Peste suina, CIA Savona: Ristori e stop alle restrizioni, aziende e agriturismi attendono risposte concrete

La fine dell’emergenza Covid e l’allentamento delle misure restrittive aprono scenari di vero rilancio per le strutture agrituristiche presenti nel savonese, già al lavoro per i ponti di Pasqua e primavera. Il turismo green rappresenta una componente del mercato turistico sempre più in ascesa, ma il flusso di presenze e arrivi deve affrontare non solo le incertezze legate alla guerra, ma anche la difficile situazione e impatto per il nostro entroterra legato alla peste suina.

Nonostante la pandemia e le sue conseguenze (con perdite di fatturato) il settore ha tenuto, ma serve ancora molto per ritornare ai livelli pre-Covid: è chiaro che se gli effetti derivanti dalla crisi energetica e dall’aumento dei costi gestionali si protrarranno ancora, è indispensabile almeno arginare veramente l’emergenza sanitaria causata dai cinghiali e dalla fauna selvatica.

Per i vertici provinciali CIA Savona la priorità immediata è il restringimento delle aree originariamente delimitate dall’ordinanza ministeriale, con l’esclusione dei comuni del savonese nei quali non è mai stata rinvenuta alcuna carcassa infetta: “La rimodulazione delle attuali regole per consentire una fruizione più ampia possibile del nostro entroterra, dei suoi sentieri e delle sue bellezze naturalistiche e paesaggistiche, resta un aspetto fondamentale, anche per mettere fine a inutili allarmismi che possono danneggiare ancora le filiere agricole”.

“Dall’altro canto chiediamo alla Regione Liguria e all’assessore Piana una azione più incisiva sul piano di abbattimenti, come sta avvenendo in Piemonte, fornendo garanzie su un progressivo e tangibile contenimento dell’emergenza: una precisa e risolutiva roadmap di interventi che possa debellare la peste suina”.

La riscoperta dei piccoli borghi e la vocazione ambientale-naturalistica del nostro territorio possono portare sempre più persone a visitare le strutture ricettive, che hanno dimostrato capacità di adattamento grazie all’attività agricola, con la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti locali, senza contare le soluzioni innovative e le nuove proposte di ospitalità e servizi.

In aggiunta a questo non dimentichiamo lo sforzo degli agriturismi, sostenuto dalla stessa CIA e da Turismo Verde, per azioni mirate a sostegno dell’efficientamento energetico e della digitalizzazione nelle aree rurali. E proprio sul fronte energetico occorre trovare più spazio e fondi per un comparto che può agevolare lo sviluppo delle agro-energie, magari con il supporto dello stesso comparto agroforestale, ad esempio, per la creazione di progetti a filiera corta nei comprensori territoriali di riferimento. Nel savonese consorzi e reti di imprese nell’ambito forestale stanno prendendo forma e rappresentano un altro canale di sviluppo economico e occupazionale.

Dal Pnrr, ma anche dal nuovo Psr sono in cantieri numerosi bandi e progetti, molte risorse: gli agriturismi si aspettano una rinnovata attenzione per risolvere le criticità delle aree interne e rurali ed essere protagonisti della stessa transizione green, traguardando un nuovo appeal di richiamo e destinazione turistica, specie dall’estero.

CIA Savona e la sua struttura organizzativa stanno operando in prima linea per dare supporto, consulenza e servizi alle imprese e ai soci per non perdere le importanti e storiche occasioni di finanziamento, mantenendo alta l’attenzione e il pressing sull’apparato pubblico-istituzionale per tutelare tutto il settore agricolo.




Peste suina, Rixi: Pd e M5s ecologisti-da-salotto ignorano catastrofe allevamenti e parchi

“La peste suina è una catastrofe per parchi, allevatori, turismo escursionistico. Mentre l’entroterra e interi comparti economici rischiano il collasso, Pd e M5s si comportano in modo vergognoso e inaccettabile con una ideologia (finto) ecologista. Bisogna affrontare peste suina e sovrappopolazione dei cinghiali con metodi adeguati e pragmatici, nel più breve tempo possibile. La follia di Pd e M5s invece punta a ‘metodi ecologici’ senza abbattimenti. La tipica soluzione senza spiegazione pensata da burocrati dentro uffici nei quartieri chic del centro città. Basterebbe parlare con allevatori o sindaci dell’entroterra per comprendere la gravità del momento, invece i soliti ecologisti-da-salotto sono lontani anni luce dalla vita reale. Di questo passo i cittadini saranno costretti a barricarsi in casa mentre i capi infetti potranno tranquillamente girovagare nell’entroterra”.

Lo dice in una nota il deputato della Lega Edoardo Rixi, segretario del partito in Liguria.




CIA Savona: Aziende floricole a rischio per aumento costi e caro-energia

 

Vivaismo viticolo, ornamentale e frutticoltura con le problematiche dell’export, aspetti fitosanitari e ricerca, con la richiesta di una accelerata sulla nuova legge del florovivaismo, oltre alla concorrenza sleale, ma, soprattutto, i rincari, l’aumento dei costi di produzione e il caro-energia proprio nel momento clou delle piante in vaso per la stagione.

