrimonio dell’umanità. Questa è il nostro la nostra mission e in quanto tale la perseguiamo giorno per giorno”.




Vinitaly, D’Eramo: continuare a promuovere e sostenere settore per rendere Italia sempre più protagonista. VIDEOINTERVISTA

“Per quanto riguarda l’export e le sfide da affrontare dobbiamo continuare a promuovere, difendere e sostenere il settore del vino che è una delle maggiori realtà della nostra agricoltura. Quindi con la stessa forza, la stessa determinazione e la stessa passione continuiamo al fianco dei nostri produttori un lavoro che rende sempre più protagonista l’Italia nei mercati europei e internazionali.”

Così ad AGRICOLAE il sottosegretario Masaf Luigi D’Eramo nel corso di Vinitaly.




Vinitaly, Zaia: vino, Veneto leader per produzione ed export. Italian sounding un grande problema. VIDEOINTERVISTA

“È una agricoltura viva perché i giovani crescono a due cifre, si investe in innovazione, in biologico e in sostenibilità. Oggi in Veneto abbiamo 100mila ettari coltivati a vigneto, siamo la prima regione d’Italia per produzione e siamo anche il primo esportatore di vini a livello nazionale se consideriamo che il nostro export vale circa il 36% dell’export nazionale, con un valore di 2,8 miliardi euro.”

Così ad AGRICOLAE il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, nel corso di Vinitaly.

“Ci sono tutti i presupposti per vedere un paese che crescerà ancora e un Veneto che farà la parte del leone.

L’Italian sounding è un grosso problema, dunque prodotti che non sono italiani ma che utilizzano nomi nostrani come il Parmesan che viene venduto a livello internazionale ma che in realtà non ha alcuna attinenza col Parmigiano Reggiano. L’Italian sounding vale 120 miliardi di euro, miliardi che sono sottratti all’agricoltura italiana.”




Vinitaly, Giansanti (Confagricoltura): massima velocità sperimentazioni. Serve riflessione su quantità produzione. VIDEOINTERVISTA

“Io credo che il Vinitaly sia una grande occasione per parlare di vino, per promuovere il nostro vino. Vinitaly non è una festa. Vinitaly è un momento di business, un momento in cui le aziende presentano le nostre eccellenze, ovviamente al mercato. Un mercato sempre più difficile, competitivo. Tra l’altro in questi giorni abbiamo avuto la notizia che la Cina ha riaperto le sue frontiere all’Australia: tutto questo ovviamente avrà un impatto significativo sul commercio mondiale. Se a questo aggiungiamo anche gli effetti delle guerre, è evidente che stiamo vivendo una stagione difficile, legata anche tra l’altro agli effetti del cambiamento climatico.
Quindi da una parte c’è sempre più difficoltà a produrre un buon vino in termini di quantità, dall’altra un mercato sempre più competitivo. Su questo dobbiamo lavorare, da una parte trovando le soluzioni, per cui ci vuole massima velocità nell’adozione delle sperimentazioni sulle Tea anche in campo vitivinicolo per dare ai nostri produttori mezzi e strumenti per il cambiamento climatico. Dall’altra serve una riflessione più generale per quello che riguarda la produzione, ovviamente guardando al commercio mondiale perché non possiamo permetterci di fermarci”. Lo ha detto ad Agricolae il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti dal Vinitaly di Verona.

“Vengo proprio da un incontro due settimane fa con gli agricoltori francesi”, prosegue Giansanti. “Alla loro Assemblea ho ascoltato il grido di dolore che riguarda uno dei nostri principali competitor, ma che è anche uno dei principali produttori al mondo. Lì si sta iniziando ad espiantare. Noi in Italia dobbiamo fare una serie di riflessioni, perché da una parte dobbiamo iniziare a guardare anche alla quantità di uva prodotta ad ettaro, quindi all’interno dei disciplinari dobbiamo forse iniziare a immaginare anche una riduzione delle produzioni, quindi forse lavorare anche in quel settore prima di arrivare agli espianti. E poi serve una riflessione su come andremo a gestire i programmi operativi sia in termini di nuovi impianti ma più in generale in termini di promozione”.




