Crea. Fiori tradizionali del Ponente ligure: dalla ricerca un tesoro da riscoprire

Fiori tradizionali della Liguria di Ponente: un tesoro di bellezza, colori e profumi da riscoprire e tutelare, iscrivendoli magari all’Anagrafe Nazionale dell’agrobiodiversità, anche in un’ottica di miglioramento genetico, per ottenere specie più resilienti ai cambiamenti climatici.

Questi gli obiettivi principali dei 7 progetti di durata biennale, finanziati dal PSR della regione Liguria e coordinati dal CREA Orticoltura e Florovivaismo in collaborazione con l’IRF (Istituto Regionale per la Floricoltura), Coldiretti,  CERSAA (Centro di sperimentazione agricola, Camera di Commercio di Savona), Confagricoltura e Florcoop, e di cui si parlerà oggi dalle 14.30 a Villa Ormond, Sanremo, nell’incontro“Agrobiodiversità floricola del Ponente Ligure”.

L’evento, organizzato dal CREA Orticoltura e Florovivaismo e dal Distretto Floricolo del Ponente Ligure, con il patrocinio del MASAF, presenta le attività sviluppate nell’ambito di 7 progetti che hanno lo scopo di individuare, geolocalizzare e caratterizzare morfologicamente e geneticamente le specie floricole tradizionali della zona e che costituiscono un serbatoio di caratteri genetici utili a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. La caratterizzazione è anche propedeutica alla richiesta di iscrizione all’Anagrafe Nazionale dell’agrobiodiversità.

Il contesto di partenza Il PSR intende salvaguardare e valorizzazione le produzioni agricole, tipiche e di qualità, con particolare riferimento alle produzioni certificate (DOP, DOC, IGP, biologico) e ai cosiddetti “Prodotti Agroalimentari Tradizionali” (PAT), “ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e coltivazione consolidati nel tempo, secondo regole tradizionali”. Questi progetti puntano a colmare l’assenza nei PAT regionali di prodotti floricoli, al centro, invece, di un’attività economica di rilievo e in grande crescita.

Le azioni condotte consistono, soprattutto, nella raccolta di materiale sul territorio, nello studio delle tradizioni colturali, nella caratterizzazione morfologica e genetica, nella definizione dei protocolli di propagazione e colturali e nella conservazione in situ ed ex situ.

Le specie prese in esame sono Garofano, Mimosa, Ginestra, Viburno palla di neve, Margherita da taglio, Lavanda, Tulipa clusiana, Anemone pavonina e coronaria, Agrumi tipici, limone di Sanremo, Rose da essenza, Calla.

Il ruolo del CREA Il CREA Orticoltura e Florovivaismo è capofila di due dei 7 progetti e partecipa come partner agli altri con attività legate alla propagazione e alla conservazione in situ ed ex situ di colture in vitro, risanamento, marcatori molecolari e definizione di caratteri genetici.

Prospettive future I progetti si propongono di valorizzare altre specie storiche, realizzando giardini ad esse dedicate in parchi o siti fruibili dal pubblico, elaborando schede per produttori e consumatori e creando “Histoire de Fleurs” una rete transnazionale con la vicina Francia, che condivide con il Ponente ligure clima, prodotti e tradizioni.




Caccia, Lollobrigida: Comitato Faunistico Venatorio torna operativo. Espresso parere su calendario Liguria

Il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, ricostituito presso il Masaf dal ministro Francesco Lollobrigida con un decreto dello scorso maggio, nella seduta del 14 marzo ha espresso il suo primo parere sulle proposte di calendario venatorio regionale, analizzando nello specifico il calendario venatorio della Regione Liguria.
“Il Comitato – ha dichiarato il ministro Lollobrigida – dopo 9 anni torna ad essere operativo e determinante per operare a tutela della biodiversità e per una corretta attività venatoria seguendo il nostro sistema normativo”.
In base alle Legge n. 157/92, il Comitato è composto, oltre che dal Masaf, dai rappresentanti delle associazioni venatorie e ambientaliste, dell’Ispra, delle Regioni, del MASE, delle Province, delle organizzazioni agricole, dell’Unione Zoologica Italiana, della Delegazione italiana del Consiglio Internazionale della Caccia e della conservazione della selvaggina.



Nuovo Mercato Florovivaistico di Genova. Il Centro Agroalimentare di Genova amplia servizi e offerta prodotti

Presentato oggi il nuovo Mercato Florovivaistico di Genova realizzato dal Comune di Genova tramite Spim e  gestito da Società Gestione Mercato.
Con la presenza delle imprese florovivaistiche, quello che era il Mercato Ortofrutticolo di Genova, a 13 anni dal trasferimento nella nuova sede, completa così il processo di trasformazione che lo ha portato a diventare un Centro Agroalimentare di rilevanza nazionale.
La struttura si sviluppa su una superficie di 81.000 mq di cui 34.000 mq coperti ED è costituita da tre padiglioni principali:
–           Il Mercato Ortofrutticolo che occupa 24.000 mq
–           il Padiglione logistico e dei servizi che utilizza 8.000 mq
–           il Mercato Florovivaistico che si sviluppa su 2.000 mq

Vi sono insediate e operano 24 aziende grossiste dell’ortofrutta, 22 di logistica e servizi, 11 del settore florovivaistico.  Risultano occupati 530 lavoratori in forma diretta e circa 5.500 nell’indotto. Nel complesso vi transitano oltre 2.500 persone al giorno tra grossisti, personale dipendente, acquirenti, trasportatori, fornitori.

