Ripristino natura, assessore Beduschi (FdI Lombardia): legge è inaccettabile

“Oggi arriva l’ennesima prova che questo Parlamento europeo, con la sua visione ideologica ed estremista, non solo vuole affossare definitivamente il nostro sistema produttivo agricolo, ma è anche nemico dell’ambiente”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, commenta l’approvazione, da parte del Parlamento europeo, della legge sul Ripristino della natura. La nuova legge fissa l’obiettivo di ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell’Ue entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050. “Il messaggio di questo provvedimento è: smettete di coltivare la terra e quel poco che vi permettiamo di fare sarà sempre più sottoposto a vincoli, mentre al vostro cibo penseranno Paesi che se ne infischiano delle regole. Un approccio ridicolo e pericoloso”.

“Pensare che nel 2024 l’uomo non debba governare l’equilibrio naturale ma osservarlo passivamente è folle”, prosegue Beduschi, “anche perché viviamo in un periodo storico in cui la densità di boschi e foreste è al massimo livello da secoli. Abbandoniamo i campi, distruggiamo gli argini artificiali dei fiumi e facciamo proliferare specie selvatiche invasive fino alle nostre case. Questo è il messaggio che oggi ci arriva da Strasburgo e che non può essere tollerato”.

“Gli stessi che in queste settimane criticano Regione Lombardia e si ergono a paladini dell’agricoltura”, conclude, “oggi hanno gettato la maschera, votando proprio questo provvedimento. Questa è la loro coerenza: sono ‘pro-agricoltura’ quando ci sono i trattori nelle piazze, poi in Europa alzano la mano contro il settore primario”.




Inquinamento, Negri (Pd Lombardia): Non se ne esce finché a governare la Regione sarà immobilismo destra

“Giorgio Maione è sicuro di essere l’assessore all’Ambiente di Regione Lombardia? Ci sorge il dubbio nel momento in cui difende il Pm10 e, già a dicembre, con il bilancio di previsione ha fatto tagli sul suo capitolo pari al 73% delle risorse a sua disposizione”. Se lo è chiesto, non troppo ironicamente, durante la dichiarazione di voto, Simone Negri, consigliere regionale del Pd, intervenendo, stamattina, nella seduta dedicata al dibattito sulle azioni di Regione Lombardia sulla qualità dell’aria. Durante la discussione sono stati presentati tre ordini del giorno, ma quelli dell’opposizione, in particolare l’odg del gruppo del Pd che impegnava il presidente e la giunta a chiedere il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale per la Lombardia e le regioni padane, è stato bocciato.

“L’assessore ci ha fatto un’inutile lezione di geografia, ricordandoci che la Lombardia sta in una sorta di catino orografico, come se fosse una scusante, e ricordandoci che le città non sono più nere di carbone come ai tempi di Dickens, come se non ce ne fossimo accorti. E poi, furbescamente, ha fatto riferimento ai dati pro capite che, essendo noi 10 milioni, chiaramente suonano decisamente meglio”, spiega Negri.

“Si è dimenticato però di dire che la Corte di Giustizia europea, il 12 maggio 2022, ha giudicato il Piano aria di Regione Lombardia inadeguato e inconcludente, che a gennaio scorso c’era, nella nostra aria, 24 volte il Pm10 raccomandato. E sempre a gennaio si è registrato un record di ricoveri di bambini con broncoreattività, che va di pari passo ai tassi di polveri sottili. Ma per la maggioranza, per il suo assessore sembra che tutto questo non esista, che non avvenga in Lombardia”, prende atto il dem.

“E poi basta con l’ideologia, parliamo di dati, di scienza, dei rapporti che la stessa Regione commissiona e presenta, ma evidentemente i consiglieri di maggioranza non leggono e non mettono in pratica. Invece bisogna essere empirici, guardare all’evidenza dei numeri. Certo, se si è convintamente ultraconservatori, se si pensa di fermare il mondo, se, ragionando con la testa nel Medioevo, si crede di poter fare sviluppo senza innovazione tecnologica, senza miglioramento dei saperi, non si va da nessuna parte. Eppure, ci sono cose che si possono fare subito e senza danneggiare nessuno: penso all’efficientamento energetico degli edifici, all’eliminazione delle caldaie a gasolio, alla piantumazione di nuovi alberi. Noi siamo pronti a riflessioni puntuali e bipartisan. Ma lo devono essere anche a destra. Dove invece regna l’immobilismo assoluto, dove un presidente come Fontana dice che lo stato di emergenza è inutile, dove si vive di fatalismo. Ecco, così non ne usciamo, perché sono inadeguati a gestire il problema e noi non possiamo continuare a permettercelo”, conclude Negri.