Vinitaly, La Pietra: pieno sostegno a settore. Ora sedersi al tavolo e decidere strategie per il futuro. VIDEOINTERVISTA

“Stiamo facendo davvero dei grandi passi avanti per quanto riguarda la promozione del sistema vino. Penso anche ai due giorni che abbiamo fatto per il centenario dell’Oiv in Italia, ed è un grande riconoscimento del lavoro anche in ambito internazionale che il ministero e soprattutto il ministro Lollobrigida sta facendo per legittimare sempre di più il lavoro e il settore. Poi è chiaro che questo comparto ha bisogno di strategie, bisogna cominciare a mettersi attorno ad un tavolo per capire quali siano le strategie da mettere sul piatto per il prossimo futuro. C’è un abbassamento dei consumi e della produzione, contestualmente c’è però anche un innalzamento della qualità. Dobbiamo quindi coniugare il tutto per supportare il più possibile questo settore. Il ministero e il ministro ci sono, e insieme a queste manifestazioni come Vinitaly possiamo far passare questo messaggio.”

Così ad AGRICOLAE il sottosegretario Masaf Patrizio La Pietra nel corso di Vinitaly.




Vinitaly, De Castro: IG, da maggio nuovo regolamento con maggiori tutele a comparto e Consorzi. VIDEOINTERVISTA

“La legislatura si chiude con una notizia di grande importanza, ossia il regolamento europeo sulle indicazioni geografiche. Ci abbiamo lavorato per oltre due anni e finalmente è andato in porto, sarà in gazzetta ufficiale a fine aprile e quindi da maggio le regole riguarderanno tutto il comparto dei prodotti certificati: mondo del vino, dei prodotti agricoli e alimentari. Novità importanti perché si darà davvero la possibilità ai Consorzi di diventare il vero motore delle indicazioni geografiche. Più responsabilità col turismo enogastronomico, più semplificazione modificando i disciplinari in tempi certi e soprattutto più tutele, che significa stop a tutti i prodotti copiati. Finalmente una buona e grande notizia dall’Unione Europea sul mondo dell’agricoltura.”

Così ad AGRICOLAE l’Europarlamentare Paolo De Castro nel corso di Vinitaly.




Vinitaly, Battista (Copagri): quest’anno presenti con 59 cantine bio e 20 cantine giovani. VIDEOINTERVISTA

“Quest’anno noi approfittiamo di questa edizione del Vinitaly per presentare le nostre cantine che producono vino biologico. Abbiamo ben 59 cantine che hanno garantito la loro presenza, presentando le loro produzioni. È importante perseguire la strada del biologico, perché rappresenta il futuro per questa produzione e per garantire una sempre maggiore qualità alla produzione del vino italiano. Insieme alle cantine biologiche, abbiamo le cantine dei giovani, perché la nostra prerogativa è far partecipare al Vinitaly, nel nostro stand, le cantine giovani e quest’anno anche le cantine del bio. Le cantine giovani sono 20, rappresentano gran parte delle regioni italiane, e sarà sicuramente per loro una nuova esperienza che permette di far conoscere le loro produzioni a questa vetrina, che è una vetrina mondiale”. Lo ha detto ad Agricolae Tommaso Battista, presidente di Copagri, dal Vinitaly di Verona.

