Maltempo, Coldiretti: in Liguria 100% dei comuni a rischio frane

La nuova perturbazione che sta investendo l’Italia si abbatte sulle regioni più fragili della Penisola con la Liguria che ha ben il 100% dei comuni con parte del territorio a rischio idrogeologico per frane e alluvioni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ispra dalla quale emerge che si tratta di una percentuale di rischio che è la più alta a livello nazionale dove sono 7275 i comuni complessivamente a rischio, il 91,3% del totale. I cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con trombe d’aria, grandinate e vere e proprie bombe d’acqua, si abbattono – sottolinea la Coldiretti – su un territorio reso più debole dalla cementificazione e dell’abbandono delle aree marginali, ma anche della mancanza di programmazione adeguata che valorizzi il ruolo di chi vive e lavora sul territorio come gli agricoltori. A questa situazione – denuncia la Coldiretti – non è infatti certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato che – continua la Coldiretti – negli ultimi 25 anni ha fatto perdere in Italia oltre ¼ (-28%) della superficie agricola utilizzabile, ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari, a favore di asfalto e cemento che non riescono ad assorbire la violenta caduta dell’acqua. Occorre creare le condizioni affinché – conclude la Coldiretti – si contrasti la scomparsa delle campagne, garantendo un giusto reddito agli agricoltori e valorizzandone il ruolo ambientale, anche attraverso l’approvazione della nuova legge sul consumo di suolo.




STASERA E DOMANI IN LIGURIA LA MINISTRA BELLANOVA

A partire da stasera e per l’intera giornata di domani, 5 settembre, la Ministra Teresa Bellanova sarà in Liguria per una serie di incontri istituzionali e visite ad imprese agricole e della filiera alimentare secondo il calendario di seguito indicato.

Stasera la Ministra arriverà a Sarzana e intorno alle 22 farà un passaggio al Festival della Mente.

Sabato 5 settembre 2020

Ore 10  

Comune di Sesta Godano (La Spezia), Palazzo di Città

Incontro con i Sindaci della Val di Vara

Ore 11.20

Incontro con la Coop Vinicola “I Castelli”

Piazza Matteotti, Bolano

Ore 15.45

Viale di accesso Hotel Torre Cambiaso, Via Scarpanto, Genova Pegli

Incontro con i produttori del Consorzio basilico di Pra’

Ore 15.30

Passeggiata ai Cantieri Praesi

Incontro con i produttori Basilico di Prà

Incontro con i pescatori sportivi di Prà

Appuntamento Stazione Fs di Prà

Ore 17.00

Fine incontro e partenza per Albenga

Ore 17. 30

Sala Consiliare, Palazzo di Città, San Michele di Albenga.

Incontro con l’Amministrazione e il Sindaco Riccardo Tomatis.

Saranno presenti alcune Cooperative ed alcuni imprenditori del settore florovivaistico e alcune associazioni locali.

A seguire trasferimento nelle serre della piana agricola di Albenga

18.30

Visita al centro di trasformazione del basilico, presso la “Compagnia del basilico”.

A seguire Aperitivo presso le Cantine Azienda agricola Bio Vio con i produttori e i soci della Cooperativa olio di Arnasco




ASSALZOO, RINNOVATO ACCORDO CON IZSP PIEMONTE LIGURIA VALLE D’AOSTA

Si consolida la collaborazione tra ASSALZOO, l’Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. I due enti hanno firmato un nuovo accordo per la formazione e lo sviluppo del settore mangimistico in materia di sicurezza alimentare dopo quello del 2017. L’intesa è stata siglata dal presidente dell’Associazione, Marcello Veronesi, e dal direttore generale facente funzioni dell’Istituto zooprofilattico, Angelo Ferrari.

“La promozione di iniziative di carattere tecnico-scientifico in favore delle imprese mangimistiche è un punto centrale della missione di ASSALZOO”, sottolinea Veronesi. “L’accordo con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta va proprio in questa direzione, quella del potenziamento delle basi scientifiche dell’attività produttiva e, quindi, in definitiva, dello sviluppo del settore mangimistico. Aver rinnovato l’intesa conferma la validità dell’operazione avviata tre anni fa, nonché l’efficacia della partnership tra il settore privato e quello pubblico”, aggiunge il presidente. “Grazie a un dialogo sempre più proficuo con l’istituto, le aziende associate potranno perfezionare e aggiornare le loro conoscenze in materia di ricerca e innovazione tecnologica, un ambito di cui ASSALZOO riconosce e rivendica la centralità”, conclude Veronesi. 

Il partner dell’Associazione sarà ancora una volta il Centro di Referenza per la Sorveglianza e il controllo degli Alimenti per animali (CReAA), istituito nel 2003 presso l’Istituto zooprofilattico con sede a Torino. È la struttura che si occupa della gestione del rischio sanitario dei prodotti destinati all’alimentazione animale. L’intesa con ASSALZOO si concretizzerà con l’organizzazione di incontri formativi rivolti agli operatori del settore. Il centro potrà così mettere a disposizione l’esperienza quasi ventennale nel campo della ricerca e del supporto analitico, mentre l’Associazione fornirà tutte le informazioni riguardanti la produzione di alimenti per animali, le dinamiche del settore zootecnico e le problematiche correlate all’applicazione delle normative.

