Car Christmas Day: il mercato ittico più grande d’Italia apre le porte ai romani

Il mercato ittico più grande d’Italia, con una commercializzazione annuale di 800.000 quintali di ittico, apre le porte ai romani. Il Centro Agroalimentare Roma svolgerà il prossimo 23 dicembre a Guidonia (via Tenuta del Cavaliere 1) il “CAR Christmas Day”, iniziativa che si propone l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori sui prodotti ittici locali e sulle più famose ricette della tradizione romana.

Durante la mattinata, oltre ai tanti operatori ittici coinvolti all’interno del Mercato all’Ingrosso, si svolgerà lo show cooking dello chef Marco Meschini che illustrerà le più tradizionali ricette della tradizione natalizia laziale.

Verranno inoltre preparati alcuni prelibati utilizzando il granchio blu, specie che è entrata in maniera prorompente nelle tavole degli italiani.  Sarà inoltre possibile acquistare a partire dalle 7 del mattino i prodotti della tipica cena natalizia romana tra cui capitone, salmone, gamberoni, baccalà, calamari, cozze e vongole.

Il CAR è il polo di riferimento del settore ittico italiano”, commenta Fabio Massimo Pallottini, Direttore Generale del Centro Agroalimentare Roma, “E’ nostra responsabilità garantire la commercializzazione di prodotti di alta qualità attraverso una tracciabilità rigorosa oltre che controlli continui. Iniziative come il CAR Christmas Day intendono trasferire le competenze dei tanti operatori del CAR ai consumatori, avvicinando il grande mondo dei mercati a quello delle famiglie romane proprio in questi giorni di festa”.

 

 

“Il Centro Agroalimentare Roma, il più grande Mercato d’Italia”, dichiara il Presidente del CAR Valter Giammaria, “è un punto di riferimento per il settore agroalimentare nazionale oltre che per la filiera del Centro Italia. L’iniziativa CAR Christmas Day intende valorizzare e mettere a disposizione del territorio l’impegno quotidiano degli operatori per la commercializzazione di un prodotto tracciato e di realtà come quelle dei Mercati all’Ingrosso che sono garanzia di convenienza economica oltre che di qualità”.

 




Confagricoltura Lazio, nominato il nuovo direttore: Valerio De Paolis affiancherà il Presidente Antonio Parenti e i Vice Balducci e Di Stefano

Confagricoltura Lazio riparte e punta a crescere per rappresentare al meglio le esigenze degli operatori del settore. Nelle settimane scorse l’organizzazione ha provveduto alla nomina del nuovo Direttore regionale del Lazio, Valerio De Paolis, che fa seguito all’elezione dei mesi scorsi del Presidente Antonio Parenti e dei Vicepresidenti, Orsola Balducci e Stefania Di Stefano. 

Valerio De Paolis, dottore in Scienze Agrarie e Ambientali, già direttore di Confagricoltura Sicilia, vanta una consolidata esperienza in attività di coordinamento, assistenza tecnica, monitoraggio, analisi e valutazione di Programmi cofinanziati dalla UE e una profonda conoscenza del settore agricolo.

Con la nomina del Direttore, Confagricoltura Lazio completa dunque l’organigramma direttivo con l’ambizione di estendere la rete di rappresentanza degli operatori nel territorio laziale e rappresentare al meglio le loro esigenze in tutti i tavoli istituzionali e di settore



Confcooperative Lazio Sud. Sviluppo sostenibile e nuove sfide della cooperazione agricola pontina

Innalzamento dei costi, tanto per le materie prime quanto per quelli energetici e logistici, costante richiesta di incremento delle produzioni a fronte di risorse sempre più esigue ed eventi climatici estremi che hanno messo a dura prova i raccolti. La sequenza di avvenimenti dirompenti degli ultimi anni, dalla crisi pandemica alle situazioni geopolitiche sempre più complesse, con il loro corredo di strozzature nelle catene di fornitura e di aumento generalizzato dei costi, ha investito l’intero settore agroalimentare nazionale, senza alcuna eccezione per la filiera pontina. Gli agricoltori non a torto parlano di “nuove sfide” che impongono alle aziende e a tutto il comparto una revisione delle logiche con cui si è operato finora e la delineazione di percorsi di trasformazione che consentano di adottare risposte resilienti, improntante sull’efficienza economica e sull’ottimizzazione delle risorse.