Con il nuovo Mercato Florovivaistico, Società Gestione Mercato ha completato e integrato le sue diverse attività.
Da tredici anni c’è il padiglione tradizionale dedicato alla commercializzazione dell’ortofrutta che movimenta quasi 2 milioni di quintali all’anno garantendo l’incontro tra le esigenze della produzione, quelle della distribuzione tradizionale, della GDO e del settore Horeca grazie al lavoro degli operatori grossisti che operano su tutto il territorio ligure fino alla Costa Azzurra, nel basso Piemonte e nella bassa Lombardia. Un punto di riferimento per produttori nazionali e internazionali nonché per tutta l’agricoltura ligure che ha in questo Mercato la possibilità di veicolare i suoi prodotti tipici e di qualità, non solo ortofrutticoli, come hanno dimostrato le iniziative con i Consorzi DOP.
Di fronte alla struttura principale ci sono   il padiglione e gli altri spazi dedicati alla lavorazione dei prodotti e alla logistica, con investimenti in crescita sulla movimentazione delle merci sempre più smart, grazie a consegne con mezzi elettrici fino all’ultimo miglio, la digitalizzazione delle compravendite, l’ammodernamento della catena del freddo.
A queste attività si è aggiunto a fine 2022 il Mercato Florovivaistico che in questi giorni traguarda i primi sei mesi di attività nella nuova collocazione.
A questi tre poli produttivi si affianca lo sviluppo del servizio di pesatura dei container per la realizzazione della certificazione VGM in base alla normativa SOLAS. Un servizio garantito dalle 5 alle 22 dal lunedì al venerdì per venire incontro alle esigenze di trasportatori e spedizionieri, al quale si affianca la dotazione di due magazzini doganali di tipo C.

Giovanni Vassallo – Presidente Società Gestione Mercato
«La  sede del  Mercato florovivaistico ha caratteristiche strutturali e logistiche che la rendono  un Polo di commercializzazione e logistica di eccellenza,  competitivo a livello nazionale. La  nuova struttura   completa il ciclo di servizi del Centro Agroalimentare, creando ulteriori sbocchi per fiori e ortofrutta soprattutto sul fronte dell’internazionalizzazione dei prodotti. Questa ulteriore trasformazione consente a Società Gestione Mercato  di  aumentare l’efficacia delle prestazioni e fornire servizi integrati alle diverse filiere; prestazioni del resto doverose per un’azienda che, da sempre, svolge una funzione di interesse pubblico».

Fabio Massimo Pallottini – Presidente Italmercati
«In Italia intorno ai Mercati all’Ingrosso  gravitano oltre 3.000 imprese che garantiscono 26.000 posti di lavoro. I 150 milioni di Euro del PNRR stanziati per i Mercati agroalimentari italiani genereranno un giro d’affari ulteriore di 2,8 miliardi di Euro annui (oggi ammonta a 10 miliardi) e altri 7.000 posti di lavoro. Un primo passo necessario ma non sufficiente a mettere a terra il reale potenziale dei 21 Mercati agroalimentari principali italiani che aderiscono a Italmercati.
Proprio per questo stiamo lavorando per far aumentare le risorse del PNRR destinate agli investimenti dei Mercati. E il ruolo delle istituzioni locali, anche di quelle liguri,  può rappresentare un sostegno decisivo per raggiungere questo obiettivo.
Con questo nuovo Mercato Florovivaistico il Centro Agroalimentare di Genova si conferma una delle strutture più innovative, capace di adeguarsi alle nuove esigenze del commercio e della logistica, sostenendo l’affermazione del Made in Italy che resta uno degli obiettivi strategici di Italmercati».




“Una Casa tutta per loro”. Cia Liguria ospita le donne iraniane

Non dovranno più ritrovarsi in qualche bar improvvisando gli incontri. Ora hanno “Una Casa tutta per loro”. Le donne iraniane da questa settimana troveranno ospitalità nella sede delle agricoltrici e degli agricoltori di Cia Liguria.
La sede ligure delle Agricoltrici in via Colombo diventa infatti da oggi anche la casa delle Donne Iraniane che potranno incontrarsi per discutere, mettere a punti progetti e darsi una forma organizzata come un’associazione o una fondazione.
“Siamo orgogliosi di questa iniziativa.  Le loro storie danno un quadro terribile di quanto sta avvenendo – sottolinea Federica Crotti, presidente Cia Liguria di Levante ( nella foto con Sharareh Moghadasi) -. Con gli spazi che mettiamo a disposizione possiamo aiutarle a mantenere la propria identità. DONNA ,VITA, LIBERTA’ : il loro slogan è vicino alle attività delle agricoltrici di Cia Liguria. Per genere DONNA, per scopo VITA l’agricoltura stessa è vita, LIBERTA’ valore universale da applicare alla vita di tutti i giorni ivi compresa la possibilità di fare impresa”.
Oggi al Tiqu Teatro sono state raccontate  tante storie diverse.  Quelle di Sharareh Moghadasi, imprenditrice con attività a Genova; Shiva Amini, ex calciatrice della Nazionale Femminile Iraniana arrestata 30 volte anche per solo per voler andare in bicicletta, vedere una partita di calcio o aver messo male il velo;  Zara Jalilian, giornalista e attivista dei diritti delle donne; Sohrab Najafi, attivista e portavoce di un gruppo di studenti.
Le donne iraniane stanno combattendo per i loro diritti. Con questa nuova Casa ci sentiamo unite ancora di più  – spiega Sharareh Moghadasi, laureatasi a Genova e oggi imprenditrice – .  Sapere di avere le agricoltrici e gli agricoltori liguri di Cia a fianco a noi  a gridare donna, vita e libertà, ci dà ulteriore forza e per noi è un grande onore”
“Un’iniziativa che è nata sotto la spinta di imprenditrici e imprenditori iscritti alla nostra organizzazione – sottolinea Sandro Gagliolo, vice presidente di Cia Liguria -. Queste sono donne coraggiose che oggi ci hanno dato una testimonianza drammatica e toccante. Dando loro una Casa, vogliamo riconfermare la nostra vicinanza a chi combatte per la propria libertà e  i propri diritti”.