Confagricoltura Brescia, Garbelli: Avviare tavolo con Regione, Governo ed Europa per condividere strategia di lungo periodo

Come annunciato, si è svolta nella mattinata e nel pomeriggio di oggi a Bruxelles l’assemblea generale di Confagricoltura, alla quale hanno partecipato il presidente Giovanni Garbelli, intervenuto durante il dibattito assembleare, e il direttore Gabriele Trebeschi.

Mentre tra le strade della capitale belga sfilavano centinaia di trattori in protesta, provenienti da tutta Europa, nella sede del Copa Cogeca si sono confrontati i delegati regionali e provinciali della confederazione, con numerosi europarlamentari ed esponenti delle istituzioni, tra cui il ministro Matteo Salvini, l’ex ministro Stefano Patuanelli, gli europarlamentari Silvia Sardone e Carlo Fidanza, il vicepresidente del Senato Gianmarco Centinaio, la bresciana Caterina Avanza e molti altri. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato un video, mentre il ministro Francesco Lollobrigida, impegnato nel Consiglio agricolo europeo, sempre a Bruxelles, si è collegato. Dopo l’apertura del presidente nazionale Massimiliano Giansanti, che ha presentato un documento programmatico alle istituzioni europee per la tutela della produttività e della competitività delle imprese, si è aperto il confronto, mirato ad “arrivare a una proposta unitaria che tuteli gli agricoltori e la sicurezza alimentare europea”.

Dal canto suo il presidente Garbelli, in contatto con numerosi dirigenti e soci bresciani, ha ricordato a tutti che l’incontro a Bruxelles è stato organizzato “proprio perché fuori ci sono i trattori, non dobbiamo dimenticarlo: per chi fa sindacato sul territorio, come me, la protesta va cavalcata in modo diverso, cercando delle risposte concrete per i nostri soci. Noi oggi ci lamentiamo di alcuni fattori, ma io arrivo da un territorio come Brescia, dove ci sono alcune filiere che funzionano bene, come quella del Grana, del Franciacorta e del Lugana. Tra chi soffre c’èla cerealicoltura, insieme ad altri settori. La lamentela è per la mancanza di prospettiva, per questo stiamo qui e per questo dobbiamo fare una riflessione tutti insieme”.

Garbelli ha picchiato duro sulla direttiva nitrati, che “tutti combattiamo da anni e sappiamo che è ingiusta”, ma soprattutto sulla Pac, che penalizza i seminativi, sulle filiere e sulle agroenergie. “Chi sta in piazza sintetizza il nostro malumore, lamenta quel che diciamo tutti da tempo – ha aggiunto -, ma manca una strategia condivisa su come mettere a terra tutte le proposte tecniche che abbiamo avanzato. Io credo che lo si possa fare solo con il dialogo: per questo abbiamo bisogno di sederci attorno a un tavolo con Regione, Governo ed Europa per condividere una strategia di lungo periodo. Abbiamo lavorato tutti in questi anni per salvare un budget, che alla fine è stato preservato, ma con i punti tecnici di oggi salviamo alcuni ambiti,non il sistema. Servirebbe, per questo, coordinare le politiche e leprogettualità regionali, nazionali ed europee per mettere a terrauna strategia di lungo periodo”. La conclusione del presidente Garbelli, guardando al Bresciano, è stata: “È necessario portare valore aggiunto sul territorio, mettere in campo politiche e azioni per trovare questo valore aggiunto sul territorio: c’è ancora tanto da fare”.

Di seguito, i dieci punti del manifesto programmatico di Confagricoltura che, nei prossimi giorni, ciascun presidente provinciale consegnerà al proprio prefetto.

1. Nuovo allargamento della UE. Aumentare in termini reali il bilancio destinato all’agricoltura. Rimodulare gli aiuti diretti della Pac in funzione dell’evoluzione dei prezzi all’origine e della stabilità dei redditi.