Questi i temi al centro dell’incontro odierno dell’Associazione Florovivaisti e del suo presidente, il savonese Aldo Alberto, con il ministro Patuanelli, nel quale la categoria non ha mancato di esprimere le sue preoccupazioni rispetto alla situazione attuale che rischia seriamente di compromettere la fase di rilancio post-Covid.

Inoltre, su fiori e fronde da reciso si attendono chiarimenti sui nuovi adempimenti previsti dal Green Deal, le importazioni da Paesi terzi e l’ambito della formazione per il settore.

Sul fronte dei rincari l’intervento di Jochen Mewes, responsabile GIE settore floricolo Cia Savona: “L’attuale impennata dei costi di produzione incide pesantemente sulle nostre imprese e sul prezzo finale delle nostre produzioni che rischiano così di perdere competitività”.

“Già nel nostro territorio abbiamo un gap infrastrutturale di mobilità per il trasporto dei prodotti, ma così anche tutto l’export andrà a soffrire”.

“Al ministro abbiamo ribadito l’importanza e il ruolo centrale del settore nell’ambito delle filiere agricole, con la richiesta di misure e interventi a tutela delle aziende: nel savonese quasi mille le attività e nella sola piana albenganese almeno 5 mila gli addetti, compreso l’indotto, numeri che impongono una priorità di azione, anche con riferimento all’iter in corso sulla nuova legge riordino del settore e dare giusta rappresentanza ai floricoltori”.

Tra le criticità espresse anche il nuovo bando “Parco Agrisolare” previsto dal Pnrr, sul quale la Confederazione Italiana Agricoltori ha chiesto una estensione anche per le strutture agricole come le avanserre e altre costruzioni non necessarie per la coltivazione diretta (non classificate come fabbricati agricoli): “Oggi esistono tecnologie per il solare e avanzare progettualità di efficientamento energetico e sostenibilità ambientale” aggiunge ancora Jochen Mewes. “Auspichiamo che i floricoli possa usufruire di questa opportunità”.

Altro punto la necessità di semplificare l’apparato normativo riguardante i trattamenti fitosanitari, anche alla luce dei cambiamenti legislativi introdotti nell’ultimo anno: a partire dal 14 dicembre 2019 è entrato in vigore il Regolamento UE 2016/2031 che estende gli obblighi fitosanitari a tutta la filiera florovivaistica. Il nuovo regolamento ha abrogato le vecchie norme nazionali uniformando le norme fitosanitarie in tutta Europa e le modalità di emissione del cosiddetto passaporto verde delle piante.

“La nostra filiera è fondamentale per lo sviluppo del settore agricolo e stiamo seguendo importanti progetti di sperimentazione presso il Cersaa di Albenga – azienda speciale della Camera di Commercio -, che potranno ulteriormente agevolare i produttori e le imprese”.

“Infine, decisiva sarà la stessa riconversione verde di luoghi, paesaggi e contesti urbani, all’insegna dell’ambiente e della sostenibilità. Anche le aziende savonesi sono pronte a prendere parte attiva a questa nuova e importante fase, con l’auspicio che possano trovare soluzione alcuni nodi critici che affliggono le nostre imprese floricole” conclude il presidente GIE Floricolo CIA.




Al Mercato di Genova si punta a Spreco Zero

Sabato 5 Febbraio torna la Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. E al Mercato Ortofrutticolo di Genova si taglia il traguardo dei 9 anni di collaborazione tra Società Gestione Mercato e l’Associazione Comunità San Benedetto al Porto nell’ambito del progetto CREA (Centro Recupero Eccedenze Alimentari) realizzato con la collaborazione del Comune di Genova e il sostegno di Fondazione Compagnia San Paolo e Fondazione Carige.

In una città dove ogni anno si buttano 10.000 tonnellate di cibo ancora buono, i dati della raccolta al Mercato raccontano un’esperienza in positivo. Rete Ricibo punta a una #GenovaSprecoZero e l’esperienza al Mercato Ortofrutticolo di Genova insegna che dove c’è la volontà di agire si ottengono risultati importanti per il bene di tutta la città.

I numeri negli ultimi tre anni sono infatti importanti, nonostante l’attività sia stata sospesa per i mesi del lockdown: sono state recuperate circa 163 tonnellate di frutta e verdura per un valore stimato di circa 330.780,00 €; almeno 120 famiglie beneficiano regolarmente dell’ortofrutta recuperato e ogni anno vengono attivati almeno 5 percorsi di inserimento lavorativo per svolgere le attività di recupero alle quali partecipano più di 10 volontari.

A fine giornata i grossisti del Mercato Ortofrutticolo donano le eccedenze di frutta e verdura troppo mature per poter essere vendute nei giorni successivi. Queste vengono recuperate dai volontari del progetto gestito dall’Associazione Comunità San Benedetto e ridistribuite alle persone in stato di bisogno in 2 empori solidali. Il progetto negli anni è cresciuto, le giornate di recupero sono raddoppiate (il martedì e il venerdì).