“Con questo accordo strategico realizziamo un grande gioco di squadra che mette insieme le forze produttive e della ricerca”, evidenzia Angelo Ferrari. “L’auspicio è che la nuova intesa possa permettere di intercettare in maniera ancora più precisa le necessità e le richieste del comparto produttivo e dare, pertanto, un contributo scientifico rilevante non solo per la formazione degli operatori. L’obiettivo finale è quello di migliorare l’intera filiera agro-zootecnica che deve rappresentare un’asse portante del sistema produttivo nazionale, come è emerso chiaramente in questi mesi di emergenza sanitaria. Lavoreremo insieme ad ASSALZOO  per affrontare i problemi reali del settore e capire dove intervenire. Inoltre – conclude il direttore generale – grazie a questa collaborazione potremo far sentire ancora più forte la nostra voce a livello europeo”. 

L’intesa tra ASSALZOO e l’Istituto zooprofilattico entrerà in vigore alla scadenza del precedente accordo e durerà cinque anni. Ogni anno sarà predisposto un protocollo per le attività pianificate.  L’attività congiunta di CReAA e ASSALZOO sarà organizzata da un comitato di collegamento.




MANODOPERA AGRICOLA, ASSESSORI VENETO, TRENTINO, FVG, LOMBARDIA, LIGURIA, ABRUZZO E BASILICATA SCRIVONO AL MINISTRO. SANATORIA IMMIGRATI NON È SOLUZIONE, SENZA VOUCHER. LA LETTERA

L’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, ha deciso di scrivere una lettera ai ministri delle politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, e del lavoro, Nunzia Catalfo, per chiedere interventi urgenti del Governo legati alla carenza di manodopera agricola. La lettera è a firma congiunta anche degli assessori di Trentino, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Abruzzo e Basilicata.

 

“Il ministro Bellanova continua ad affermare l’idea di regolarizzare circa 600 mila stranieri per lavorare in agricoltura. Una proposta che non risponde alle esigenze di stagionalità del mondo agricolo e che finirà per aumentare l’area grigia e illegale del caporalato”.

 

L’assessore della Regione Veneto sottolinea, infatti, la necessità di dare la possibilità di integrare i loro sussidi a cassaintegrati, disoccupati, studenti e pensionati, che hanno voglia di impegnarsi lavorando nei campi.

 

“L’emergenza Covid-19 può, anche in questo settore, percorrere nuovi canali ed inserire strumenti normativi e di supporto al reddito delle famiglie e dei soggetti presenti sul nostro territorio – spiega Pan -. Per fare questo servono i voucher: uno strumento semplificato e tracciabile per pagare nella legalità prestazioni occasionali, ma non sporadiche. Senza i voucher le imprese non assumeranno né i percettori di reddito di cittadinanza (ammesso che chi già riceve un sussidio statale senza far nulla intenda faticare nei campi per ‘arrotondare’ l’assegno), né eventuali lavoratori stranieri con permesso di soggiorno, che finiranno per continuare ad alimentare il lavoro nero”.

 

“Chiediamo, infine, quali azioni abbia messo in atto il Ministro Bellanova per sensibilizzare i cittadini italiani sul tema e se vi siano novità rispetto al tema “corridoi verdi”, voucher e alle trattative in corso con gli altri Stati e se vi saranno a livello nazionale interventi e risorse disponibili per l’agricoltura rispetto alle misure richieste congiuntamente dalla Cpa attraverso un documento a Lei inviato nelle scorse settimane – conclude l’assessore veneto all’agricoltura -”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lettera:

678-2020_07.05 nota a ministri a firma congiunta assessori agricoltura




TRASPORTI, ASSESSORI PIEMONTE, LOMBARDIA, VENETO, LIGURIA E FVG: DA FS VOGLIAMO MAGGIORE CHIAREZZA SU INTERVENTI PREVISTI

«L’Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, in questi giorni sta parlando di miliardi di investimenti da mettere in campo. Si tratta, al netto di proclami propagandistici, semplicemente di interventi che le nostre Regioni attendono invano da molto tempo. Non si comprende dunque quale sia la necessità di annunciare in pompa magna opere o risorse già previste. Da Fs ci aspettiamo più concretezza e meno annunci. Certo, concordiamo con Battisti quando dice che realizzare le infrastrutture di cui ha tanto bisogno l’Italia potrebbe far ripartire la nostra economia. Ne siamo tanto convinti che lo abbiamo sempre chiesto a gran voce. Un rilancio delle opere pubbliche, unito a una profonda semplificazione della normativa e della burocrazia, permetterebbe finalmente di dare risposte concrete ai nostri territori, alle nostre aziende e ai nostri cittadini. Insomma, attendiamo con ansia il dettaglio dei tempi certi in cui questi interventi si realizzeranno, sperando che sia la volta buona», così gli assessori ai Trasporti di Piemonte (Marco Gabusi), Lombardia (Claudia Maria Terzi), Veneto (Elisa De Berti), Liguria (Giovanni Berrino) e Friuli Venezia Giulia (Graziano Pizzimenti) commentano le parole dell’Ad di Fs Battisti.




