L’ANNO CHE VERRA, Luca Sani: affrontare la riforma del Mipaaf riconfigurandone ruolo e funzioni

luca sani“In questi anni l’andamento negativo del ciclo economico non ha risparmiato il settore primario, che ha vissuto un processo di trasformazione significativo: la dimensione aziendale, l’organizzazione delle filiere produttive e l’internazionalizzazione sono le priorità. Ciò richiede una serie di azioni, congiunturali e strutturali, che favoriscano l’affermazione dell’agricoltura e dell’agroalimentare nel suo insieme, facendone uno degli asset su cui investire per la crescita del Paese. In questo senso la Legge di Stabilità 2014 approvata dal Parlamento lo scorso dicembre ha visto inserire nel proprio articolato la parola “agricoltura” in termini nuovi rispetto al passato, iniziando a trattare il settore primario al pari degli altri comparti dell’economia. Questa nuova attenzione impone di affrontare con grande impegno e rigore i prossimi passaggi che interesseranno il settore, a cominciare dall’adozione definitiva dei contenuti della programmazione Pac 2014- La partita dei fondi europei è straordinariamente importante e occorre trovare le giuste soluzioni, partendo rapidamente sia con i Piani di sviluppo rurale sia con il primo pilastro. Le Regioni, anche alla luce del positivo accordo raggiunto in sede di conferenza Stato-Regioni, devono definire con lungimiranza i loro Psr; soprattutto quelle che in passato hanno avuto maggiore difficoltà di spesa.

Un avvio troppo lento dell’utilizzo delle risorse comunitarie per lo sviluppo rurale, com’è accaduto in passato, sarebbe eccessivamente penalizzante in un momento come questo: l’obiettivo è di escludere dal Patto di Stabilità le risorse impegnate dalle Regioni a cofinanziamento dei Psr. Quanto al primo pilastro, è altrettanto urgente definirne i contenuti demandati agli Stati membri: rilevanti sono allora i temi della convergenza interna, della regionalizzazione nonché della definizione di agricoltore attivo. Particolare attenzione è richiesta dagli aspetti su cui altri Stati si sono già orientati, come nel caso dei sostegni accoppiati, con attenzione rinnovata a tutto il comparto zootecnico. L’agroalimentare è un settore su cui investire per la crescita e, come tale, va inserito a pieno titolo nel tema più generale delle riforme istituzionali che hanno come obiettivo un’Italia più competitiva e moderna. È in questo quadro che va affrontata con coraggio la riforma del Mipaaf riconfigurandone ruolo e funzioni: per favorire crescita e competitività delle imprese; definire strategie di consolidamento delle filiere agroindustriali e di sicurezza alimentare – con una visione anche internazionale del comparto – in linea con la missione che ci siamo dati per l’Expò 2015. Agricoltura, industria della trasformazione e dei mezzi tecnici, cooperazione e distribuzione sono un tutt’uno. La loro governance istituzionale va ricondotta a una visione moderna e integrata per rafforzarne la presenza e la capacità produttiva sui mercati mondiali, facendone l’asse portante della ripresa italiana. Il Ministero è sempre più chiamato a fare da “snodo” per condividere le conoscenze, favorire la collaborazione tra imprese, coordinare i progetti territoriali (le relazioni tra le Regioni), allocare correttamente le risorse sui fattori strategici e tagliare drasticamente la burocrazia. In questo senso anche le Regioni dovranno essere al servizio di questa strategia di maggiore efficienza nel quadro della riforma del titolo V della Costituzione.

Sempre sul piano dell’innovazione e della crescita, una carta importante potremo giocarla valorizzando e implementando i contenuti del Collegato “agricolo” alla Legge di Stabilità 2014, già approvato dal Consiglio dei Ministri. I punti qualificanti del provvedimento che può apportare maggiore dinamicità al sistema sono: semplificazione dei controlli e delle normative; riordino degli enti vigilati; gestione del rischio; sostegno al Made in Italy all’estero e alle imprese condotte da donne e da giovani. Inoltre voglio richiamare brevemente alcuni capitoli che ritengo importanti all’interno della strategia complessiva a sostegno del settore agricolo e agroalimentare. Dobbiamo sciogliere il nodo del funzionamento delle filiere e la ripartizione del valore tra i vari anelli della catena: troppo spesso c’è uno squilibrio ingiustificabile che penalizza lo sviluppo e l’ampliamento delle stesse filiere. All’interno della disciplina dei mercati agroalimentari va affrontato con decisione il tema delle Organizzazioni di Produttori. I comparti agricoli italiani sono scarsamente organizzati: si pensi che il settore ortofrutticolo, il più avanzato, non raggiunge il 50% del prodotto commercializzato dalle organizzazioni di produttori.

Tale limite rappresenta una delle principali cause dell’insufficiente competitività della nostra agricoltura: si tratta di un problema strutturale che influisce pesantemente sui redditi degli agricoltori e sull’insieme del settore agroalimentare nazionale. Infine c’è il grande tema della tutela della qualità delle produzioni agroalimentari nostrane, considerato che il Paese vanta il maggior numero in Europa di prodotti a marchio registrato, oggetto di frequenti e sofisticati tentativi di contraffazione. La Camera dei Deputati, su proposta della Commissione Agricoltura, ha approvato una mozione che impegna il Governo, in sede nazionale ed europea, a spendersi con forza sul tema delle etichettature e della tracciabilità. Si è trattato di un voto unanime a testimonianza che sull’agroalimentare italiano c’è, oltre alla sensibilità, la consapevolezza del valore strategico che riveste per l’economia nazionale. Un valore per cui penso valga la pena continuare a spendere tutto il nostro impegno”.

 

Luca Sani

Presidente della Commisione Agricoltura della Camera