Nel 2018, la Comunità San Benedetto è diventata la coordinatrice della rete cittadina RICIBO che mette in rete circa 70 Associazioni. Queste si occupano di recupero e ridistribuzione eccedenze alimentari e ora possono beneficiare e contribuire al recupero di frutta e verdura grazie alla collaborazione di Società Gestione Mercato

La filiera recupero è tracciata attraverso una semplice app., BRINGTHEFOOD, che i grossisti utilizzano anche per produrre tutta la documentazione necessaria per la donazione.




Liguria, Commissione paesaggistica: Disco verde per gli agrotecnici

Un altro successo degli Agrotecnici liguri, che riescono a modificare la legge regionale 6 giugno 2014 n. 13 relativa al “Testo Unico della normativa regionale in materia di paesaggio”, che rappresenta la norma fondamentale della Liguria in materia di salvaguardia, tutela, valorizzazione del paesaggio e di controllo nell’esercizio di queste funzioni; è infatti sulla base di questa disposizione che la Regione individua, ad esempio, i beni paesaggistici da dichiarare di notevole interesse pubblico oppure provvede al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche.

Questa norma regola anche l’istituzione dell’Albo regionale degli esperti in materia di paesaggio.

 

Dalle Commissioni paesaggistiche gli Agrotecnici erano sempre stati esclusi (erano altresì esclusi i Periti agrari mentre ne facevano parte gli Agronomi) ma ora, con l’impegno dei Presidenti dei Collegi territoriali e della Federazione regionale, la barriera è stata rotta e gli Agrotecnici sono entrati pienamente a far parte delle Commissione regionale del Paesaggio. Insieme agli Architetti, agli Ingegneri, ai Geologi e, per l’appunto, agli Agronomi.

Restano invece esclusi i Periti agrari.

 

In Liguria dunque l’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ha compiuto un ulteriore, concreto passo nell’affermazione della propria identità professionale.

 




Maltempo: Coldiretti, Sos per vendemmia in pieno svolgimento. Allerta rossa in Liguria con 100% comuni a rischio idrogeologico

Il maltempo si abbatte su un territorio duramente provato dalla siccità dove è in pieno svolgimento la vendemmia. E’ l’allarme della Coldiretti in riferimento all’allerta della protezione civile per la nuova perturbazione di autunno. La pioggia – sottolinea la Coldiretti –per combattere la siccità ed essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti. Un pericolo concreto su un territorio in cui a causa della cementificazione e dall’abbandono – precisa la Coldiretti – sono saliti a 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che hanno parte del proprio territorio a rischio frane e/o alluvioni ma la percentuale sale al 100% per la Liguria dove è allerta rossa. Siamo di fronte – precisa la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici – conclude Coldiretti – servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia.




7 notti DOP al Mercato Ortofrutticolo di Genova

Da una parte i grossisti e i dettaglianti che forniscono frutta e verdura a tutta la Liguria, ad altre regioni italiane e in Provenza. Dall’altra gli associati al Consorzio dell’Olio DOP Riviera Ligure, al Consorzio Basilico Genovese DOP, i produttori di vino DOP aderenti all’Enoteca Regionale Ligure.
Si incontreranno di notte, per 7 notti, al Mercato Ortofrutticolo di Genova. Per valutare, con veri e propri incontri B2B, quanto è possibile vendere insieme i prodotti utilizzando lo stesso canale di distribuzione.
Per sette mercoledì nella banchina sud del Centro Agroalimentare di Genova, dove ogni notte transitano le merci portate da ogni parte del mondo, gli operatori dell’ortofrutta troveranno ad attenderli lo stand di “Assaggia la Liguria” con alcune aziende produttrici di olio, vino e basilico. Queste ultime già ben affermate all’interno del Mercato ma che nell’occasione rilanceranno ulteriormente lo sforzo coordinato di promozione dei prodotti DOP liguri.
Il Mercato si conferma così ulteriormente  punto di riferimento per la produzione ligure di qualità
“ Da sempre il Mercato ortofrutticolo di Genova è il luogo di raccolta e di distribuzione dei prodotti agricoli ed è garanzia, per tutta la filiera e per i consumatori, della tracciabilità, della qualità e della freschezza dei prodotti – sottolinea Giovanni Vassallo, presidente di Società Gestione Mercato –   Inoltre, siamo da sempre il  Centro logistico dei prodotti dell’agricoltura ligure. Con questa iniziativa, SGM diventa anche il Centro logistico per i prodotti agroalimentari liguri di eccellenza che nascono dalla lavorazione della nostra agricoltura tipica e tradizionale. Il basilico DOP è da sempre presente nel Mercato, ma la collaborazione con  i produttori di olio e di vini liguri  riuniti nei rispettivi   Consorzi è un fatto nuovo e rappresenta un ulteriore articolazione delle funzioni mercatali, oltre che, in prospettiva,  un passo fondamentale nella realizzazione di un sistema agroalimentare ligure integrato” .
“ La Dop economy è ormai una realtà affermata. E rappresenta la sintesi del lavoro coordinato di operatori, Consorzi di tutela, istituzioni, comunità locali, con una forte rilevanza economica e non solo per tutto il territorio – spiegano il presidente del Consorzio dell’Olio DOP Riviera Ligure, Carlo Siffredi; il presidente del Consorzio del Basilico Genovese DOP, Mario Anfossi ; il presidente dell’Enoteca Regionale, Marco Rezzano -. Le nostre filiere hanno un ruolo fondamentale di presidio e difesa di intere comunità. Sono tanti i territori interni, svantaggiati, spesso a rischio di spopolamento  che grazie alle Dop hanno visto ricreare  i presupposti per far rimanere o far ritornare  giovani e famiglie in molti piccoli paesi. Basilico, olio e vino in questi anni in Liguria  sono stati  un esempio di come un intero territorio possa riposizionarsi sia dal punto di vista del rilancio di attività diverse che di conseguente aumento del valore del prodotto.
Ora è fondamentale trovare anche nuove forme di sinergia con gli altri protagonisti del settore agroalimentare ligure. E il Mercato Ortofrutticolo di Genova rappresenta la piattaforma ideale per lanciare una nuova forma di collaborazione tra imprese”.