Caro energia, CIA Savona: “Nuovo bando Psr necessario per olivicoltura e zootecnia”

Soddisfazione di CIA Savona per la prossima apertura della Misura 22 del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Liguria, nonostante tempistiche che si sono allungate: si tratta di un contributo a favore delle aziende che hanno avuto maggiori costi gestionali nel periodo dei forti aumenti dei prezzi legati alla guerra in Ucraina, con riferimenti al caro energia e all’impennata delle spese sostenute per i mangimi e i consumi, che stanno ancora gravando su molte realtà agricole.

Riguarda le aziende olivicole e zootecniche che potranno finalmente presentare le domande sulla Misura 22 del PSR a seguito di una intesa raggiunta al Tavolo Verde di Regione Liguria nell’estate 2022: un sostegno rispetto agli effetti del contesto internazionale, sia in termini di rapporto reddito-ricavi sia di costi espliciti, di lavorazione dei prodotti o di trasporto.

 

La misura prevede per le aziende di bestiame sostegni da 800 a 15mila euro in base alle unità di capi allevati e per il settore olivicolo aiuti da 1000 a 15mila euro in base alla superficie coltivata.

Cia informerà le aziende interessate non appena diventerà agibile la procedura di domanda telematica: il bando del Psr varato da Regione Liguria prevede una dotazione finanziaria di 4,5 mln di euro. Le domande potranno essere presentate a partire dalla seconda metà del mese di gennaio fino al 31 marzo 2023.

“Sicuramente un intervento necessario e sollecitato dalla Confederazione Italiana Agricoltori in sede di Tavolo Verde, in particolare per settori come la zootecnia e l’olivicoltura che hanno già pagato un duro prezzo sul fronte della siccità e dei minori quantitativi di produzione” sottolinea CIA Savona.

 

“Rileviamo anche l’importanza della riapertura della Misura 4.3 del PSR rivolta agli enti pubblici, fondamentale per la viabilità rurale e gli acquedotti irrigui” conclude l’associazione agricola.

 




Caro energia, CIA Savona: “Servono certezze per le filiere agricole”

Nel decreto Aiuti-ter, non ancora pubblicato, vengono confermate le agevolazioni al quarto trimestre e anche l’estensione, per lo stesso periodo, per il l riscaldamento di serre e stalle, mentre viene evidenziato il mancato inserimento delle biomasse (pellet, cippato, ecc…) fra le spese che possono beneficiare del credito di imposta.

I provvedimenti di inizio 2022 limitavano l’aiuto al gasolio per autotrazione agricola, ora è assicurato l’ampliamento anche al settore del florovivasimo, per il quale sono stati stanziati 25mln di euro proprio per contrastare il caro energia, questo nell’ambito del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura (concesso a sovvenzione diretta alle imprese florovivaistiche che abbiano sostenuto nel periodo marzo-agosto 2022 costi superiori di almeno il 30% rispetto a quelli sostenuti nello stesso periodo dello scorso anno, per la gestione delle attività produttive, svolte essenzialmente in serra, per l’acquisto di energia elettrica, gas metano, Gpl, gasolio e biomasse utilizzate per la combustione in azienda.

Sembra confermato il credito di imposta del 30% spettante a tutte le imprese, per i maggiori oneri su acquisto componente energia (elettrica e metano) anche per i mesi di ottobre e novembre 2022 a condizione che i contatori abbiano una potenza superiore a 4.5KW e il costo dell’energia sia cresciuto di oltre il 30% prendendo a riferimento le tariffe 2019 nello stesso periodo.

Specificatamente per le imprese agricole la conferma del credito di imposta per il quarto trimestre 2022 pari al 20% delle spesa sostenuta per acquisto di benzina e gasolio per autotrazione, incluse serre e stalle, come detto.

Tante aziende hanno visto crescite di costo di otre il 300%, con gravi ripercussioni sui costi gestionali.

“L’estensione prevista dal decreto è senz’altro positiva e risponde alle richieste di Cia-Agricoltori Italiani, tuttavia non possiamo non rimarcare come dall’agevolazione siano state escluse le biomasse, ovvero un settore strategico come quello agroforestale e quelle imprese che hanno scelto fonti energetiche a minor impatto ambientale. Per questo speriamo in una modifica del decreto che possa includere tutte le filiere agricole ora in grave difficoltà per i rincari energetici”.

Dal tenore letterale della norma ed in base al chiarimento fornito dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, si ritiene che ogni impresa agricola che utilizza gasolio e benzina per alimentare mezzi a trazione utilizzati per le attività rientranti nell’articolo 2135, Codice Civile, comprese le attività connesse di cui al terzo comma dello stesso articolo, possa beneficiare per il primo e terzo trimestre 2022 del suddetto credito d’imposta.