La sostenibilità intesa nella sua dimensione economica, sociale e ambientale sarà al centro del convegno “Sviluppo sostenibile e nuove sfide della cooperazione agricola pontina”, promosso da Confcooperative Lazio Sud, in programma giovedì 14 dicembre alle 15 presso l’auditorium del centro direzionale della BCC Cassa Rurale Agro Pontino di Pontinia (Latina). Obiettivo dell’evento, che si inserisce a conclusione di una progettazione tesa a mettere in luce il ruolo delle imprese cooperative nello sviluppo economico e sociale territoriale, è porre in relazione beni ed esperienze da valorizzare in una logica di sviluppo sostenibile, per sostenere sfide locali riconosciute su scala globale. Un equilibrio complesso, ma raggiungibile anche sull’esempio dell’economia collaborativa delle imprese cooperative, votata a uno sviluppo sostenibile dei territori e della comunità attraverso una qualità che ricomprende tanto la dimensione produttiva quanto quella etica e valoriale a pilastro delle aziende. Investimenti e innovazione sono le parole d’ordine da mettere in pratica, accanto alla difesa delle eccellenze produttive, puntando su qualità, trasparenza e competitività come leve essenziali per guadagnare spazi di mercato e rimarcare l’importanza strategica del settore agroalimentare pontino nei contesti nazionali e internazionali.

Aprirà i lavori il presidente di Confcooperative Lazio Sud Giuseppe Testa, seguiranno i saluti del presidente della Camera di Commercio Frosinone-Latina Giovanni Acampora. L’intervento introduttivo, riguardante i numeri e il futuro della cooperazione, per una fotografia del settore agroalimentare nell’area pontina alla luce del “Rapporto – pubblicato in questi giorni – Confcooperative Fedagripesca 2023”, sarà curato da Pierpaolo Prandi, responsabile dell’area statistica e ricerche di mercato di Fondosviluppo. Dalla rappresentazione del sistema cooperativo pontino anche in relazione al contesto nazionale offerta dall’analisi del “Rapporto”, si passerà  a una fotografia del territorio attraverso le immagini, con la presentazione del video ìdedicato alla cooperazione agricola pontina. Il convegno si avvarrà anche della testimonianza di Davide Vernocchi, presidente del Comitato settore Ortofrutta di Confcooperative Fedagripesca nazionale, finalizzata a passare in disamina le criticità ma anche le leve per una maggiore capacità sistemica del settore ortofrutticolo italiano, anche in relazione ai recenti accadimenti in Emilia Romagna, tra calamità, perdita di superfici e inevitabili cali di produzione. Salvatore Stingo, presidente Fedagripesca Lazio, interverrà invece sugli impatti strategici, organizzativi e operativi tesi a valorizzare le imprese agroalimentari locali, tra criticità e prospettive future. Le conclusioni saranno affidate a Maurizio Manfrin nel suo duplice ruolo di presidente della BCC Cassa Rurale Agro Pontino e di presidente del Consorzio Agroalimentare dell’Agro Pontino, a quasi un anno dalla sua costituzione.




Serpillo, Uci: ammodernamento frantoi, da Regione Lazio incentivi a fondo perduto con bonus 70% per giovani agricoltori

L’olio extravergine di alta qualità sarà prodotto nel segno di una sostenibilità crescente grazie all’innovazione nei frantoi, che adotteranno fonti di energia rinnovabile, incluso il recupero degli scarti di produzione. La Regione Lazio lancia un nuovo bando, offrendo contributi a fondo perduto per ottimizzare i processi produttivi dei frantoi e promuovere la riduzione dell’uso di energia. Il finanziamento prevede incentivi per sei milioni di euro e servirà a coprire il 55% del costo totale dell’investimento, con un aumento fino al 70% per i giovani agricoltori.