 

 




Vinitaly, Gardini (Confcooperative): clima particolare, settore vino ha responsabilità aprire nuove strade. VIDEOINTERVISTA

“Siamo qui, nell’edizione 2024 del Vinitaly, in un clima particolare. I venti di guerra di queste ultime ore, e tutti gli eventi che in questi ultimi anni hanno determinato uno sconvolgimento e una grande preoccupazione e hanno influito sui consumi. Si sono ridotti i consumi di vino, come di tutti gli altri prodotti, ma soprattutto c’è stata la crisi energetica, la conseguente inflazione, l’aumento del costo del denaro. E poi, da ultimo, tutti i problemi legati alla logistica, al traffico delle merci attraverso il mar Rosso e il canale di Suez. In questo contesto, evidentemente il vino non può non risentirne e c’è preoccupazione da parte degli operatori. Alcuni segmenti del mercato stanno andando decisamente bene, stanno continuando ad andare bene. Il Prosecco attira ancora, diciamo che è il vino che cala meno, con una percentuale dello zero-virgola, nel panorama dei grandi vini internazionali. Altri vini, altri segmenti di mercato, i rossi soprattutto, i rossi che non sono i grandissimi nobili, stanno soffrendo di più. Sono parte di quelle aree più interne, aree di collina del nostro paese, tante aree che in qualche misura stanno soffrendo, mettendo in crisi anche il reddito delle aziende agricole. Ma vogliamo guardare oltre, vogliamo continuare a governare gli eventi e a cercare di costruire delle solide risposte”. Lo ha detto ad Agricolae Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, dal Vinitaly di Verona.

“Non c’è dubbio anche che dobbiamo cambiare, evolvere, affidarci alla ricerca, a una solida risposta ai cambiamenti climatici, che in qualche misura mettono in difficoltà”, prosegue Gardini. “Abbiamo visto per esempio quanto la siccità o le grandinate hanno posto problemi diversi, ma problemi sulla continuità di produzione e quindi abbiamo bisogno di tanta più ricerca. Abbiamo bisogno anche di sperimentare percorsi nuovi, per testare la resistenza delle piante alle malattie. Ma dall’altra parte abbiamo bisogno di sperimentare nuovi segmenti di mercato. Penso per esempio ai vini dealcolati. La tecnologia non è ancora del tutto consolidata. Ma dobbiamo guardare con una certa fiducia, perché non possiamo essere condannati a bere tutto il vino nel mercato domestico, dovremmo buttare giù oltre il 50% delle nostre viti. Dobbiamo continuare, anche per la responsabilità che il settore del vino ha nel panorama agroalimentare: è la locomotiva dello sviluppo del nostro made in Italy. Quindi essere la locomotiva significa anche avere la responsabilità di indicare nuove strade, nuove rotte, nuove direttrici”.




Vinitaly, Fini (Cia): fondamentale innovazione per rilancio mercati. Preservare patrimonio vitivinicolo nazionale. VIDEOINTERVISTA

“Sicuramente è importante il tema legato all’innovazione, perché è un settore, quello vitivinicolo, che ha bisogno di innovazione, ha bisogno di portare idee nuove, ha bisogno di rilanciare alcuni mercati, sicuramente quelli più lontani, quelli inesplorati. Abbiamo bisogno anche di diffondere di più e meglio la cultura del vino. Per troppi anni purtroppo abbiamo ricevuto attacchi ingiustificati, mentre invece noi dobbiamo continuare a promuovere la cultura, la storia di un’eccellenza del made in Italy agroalimentare, che ha una valenza da un punto di vista culturale, paesaggistico e anche e soprattutto economico. Il peso che ha all’interno del made in Italy e dell’export agroalimentare è fondamentale”. Lo ha detto ad Agricolae il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Cristiano Fini dal Vinitaly di Verona.

 

“Finché il mercato del vino potrà avere un gettito di un certo tipo”, aggiunge Fini, “noi crediamo che gli espianti vadano evitati. Quello che ci riserverà il futuro però purtroppo non lo conosciamo. E’ evidente che sui vini rossi c’è un problema a livello di surplus produttivo, però noi dobbiamo percorrere in via prioritaria sempre tutte le strade che portano a mantenere il nostro patrimonio vitivinicolo per quel che riguarda il consumo interno ma anche l’export”.