8 MARZO, FLOROVIVAISTI ITALIANI: MIMOSE IN CRISI PER CALDO E CORONAVIRUS

 

Dopo un San Valentino positivo, l’Associazione dei Florovivaisti Italiani nutre poche speranze per il mercato delle mimose nella Festa della Donna. Si stima un -30% sul fatturato complessivo legato al tradizionale business dell’8 marzo, che si attestava l’anno scorso sui 15 milioni di euro. Sul fronte della produzione, l’associazione registra un -35%, causato dalla fioritura precoce per il climate change, con conseguente aumento del prezzo al dettaglio, che non basterà comunque a compensare la riduzione del tradizionale giro d’affari. Sono, infatti, calati drasticamente gli ordinativi della Gdo (-50%) per il brusco cambio delle abitudini di consumo a seguito del Coronavirus.

L’aggravio dei costi per il produttore è determinato dalla precoce maturazione dei rametti con un mese di anticipo –metà gennaio- che ha reso necessarie pratiche di frigoconservazione per consentire al prodotto di arrivare in buono stato nel giorno della festività. Con l’aumento dei prezzi, per un ramoscello semplice si spenderanno in media 5 euro, fino a 8 per quelli di grandi dimensioni. Il costo di un bouquet si stima sui 20 euro, mentre lepiante, il cui prezzo va in base alla grandezza del vaso, variano dai 10 euro fino ai 70 euro. “Tuttavia, i prezzi alla produzione, come succede per gli altri prodotti agricoli -sottolinea Aldo Alberto, presidente dell’Associazione Florovivaisti Italiani- resteranno comunque bassi per gli imprenditori, variando dagli 8 ai 10 euro al kg”.

“La produzione di mimose, tipicamente italiana, rappresenta il 5% della produzione floricola –prosegue Alberto- e funge da traino ai commerci della stagione primaverile, oltre a essere una voce di export rilevante, con sbocchi privilegiati verso Est Europa e Russia.  La ricaduta della crisi si farà sentire su tutto il settore, perché l’attività del comparto è sempre più legato a celebrazioni e ricorrenze: l’8 marzo e San Valentino valgono da soli il 15% del fatturato complessivo”.

La mimosa è coltivata in Italia su una superficie di quasi 200 ettari di terreno, che fruttano intorno ai 30mila quintali e 150 milioni di steli.  Ad oggi, il Ponente ligure (Savona e Imperia) è il maggior produttore di questi fiori con le sue circa 1500 aziende che la coltivano in modo ecocompatibile sui tipici terrazzamenti -la pianta non ha, infatti, bisogno di trattamenti chimici. Le varietà più diffuse sono Floribunda (tutto l’anno, fiore piccolo) e la Gaulois (fiore grande) che è la più rigogliosa e più rilevante commercialmente.

 




CORONAVIRUS: FLOROVIVAISTI ITALIANI, ORDINATIVI MIMOSE -50%, A RISCHIO INTERO SETTORE

 

“l produttori di mimose rischiano il 50% di disdette sugli ordini da parte della Gdo a ridosso dell’8 marzo, con pesante ricadute per i fatturati dei produttori. Inoltre, il mercato delle piante in vaso comincia a dare segni di preoccupazione in Italia anche se, per ora, non ci sono problemi sull’esportazione”. Così dichiara il presidente dell’Associazione dei Florovivaisti Italiani, Aldo Alberto, in allarme per gli effetti provocati dal Coronavirus sul comparto in cui l’Italia è leader europeo dietro l’Olanda. “Marzo è uno dei mesi più importante per i produttori di fiori e piante in vaso, piante e alberi destinati a rendere più belle e vivibili le nostre città e i nostri giardini, -prosegue Aldo Alberto-, ci auguriamo che l’emergenza si risolva in tempi brevissimi, altrimenti saranno necessarie dal Governo misure a supporto di tutte le imprese florovivaiste, che già hanno subito una flessione negli ordinativi dalle regioni della Zona Rossa, ma temono l’isterismo generato da un’informazione non sempre puntuale ed oggettiva. Oltre alle regioni interessate, potrebbe essere colpita l’intera filiera produttiva del settore in tutto il Paese.”

Oltre ai pericoli di contrazione del mercato intero per il prolungarsi dell’emergenza Coronavirus, il settore florovivaistico ha subito un grave danno a causa del rinvio a settembre della Fiera Internazionale Myplant & Garden, per il timore di contagio dovuto alla diffusione del pericoloso virus asiatico. “Il mancato appuntamento con la vetrina più importante del Made in Italy florovivaistico, ha rappresentato un grave danno per tutti i produttori e distributori che attendevano da un anno questo evento. Bisogna stringere i denti e cercare di superare questo momento difficile: noi ce la metteremo tutta ma le istituzioni, Governo in testa, non devono dimenticarci nel momento in cui saranno chiamati a prendere decisioni cruciali. La priorità è debellare il Coronavirus e salvaguardare la salute dei cittadini, ma senza lasciare l’economia a pezzi”, conclude il presidente dei Florovivaisti Italiani, Aldo Alberto.