Il Presidente dell’UCI, Mario Serpillo, ha sottolineato: “L’obiettivo chiave di questa nuova misura incentivante è promuovere l’ammodernamento dei frantoi esistenti, consentendo l’adozione di macchinari e tecnologie mirate a migliorare le performance ambientali nei processi di estrazione dell’olio extravergine di oliva. Un passo significativo verso la sostenibilità è rappresentato dal riutilizzo degli scarti e dei rifiuti per la produzione di energia, dimostrando l’impegno dell’industria nel perseguire pratiche più ecocompatibili. Questa iniziativa costituisce una possibilità concreta per promuovere l’innovazione e la sostenibilità all’interno di un settore vitale per l’agricoltura come quello oleario, nella direzione di una crescita responsabile e della tutela ambientale.”
Il Presidente dell’Unione Coltivatori Italiani, Mario Serpillo, ha proseguito ponendo in rilevo l’importanza di incentivare il ritorno delle nuove generazioni all’ agricoltura: “Questo bando dedica un’attenzione particolare ai giovani che desiderano lavorare nel settore agricolo. Nelle opportunità di investimento a fondo perduto, sono previste infatti percentuali più vantaggiose, con un contributo base del 55% dei costi ammissibili. Tuttavia, è importante sottolineare che per gli investimenti realizzati dai giovani agricoltori, ovvero coloro che rientrano nella fascia di età compresa tra i 18 e i 41 anni, questa percentuale viene ulteriormente elevata, raggiungendo un massimo del 70% per progetto, con un limite di 200.000 euro.
È fortemente auspicabile – conclude il Presidente Mario Serpillo – che questo provvedimento sia inscritto in una strategia più ampia, mirata a stimolare il ritorno dei giovani al mondo dell’agricoltura, a contrastare l’abbandono del territorio, promuovendo la sostenibilità e l’innovazione nel settore.”




Lazio, Righini: bando da 500 mila euro per gli apicoltori della regione

«È stato approvato il bando pubblico relativo all’anno apistico 2023/2024». É quanto dichiara l’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini.  «Si tratta – spiega Righini – di un provvedimento importante a sostegno di un settore in continua evoluzione nella nostra regione e che fa registrare una costante crescita del numero di alveari. Dati incoraggianti che è nostra intenzione sostenere anche con questo avviso pubblico che mette a disposizione delle imprese risorse finalizzate sia a una promozione e a uno sviluppo tecnologico del comparto, sia a contrastare eventuali criticità dovute a fattori ambientali o climatici. Ringrazio la direzione Agricoltura per il prezioso lavoro svolto», conclude l’assessore Righini.

Nello specifico, attraverso questo bando sono a messi a disposizione del settore apicoltura oltre 500 mila euro con l’obiettivo di migliorare l’orientamento al mercato e aumentare la competitività delle aziende apistiche, contribuire ad arrestare e invertire il processo di perdita della biodiversità, nonché migliorare la risposta dell’apicoltura regionale alle esigenze della società in materia di alimentazione e salute.

Le azioni che si intendono finanziare hanno, tra l’altro, le seguenti finalità: incrementare il grado di resilienza e professionalità del settore apistico, favorendo la diffusione di conoscenze tecniche per combattere in modo efficace le patologie e gli aggressori dell’alveare; contrastare le cause di cali della produttività e la mortalità delle api attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche in azienda, finalizzate anche a migliorare la capacità di adattamento degli alveari ai cambiamenti climatici, favorendo la pratica del nomadismo per incrementare e valorizzare l’utilizzo delle risorse nettarifere anche nelle aree marginali; favorire l’aggregazione tra gli operatori per migliorare la competitività e l’orientamento al mercato; promuovere la conoscenza del settore, della filiera e dei prodotti e valorizzare il miele di qualità per diffonderne la conoscenza presso il mercato e il consumatore, anche attraverso azioni di informazione e promozione.

I soggetti che intendono partecipare al Bando dovranno presentare domanda entro l’8 gennaio 2024.




Cimice asiatica, gravi danni a raccolta nocciole nel Lazio. Serpillo, Uci: Urgono interventi immediati per contrastare le specie aliene

Il Presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (UCI), Mario Serpillo, esprime con fermezza l’urgenza di trovare soluzioni efficaci per combattere la crescente minaccia delle specie aliene che, come nel caso della cimice asiatica nella Tuscia, sta provocando nellarco di pochi anni danni sempre più gravi ai noccioleti.

In merito a questa situazione, il Presidente Mario Serpillo ha affermato: “Di fronte al continuo ripetersi di situazioni emergenziali provocate dalle infestazioni delle specie aliene a danno delle colture agricole e del settore ittico, si devono mettere in atto strategie efficaci. Serve una risposta concreta da parte delle Istituzioni e degli organi di governo in sostegno delle aziende agricole ed il proficuo coinvolgimento del mondo accademico e della ricerca. Il settore agricolo rappresenta una componente vitale dell’economia del Lazio, e proteggere i noccioleti è essenziale per garantire una produzione di alta qualità annoverata tra le nostre eccellenze.”