2. Cambiamento climatico. Varare il “terzo pilastro” della Pac per la gestione comune dei rischi e dei danni provocati dagli eventi climatici estremi. Aumentare la dotazione finanziaria e rivedere le modalità di funzionamento della vigente riserva di crisi.

3. Sicurezza alimentare. Sospendere l’entrata in vigore di alcuni provvedimenti discussi nel corso della legislatura in scadenza, in attesa delle conclusioni del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura promosso dalla Commissione europea.La sospensione deve riguardare le proposte di regolamento sul ripristino della natura e sulle emissioni industriali. Va anche rivista la Direttiva Nitrati che risale al 1991.

4. Riformulare la proposta sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi secondo il principio della neutralità tecnologica e tenendo conto della specificità dei prodotti destinati all’alimentazione. 

5. Eliminare dalla normativa sulla Pac gli obblighi relativi alla rotazione obbligatoria e alla destinazione non produttiva dei terreni. In via immediata, vanno sospese le sanzioni.

6. Semplificazione amministrativa. Ridurre in misura incisiva gli adempimenti burocratici per gli aiuti diretti della Pac, compresi gli ecoschemi.

7. Reciprocità e controlli sulle importazioni. Assicurare il rispetto delle regole dell’Unione in materia di sicurezza alimentare, biodiversità, tutela del lavoro e del benessere degli animali.

8. Inserire grano e semi di girasole nella lista dei prodotti sensibili prevista nella proposta di regolamento riguardante la proroga della sospensione dei dazi sulle importazioni agroalimentari dall’Ucraina.

9. Moratoria sui crediti per migliorare la condizione di liquidità delle imprese. L’eccezionale aumento dei tassi ha coinciso, a partire dallo scorso anno, con la contrazione dei prezzi all’origine.

10. Sostenere la diffusione delle innovazioni per la competitività delle imprese e per l’affermazione di processi produttivi sempre più sostenibili.




Anbi Lombardia. Report Stagione Irrigua in Lombardia 2023: sempre più evidenti i segni della crisi climatica

Un’altra annata segnata dalla crisi idrica in corso dal 2021: si potrebbero sintetizzare così le conclusioni del Report sulla Stagione Irrigua in Lombardia 2023 appena pubblicato. Il volume presentato oggi a Milano è arrivato alla sua quarta edizione, ripercorre le cifre e i dati sugli usi dell’acqua in agricoltura, grazie alle elaborazioni condotte dal CeDATeR, il Centro Dati Acqua e Territorio Rurale nato dalla sinergia tra l’Associazione nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue della Lombardia (ANBI) e Regione Lombardia.

Come ha esordito nella sua introduzione il presidente di ANBI Lombardia, Alessandro Rota,il quadro che emerge è quello di un’annata irrigua avviata nel segno di una profonda crisi idrica dovuta alla scarsità di precipitazioni, con una disponibilità ridotta del 58% rispetto alla media del periodo di riferimento 2006-2020, su cui ha pesato (-69%) la mancanza di neve. Le piogge copiose di maggio, insieme alla gestione cautelativa e condivisa dei bacini lacustri e idroelettrici montani, hanno consentito tuttavia di chiudere la stagione senza le gravi difficoltà del 2022.

Anche i dati metereologici non hanno aiutato: l’anno idrologico 2022-2023 (1 ottobre 30 settembre) in Lombardia è stato più caldo dall’inizio delle registrazioni, con un valore di temperatura media nel territorio di pianura pari a 16 gradi centigradi, vale a dire di 0,3 gradi più elevata del precedente record del 2015. Questo ovviamente si è ripercosso in un maggiore fabbisogno idrico delle colture, compensato dall’apporto delle precipitazioni della tarda primavera e di luglio, spesso però accompagnate da grandine e da vento forte.

Nel 2023 cala ancora il volume totale stagionale delle derivazioni ad uso irriguo da acque superficiali: dai monitoraggi il valore si attesta sui 6.9 miliardi di metri cubi, con una contrazione del 18% rispetto al valore medio del sessennio 2016-2021. Si tratta di una riduzione di circa metà di quella registrata nell’annata critica 2022, che aveva infatti segnato un crollo del 35% dei prelievi sempre rispetto allo stesso parametro di riferimento.