Il settore florovivaistico rappresenta in Italia il 5% della produzione agricola totale e si estende su una superficie di quasi 30mila ettari, contando 21mila aziende (100mila addetti), di cui 14mila coltivano fiori e piante in vaso e 7mila sono vivai. Il comparto vale circa 2,5 miliardi di euro, di cui il 55% va attribuito ai prodotti vivaistici (alberi e arbusti). In Europa, le aziende florovivaistiche contano un fatturato di oltre 20 miliardi di euro e l’Italia, vale il 15% della produzione comunitaria. Tra i maggiori produttori in Italia c’è la regione Liguria, seguita da Toscana, Campania, Sicilia e Puglia.

 




CORONAVIRUS, REGIONI PIU COLPITE SONO QUELLE CHE ESPORTANO PIU MADE IN ITALY IN CINA. MA MERCATO ANCORA MARGINALE. ECCO I DATI NOMISMA

Per il Made in Italy si chiude un’altra finestra di mercato dopo l’embargo russo, i dazi Usa e l’incognita Brexit. E i conti con il Coronavirus rischiano di essere ‘salati’ ma non troppo.

Quello cinese rappresenta infatti un mercato strategico dal punto di vista del potenziale ma non nei fatti. Sebbene l’export made in Italy abbia avuto dei tassi di crescita molto alti negli ultimi anni, la Cina è comunque ancora in una fase in cui necessita le commodities per il fabbisogno primario piu dei prodotti ad alto valore aggiunto.

L’Export di settore ha aumentato il dieci anni il suo flusso nel Paese asiatico del 15 per cento. Il mercato globale dei beni personali di lusso – riporta uno studio di Bain&Company per MEI.com – vale 249 mld di euro nel 2016, di cui la Cina rappresenta il 7%, ma i cinesi rappresentano invece ben il 30% del totale. Motivo per cui il mercato cinese era visto – almeno fino a un mese fa – come uno dei principali fattori di crescita del prossimo decennio, per tutte le aziende che sapranno approcciarlo con visione strategica.

Ma, da quanto emerge dai dati che AGRICOLAE ha chiesto a Nomisma, la Cina pesa sull’export agroalimentare italiano per l’1,2% del totale (a valori) mentre per il  2,2% sull’export del solo vino. Si tratta quindi di percentuali ancora marginali. La Cina infatti – che ha investito in terreni in Africa, cosa che ha dato non poco fastidio agli Stati Uniti, importa soprattutto commodity agricole di base come soia, carne, latte, ecc. E infatti i primi due paesi fornitori della Cina sono Brasile e Usa (che congiuntamente pesano per il 37% sull’import AA cinese e che rappresentano i top produttori/esportatori mondiali di queste derrate.

Per quanto riguarda l’import agroalimentare della Cina, l’Italia si trova al 29esimo posto.

In cima alla lista il Brasile, con il 26 per cento del totale e dagli Stati Uniti con l’11,3 per cento. A seguire il Canada, con il 6,2 per cento; l’Australia, con il 5,5 per cento; la Nuova Zelanda, con il 5,4 per cento; la Thailandia con il 4,5 per cento, l’Indonesia con il 4,1 per cento; la Francia con il 3 per cento; la Russia e il Vietnam a pari titolo con il 2,6 per cento; il Cile con il 2,5%; i Paesi Bassi con il 2,2 per cento; la Malesia con l’1,9 per cento; la Germania con l’1,7 per cento. Fanalino di coda, assieme alla Gran Bretagna e il Messico, l’Italia con lo 0,5 per cento.

Stessa situazione, più o meno, per quanto riguarda il vino dove l’Italia è al quarto posto con il 6,4 per cento dopo Australia, con il 35,4 per cento, la Francia, con il 28,7 per cento, il Cile, con il 14,1 per cento. A seguire la Spagna, (5,9%); gli Stati Uniti (1,6%); l’Argentina (1,1%); il Portogallo (1%); il Sudafrica, Germania e Nuova Zelanda a pari merito con lo 0,9%.

Diversificata la mappa delle regioni italiane che esportano in Cina.

Secondo quanto emerge dall’export agroalimentare in Cina delle singole regioni con il peso sul totale Italia e sull’export agroalimentare regionale, in cima alla lista c’è l’Emilia Romagna, con il 17,5 per cento dell’export totale italiano in Cina; la Lombardia con il 13,9%; il Veneto, con il 10,5 per cento; il Piemonte (con il 13,6%). Poi la Toscana con il 9% e la Liguria con il 5,8 per cento.

Ma – escludendo il caso della Liguria dove le cifre sono sovrastimate a causa dei porti da cui partono molti container per la Cina anche di merci non liguri – tutte le regioni presentano un’incidenza della Cina sul proprio export agroalimentare inferiore al 2%.

Può essere una casualità ma le regioni che esportano di più in Cina sono quelle più colpite per ora dal Coronavirus: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto.