La cimice asiatica è una specie aliena senza predatori naturali ed è notoriamente difficile da contrastare. Inoltre, i cambiamenti climatici hanno favorito la proliferazione del parassita cosicché le perdite stimate per quest’anno superano i 60 milioni di euro e costituiscono un duro colpo per lintera regione.

La Tuscia, grazie alle condizioni climatiche e ai terreni ideali per la coltivazione del nocciolo, è stata a lungo un pilastro nell’industria agroalimentare italiana. Tuttavia, la massiccia infestazione della cimice asiatica sta mettendo a repentaglio la continuità della produzione di nocciole e minaccia anche gli investimenti effettuati da aziende come la Ferrero, che da anni si rifornisce dalle aziende locali per la produzione della Nutella.

Il Presidente dellUnione Coltivatori Italiani, Mario Serpillo conclude affermando: “È essenziale affrontare con determinazione ed in modo articolato il problema delle specie aliene che continuano a devastare le nostre colture arrecando gravi danni allagricoltura, alla nostra economia ed alterano irreparabilmente la nostra biodiversità.




Pallottini: Centrale del Latte è tornata al comune di Roma e ai romani. Valorizzare risorsa e contrastare desertificazione

‘Il consumo del latte fresco fa parte della storia di Roma e del Lazio nonché è uno dei pilastri dell’economia italiana. La Centrale del Latte è ritornata a far parte della comunità locale ed è vicina al mondo di chi produce e di chi consuma il latte’ commenta Fabio Massimo Pallottini Presidente della Centrale del Latte di Roma in occasione delle iniziative del Villaggio della Coldiretti allestito al Circo Massimo, a Roma. ‘È innegabile il senso di orgoglio che nutre la Capitale nei confronti del marchio Centrale del Latte di Roma. Dal momento in cui gli azionisti di questa società sono anche i produttori che lavorano il latte nella campagna romana, la Centrale del Latte rappresenta la traduzione in chiave industriale della filiera corta’.

 

Secondo Pallottini sono chiare le priorità da avviare: ‘Dobbiamo lavorare insieme alle istituzioni e Coldiretti per rivalutare la qualità e la storia di questo prodotto, svilito molto spesso dalla grande distribuzione. In questo senso è fondamentale sviluppare una politica industriale regionale per contrastare la desertificazione industriale e avviare progetti strategici per la trasformazione del prodotto. È importante lottare affinché questo prodotto non diventi una commodity ma una realtà legata ai propri attori’.




Caldo, Car: in aumento del 10% il consumo di frutta e verdura

L’arrivo dei turisti nelle città romane e nel litorale laziale congiuntamente al caldo torrido di questa settimana genera un importante incremento dei consumi di frutta e verdura pari al 10%.

A rilevarlo è l’Osservatorio del Centro Agroalimentare di Roma in occasione dell’ultimo bollettino sull’andamento dei consumi alimentari nell’estate del 2023.

La ristorazione e i consumi fuori casa guidano l’andamento positivo del settore agroalimentare, mentre si registrano un calo dei consumi casalinghi.

Alcuni prodotti hanno invece subito un calo di produzione a causa delle condizioni climatiche estreme che hanno colpito il Paese, con un caldo torrido al sud e temporali al nord. Questo ha comportato inevitabili aumenti di prezzo per prodotti come meloni, albicocche e pesche.

Le alte temperature di queste giornate e la richiesta di prodotti di qualità stanno incremento la domanda di frutta e verdura”, commenta Fabio Massimo Pallottini, Direttore Generale del CAR e Presidente di Italmercati “Stiamo inoltre notando uno spostamento del baricentro dei consumi verso le località di mare, attratte dal turismo estivo, con un incremento della domanda dei prodotti agroalimentari e ittici. Soprattutto in queste settimane estive consigliamo di frequentare i mercati rionali, sinonimo di qualità ed eccellenza dei prodotti, e affidarsi sempre di più ai produttori locali e sostenere così la filiera corta”.