Difesa cibo Made in Italy, 80 gazebo Lega in Liguria nel weekend

La Lega torna in piazza. Nel fine settimana oltre 80 gazebo e banchetti in Liguria raccoglieranno le firme contro vino senza alcol, carne e latte finti, farine di insetti, per la campagna #Mangiacomeparli a difesa del cibo Made in Italy e delle eccellenze della Liguria. “Da venerdì a domenica la Lega sarà presente nelle piazze della Liguria per la raccolta firme, per incontrare la gente e per il tesseramento. I nostri militanti, parlamentari, consiglieri regionali e amministratori locali saranno a disposizione per ascoltare le domande e raccogliere le istanze dei nostri cittadini e del territorio. L’elenco dei gazebo, in costante aggiornamento, sul profilo Facebook e sul sito della Liga Veneta – Salvini PremierLa Lega è il partito del territorio e nel suo dna ha il contatto con i cittadini per dare risposte a coloro che vivono sulla pelle la crisi sociale ed economica innescata dalla pandemia”, sottolinea il deputato Edoardo Rixi, segretario della Lega in Liguria




CIA Savona, annata record per l’olivicoltura del ponente ligure

Il rilancio e la ripartenza delle filiere agricole passa anche dalle eccellenze agroalimentari del nostro territorio. Un esempio è l’olio extravergine d’oliva Dop Riviera Ligure: “In un periodo così complicato questa è stata un’annata positiva per l’olivicoltura ligure, con una produzione abbondante di olive e ottima qualità dell’olio. Per quanto riguarda un prodotto di eccellenza come il Dop Riviera Ligure è stata un’annata particolare anche come quantitativo di prodotto: la media annua di produzione è di circa 5.000 quintali mentre ad oggi abbiamo circa 7.500 quintali di olio DOP certificabile” afferma Sandro Gagliolo, olivicoltore di Stellanello, componente della giunta CIA Savona e vicepresidente del Consorzio DOP Riviera Ligure.

Uno dei compiti del Consorzio per la tutela dell’olio extravergine di oliva Dop Riviera Ligure è quello di far conoscere questo prodotto, di allargare sempre di più la platea dei produttori, dei trasformatori e degli imbottigliatori, garantendo la tracciabilità, la correttezza e la trasparenza dei vari passaggi dalla produzione fino allo scaffale: “Ci tengo a sottolineare che la Dop è al momento l’unico strumento in grado di legare il prodotto al territorio e quindi tutelare il consumatore da eventuali possibili truffe. Il presidente e il consiglio di amministrazione sono molto attenti a questi aspetti e il nostro obiettivo è quello di rendere più snelle le procedure burocratiche per gli operatori, aumentare le possibilità per tutta la filiera e promuovere nel contempo iniziative volte a far conoscere la nostra eccellenza” aggiunge Gagliolo.

In relazione a questa finalità esiste un proposta di modifica del disciplinare che segue un iter molto complesso, al vaglio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, una procedura che dovrà poi passare all’approvazione della Commissione europea: “Abbiamo seguito il percorso di altri oli DOP che hanno modificato il proprio disciplinare rendendo non più obbligatorie, ma facoltative, le menzioni geografiche: si potrà realizzare un olio Riviera Ligure DOP anche con varietà locali presenti negli oliveti liguri che non erano state previste originariamente, trasformandole e confezionando l’olio all’interno di tutto il territorio regionale. Tra gli obiettivi anche quello di maggior risalto in etichetta alla varietà locale dell’oliva da cui si è prodotto l’olio e imbottigliare la denominazione in tutti i recipienti consentiti dalla normativa in vigore”.

Nel frattempo non mancano diverse iniziative: “Posso citare l’iniziativa volta a divulgare le qualità del nostro prodotto attraverso lezioni e assaggi presso 60 istituti alberghieri di Lombardia, Piemonte e Liguria, oppure l’evento “Oliveti aperti”, che ha permesso un nuovo collegamento tra aziende e flussi turistici, e la collaborazione con chef stellati nella realizzazione di piatti con il nostro prodotto, senza dimenticare le attività promozionali, che saranno sempre più legate al turismo enogastronomico, in quanto le eccellenze sono ormai fattore di richiamo imprescindibile e di valore aggiunto nell’offerta turistica e in particolare nel turismo green”.