CORONAVIRUS ASSESSORE AGRICOLTURA, IN VENETO STANDARD ELEVATI DI TUTELA SANITARIA E BIOSICUREZZA, INFONDATI ALLARMISMI SU FILIERA ALIMENTARE

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“Il mondo agricolo ha affrontato negli ultimi anni delle gravi emergenze sanitarie come l’influenza aviaria, la blu tongue o la peste suina quindi il settore si è già dotato da tempo di protocolli sanitari stringenti con controlli periodici e approfonditi. Questo è garanzia del fatto che i nostri allevamenti hanno i più elevati standard di tutela sanitaria e biosicurezza. Rassicuriamo i cittadini sul fatto che il virus non si trasmette attraverso gli alimenti, i  nostri prodotti sono certificati e sani”. 

E’ quanto dichiara l’assessore all’agricoltura dopo l’incontro con le categorie economiche del Veneto e dopo il vertice in videoconferenza con il ministro per le Politiche agricole e i colleghi delle altre Regioni.

Nel confronto con le Regioni e il Governo l’assessore del Veneto ha sollecitato che l’esecutivo nazionale affronti nel prossimo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri alcuni temi cruciali per il settore: 

 i danni diretti subiti dalle 250 aziende agricole nella zona rossa, soprattutto allevamenti, a cui mancano gli approvvigionamenti. 
il riconoscimento della cassa integrazione anche per i lavoratori stagionali 
misure a sostegno degli agriturismi che stanno scontando l’azzeramento delle prenotazioni
proroghe dei mutui e stop al pagamento delle tasse 
vigilanza sulle speculazioni dei prezzi a cui già alcuni dei prodotti agroalimentari sono andati soggetti 
Attenzione alle problematiche della logistica e dei trasporti della filiera agroindustriale

“Chiedo infine che anche a livello nazionale si intraprenda una campagna informativa ed incisiva per diffondere la consapevolezza che i nostri prodotti non sono veicolo del virus e che il rischio contagio non viaggia con i trasporti.

L’assessore ha infine annunciato che a breve convocherà il Tavolo Verde con le categorie per fare il punto della situazione e discutere richieste e proposte da presentare al governo per affrontare le numerose problematiche create dall’emergenza  e dai blocchi sanitari, comprese logistica e trasporti. 

 




“PROTAGONISTI DELL’ORTOFRUTTA ITALIANA”: TRE AZIENDE DI CONFAGRICOLTURA PREMIATE A GENOVA

Tre aziende di Confagricoltura sono tra i dieci “Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana”, riconoscimento ideato dal Corriere Ortofrutticolo per premiare le realtà più innovative e interessanti del comparto a livello italiano.

L’evento, che precede di poco Fruit Logistica, la più importante fiera internazionale dell’ortofrutta che si svolgerà la prima settimana di febbraio a Berlino, ha avuto luogo quest’anno a Genova e ha riunito operatori del comparto, decision maker e vertici delle più grandi realtà imprenditoriali ortofrutticole.

Le aziende di Confagricoltura entrate nella top ten sono la Jingold di Cesena, la Vittoria Tomatoes di Ragusa e la Cooperativa Agricoltori Ionici di Messina.

La Jingold di Patrizio Neri, è specializzata nella produzione di kiwi a polpa gialla. Con il suo consorzio, Kiwigold, creato nel 2001, che unisce le migliori imprese emiliano-romagnole del settore ortofrutticolo, l’impresa si è aggiudicata l’esclusiva mondiale per la produzione e commercializzazione dei kiwi a polpa gialla col proprio marchio.

Altra “protagonista” è la Vittoria Tomatoes di Salvatore Tomasi, della provincia di Ragusa, un’organizzazione di produttori specializzata nella coltivazione di ciliegino ad alto gusto. Una realtà innovativa e vocata all’internazionalizzazione, che conta oggi 9 organizzazioni associate, con una rete in cui lavorano fino a 300 dipendenti.

Infine la Cooperativa Agricoltori Ionici (CAI), di Salvatore Scarcella: impresa del messinese, con 1800 ettari, raggruppa 4 cooperative produttrici di agrumi, per un totale di quasi 1000 soci. Negli ultimi anni ha visto crescere esponenzialmente la propria presenza sui mercati.

“Iniziative come questa – ha sottolineato Albano Bergami, presidente della Federazione Nazionale Ortofrutta di Confagricoltura, intervenuto alla premiazione – valorizzano le nostre eccellenze, soprattutto in un periodo in cui le criticità da fronteggiare, per il comparto, sono molteplici. E’ importante continuare a promuovere l’ortofrutta italiana, un comparto che rappresenta quasi il 24 % dell’agricoltura nazionale ed è la seconda voce dell’export agroalimentare italiano.”

“Il fatto che un appuntamento così prestigioso quest’anno si sia svolto a Genova è per noi un onore – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura Liguria, Luca De Michelis – e un bel segnale per la nostra regione, che sta affrontando numerose emergenze che hanno messo in luce la fragilità del nostro ecosistema e della rete infrastrutturale”.