Confrontando i prezzi all’ingrosso di luglio 2023 con lo stesso periodo dell’anno precedente, emergono incrementi significativi per alcune varietà, tra cui le albicocche Faralia (+43%), i meloni retati (+33%) e le pesche Pasta Gialla (+17%). Allo stesso tempo, alcuni prodotti come le lattughe cappuccio (-37%) e le nettarine Pasta Gialla (-17%) hanno registrato una riduzione dei prezzi grazie alla maggiore disponibilità dovuta alla piena produzione.

La produzione iniziale più contenuta registrata nel mese di giugno ha dato luogo a una successiva crescita delle quantità disponibili sul mercato, portando a una riduzione dei prezzi per alcune varietà come le nettarine Pasta Gialla (-17%), i meloni retati (-20%) e l’uva da tavola Bianca Vittoria (-20%). Tuttavia, alcuni prodotti come i pomodori ciliegini provenienti dalla Sicilia hanno visto un significativo aumento (+50%) a causa della costante domanda.




Anbi: Laghi romani sono malati ed il virus si chiama uomo

Se in Italia il 2022 ha registrato il minimo storico di disponibilità idrica nazionale, toccando -51% rispetto a quella degli anni dal 1951 al 2021 (fonte: ISPRA), le cause della perdurante crisi dei laghi romani ha radici precedenti e collegate alla presenza antropica, vale a dire l’insostenibile gestione idrica da parte dell’uomo: lo conferma l’analisi dei dati, effettuata dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che  evidenzia come alterare un equilibrio naturale, basato sulla presenza dell’acqua, significhi avviare un processo dalle conseguenze imprevedibili come, ad esempio, nel caso della subsidenza.

Se i bacini di Albano e Nemi sono penalizzati dagli eccessivi prelievi in falda a servizio del boom delle “seconde case”, la crisi senza fine del lago di Bracciano ha una data precisa: 2017,quando venne “sacrificato” in mondovisione per dare acqua alla Capitale, assediata dalla siccità.

Da allora, le cose sono cambiate, ma l’analisi dei dati dimostra come l’invaso nato in un cratere vulcanico non riesca più a tornare sui livelli precedenti, condizionato dall’assenza di significativi affluenti e dalla crisi climatica, che limita gli apporti delle piogge.

L’evidenza arriva dall’analisi dell’andamento del mese di maggio, quando il livello delle acque, dal fatidico 2017 ad oggi, si attesta attorno a -114 centimetri sullo zero idrometrico; illuminante è il confronto con le analoghe medie dei periodi precedenti: anni ’20 del secolo scorso: – cm. 7; anni ‘30: + cm.1 (!!); anni ’40: – cm.12; anni ’50: – cm. 45; anni ’60: + cm.8 (!!!);anni ’70: – cm.14; anni ’80: – cm.15; anni ’90: – cm. 40; anni 2000-2016: – cm.42 .

La media del livello del lago di Bracciano dal 1021 al 2016 è pari a – cm. 20 sullo zero idrometrico, cioè quasi un metro più alta dell’attuale!

“Questi dati – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – confermano soprattutto due cose: l’urgente necessità di una legge, che freni un sconsiderato consumo di suolo, aumentando la pressione su ecosistemi già fiaccati dalla crisi climatica; la grande difficoltà della natura a recuperare autonomamente l’equilibrio idrico come dimostrato anche dalla persistente insufficienza dei livelli di falda in alcune zone del Nord Italia.”

“E’ la fotografia di un’Italia recentemente graziata da piogge che là, dove non sono state drammaticamente dannose, sono state benefiche, ma anche caratterizzata da una costanteprecarietà idrica, cui solo un territorio maggiormente attrezzato può dare risposte: i piani per invasi multifunzionali e bacini di espansione, da noi presentati nel corso degli anni, rispondono anche all’esigenza di rimpinguare costantemente le falde, grazie alla percolazione dell’acqua, di cui le risaie sono lampante esempio – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – La prossima Assemblea nazionale dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, convocata all’inizio di Luglio a Roma,  sarà l’occasione per rilanciare quelli, che sono tasselli della prima opera pubblica, di cui il Paese abbisogna: la gestione idraulica del territorio.