A titolo esemplificativo si ritiene che possano beneficiare del credito d’imposta le imprese agricole che hanno acquistato gasolio e benzina per i seguenti utilizzi: alimentazione dei mezzi agricoli con autonoma trazione utilizzati per le lavorazioni dei terreni direttamente condotti; alimentazione dei mezzi a trazione normalmente impiegati nell’attività agricola, compresi i consumi destinati alle attività connesse di prestazioni di servizi; alimentazione dei mezzi a trazione utilizzati per le lavorazioni svolte su terreni e giardini dei propri clienti da florovivaisti, necessarie alla piantumazione di piante e fiori; alimentazione di mezzi di trasporto non agricoli (autocarri o motocarri) destinati esclusivamente all’attività agricola.

Fino al terzo trimestre 2022, sempre a titolo esemplificativo, non consentono l’accesso al credito d’imposta i consumi di gasolio e benzina per alimentare sistemi di pompaggio, impianti irrigui, impianti di riscaldamento o raffrescamento, impianti di cogenerazione o generatori di energia elettrica.

 

Relativamente al quarto trimestre 2022 occorrerà attendere la pubblicazione del “Decreto Aiuti-ter” per comprenderne l’effettiva portata. Dato che l’eventuale credito spettante alle imprese, derivante dai costi sostenuti fino al 30 settembre 2022, dovrà essere utilizzato in compensazione entro il prossimo 31 dicembre, oppure ceduto ed utilizzato dal beneficiario entro lo stesso termine, le imprese non possono attendere ulteriormente chiarimenti ufficiali ma devono procedere celermente al calcolo e all’utilizzo del credito maturato, pena la perdita del beneficio qualora non fossero in grado di spenderlo entro fine anno.

Per questo Cia sollecita il dispositivo attuativo del decreto, per dare certezze alle aziende agricole e ai potenziali beneficiari.

L’attesa sul via libera finale al nuovo decreto riguarda anche altri ristori per le filiere agricole: ad esempio per gli allevamenti e il settore zootecnico è prevista una dotazione finanziaria di 10mln di euro, con contributi a fondo perduto che saranno gestiti da Agea – l’agenzia nazionale per l’agricoltura: sarà stilata una graduatoria dei beneficiari e successivamente, grazie agli uffici Cia, si potrà inoltrare la domanda finale.

Infine, secondo quanto appreso nelle ultime ore, è previsto un sostegno anche al settore dell’apicoltura, con un bando ancora abbozzato ma che dovrebbe essere disponibile già dal prossimo mese di novembre.




CIA Savona: Effetto clima devastante, rischi per la stessa vendemmia

Vetri rotti che si sono riversati sui terreni agricoli e le coltivazioni: la furia del maltempo si è abbattuta ancora sulle imprese della piana albenganese, in particolare sulle serre e strutture aziendali in regione Rollo, Campochiesa e anche San Giorgio, ma segnalazioni arrivano anche da Cisano sul Neva e Villanova d’Albenga.

E’ un primo bilancio di CIA Savona sui danni della violenta grandinata che ha colpito ieri il comprensorio ingauno e l’entroterra albenganese.

“E’ un danno nel danno, in quanto vetri e altri materiali finiti sulle aree coltivabili e produttive hanno danneggiato le coltivazioni”.

A preoccupare, dopo le conseguenze del devastante incendio nella prima settimana di agosto, la tenuta dei vigneti in vista dell’imminente vendemmia, con le incertezze climatiche che gettano ombre sull’attività del settore vitivinicolo.

Danni anche per uliveti, frutteti e aziende floricole.

CIA Savona sta raccogliendo le diverse segnalazioni, anche alla luce dei primi sopralluoghi nel day after del maltempo: “Abbiamo già contattato la Regione e l’Ispettorato Agrario, invitiamo le imprese ha compilare il modulo E per i danneggiamenti subiti”

“Purtroppo dobbiamo registrare altri danni al nostro tessuto produttivo in un momento cruciale dell’attività, in un contesto già difficile per molte aziende e produttori a seguito dei rincari e del caro-energia”.

“Auspichiamo davvero che arrivino risposte per compensare rispetto ai danneggiamenti continui che stanno interessando le nostre filiere agricole”.

Oscar Laufer




Via libera al bando per la riconversione energetica. Cia Savona: Accolte le nostre richieste

 

È pubblicato sul sito del MiPAAF l’avviso recante le modalità di presentazione delle domande di accesso alla realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, in linea con le direttive fornite nel decreto firmato dal Ministro Stefano Patuanelli, a cui sono destinati 1,5 miliardi di euro nell’ambito della misura PNRR “Parco Agrisolare”.

Sono state accolte le richieste avanzate da Cia – Confederazione Italiana Agricoltori e dall’Associazione Florovivaisti Italiani sull’estensione del bando per quanto riguarda i tetti delle avanserre e serre delle imprese agricole, quindi altre costruzioni non necessarie per la coltivazione diretta (non classificate come fabbricati agricoli e quindi in un primo tempo rimaste fuori dalle possibili agevolazioni).

La misura è inserita nella missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, componente “Economia circolare e agricoltura sostenibile”, ed è finalizzata a sostenere gli investimenti nelle strutture produttive del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale al fine di rimuovere e smaltire i tetti esistenti e costruire nuovi tetti isolati, creare sistemi automatizzati di ventilazione e/o di raffreddamento e installare pannelli solari e sistemi di gestione intelligente dei flussi e degli accumulatori. Obiettivo finale della misura è quello di promuovere l’installazione di pannelli fotovoltaici con una nuova capacità di generazione di 375.000 Kw da energia solare.

Le risorse sono destinate alla realizzazione di interventi nel settore della produzione agricola primaria per una quota pari a 1,2 miliardi di euro, mentre due quote di 150 milioni di euro sono destinate rispettivamente alla realizzazione di interventi nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in agricoli e alla realizzazione di interventi nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli.