‪BELLANOVA: NECESSARIO UN TAVOLO STRAORDINARIO PER LA LIGURIA

“Ne sono assolutamente convinta. È necessario un Tavolo straordinario per la Liguria. Dove darsi un affidamento reciproco e portare a soluzione le forti criticità emerse ancora qui oggi”. Così la Ministra Teresa Bellanova nell’incontro con i Sindaci in corso presso la Prefettura di Savona.




FLOROVIVAISTI EUROPEI IN LIGURIA CONDIVIDONO STRATEGIE E BUONE PRASSI PER IL COMPARTO

Mariangela Cattaneo, vicepresidente Gruppo Fiori e Piante, Copa-Cogeca: al centro del confronto applicazione passaporto delle piante e brevettazione processi biologici.

Si è concluso ad Albenga (Savona) il Winter Meeting del Gruppo “Fiori e Piante” del Copa-Cogeca – il principale gruppo di interesse degli agricoltori e delle cooperative presso l’Unione europea – che per tre giorni ha visto il Ponente ligure al centro dell’attenzione di addetti ai lavori, politici e istituzioni responsabili delle politiche agricole comunitarie. Ad organizzare il meeting sono state Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura e ACI-Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

Un vertice particolarmente utile, soprattutto, per conoscere le buone prassi da prendere ad esempio rispetto a problemi comuni alle aziende agricole di tutta Europa. A cominciare dall’adozione, ormai imminente, del Passaporto delle piante: «Abbiamo preso accordi per condividere le soluzioni che ogni Paese sta adottando in vista dell’entrata in vigore della nuova normativa, prevista per il prossimo 14 dicembre – spiega Mariangela Cattaneo, vicepresidente del Gruppo di lavoro “Fiori e Piante” Copa-Cogeca – Momenti di incontro come questo sono sempre importanti, perché consentono di confrontare esperienze e culture diverse. Per quanto riguarda le nostre aziende florovivaistiche, naturalmente, il valore aggiunto dato dall’avere organizzato il meeting, consiste nella visibilità ottenuta».

Una visibilità testimoniata dalle parole del presidente del Gruppo “Fiori e Piante” Copa-Cogeca, l’olandese Henk Van Ginkel: «Ho molto apprezzato le visite aziendali proposte dall’Italia e, in particolare, l’intenzione dei vostri lavoratori di porsi, come primo obiettivo, il raggiungimento di elevati standard di qualità nella produzione e il poter investire sul ricambio generazionale come si sta facendo, e bene, in una regione dall’età media particolarmente elevata come la Liguria». Guardando in prospettiva, Van Ginkel ha poi individuato la principale sfida che attende gli agricoltori: «Il futuro delle vendite non potrà prescindere dall’e-commerce: la digitalizzazione rappresenta quindi l’aspetto più importante su cui lavorare, soprattutto per quanto riguarda le ditte commerciali».

Altro tema importante toccato in questi giorni – informano Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura e ACI-Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – è stato quello dei processi biologici e dei relativi brevetti connessi alla realizzazione di varietà ottenute con le tecniche di miglioramento.

Si tratta di un tema che potrà avere impatti importanti sulle aziende e su cui bisognerà porre particolare attenzione – mette in guardia Cattaneo –. Il rischio che si corre è quello di non poter utilizzare materiale vegetale per la creazione di nuove varietà, se non a costi elevati per gli ibridatori. Il Winter meeting è servito a rafforzare la convinzione che si tratta di un tema cui porre particolare attenzione in futuro, con Italia e Olanda in prima linea.




LIGURIA CAPITALE EUROPEA DELLA FLORICOLTURA: DAL 27 AL 29 NOVEMBRE LA RIVIERA DI PONENTE OSPITA IL WINTER MEETING DEL COPA-COGECA

Per tre giorni la Liguria diventa la capitale europea della floricoltura: da mercoledì 27 a venerdì 29 novembre, infatti, la Riviera di Ponente ospiterà il “Winter meeting del Gruppo “Fiori e Piante” del Copa-Cogeca, l’organizzazione europea di rappresentanza degli agricoltori e delle cooperative presso l’Unione europea.

Le attività dei diversi gruppi di lavoro del Copa-Cogeca si concentrano sulla politica agricola comune e su altri temi rilevanti per gli agricoltori e le cooperative agricole, quali la sicurezza alimentare, il benessere degli animali, la salute delle piante, l’ambiente, il commercio, la ricerca e l’innovazione.

“Oltre alle riunioni presso la sede istituzionale di Bruxelles e in occasione dell’IPM Essen, che è la più importante fiera europea del settore, il Gruppo di lavoro si riunisce, a rotazione, nei diversi Paesi membri – spiega Mariangela Cattaneo, vicepresidente europeo del Gruppo di lavoro Fiori e Piante del Copa Cogeca -. Quest’anno è il turno dell’Italia ed è particolarmente significativo che la scelta sia ricaduta proprio sulla Liguria”.

La regione è infatti leader in Italia nella floricoltura e nel settore delle piante in vaso, comparti che vedono il nostro paese al primo posto in Europa per superficie coltivata e al secondo per volume di produzione lorda vendibile. Il Winter meeting del Copa-Cogeca rappresenterà dunque l’occasione per promuovere la produzione nazionale e in particolare le eccellenze della Liguria ai colleghi provenienti da Austria, Danimarca, Germania, Lituania, Olanda e da tutta Italia.