“L’attenzione del Consorzio è quindi rivolta sia ad aspetti puramente tecnici per migliorare le condizioni e opportunità della filiera quanto per promuovere il prodotto a 360 gradi” conclude l’esponente di Cia Savona.




Riaperture essenziali per la filiera del vino, Cia Savona: la sfida della viticoltura 4.0

La fase di riaperture che si prospetta dal prossimo 26 aprile sarà fondamentale per la ripresa del settore vitivinicolo savonese e della filiera del vino, grazie alla ristorazione e all’indotto complessivo dell’agroalimentare. “Sicuramente importante, tuttavia auspichiamo come Cia Savona che si possa riaprire in sicurezza anche nei locali al chiuso, compatibilmente con la situazione sanitaria – afferma il presidente provinciale Mirco Mastroianni, referente GIE Liguria per il settore vitivinicolo -, sperando che con l’arrivo dell’estate possano trovare spazio anche manifestazioni enogastronomiche e degustazioni all’aperto”.

“Il mercato è ancora in un momento di stagnazione, per questo serve al più presto un forte segnale di ripresa”, come he ribadito lo stesso Mastroianni nel corso del confronto via Facebook sullo status della viticoltura ligure.

Tra le criticità irrisolte il cosiddetto taglio d’annata che riguarda la produzione vitivinicola: “La distillazione di crisi non presenta vantaggi economici e c’è una scarsa presenza di tale tipo di prodotto”.

Critiche anche sulla vendemmia verde che comporterebbe una riduzione di almeno il 15% delle rese per le uve Dop e Igp, in palese contrasto con quanto più volte richiesto e sollecitato dalle imprese savonesi e liguri per una maggior assegnazione di autorizzazioni a nuovi impianti, senza contare le rese insoddisfacenti e rimborsi che non tengono in considerazione gli elevati costi di produzione del vigneto in Liguria rispetto ad altre regioni: “E sono in molti che devono ancora ricevere gli indennizzi previsti – evidenzia ancora Mastroianni -. Abbiamo poi sollevato problematiche su alcune misure UE, ancora penalizzanti per il settore savonese e ligure e che non si adattano alle necessità delle imprese del nostro territorio”.

Altro tema quello dello stoccaggio del vino invenduto: “Mancano centri adatti e a costi sostenibili per le aziende vitivinicole, dunque un altro aspetto che non porta alcun vantaggio concreto”.

“Attendiamo ancora un riscontro vero sull’ampliamento delle superfici destinate ai vigneti, servono certezze in quanto investire su un terreno deve portare a ricadute per le aziende. Esistono già superficie disponibili, tuttavia le richieste di Cia Savona e della Cia ligure sono rimaste ancora inascoltate: su questo chiederemo a breve un incontro con l’assessore regionale Alessandro Piana per sollecitare un aumento degli impianti e delle autorizzazioni”.

Quanto alla crisi nella commercializzazione e vendita dei vini: “Come detto il mercato deve ancora riprendersi compiutamente, anche la Brexit non ha certo aiutato. Un segnale positivo arriva dall’aumento delle vendite online: grazie a nuovi canali e piattaforme legate alle nuove tecnologie le aziende hanno potuto compensare una parte delle perdite, confermando che la domanda e la richiesta di vini d’eccellenza e di qualità sono ancora forti; certamente è una opportunità sempre più significativa, ma non può bastare”.

Il presidente provinciale Cia traccia anche un quadro complessivo su sfide e prospettive future, con riferimento alla stessa viticoltura 4.0: “I risultati della ricerca scientifica ora ci consentono di reagire ai rischi dei mutamenti climatici, abbiamo di fronte l’innovazione genetica e la viticoltura di precisione (viticoltura sostenibile e certificata con bassi costi di produzione), ma con l’obiettivo di avere sempre l’occhio puntato alle attese del consumatore. Ad esempio, grazie alla decriptazione del genoma possiamo avere vitigni resistenti alle malattie crittogamiche”.

“Anche a livello locale dobbiamo puntare sulle applicazioni tecnologiche per migliorare le rese e la qualità del prodotto”.

“Penso sia necessario anche un salto epocale sul fronte della comunicazione e del marketing, lavorare su un mirato riferimento territoriale, prevedere investimenti in tecnologia di supporto, reti di impresa e partnership commerciali, attuando in maniera strutturata le possibilità del digitale”.

“Questo processo e questi indirizzi devono essere fatti propri da tutti gli ambiti della filiera della vino, dalla pianta della vite fino alla sua coltivazione, passando da macchinari, prodotti chimici, attrezzature, cantine, vinificatori, tini, botti, lieviti e altri prodotti per la fermentazione, l’imbottigliamento e l’etichettatura”.