Le domande di accesso agli incentivi dovranno essere presentate attraverso il portale messo a disposizione dal Gestore dei Servizi Energetici S.p.A. accessibile dall’Area clienti. Il caricamento delle proposte sarà possibile dalle ore 12:00 del 27 settembre fino alle ore 12.00 del 27 ottobre 2022. Le agevolazioni verranno concesse mediante una procedura a sportello sino ad esaurimento delle risorse disponibili.

“La questione energetica resta tra le priorità delle filiere agricole, da un lato l’azione di contrasto ai rincari e al tempo stesso le opportunità di riconversione per le singole aziende del comparto e garantire così una riduzione dei costi gestionali delle imprese, oltre a traguardare l’obiettivo della sostenibilità ambientale” afferma CIA Savona.

 

L’avviso e i suoi allegati sono disponibili al seguente link:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/18486




TAR accoglie ricorso agricoltore: legittimo difendere terreni dai cinghiali. Cia Savona: Inaccettabile comportamento ATC, Regione prenda atto

CIA Savona plaude alla sentenza del Tar che ha dato ragione a un agricoltore nella difesa dei propri terreni e aree agricole dai cinghiali e dalla fauna selvatica.

Il produttore è stato costretto a rivolgersi personalmente al Tribunale amministrativo dopo che era stato dato parere negativo dall’Ambito Territoriale di Caccia, la struttura regionale preposta alla pianificazione degli indirizzi gestionali per lo svolgimento dell’attività venatoria.

Il giudice ha giudicato illegittimo il diniego dell’ATC e ha evidenziato il ritardo (60 giorni e non i 30 come previsto dalla legge regionale) da parte della Regione Liguria nella risposta al parere richiesto dall’agricoltore, con la condanna al pagamento delle spese legali.

Il Tar ha accolto il ricorso, ritenendo giusta l’azione di “urgenza nel salvaguardare le superfici adibite a coltivazione e tutelare il raccolto finale”.

La sentenza impone, quindi, al rilascio dell’autorizzazione per l’agricoltore prevista in questi casi. Tra l’altro, secondo quanto emerso nell’udienza, l’ATC avrebbe dato parere negativo senza rilasciare alcun verbale.

Nel Consiglio dell’ATC solo i rappresentanti degli agricoltori hanno votato a favore, ma sono rimasti in minoranza.

Un episodio sicuramente significativo e modello per altre situazioni che vedono le imprese agricole fronteggiare, spesso in solitudine, l’emergenza cinghiali e le incursioni della fauna selvatica.

Un monito anche alla stessa Regione Liguria, che prenda atto del comportamento dell’ATC: grave il ritardo e poi il parere negativo all’istanza per autodifendere i propri terreni dai cinghiali. Emerge una gestione ATC tutta incentrata sull’interesse dei cinghialisti al proprio divertimento, noncurante dei problemi di sostenibilità che il sovrannumero di cinghiali ormai non consente. Con un ATC che rema contro l’applicazione di norme regionali si dovrebbe prevedere il commissariamento.

E ora, procedere, come indicato nel piano interventi di CIA, alle misure necessarie per tutelare davvero il settore agricolo, le aree rurali e boschive.




Cia Savona, Agricoltori in prima linea nel fronteggiare le fiamme: al via una stima dei gravi danni alle filiere agricole

 

Vigneti doc danneggiati in località Marixe ad Albenga, lungo la strada per Arnasco, così come tanti uliveti, diverse segnalazioni di aziende agricole che hanno perso frutteti, impianti irrigui, attrezzature e strutture aziendali.

Così CIA Savona traccia un primo bilancio dei gravi danni all’agricoltura albenganese a seguito del terribile incendio di questi giorni, che ha devastato diverse aree boschive e rurali del comprensorio, una intera area compresa tra i comuni di Arnasco, Villanova d’Albenga e Ortovero.

Anche la produzione delle fronde ornamentali è stata toccata dai danneggiamenti.

In molti casi gli agricoltori e produttori hanno messo a repentaglio la salvaguardia della propria incolumità per difendere i terreni, le coltivazioni e i mezzi agricoli, con il fronte di fuoco che si stava avvicinando pericolosamente.

Sostenuti dalle forze di intervento emergenziale e dai volontari della protezione civile che li hanno aiutati a salvare le case, evacuare animali e varie dotazioni agricole.

Come CIA Savona stiamo collaborando alla conta dei danni che segnaleremo ai sindaci dei territori interessati: gli agricoltori ringraziano gli stessi amministratori locali e tutte le squadre di intervento per l’impegno e la vicinanza in queste drammatiche 72 ore.

Ad ora è difficile una stima e una quantificazione esatta dei danneggiamenti alle filiere agricole, che risultano, ad una prima analisi, davvero ingenti e che arrivano in un momento già difficile per molte imprese e produttori.

In queste ore sono in corso i sopralluoghi di CIA Savona nelle zone agricole maggiormente colpite dall’incendio.




Cia Savona. Nella morsa di cinghiali e lupi: Danni e perdite che pesano sui bilanci delle aziende agricole

“Oltre ai cinghiali anche i lupi, le razzie non si fermano e continuiamo a subire danni alle nostre aziende, oltre ad una progressiva riduzione di aree rurali e superfici agricole a disposizione dei produttori, troppo compromesse dalle irruzioni e scorribande della fauna selvatica”.

CIA Savona rimbalza con forza il grido di allarme della rete di imprese agricole a conduzione familiare del nostro entroterra – zootecnia, agriturismo e settore cerealicolo – di Franco, Federico e Simone Romano, che coinvolge i territori di Sassello, Giusvalla e Mioglia.