Fondamentale anche in questa stagione – ha ricordato Rota – è stato il ruolo del Tavolo regionale per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica che ha consentito il coordinamento nella gestione dei bacini lacustri e degli invasi idroelettrici montani. Questo ha permesso di contare su riduzioni contenute delle portate derivate, giungendo quindi a un complessivo soddisfacimento dei fabbisogni irrigui delle colture.I Consorzi di bonifica e irrigazione lombardi ha concluso il presidente – guardano intanto all’immediato futuro: investimenti in infrastrutture e innovazione sono alla base della nostra azione, accompagnata dal rafforzamento di una rinnovata cultura dell’acqua basata sull’approccio scientifico di cui il nostro Report è parte integrante”.

Le dinamiche emerse nel 2023 hanno evidenziato ulteriormente la necessità di approfondire il tema delle interazioni tra irrigazione e acque sotterranee, sia dal punto di vista degli effetti dei prelievi da falda ad uso irriguo, sia del ruolo fondamentale dei sistemi irrigui nella ricarica degli acquiferi. Questo tema, già emerso con forza nella precedente stagione irrigua, si riconferma come ha ribadito il direttore di ANBI Lombardia Gladys Lucchelli – uno dei più complessi e meno conosciuti: solamente una maggiore consapevolezza del ruolo della falda e delle tempistiche e delle modalità della sua ricarica può consentirne un utilizzo equilibrato e sostenibile.

Tutte le edizioni del Report sulla Stagione Irrigua in Lombardia sono liberamente consultabili dal sito internet del CeDATeR

https://cedater.anbilombardia.it/report/




Confagricoltura Brescia, a Bruxelles anche per difendere gli agricoltori bresciani

Il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli e il direttore Gabriele Trebeschi parteciperanno lunedì 26 febbraio all’assemblea straordinaria dell’organizzazione, indetta a Bruxelles in occasione del Consiglio agricolo europeo, per illustrate da un lato le proposte di modifica alla Pac, necessarie nell’immediato al settore primario, e dall’altro per fornire le indicazioni fondamentali per la definizione dell’impianto della prossima programmazione. Per l’occasione, saranno anche presentate le possibili soluzioni ai tanti problemi che affliggono il comparto in questo periodo e che sono state all’origine delle mobilitazioni degli agricoltori delle ultime settimane. Sarà un momento importante per l’agricoltura bresciana, per quella italiana ed europea: sotto accusa ci sono sia la Pac sia l’applicazione del Green deal europeo al settore agricolo.

I primi a scendere in strada con i trattori sono stati gli olandesi già lo scorso anno, poi ci sono stati Germania, Francia, Spagna e Italia, con Brescia che si è resa protagonista della protesta. Il presidente Garbelli ha concluso, in settimana, un tour sul territorio bresciano dove ha incontrato i soci, per raccogliere le loro esigenze e proposte, le difficoltà concrete di questi anni, al fine di fare sintesi e presentare a Bruxelles le vere necessità dei bresciani. “I nostri agricoltori – spiega Garbelli – sono disposti a fare la loro parte, ad assolvere a pagamenti, obblighi, regole, ma di contro chiedono che i loro prodotti siano remunerati al giusto prezzo. Chiedono che la Pac non punti più solo sulla sostenibilità e sugli aspetti sociali, ma che torni a essere una reale politica agricola, che guarda alla produttività e alla redditività. Pac, burocrazia, emissioni, taglio coda, Classyfarm, contratti di soccida, riduzione dei fitofarmaci sono tutti temi per i quali Confagricoltura si è battuta e da attenzionare perché l’Europa torni ad aiutare di più le aziende nella redditività. Capendo, soprattutto, che il modello di agricoltura circolare sviluppato a Brescia è già di fatto un virtuoso”.