 




Maltempo: Coldiretti, a Roma 8 bombe d’acqua in 24 ore

Sulla Capitale si sono registrate ben 8 bombe d’acqua che si sono abbattute all’interno del raccordo anulare colpendo diversi quartieri di Roma, dal Nomentano a Conca d’Oro, da Parco Talenti al Tufello, dalla Bufalotta a corso Trieste, da Montesacro a Colli Aniene. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Eswd (European severe weather database) nell’evidenziare i motivi dell’innalzamento del fiume Tevere che ha portato la Protezione Civile alla chiusura delle banchine a Roma.

La situazione nella Capitale è in realtà rappresentativa di quello che è avvenuto a livello nazionale dove a macchia di leopardo si sono scatenate ben 56 tempeste da nord a sud della Penisola nelle ultime 24 ore ma c’è anche grande preoccupazione e grande preoccupazione con un’allerta arancione della Protezione Civile su Abruzzo, Molise,

Puglia, Basilicata e Calabria, e allerta gialla su gran parte del Paese.

Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione del clima con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo che si abbatte su un territorio fragile.

Con il clima anomalo sale il conto dei danni alle coltivazioni agricole in una primavera – continua la Coldiretti – segnata dal moltiplicarsi di eventi estremi con forti precipitazioni dopo un lungo periodo di siccità. A preoccupare sono gli effetti sulle coltivazioni con il grano in prossimità della raccolta, la frutta matura sugli alberi e il maltempo no stop che sta creando un ambiente favorevole alla diffusione della peronospora, una malattia fungina che può causare gravi danni alle viti e compromettere a capacità produttiva dei vigneti. Le bombe d’acqua hanno allagato le campagne dove è andato perso anche il foraggio per alimentare gli animali nelle stalle ma stanno ritardando anche le operazioni colturali come il trapianto delle piantine di pomodoro.

Non è mancata la grandine che – continua la Coldiretti – è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro. La grandine – spiega la Coldiretti – colpisce i frutti in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione. Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti – si ripete sempre con maggiore frequenza con danni che lo scorso anno hanno raggiunto la cifra record di oltre mezzo miliardo di euro solo nelle aziende assicurate secondo l’Asnacodi.

Tanta paura nelle aree della Romagna alluvionata dove- conclude la Coldiretti – sono andati perduti i raccolti di ortaggi, grano orzo, mais, girasole, colza e soia coperti dal fango ma si teme anche per la fertilità del terreno coperto dalla presenza di limo e sabbia in superficie.




FederBio e Città metropolitana di Roma Capitale firmano il protocollo per promuovere e sostenere agroecologia




Food hub: al Mercato di Testaccio protagonista il pesce sostenibile

Si è concluso stamattina a Roma, all’interno dello storico mercato rionale di Testaccio, il progetto Food Hub, l’iniziativa realizzata dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e da Unioncamereche rientra tra i progetti finanziati dal Fondo europeo per la politica marittima, la pesca e l’acquacoltura 2014-2020, con la collaborazione tecnico-scientifica di BMTI e Italmercati.

Organizzatore dell’ultima tappa volta a sensibilizzare i consumatori sui prodotti ittici sostenibili è stato il Centro Agroalimentare di Roma, un grande polo logistico, organizzato, tecnologicamente avanzato e informatizzato, capace di dar consistenza ad un reale processo d’integrazione tra produzione, commercio, distribuzione, export, imprese di logistica e di servizi. Un mercato che, inoltre, rappresenta hub importante per l’incontro tra domanda e offerta ma anche un luogo in cui le merci transitano, arrivano, si lavorano, si acquistano, si preparano, si distribuiscono direttamente alla città di Roma ed al resto d’Italia.

Sostenibilità, tutela e qualità sono i temi che hanno legato tra loro tutte le tappe di questo tour. Un viaggio che ha attraversato la nostra penisola da nord a sud e i suoi mercati all’ingrosso che, da una parte, ha voluto sensibilizzare gli acquirenti al consumo di prodotti ittici sostenibili e poco conosciuti e dall’altra ha mirato ad avvicinare l’intera filiera favorendo il raccordo tra produzione, ingrosso e vendita al dettaglio.