“Per questo ritengo fondamentale che il settore vitivinicolo, nell’ambito delle filiere agricole, sia inserito tra gli attori primari dei progetti di rilancio a livello europeo e nazionale: fondi, risorse e investimenti capaci non solo di far recuperare le drammatiche conseguenze della crisi Covid, ma traguardare a breve termine la conquista di nuovi mercati, valorizzando i Doc e Igp più noti con capacità di penetrazione all’estero, implementando quindi commercializzazione e vendite, una sfida da vincere a tutti i costi, per le nostre aziende, ma anche per la nostra economia e l’occupazione” conclude il presidente provinciale Cia Savona.




Liguria: Lega, soddisfazione per primo Consorzio Dop e Igp

“Traguardo storico per la viticoltura della Liguria. Il riconoscimento del primo Consorzio di tutela dei vini Dop ed Igp Colli di Luni, Cinque Terre, Colline di Levanto e Liguria di Levante premia i viticoltori della zona. A loro il nostro plauso e la nostra gratitudine per aver saputo valorizzare ancor di più territori meravigliosi della provincia di La Spezia. Parliamo di agricoltori infaticabili e custodi del territorio che hanno ora nel sottosegretario al Mipaaf Gianmarco Centinaio, al quale sono state assegnate proprio le deleghe sul vino, un punto di riferimento autorevole e di garanzia”.
Così il capogruppo Lega in commissione Agricoltura della Camera, Lorenzo Viviani.



“Asparago Violetto di Albenga”, Cia Savona: marchio di prodotto e comunicazione integrata

Con il via alla stagione dell’asparago nuove iniziative per l’associazione di scopo dell’Asparago Violetto di Albenga, che unisce per la prima volta in un unico soggetto produttori agricoli, trasformatori e ristoratori, con il coordinamento operativo di  Cipa.At di CIA Savona nel ruolo di capofila. 

Nonostante la situazione pandemica la filiera dell’Asparago Violetto di Albenga, eccellenza agroalimentare e fiore all’occhiello della produzione della piana albenganese, non si è mai fermata e ha operato per la progettazione delle prossime iniziative.

L’obiettivo è quello di un vero e proprio Consorzio, capace di valorizzare e promuovere l’Asparago Violetto sia a livello commerciale nella rete distributiva locale, con la  vendita diretta ed home delivery, quanto come richiamo del turismo gastronomico del nostro territorio anche grazie a ricette e piatti speciali messi in tavola dalla  ristorazione, oltre che tramite l’utilizzo del prodotto trasformato.

Nei giorni scorsi si è svolta, secondo le disposizioni anti-Covid, una riunione con tutti gli attori coinvolti nel progetto. I prossimi step saranno il completamento e la messa online del nuovo sito internet, http://www.asparagoviolettoalbenga.it, oltre allo sviluppo della comunicazione social con la pagina Facebook  https://www.facebook.com/asparagoviolettodialbenga –  e un account Instagram. Ma non solo: prenderà il via la parte progettuale dedicata al packaging di riconoscimento con un marchio territoriale capace diaffermarne il brand sul mercato: tra le ipotesi allo studio un sacchetto ecocompatibile con etichetta narrante e bollino adesivo personalizzato per ogni azienda, stringa o corda per legare i mazzi e fascia speciale per confezionare le cassette, tutto plastic free. Inoltre per i ristoranti, che aderiscono al progetto, si è pensato a delle vetrofanie e segnalibri da esporre sui tavoli durante il mese dell’asparago.

L’associazione di scopo è al lavoro anche per una programmazione di eventi ad hoc, attività formative, degustazioni e show cooking incentrate sull’Asparago Violetto di Albenga e le sue applicazioni culinarie. Tra le iniziative promozionali la partecipazione al Mercato della Terra di Cairo Montenotte, di Torino e di Milano,sia con prodotto fresco che con prodotto trasformato, oltre a video-ricette di presentazione all’interno dei ristoranti partner al progetto. Tutto questo in collaborazione con Slow Food altro soggetto coinvolto nel progetto.

“La pandemia non ha certo fermato un progetto unico e innovativo nel suo genere afferma il direttore CIA Savona Osvaldo Geddo. Ora la realizzazione di un piano di comunicazione integrata e il packaging di prodotto sono i prossimi obiettivi della filiera corta”.

Per i produttori, i tecnici coinvolti nel progetto stanno organizzando una serie di incontri via web e che saranno anche pubblicati sulle pagine social del progetto. Questi incontri dovranno dare un sostegno ai vecchi e nuovi produttori e mettere a disposizione degli agricoltori tutte le nuove tecniche per migliorare la produzione. Il fine di questo aggiornamento è essere sempre più ecosostenibili mantenendo la peculiare tradizione della coltivazione dell’asparago. 

“Inoltre, l’associazione di scopo e i suoi partner stanno elaborando un disciplinare specifico che punta a tutelare un prodotto davvero straordinario e identitario del comprensorio albenganese, ma anche di tutto il savonese e della stessa Liguria” aggiunge il coordinatore del progetto Luca Lanzalaco, agrotecnico, agricoltore e produttore di asparago, oltre che membro della giunta Cia Savona.

“Auspichiamo che l’Asparago Violetto possa diventare un vero e proprio ambasciatore del nostro territorio,elemento di richiamo e di attrazione turistica anche come segnale di una vera ripartenza per tutti noi, sviluppando al tempo stesso un modello di  integrazione produttiva e promozionale nel settore agroalimentare” concludono Geddo e Lanzalaco.