Ad organizzare il Winter meeting italiano del Copa-Cogeca – che si articola tra i comuni di Sanremo, Camporosso, Arma di Taggia ed Albenga – sono Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentare.

“Nel definire il programma di questa importante tre giorni – conclude Cattaneo – il nostro intento è stato quello di valorizzare l’intera filiera: dalla ricerca all’ibridazione, dal commercio alla cooperazione, fino naturalmente alla produzione, puntando in particolare sui fiori recisi e le piante succulente dell’imperiese, e sulle piante da vaso dell’albenganese”.




MALTEMPO IN LIGURIA. BELLANOVA, A SAVONA IL 6 DICEMBRE AGRICOLTORI E ALLEVATORI CENTRALI IN CONSERVAZIONE SUOLI. LAVORARE SU STRATEGIA AREE INTERNE

La Ministra Teresa Bellanova sarà il Liguria, a Savona, il 6 dicembre prossimo. A renderlo noto la stessa Ministra che nella giornata di ieri aveva annullato, a causa del maltempo e per solidarietà verso le popolazioni colpite, tutti gli appuntamenti già fissati con Italia Viva.

“Alle donne e agli uomini dei territori liguri colpiti dal maltempo, alle imprese e alle imprese agricole soprattutto dico: non siete soli. Affronteremo le emergenze insieme, con la massima urgenza. Un dato però deve essere chiaro: alle emergenze si pone riparo realmente se si lavora per prevenire, e non solo per contare i danni.

Le immagini drammatiche devono chiamare ognuno di noi a mettere in campo uno sforzo istituzionale in più. Da ministra dell’agricoltura voglio ribadire che il ruolo di presidio svolto da agricoltori e allevatori nella conservazione dei suoli e nella lotta al dissesto va valorizzato e rafforzato. Anche in Liguria, come in tante aree rurali, è in corso un progressivo spopolamento che aumenta ancora il rischio e la fragilità del nostro Paese. Per questo credo che dovremo migliorare i fondi agricoli, a partire dalle opportunità per i giovani, e lavorare sulla Strategia per le aree interne utilizzando per questi territori una parte dei 200 milioni di euro aggiuntivi che sono previsti proprio per le Aree interne dalla legge di bilancio. Il mio Ministero è a disposizione per dare il massimo supporto tecnico necessario”.

Infine, conclude la Ministra: “Lavorare su prevenzione, contrasto al dissesto idrogeologico, rigenerazione territoriale, stop consumo di suolo, significa mettere in campo una strategia integrata fondata su questi obiettivi. Anche per mettere a valore, sbloccandole e utilizzandole efficacemente, risorse già stanziate e disponibili grazie al Governo Renzi. Per questo vanno ripristinate con urgenza le strutture di missione Casa Italia e Italia sicura che nella scorsa legislatura avevano dato ottimo prova di sé, nel merito, nel metodo, nella tempistica. Smantellarle è stato un gravissimo errore. Bisogna porvi rimedio”.




TURISMO, SIGLATO ACCORDO TRA PIEMONTE, LIGURIA E VALLE D’AOSTA

È stato siglato sabato 9 novembre 2019 ad Alba, in occasione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’ Alba, dagli assessori al Turismo della Regione Piemonte, Vittoria Poggio, della Regione Valle d’Aosta, Laurent Viérin e della Regione Liguria, Gianni Berrino, un nuovo accordo di collaborazione nel settore turistico tra le tre Regioni.

“Con tale ulteriore accordo – ha affermato l’Assessore al Turismo della Regione Valle d’Aosta Laurent Viérin intendiamo estendere le azioni di promozione e cultura dei tre territori oltre a creare le sinergie tra i sistemi turistici delle tre regioni così da migliorare la complementarietà delle destinazioni turistiche in termini sia di offerta che di promozione. Grazie a questa nuova collaborazione si estendono le strategie e le programmazioni turistiche che presentano elementi comuni e sinergici. La volontà è quella di identificare nelle proprie specificità ed eccellenze territoriali gli elementi di identità sui quali fondare una maggiore competitività turistica, anche al fine di proporre la propria offerta a nuovi mercati internazionali. Il patrimonio culturale e turistico delle tre regioni di prossimità, unito all’ampia offerta dell’outdoor, sia invernale che estivo, alle eccellenze enogastronomiche e ambientali consentiranno di sostenere le economie locali e raggiungere così importanti risultati a livello turistico, sociale e culturale. Prosegue, oggi, un percorso comune e sinergico che ci auguriamo possa trasformarsi in qualcosa di solido, strutturato e duraturo e in grado di esaltare le peculiarità dei tre territori.”