 

Ottimi risultati sono stati ottenuti, nel corso delle attività del Progetto, anche con le giornate di commercializzazione realizzate all’interno dei mercati all’ingrosso aderenti, grazie alle quali è stato possibile far conoscere in maniera dettagliata agli operatori la Piattaforma del Progetto, uno strumento a disposizione degli operatori della filiera ittica grazie al quale è possibile verificare la presenza di prodotti ad elevata sostenibilità, nei mercati all’ingrosso di loro interesse. Oltre 160 i concessionari già iscritti e sicuramente una grande opportunità per tutti gli attori della filiera, dal grossista, al ristoratore, al consumatore finale, che continueranno ad avere la possibilità di iscriversi ottenendo, così, informazioni importanti per la vendita e l’acquisto di prodotti ittici sostenibili.

 

Questa mattina erano presenti Fabio Massimo Pallottini, Presidente di Italmercati, Valter Giammaria, Presidente del CAR, Riccardo Cuomo, Direttore di BMTI. Lo chef Fabio Campoli ha realizzato uno show cooking durante il quale è stato possibile degustare i grandi protagonisti dell’evento: le cozze, provenienti dal Parco Nazionale del Gargano e allevate nel lago di Varano, le seppie pescate con nassa dai pescatori di San Benedetto del Tronto appartenenti al mercato all’ingrosso della stessa città e il pesce siluro proveniente dalla piccola pesca del Delta del Po e dal mercato ittico di Porto Viro. Tre prodotti che, coerentemente con la mission del Progetto, sono indubbiamente sostenibili grazie al ridotto impatto ambientale che i metodi utilizzati per la loro cattura comportano e che, inoltre, presentano ottime caratteristiche nutrizionali e organolettiche.

 




Al Mercato di Testaccio arriva la tappa di Food Hub. Alla scoperta dei prodotti ittici sostenibili

Si svolgerà a Roma, nello storico Mercato di Testaccio, sabato 6 maggio a partire dalle ore 11:00, la tappa conclusiva del Food Hub Tour, l’iniziativa realizzata dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e da Unioncamere che rientra tra i progetti finanziati dal Fondo europeo per la politica marittima, la pesca e l’acquacoltura 2014-2020, con la collaborazione tecnico-scientifica di BMTI e Italmercati.

La giornata di sabato sarà dedicata alla scoperta dei prodotti ittici sostenibili, con un ridotto impatto ambientale, come le cozze, le seppie di nassa e il siluro. Lo chef Fabio Campolispiegherà, attraverso uno show cooking a cui seguirà una degustazione, come cucinare i prodotti più sostenibile in modo semplice e creativo.

L’evento è organizzato dal CAR, Il Centro Agroalimentare di Roma, il più grande mercato agroalimentare d’Italia. Non a caso, il ruolo dei mercati all’ingrosso come hub alimentari e punto di ritrovo per gli operatori della filiera è sempre stato primario nella logica del Progetto.  In particolare, il CAR rappresenta un polo di primaria importanza che assolve diverse funzioni a vantaggio non solo dei produttori ma anche dei consumatori finali, garantendo la valorizzazione della produzione locale, esercitando il controllo igienico-sanitario, garantendo e tutelando la qualità dei prodotti (tracciabilità di filiera) e assicurando la corretta formazione dei prezzi all’ingrosso.

Il Tour Food Hub intende avvicinare e tutelare l’intera filiera ittica nel segno della sostenibilità, favorendo altresì il raccordo tra produzione, ingrosso e vendita al dettaglio.  Inoltre, il Progetto prevede la realizzazione di attività che favoriscano la creazione di nuovi accordi commerciali tra i soggetti della filiera, valorizzando i prodotti caratterizzati da determinati criteri di sostenibilità, sfruttando il ruolo dei mercati all’ingrosso.

Per maggiori info sulla Piattaforma: https://foodhubittico.it/piattaforma/

Per maggiori info sul Progetto: https://foodhubittico.it/

 




Osservatorio Car: freddo il clima e “freddi” I consumi dei romani per le feste pasquali

Si annuncia al momento una “freddezza” nell’andamento dei consumi dei romani. Dall’Osservatorio dei prezzi del Centro Agroalimentare Roma, a fronte di una buona disponibilità dei prodotti agroalimentari tipici del periodo pasquale nel Lazio, non decollano i consumi alimentari. L’Osservatorio del Centro Agroalimentare Roma, conferma la disponibilità di carciofo, soprattutto locale, anche se non manca la presenza anche di prodotto sardo oramai a fine produzione. I prezzi all’ingrosso risultano nella media del periodo e a seconda del calibro e della varietà, oscillano tra € 0,50 a pezzo per i più piccolini fino ad €1,00 per i capolini più grandi e pregiati.