CIA Savona: “Rilancio delle filiere agricole, azioni e strumenti per un futuro radioso”

Un anno drammatico per la crisi pandemica che ha colpito tutte le filiere del comparto agricolo, ma CIA Savona guarda con fiducia e ottimismo al futuro, forte degli associati e delle tante aziende della provincia pronte ad una vigorosa ripartenza e rilancio.

Ecco le parole del presidente provinciale Mirco Mastroianni.

Presidente, difficile commentare questo 2020…

Sicuramente si è già detto tanto, pensando al nostro settore abbiamo affrontato una delle peggiori crisi della storia, ma abbiamo saputo reagire, abbiamo dimostrato resilienza e compattezza, a livello di associazione e sul piano della tenuta complessiva del tessuto imprenditoriale. Colgo l’occasione per ringraziare non solo i nostri associati, ma tutto il nostro personale impegnato nei vari uffici provinciali che ha saputo, in una fase di emergenza senza precedenti, erogare servizi e assistenza di massima efficienza e qualità.

Se dovesse dare un messaggio per questo 2021?

Il messaggio è quello di andare avanti con ancora più vigore, in primis mantenendo alto il livello di guardia sul fronte della sicurezza sanitaria, in secondo luogo traguardare una ripartenza e un rilancio solido di tutte le filiere agricole. Come CIA abbiamo sostenuto e lavorato per assicurare ristori adeguati, agevolazioni fiscali e contributive, abbiamo informato e divulgato tutte le opportunità messe a disposizione delle aziende e degli agricoltori. Ma è chiaro che non basta: auspichiamo un grande piano di riconversione “green” attraverso l’attuazione concreta del Recovery Plan nel quale le nostre imprese possano e dovranno essere protagoniste; inoltre, sulla stessa linea di indirizzo del Next Generation UE, spingeremo per realizzare un processo di digitalizzazione e innovazione tecnologica delle nostre imprese, indispensabile per essere competitivi su tutti i mercati e per valorizzare e promuovere le nostre uniche eccellenze, vinicole e agroalimentari. A livello ligure e locale saranno fondamentali le risorse del Psr (Piano Sviluppo Rurale), con l’obiettivo di usufruire di tutti i fondi disponibili per i diversi settori. Su questo abbiamo già avuto un incontro con il nuovo assessore regionale Alessandro Piana e siamo pronti ad una fattiva collaborazione.

Come vede il settore da qui ai prossimi anni?

Voglio ricollegarmi al discorso precedente: l’agricoltura e le sue filiere sono l’industria del futuro… Lo dico con speranza ma anche sulla base di dati e analisi di prospettiva: penso ai giovani agricoltori e al ritorno del comparto agricolo come obiettivo professionale e imprenditoriale, penso alle possibilità storiche del Recovery, insomma un quadro che porterà contestualmente ad un recupero delle aree interne e rurali attraverso nuove infrastrutturazioni e investimenti propositivi. L’agroalimentare, le nostre produzioni d’eccellenza, il settore floricolo nel suo complesso, il comparto agrituristico e il turismo green, senza contare la filiera agroforestale: siamo di fronte ad un momento di svolta di portata storica che deve unire, portare a processi di integrazione aziendale, reti di impresa, sviluppo di sistemi condivisi per tutto un intero territorio, passaggi ormai strategici per il processo di innovazione, modernizzazione e internazionalizzazione.

Quali sono ancora le difficoltà?

Sicuramente aspetti burocratici strutturali ancora irrisolti e regolamenti troppo complessi, serve superare alcuni tecnicismi per delineare una fase di vera di semplificazione quanto mai necessaria per il post Covid. E poi esistono ancora carenze territoriali che spesso mettono in difficoltà le imprese, come il dissesto idrogeologico o la stessa fauna selvatica: non bisogna dimenticare che sono fattori che possono provocare danni enormi per piccole realtà del nostro entroterra. E’ fondamentale migliorare ancora sul fronte della formazione e dei necessari aggiornamenti per le categorie agricole affinché siano sempre al passo con i tempi. Altra criticità è la stessa comunicazione, per questo come CIA stiamo lavorando anche in questa direzione, sul piano interno ed esterno, serve un rapporto diretto e continuo con gli attori del mondo agricolo e le loro esigenze, così come in senso inverso il settore deve sdoganarsi da certe riluttanze e farsi avanti senza timori di sorta: costruire un nuovo rapporto bidirezionale per cogliere tutte le opportunità e soprattutto giocare d’anticipo per essere competitivi. Abbiamo tutte le carte in regole per un futuro radioso e di crescita sostenibile.