Nei giorni scorsi, oltre alla presenza degli ungulati, a far visita sono stati i lupi, che hanno sbranato le pecore della recinzione penetrando all’interno della struttura rurale: “Ormai la conta dei danni è senza fine… Siamo di fronte a forti aumenti dei costi gestionali, delle materie prime, dei rifornimenti necessari alle nostre produzioni, penso al foraggio, e in questo contesto a dir poco difficile non si riesce ancora a risolvere il problema dei cinghiali e della fauna selvatica, tutelando una volta per tutte le imprese, i produttori e coltivatori, già alle prese con diversi sacrifici operativi e logistici nello sviluppo aziendale nelle località interne e montane del nostro territorio”.

“I danneggiamenti a strutture, aree agricole e allevamenti stanno incidendo sempre di più sui bilanci delle imprese e per questo serve fare qualcosa, ma da subito… Tanti ormai non possono più attendere e la politica e le istituzioni battano un colpo…” conclude l’imprenditore agricolo sassellese.

CIA Savona si unisce alla presa di posizione del suo associato, impegnata in una forte azione sindacale per ottenere un vero piano di abbattimenti e riduzione della fauna selvatica, oltre a sostenere le procedure sui rimborsi e risarcimenti. E sulla peste suina è stata avviata la compilazione di schede da parte di aziende e operatori sui danni effettivi provocati dalle restrizioni e limitazioni, “plico” che sarà portato sul tavolo dell’Assessorato all’Agricoltura regionale, sperando che assieme alla struttura commissariale si possa traguardare una fine effettiva dell’emergenza.

Sottolinea il presidente provinciale CIA Savona Sandro Gagliolo: “La stessa battaglia e raccolta firme sulle necessarie modifiche all’attuale legge regionale si inserisce proprio nella direzione di salvaguardia delle attività agricole nell’entroterra savonese, unica via per una rinascita rurale nel segno di produzioni d’eccellenza e turismo green: se si consente a cinghiali e animali selvatici di deturpare in maniera nefasta terreni e aree destinate alla coltivazione non si andrà da nessuna parte… E come CIA Savona sosterremo iniziative e azioni concrete che possano dare prospettive di crescita e tutela del patrimonio boschivo e naturalistico”.




Peste suina, CIA Savona: Smaltimento carcasse più rapido per sostenere piano abbattimenti. Sostegno al sindaco di Sassello e alla sua proposta respinta dall’Asl

 

CIA Savona esprime solidarietà al sindaco di Sassello e al suo intervento sullo smaltimento delle carcasse di cinghiali per l’emergenza peste suina. La risposta negativa dell’Asl sulla proposta di sotterrare gli animali infetti ha scatenato nuove reazioni e polemiche.

La questione dello spostamento delle carcasse è invece un punto cruciale, sia a livello sanitario quanto economico. La soluzione era stata indicata anche come una sperimentazione per quando le attività di depopolamento, in relazione ai numeri sulla presenza di ungulati, ed evitare eventuali rilievi della Corte dei Conti che potrebbero esserci per non aver scelto la strada meno dispendiosa.

L’Asl insiste nei formalismi delle procedure che in emergenza devono essere variate e derogate, soprattutto se non contrarie alle norme e alle prassi in uso nei casi registrati in territorio europeo.

 

Il mondo agricolo e quello turistico esprimono crescente preoccupazione per i tempi del piano di abbattimenti che non sono iniziati. Cia trova assurdo che sia limitata l’azione legittima e responsabile di un Sindaco che, in situazione di emergenza, anticipa il più possibile i tempi delle zioni previste dai Piani emergenziali che sono in grave ritardo di attuazione in Liguria.

 

Paradossale che un funzionario Asl ipotizzi commissione dei reati a parte di un sindaco mentre fronteggia un’emergenza nell’interesse della salute pubblica e con il sostengo di tutta la sua popolazione e dell’economia del suo territorio. Facendo riferimento a norme dello Stato e a esperienze precedenti in situazioni paragonabili.  E vergognoso e inaccettabile e le autorità ammnistrative di Regione Liguria dovrebbero intervenire censurando questo improvvida sortita del servizio sanitario pubblico.

 

Inoltre, terminando l’attività venatoria a dicembre 2021 potremo avere numeri superiori ai 7/11 capi ogni 100 ettari. CIA Savona ribadisce il sostegno all’amministrazione comunale di Sassello, in prima linea nella lotta alla peste suina, compreso un possibile esposto alla procura per omissione di atti d’ufficio nelle negligenze manifestate nell’affrontare e risolvere una situazione ormai insostenibile.

CIA Savona sta dalla parte di chi vuole fare qualcosa di concreto dopo sette mesi dalla dichiarazione di emergenza

 

 

Oggetto: risposta a nota del 14 luglio 2022 registrata a ns protocollo 6710 – smaltimento carcasse cinghiali.

 

Premesso che la mia era solo una proposta, in quanto se in Sassonia interrano i cinghiali infetti (con le evidenze scientifiche del documento universitario che ho citato, dove si dice che la calce inattiva il virus) e lo stesso manuale italiano (approvato dalla UE) lo prevede sempre per i cinghiali infetti, se le condizioni del trasporto possono mettere a rischio il rispetto  delle misure di biosicurezza, farlo con cinghiali sani mi sembrava più sicuro, economico ed efficace (sia da un punto di vista economico, sia per il fatto che il problema per la biosicurezza e il contenimento del virus è lo spostamento: quindi meno km fa la carcassa e meglio è). Ovviamente, posso sbagliare. Non sono un tecnico.