Nel dettaglio, l’accordo ha l’obiettivo di rafforzare e migliorare l’attrattività turistica dei territori; rafforzare i rapporti di collaborazione proficuamente attuata in precedenti occasioni attraverso l’individuazione di azioni sinergiche, pianificando un calendario comune ; attuare attraverso i soggetti deputati in tema di promozione turistica,  azioni di promozione in una strategia di co-marketing con iniziative concrete quali ad esempio pacchetti vacanza che integrino i rispettivi prodotti turistici; promuovere la collaborazione tra i propri operatori e, in particolare, la ricerca di sinergie idonee a raggiungere obiettivi d’interesse comune.

Dall’accordo sottoscritto oggi nasce, quindi, un’intesa che consentirà di usufruire al meglio delle opportunità offerte dai progetti di cooperazione transfrontaliera e transnazionale cofinanziati dai Fondi europei per un rilancio delle economie turistiche locali mediante la predisposizione di progetti in parternariato.

“Il ruolo strategico del turismo a livello culturale, sociale ed economico viene ribadito anche dall’importante accordo a tre sottoscritto oggi, – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, al Turismo e al Commercio della Regione Piemonte, Vittoria Poggio -. Gli obiettivi dell’accordo tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta rispondono pienamente alle finalità fondanti della nostra nuova legge regionale in materia di turismo culturale, con la quale la Regione Piemonte intende favorire la costituzione e lo sviluppo di sistemi, sia tematici che territoriali, quali strumenti di cooperazione tra territori limitrofi. L’individuazione di azioni sinergiche, con un calendario di iniziative comuni, è da applicare, fra le altre tematiche, per la valorizzazione delle relazioni tra musei e territorio, per la qualificazione dell’offerta di fruizione, per la promozione dei territori stessi, per la dotazione di professionalità, per una più efficace collaborazione tra livello regionale e livello territoriale. E’ necessario, come abbiamo sottoscritto, aprire lo sguardo verso nuove relazioni regionali che consentano la fruizione di centinaia di siti, musei, destinazioni e offerte turistiche, comprensiva anche di eventi, mostre, proposte turistiche e attività destinate ad un target ampio e variegato, distribuite tra la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Liguria.”

“Quello sottoscritto oggi è un accordo di grandissima importanza: si tratta del primo atto dopo l’incontro tra le giunte al completo della Liguria e del Piemonte fatto a Genova qualche settimana fa e che estende l’alleanza turistica in un naturale patto a tre che comprende anche la Valle d’Aosta, ha dichiarato l’assessore alla Promozione Turistica e Marketing territoriale della Regione Liguria Gianni Berrino. Dal mare alle montagne passando per le colline: le tre regioni insieme costituiscono pertanto da oggi un sistema turistico di sicura attrattività. Sono moltissimi i punti comuni tra noi: la firma di oggi ad esempio è avvenuta in un territorio importante come quello di Alba che racchiude una delle eccellenze italiane come il tartufo e la produzione vinicola. Fare dell’enogastronomia di qualità il proprio cavallo di battaglia per la promozione turistica è comune a tutte e tre le regioni coinvolte: la Liguria, ad esempio, può vantare prodotti che conquistano i turisti come il vino, l’olio, il pesto e quelli ittici che tutto il mondo ci invidia. “




AGRICOLTURA, NATA IN LIGURIA LA PRIMA SEZIONE REGIONALE DI “TERRA VIVA”

È stata costituita in Liguria, a Borghetto Vara, la prima sezione regionale di Terra Viva, Associazione Liberi Produttori Agricoli.

A siglare l’atto costitutivo, la Presidente dell’UGC Liguria, Daniela Menini, e il Presidente di Asso.La.Pa Liguria, Davide Piazzi, in presenza del Presidente Nazionale di Terra Viva Claudio Risso e del Vice Presidente Renzo Aldegheri.

“Con questo primo atto – afferma Risso – si avvia il percorso che porterà entro il mese di novembre al completamento della costituzione di Terra Viva in tutte le regioni. Terra Viva nasce come soggetto sociale forte e autorevole ai tavoli della rappresentanza dei produttori agricoli, capace di dare un rinnovato impulso alla progettualità e alle proposte per rispondere ai nuovi bisogni del mondo agricolo”.

Terra Viva, che raccoglie l’eredità di UGC e Asso.La Pa., conta su oltre 50.000 aziende agricole aderenti, con più di 80 sedi in tutte le province. Il proprio Centro di Assistenza Agricola, con operatori e tecnici agricoli qualificati, offre assistenza alle imprese e ai produttori agricoli in tutti gli adempimenti fiscali e amministrativi, tutelandone gli interessi economici e professionali e favorendo migliori condizioni di vita e lavoro anche per i dipendenti.

“Terra Viva è un’associazione che abbiamo sostenuto fin da subito, dedicata ai Liberi Produttori Agricoli e nata per consolidare una visione di sindacato nuovo, che si esprima anche in questo progetto di lavoratori e produttori autonomi e ben rappresentati”, commenta Onofrio Rota, Segretario Generale della Fai Cisl.

I prossimi 9 e 10 Novembre, l’Associazione con i suoi produttori si presenterà ufficialmente, durante la Giornata Nazionale del Ringraziamento che la CEI organizza ad Altamura. Per l’occasione, sarà allestito il primo mercatino Terra Viva con prodotti di eccellenza provenienti da tutta Italia.