Sanremo: Cia, 100 bouquet Km0 simbolo ripartenza floricoltura ligure

Ranuncoli cloni, anemoni, garofani, oltre al nuovo trend dell’elleboro e ai tradizionali papaveri, associati dai tempi di Nilla Pizzi alla gloriosa manifestazione canora sanremese. Saranno solo prodotti tipici della Riviera quelli utilizzati dalla squadra dei fioristi del Festival, che ha realizzato quest’anno 100 bouquet per gli artisti che si esibiranno sul palco dell’Ariston, insieme agli addobbi della sala stampa. Mancheranno solo le 500 piante (solitamente ciclamini e primule) che ogni anno decorano il red carpet, quest’anno reso impossibile dalle limitazioni imposte dal Covid. Per Cia-Agricoltori Italiani, questa scelta che privilegia i fiori del territorio rappresenta l’auspicio di una veloce ripartenza del comparto florovivaistico ligure, particolarmente colpito dagli effetti della crisi pandemica.

Il bilancio è, infatti, amaro per la regione leader in Italia (31% della produzione nazionale), con metà del mercato andato in fumo dopo lo stop di cerimonie ed eventi e il forte rallentamento dell’export, che rappresenta fino al 80% del fatturato, con la Germania come primo sbocco e la Russia nuova destinazione emergente. Secondo stime Cia, si sono persi 212 milioni sui circa 420 annui e 4mila aziende liguri del settore sono in forte crisi.

Sul palco del Festival vedremo petali di tutte le tonalità, arancio, rosso o giallo, con prevalenza del panna, colore di tendenza di questa stagione. Una sola cromia sarà –come sempre- bandita: non ci saranno né anemoni o iris viola, colore tradizionalmente considerato sfortunato nel mondo dello spettacolo italiano. Il mazzo di fiori verrà abbinato al colore dell’abito di chi lo riceve e quest’anno non potrà essere consegnato da vallette, ma sarà portato sul palco su un espositore mobile. Ad arricchire le composizioni floreali, le classiche fronde colorate esportate dalla Liguria in tutto il mondo, mimose e ginestre, oltre alle fronde verdi, pitosforo, viburno e eucalipto. I bouquet avranno una linea molto naturale, senza essere troppo strutturati, per presentare il fiore nella maniera più semplice possibile, affinché sia il vero protagonista della scenografia. Si segnala la novità dell’elleboro, una pianta a basso impatto ambientale, che non richiede serre riscaldate né trattamenti fitosanitari e risponde a pieno ai criteri di coltivazione sostenibile. I fiori sono a forma di coppa, di colore bianco, rosa o rosso-porpora e ne esiste persino una varietà, l’elleboro Francesco, creata appositamente per il Pontefice. Gli allestimenti, come da tradizione, sono stati creati dai fioristi vincitori del concorso che ogni anno mette in palio la realizzazione dei bouquet che si vedranno sul palco dell’Ariston. L’iniziativa rientra nel progetto del Mercato dei Fiori e del Comune di Sanremo per la promozione e la valorizzazione delle eccellenze del distretto florovivaistico locale.

In Italia, si producono ogni anno ben 3.154 milioni di steli di fiori e 575.295.000 piante in vaso, arbusti, alberi; il florovivaismo rappresenta il 5% della produzione agricola e si estende su una superficie di 30mila ettari, contando 21mila aziende (100mila addetti), di cui 14mila coltivano fiori e piante in vaso e 7mila sono vivai. Il comparto vale circa 2,5 miliardi di euro.




Agricoltura 4.0, Cia Savona: Credito di imposta per investimenti in nuove tecnologie

Il credito di imposta è una importante opportunità di investimento per gli agricoltori e le filiere agricole. Cia Savona lo aveva già evidenziato e domani, alle ore 14.30, si terrà un webinar interregionale al quale prenderanno parte diverse aziende savonesi, liguri, ma anche piemontesi e lombarde.

L’iniziativa è infatti promossa da Cia Agricoltori Italiani in collaborazione con le sedi regionali di Liguria, Piemonte e Lombardia.

“Un appuntamento per chiarire tutti gli aspetti dell’agevolazione fiscale per le nostre imprese” ricorda il direttore Cia Savona Osvaldo Geddo.

Il credito d’imposta per gli investimenti in agricoltura riguarda una serie di incentivi per ammodernare il parco macchine, per l’innovazione tecnologica e strumentale delle aziende.

Nel dettaglio, la misura fiscale viene riconosciuta “nella misura del 50% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro, nella misura del 30% del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro e nella misura del 10 per cento del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

Possono accedere al credito di imposta: agricoltori singoli e associati che esercitano attività agricole e determinano il reddito su base catastale ai sensi dell’art. 32 del Tuir; coloro che svolgono attività connesse come le attività di agriturismo che si avvalgono del regime forfetario di determinazione del reddito di cui all’art. 5, comma 1 della Legge n. 413/91; soggetti esercenti attività agricole e agricole connesse che determinano il reddito d’impresa ai sensi degli artt. 56, comma 5 e 56-bis del Tuir.

All’incontro di domani interverranno:

Massimo Bagnoli – Responsabile nazionale Ufficio Fiscale Cia

Alessandro Ferraresi – Area manager OM.EN Srl

Mario Cappellini – Responsabile nazionale Ufficio Credito Cia

Modera: Giovanni Cardone – Direttore Cia Piemonte

Per collegarsi basta scaricare l’immagine allegata con tutti i dettagli. Si potranno effettuare domande, da mandare anche durante la diretta, a [email protected]