Tuttavia, leggere determinate parole lascia quantomeno sorpresi. ”al di là delle giustificazioni addotte all’avvio del programma, cioè se le catture trovino giustificazione in un reale e incombente pericolo per la pubblica incolumità – incidentalmente si rimarca che questa iniziativa nasce parecchi mesi fa e in questi mesi questo Servizio non ha mai ricevuto segnalazioni che rappresentassero pericolo per la pubblica incolumità – si ricorda che oltre al reato di procurato allarme anche in questo caso, analogamente a quanto da  Lei ricordato a proposito dei costi eccessivi relativi allo smaltimento delle carcasse, la Corte dei Conti potrebbe muovere rilievi contabili, si rileva inoltre come queste iniziative isolate ed estemporanee, attuate difformemente alle decisioni assunte dagli esperti riuniti nella task force, rendano oltremodo difficoltoso fino ad ostacolare l’attività dei servizi veterinari che sono impossibilitati a svolgere quei compiti cui sono chiamati istituzionalmente a garantire.”.

Innanzitutto, viene da dire “scusate il disturbo” dopo che è iniziata un’emergenza quasi sette mesi fa e di fatto sono stati uccisi tutti i maiali sani degli allevamenti e sono state cercate solo delle carcasse, senza che un cinghiale, che è il vettore del virus, sia stato ancora abbattuto. In particolare dai dati della DGR 264/2022 si desume che si ha una densità di cinghiali di 7/11 capi ogni 100 ettari: bisognerebbe arrivare a 2-3 capi ogni 100 ettari per avere un corretto rapporto. Ora, in quasi sette mesi, abbiamo azzerato gli allevamenti suini (che in numero assoluti saranno anche pochi, ma per chi li aveva magari così pochi non erano) e abbiamo cercato carcasse. Un po’ poco, a mio avviso, ma posso sempre sbagliare.

Posso ammettere che l’ASL non abbia ricevuto segnalazioni e se ritiene di fare un esposto per procurato allarme nei miei confronti lo faccia pure (se lo si ritiene, scriverlo in una lettera non serve a niente, se non a far crescere la mia frustrazione), ma io di segnalazioni ne ho ricevute parecchie e poi basta aprire i giornali per comprendere che il problema da ambientale è diventato di incolumità pubblica. Ho sempre detto in tutti i modi che la mia ordinanza non era una soluzione all’emergenza della peste suina africana, ma uno strumento per risolvere alcune soluzioni puntuali in cui vi erano problematiche di incolumità pubblica. 

Inoltre, vi è un problema economico (e questo fino ad oggi non è stato preso in considerazione, in quanto nessuno ha fatto proposte per affrontarlo), a cui non posso dare risposte direttamente, per un territorio che ha subito due alluvioni, oltre al Covid, alla siccità e al rincaro dei prezzi, e ora subisce le conseguenze della peste suina. Quest’anno chi pagherà i danni all’agricoltura nel nostro territorio (campi e pascoli) che sono enormi, perché, terminando l’attività venatoria a dicembre 2021, forse ci ritroviamo ancora con numeri superiori ai 7/11 capi ogni 100 ettari. In sette mesi nessuno ha pensato alle nostre attività agricole. Lavorare qui è molto più difficile che in quella pianura dove ci sono gli allevamenti suini che si vogliono giustamente tutelare. Alle nostre aziende agricole qualcuno ci pensa?

Comunque, visto che secondo l’ASL faccio del procurato allarme, preparerò un esposto per capire se in questi quasi sette mesi in cui abbiamo ucciso maiali sani, cercato carcasse e iniziato a costruire una recinzione, ci sono state delle omissioni di atti d’ufficio. Sette mesi mi sembrano un po’ tanti per affrontare un’emergenza. Ma, ripeto, posso sbagliare. Farò un esposto per capire se mi sbaglio.

 

Cordiali saluti.

 

Il Sindaco di Sassello

Daniele Buschiazzo




Successo per la Festa del Grano, CIA Savona: Piano per valorizzazione delle aree rurali

Tre giornate tra i campi e i prodotti tipici, lungo la via del grano… Grande successo a Sassello per l’evento che ha visto il patrocinio di CIA Savona: la Festa del Grano rappresenta un appuntamento di filiera molto sentito e partecipato, in particolare in questo difficile momento storico e con le ripercussioni in atto per la guerra che incidono sul settore cerealicolo e sul comparto agricolo in generale.

La manifestazione è stata organizzata dalla Pro Loco di Sassello all’agriturismo Francesco Romano, in località Albergare, ma ha visto protagoniste le aziende zootecniche e cerealicole di Franco, Federico e Simone Romano, una rete di impresa a conduzione familiare del nostro entroterra, che ha saputo rinnovarsi negli anni arrivando ad essere un punto di riferimento nel settore agroalimentare e agrituristico, sviluppando nuovi processi produttivi e canali di commercializzazione delle sue eccellenze.

Ieri, domenica 17 luglio, la giornata finale con tanto pubblico presente per salutare nel migliore dei modi la conclusione dell’evento.

Tre serate gastronomiche con specialità locali e prodotti tipici del territorio, oltre alle varietà di carni dell’azienda sassellesse: sapori del territorio, uniti ad iniziative ed eventi musicali, oltre al tradizionale raduno di trattori e macchine agricole, alle esibizioni di trebbiatura, al taglio con la motosega, al mercatino, alle visite e laboratori didattici e agli spettacoli a cavallo, il tutto in un magnifico contesto rurale.

