L’ANNO CHE VERRA, Paolo de Castro: piu sinergia per dare solide prospettive all’agricoltura e all’agroalimentare

decas“Con la definitiva approvazione della nuova politica agricola comune, il sistema agroalimentare europeo si appresta a iniziare un nuovo settennato di programmazione con nuove risorse e nuovi strumenti per affrontare le sfide che attendono agricoltori e imprese in uno scenario mondiale radicalmente mutato e in continua evoluzione. Il contesto di riferimento nel quale ci troviamo è, infatti, per molti versi inedito, modificato in maniera sostanziale dall’aumento di ricchezza nelle economie emergenti: oltre tre miliardi di persone sono oggi coinvolte in una variazione delle diete che va nella direzione di una convergenza generale senza precedenti. Il risultato di questo processo è una tendenza di lungo periodo all’aumento dei prezzi delle derrate alimentari, accompagnata da una forte instabilità dei mercati nel breve. Una congiuntura complessa in cui il ruolo dell’agricoltura nella fornitura di beni pubblici ambientali assume, giorno dopo giorno, nuova e cruciale importanza per assicurare alle generazioni future nuove prospettive di sostenibilità.

“In questa dimensione sempre più globale, ma al contempo sempre più interconnessa, l’Europa svolge un’azione strategica. Legge e interpreta i cambiamenti di una società e di un’economia articolate, definendo nuove politiche che si prefiggono l’obiettivo di trasformare le molteplici sfide del futuro in opportunità. E ciò avviene chiaramente anche per l’agricoltura, straordinario e variegato universo, pilastro della nostra economia di ieri, oggi e domani. Guidato da questa visione, il Parlamento europeo, che per la prima volta nella storia della riforma della politica agricola comune ha inciso profondamente nel processo legislativo grazie alla codecisione, ha operato per riformare la Pac dei prossimi sette anni. Modificando il testo della Commissione Ue, ha puntato sui paesi mediterranei per sostenere le specificità di un comparto che da sempre si è dimostrato in grado di esprimere una perfetta sintesi tra componente sociale, ambientale ed economica, intervenendo in maniera decisa per assicurare ad esso importanti spazi di crescita e sviluppo. L’impegno di Bruxelles in questi anni si è espresso anche sul versante della tutela e della valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità. Ciò è accaduto innanzitutto con l’adozione delle nuove regole sui regimi di qualità certificata (Dop, IGP, STG) che hanno introdotto, tra l’altro, misure stringenti a garanzia dei produttori e dei consumatori. Di pari passo, la valorizzazione della qualità alimentare è stata protagonista nell’ambito di accordi commerciale bilaterali tra cui quello con il Canada che può rappresentare un esempio vincente anche per l’importantissimo negoziato di libero scambio con gli Stati Uniti – attualmente in corso.

Passi importanti, dunque, di un percorso che deve proseguire a ritmo spedito, forte della consapevolezza di un patrimonio che, nel caso specifico dell’Italia, rappresenta una concreta occasione di rilancio competitivo, da sostenere con ogni forza e in maniera trasversale. Oggi dobbiamo maturare la convinzione che la qualità dei nostri prodotti deve essere sostenuta da una maggiore organizzazione, requisito fondamentale per essere più forti e presenti sui mercati internazionali. L’altissimo valore che contraddistingue l’agricoltura e l’agroalimentare italiano deve essere perno aggregante di impegno e lavoro per la crescita del sistema, partendo dalla produzione fino alle istituzioni che lo regolamentano. Più sinergia operativa per cogliere le opportunità di questo mondo e mettere al suo servizio tutti gli strumenti necessari per garantire solide e durevoli prospettive.