 

Ricetta tipica della festività pasquale romana è la vignarola, un piatto a base di carciofi, piselli, lattuga, asparagi e fave, prodotti freschi e di stagione. Tra gli ingredienti principali spiccano le fave, locali di ottima qualità soprattutto rispetto allo scorso anno, con quotazioni in calo grazie all’abbondanza di prodotto. Stesso discorso per i piselli e per la lattuga romana ideale soprattutto dopo i pasti abbondanti delle feste.

Gli asparagi verdi, in attesa della produzione locale che ha iniziato ad affacciarsi sul mercato, rimangono per lo più di origine campana e pugliese. Tra le varietà disponibili, anche il bianco del Veneto, indicato per particolari ricette culinarie. L’asparago risente molto degli sbalzi termici, pertanto le quotazioni di mercato, dato il calo delle temperature degli ultimi giorni sono il lieve aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Anche l’asparagina, prodotto richiesto soprattutto dalla ristorazione, subisce un rincaro stimato intorno al 30%, sempre a causa delle temperature registrate nell’ultima settimana.

Infine, per completare la tavola del periodo pasquale, non possono mancare le fragole. Al Centro Agroalimentare Roma c’è l’imbarazzo della scelta. Oltre alla Candonga della Basilicata, la Favetta di Terracina, rimane una delle varietà più apprezzate dai romani. Come per i carciofi l’origine ed il calibro del prodotto, influenzano il prezzo. Anche le temperature di questi giorni hanno rallentato la produzione determinando qualche rincaro.

“Il Centro Agroalimentare Roma, il più grande Mercato d’Italia ha affermato il Direttore Generale del CAR Fabio Massimo Pallottini “, monitora costantemente l’andamento dei consumi non senza qualche preoccupazione. Nonostante prezzi attrattivi e abbondanza di prodotti ortofrutticoli disponibili, attualmente non si rileva una risposta adeguata dei consumi. Non brillanti anche i consumi del pesce. Puntiamo con forza sul turismo, vero e proprio volano dei consumi (e del PIL) della nostra città. Ci auguriamo che a ridosso della Pasquetta, con le gite fuori porta e al mare, e con il turismo in grande ripresa, i consumi siano più vivaci.  




Antonio Parenti nuovo presidente di Confagricoltura Lazio

Antonio Parenti, imprenditore agricolo viterbese socio e dirigente di Confagricoltura Viterbo-Rieti, è il nuovo presidente di Confagricoltura Lazio. 

Alla guida dell’azienda di famiglia a indirizzo cerealicolo-orticolo-zootecnico nel comune di Montalto di Castro. Cinquantasette anni, sposato, due figli, laureato in Ingegneria elettronica alla Sapienza di Roma, Parenti si è occupato di Modellistica ambientale in collaborazione con ENEA, prima di dedicarsi quasi completamente all’agricoltura. Si è occupato con grande impegno anche all’attività dirigenziale dell’Organizzazione ricoprendo la carica di consigliere di Confagricoltura Viterbo-Rieti ed attualmente è consigliere del Confidi Confagricoltura Viterbo. Ricopre inoltre la carica di presidente della Sezione regionale di Bioeconomia e di consigliere nella Federazione nazionale di Bioeconomia.

“Un sindacato che sappia affrontare la difficile situazione attuale e che possa indirizzare le decisioni politiche regionali con l’obiettivo di un miglioramento della redditività delle aziende agricole del territorio attraverso un confronto continuo con gli attori istituzionali della Regione Lazio”, ha sottolineato il neo presidente. 

Completano la squadra della Confagricoltura Lazio le vicepresidenti Orsola Balducci e Stefania di Stefano; i consiglieri Gianfederico Angelotti (VT-RI), Francesco Gioacchini (VT-RI), Angela di Carlo (RM), Michele del Gallo (RM), Stefano Maria Boschetto (LT), Marco Berardo Di Stefano (LT), Marco Lazza (LT), Fabio Corsi (FR), nonché i presidenti delle Unioni provinciali Vincenzino Rota (RM), Remo Parenti, (VT-RI) e Vincenzo del Greco Spezza (FR).