Il ritorno della Festa del Grano e il suo successo rimarcano ancora di più il ruolo dell’agricoltura come motore di sviluppo per il nostro entroterra, con CIA Savona sempre in prima linea nel confronto sui progetti di sviluppo proposti per le aree interne.

Tre giorni di divertimento nel paese noto per le sue numerose eccellenze agricole e alimentari: dal grano e dal pane ai funghi, dai formaggi alla carne, fino agli amaretti di produzione artigianale.

“Il ritorno della Festa del Grano è stata occasione di intrattenimento ma anche riflessione rispetto alle sfide delle filiere agricole e della valorizzazione dell’entroterra e delle zone rurali, per le quali CIA Savona da tempo è impegnata con iniziative e progettualità innovative, anche in relazione ai bandi e fondi a disposizione per nuovi investimenti”.




Cia Savona: Agricoltura 4.0 e filiere produttive, svolta per agroalimentare e turismo

 

Proseguire e potenziare le progettualità delle filiere produttive che interessano i settori del comparto agricolo: filiere corte, reti di impresa e aggregazioni di soggetti imprenditoriali, uno degli obiettivi programmatici del presidente provinciale CIA Savona Sandro Gagliolo.

Afferma il presidente Gagliolo: “Le innovazioni dei processi produttivi legati alle nuove frontiere dell’agricoltura 4.0 rappresentano un supporto decisivo alla creazione di una maggiore sinergia operativa tra le aziende, che possano usufruire di vantaggi competitivi rispetto ai loro prodotti e ai canali di distribuzione e commercializzazione, oltre che ottenere maggiori finanziamenti tramite gare e bandi”.

Nello stesso rinnovamento del settore agroalimentare CIA Savona è stata pioniera nei progetti di filiera produttiva e viene dalle recenti esperienze della “Filiera Ingauna delle Piante in Vaso” così come della stessa filiera corta legata ad una delle speciali eccellenze del nostro territorio, l’Asparago Violetto di Albenga.

E Gagliolo sottolinea: “Grazie ai nostri tecnici e alla collaborazione scientifica del Cersaa, ad esempio, abbiamo le possibilità di rinnovare e modernizzare il tessuto produttivo dei vari settori agricoli, in un ambito coordinato e integrato, proprio grazie ad accordi di filiera di carattere inclusivo e partecipativo”.

Ecco poi l’esperienza personale vissuta con la sua azienda: “Quanto alla filiera corta, anche il sottoscritto nel settore olivicolo ne è stato artefice, arrivando dalla campagne e dalle aree agricole destinate all’olivicoltura fino al nuovo frantoio e al successivo confezionamento del prodotto finale: si instaura un dialogo diretto con il consumatore che viene a conoscenza di tutta la fase produttiva. Una attività rivolta alla sua fidelizzazione e condivisione non solo legato al consumo”.

“Insistere e promuovere, con direttrici più mirate, la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale e la tracciabilità dei prodotti del nostro territorio daranno un valore aggiunto significativo a tutte le nostre produzioni e alla loro presenza sui mercati, fermo restando la forte battaglia sul fronte della concorrenza sleale e gli aspetti distorsivi a livello normativo e/o burocratico che troppo spesso hanno ostacolato prospettive di sviluppo”.

Infine, il messaggio che sancisce la linea di azione su crescita delle filiere produttive e supporto ai processi innovativi per le aziende agricole: “Auspichiamo, quindi, che possano essere introdotte misure e strumenti in grado di favorire un aumento di soggetti aggregati rivolti a progetti di impresa e attività”.

“A questo è necessario il parallelo sostegno di una promozione capace di rappresentare, in maniera efficace, nell’offerta turistica i prodotti enogastronomici e specialità locali identitarie di un territorio e della sua storia, unendo le forze con istituzioni, enti e operatori economici nelle opportune azioni di marketing territoriale: show-cooking, degustazioni itineranti e laboratori tematici a dimensione familiare stanno diventando “experience” ricercate, con le nostre eccellenze agroalimentari sempre più protagoniste nelle stesse scelte di destinazione turistica”.




Stefano Roggerone, imprenditore del settore olivicolo, è il nuovo presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani Liguria. Succede ad Aldo Alberto che lascia la presidenza dopo due mandati

E’ stato eletto oggi dai 70 delegati in rappresentanza di oltre 6500 imprese agricole di cui  3014 iscritte alle Camere di Commercio. Un sistema di imprese, quello di Cia Liguria, che conta oltre 5.000 addetti, 1.600 lavoratori dipendenti, una produzione per oltre 100 milioni di euro.
Territorio, garanzia del cibo attraverso produzioni sostenibili, contributo all’innovazione, “transizione verde” dei sistemi produttivi agricoli ( in 10 anni il consumo di fitofarmaci è sceso del 70%), risposte all’emergenza della peste suina, gestione dei danni da animali selvatici, il nuovo PSR:  sono alcuni dei temi che gli agricoltori, aderenti a CIA-Agricoltori Italiani Liguria, hanno messo al centro della propria Assemblea elettiva.
“Sempre più spesso si chiede all’agricoltura di avere aziende green – ha sottolineato Stefano Roggerone in uno dei passaggi del suo intervento -. Dobbiamo intenderci sul significato. Un’azienda è green quando non inquina, riduce l’uso di agrofarmaci e concimi chimici. Ma può definirsi green anche quando produce energia pulita con sistemi fotovoltaici ed eolici. Ecco che servono misure dedicate per far sì che questi impianti possano essere installati nelle nostre aziende e possano far diventare noi agricoltori protagonisti importanti di questa conversione”.