Più in generale, Confagricoltura a Bruxelles presenterà le proposte per una radicale riforma della Pac, per puntare sulla semplificazione amministrativa, sulla soppressione delle norme che limitano la capacità produttiva dell’agricoltura e sulla reciprocità in materia di importazioni dai Paesi terzi. “Nel tempo che resta a disposizione prima della conclusione della legislatura europea – afferma Garbelli -, per noi bresciani serve anzitutto bloccare l’entrata in vigore delle intese sulla revisione della direttiva emissioni industriali, che farebbe gravi danni nelle nostre stalle. Soprattutto, deve essere profondamente modificata la Pac, che noi di Confagricoltura abbiamo da subito criticato, sollevando una serie di riserve, perché le imprese agricole sono chiamate ad aumentare gli impegni in materia di sostenibilità ambientale a fronte di minori risorse finanziarie. Inoltre non è stato centrato l’obiettivo della semplificazione amministrativa da tutti auspicato e continueremo nel nostro lavoro per riuscire a far eliminare del tutto l’obbligo della destinazione non produttiva dei terreni previsto dalla Pac”.




Ambiente: a Pavia il primo Parco della salute della Lombardia. Assoverde, Confagricoltura, Képos e Comune di Pavia in convegno a Myplant&Garden

In Lombardia, a Pavia, arriva il primo “Parco della salute”. Il progetto è stato annunciato a Myplant&Garden, la rassegna dell’orto-floro-vivaismo e del paesaggio in corso a Fiera Milano.

 

Il Parco della salute è un’infrastruttura naturale che segue i criteri scientifici forniti da oltre cinquanta esperti: medici, psicologi e professionisti del verde che hanno contribuito alla seconda edizione del “Libro Bianco del Verde”, promosso da Assoverde, Confagricoltura e Képos, in collaborazione con il Crea.

 

L’obiettivo è quello di proporre alle pubbliche amministrazioni uno standard per progettare, realizzare e curare nel tempo parchi e giardini capaci di generare salute nei cittadini, proteggendoli dall’esposizione allo smog, al rumore e ai fenomeni meteorologici estremi, come le ondate di calore. I parchi della salute incentivano l’attività fisica, favorendo coesione sociale e consolidato benessere psicologico.

 

Una sfida che Pavia ha colto in pieno, collocandola nel progetto di riqualificazione del “water front”, per un’idea di città che riporti al centro la natura. In un’area di 8.000 metri quadrati, facilmente raggiungibile, il parco sarà provvisto di prati fioriti e aree boschive dedicati allo sport e al relax. Al suo interno sarà vietato fumare e introdurre alcolici. I lavori inizieranno entro l’estate.

 

«Siamo ben coscienti che il verde rappresenti il più importante investimento per la salute delle persone e dell’intero ecosistema – ha detto Rosi Sgaravatti, presidente di Assoverde –. Siamo lieti che Pavia abbia voluto intraprendere questo percorso e speriamo in un’ampia adesione alla nostra proposta, consapevoli che c’è ancora tanto lavoro, soprattutto sul piano culturale, per dare al verde il valore che merita».

 

«Siamo orgogliosi di essere riusciti a coinvolgere figure professionali così diverse per realizzare questo parco della salute nella nostra città. Offriremo un luogo con criteri certificati per i nostri concittadini, contribuendo a migliorare il benessere degli abitanti e valorizzando il lavoro degli agricoltori, in particolare dei vivaisti», ha affermato Marta Sempio, presidente di Confagricoltura Pavia.

 

«È un onore essere il primo Comune in Lombardia a sottoscrivere questo protocollo d’intesa in Lombardia e fra i primi a livello nazionale. Il Parco della salute è un progetto di grande importanza nel quale crediamo molto e – ha aggiunto il sindaco di Pavia, Fabrizio Fracassi – che si integrerà nel progetto “Pavia città d’acqua” tenendo insieme bellezza, paesaggio, resilienza e benessere delle persone, per di più in un contesto magnifico come quello del Parco del Ticino».

 

«Con questa firma mettiamo un ulteriore, importante tassello verso il completamento degli obiettivi che ci eravamo dati con il Libro Bianco del Verde. Sono soddisfatto – ha concluso Francesco Maccazzola, presidente di Képos – dei risultati che stiamo via via ottenendo per riportare la natura nelle nostre città e preservare le nostre aree verdi, facendole rifiorire grazie alle competenze dei professionisti che operano nel settore».

 

 

 




Il 22 aprile apre il Padiglione Ortofrutticolo del nuovo Mercato Agroalimentare di Milano

Prosegue nel rispetto di obiettivi e tempistiche, il piano di sviluppo Foody 2025 lanciato a fine 2019 da Sogemi e dall’azionista Comune di Milano per portare il nuovo Mercato Agroalimentare a rappresentare il più moderno city hub alimentare d’Europa.

Tra sessanta giorni l’apertura del Primo Padiglione Ortofrutticolo.

Dopo l’apertura a febbraio 2023 delle prime due piattaforme dedicate alla logistica alimentare – oggi in piena operatività con 15 operatori concessionari e oltre 380 lavoratori – sarà operativo dal 22 aprile 2024anche il Padiglione 1 Ortofrutticolo: una struttura imponente, con un’estensione di 47.000 metri quadrati di superficie costruita coperta e 15.000 mq di superficie pertinenziali con 160 baie di carico per carico e scarico merce,  102 punti vendita in cui opereranno 46 aziende di ortofrutta specializzate.

Il Padiglione è realizzato secondo i più moderni standard tecnologici e ambientali, potendo vantare un sistema di logistica centralizzato e digitalizzato per le operazioni di movimentazioni delle merci, un impianto di produzione energetica da fonti rinnovabili con una potenza di 11,3 MWt e standard di sicurezza operativa e alimentare all’avanguardia.

“Ci stiamo avvicinando sempre più ad operare in un moderno comprensorio alimentare in grado di affermarsi e competere a livello europeo: un traguardo sempre più vicino e che solo pochi anni fa era considerato da molti impossibile da raggiungere” commenta il Presidente di Sogemi, Cesare Ferrero. “Con i nuovi edifici daremo vita ad una infrastruttura che, per dimensione, capacità operativa e impatto ambientale, punta a essere un riferimento per il settore. A completamento del piano avremo oltre centomila metri quadrati dedicati ai prodotti ortofrutticoli che si andranno ad aggiungere ai mercati dedicati ai prodotti ittici, alle carni ai prodotti lattiero-caseari e al mercato dei fiori”.

Le prossime tappe di sviluppo del Piano Foody 2025 prevedono il completamento del Padiglione 2 Ortofrutticolo, la ristrutturazione del Palazzo Affari, la realizzazione della sede direzionale, del Centro cotture e del magazzino centrale di Milano Ristorazione, la realizzazione di una piattaforma logistica ittica e la riqualificazione dell’area di Via Bonfadini. Un programma che sarà completato entro la fine del 2025 con un investimento complessivo di 300 milioni di euro.

 




Agricoltura, assessore Beduschi: da anni Lombardia avanti in riduzione emissioni

L’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, interviene nel dibattito sui temi relativi alle emissioni atmosferiche e sul ruolo del settore primario.

 

“Il settore agricolo in Lombardia e in Italia negli ultimi vent’anni – ricorda Beduschi – ha contribuito alla riduzione delle emissioni con percentuali superiori ad altri Paesi che oggi competono con i loro prodotti in modo sleale, aggirando sistematicamente ogni regola ambientale”.

 

“L’atteggiamento dell’Europa – dichiara Beduschi – è ciecamente ortodosso, ostinandosi a imporre limiti alla produzione agricola. Serve invertire questa tendenza e pensare un nuovo patto per l’agricoltura. Che favorisca sempre più le nuove tecnologie che abbattono completamente le emissioni, generando energia e facendo diventare la materia organica degli allevamenti non un problema ma bensì una risorsa. L’Europa deve puntare sul finanziamento di queste tecnologie. Consentendo a tutti gli agricoltori di potersele permettere”.

 

“Questa – prosegue Beduschi – è la risposta. Altro che obbligare a non produrre o, peggio, come è già stato fatto per il fotovoltaico o per il settore dell’auto, continuare a favorire indirettamente il benessere economico dei Paesi che realmente inquinano il mondo e ci vendono prodotti e materie prime mentre noi castriamo la nostra capacità industriale”.

 

“Se l’Europa non cambierà la sua postura – conclude l’assessore lombardo – sarà destinata sempre più a diventare un ‘utile idiota’ del mondo globalizzato”. (LNews)




Agricoltura, Piloni (Pd): Regione Lombardia può fare di più. Anche valorizzando la ricerca che già sostiene

“Regione inizi a valorizzare le ricerche che finanzia, come, ad esempio, quelle che dimostrano che certi prodotti abbattono l’ammoniaca, cioè uno degli elementi che contribuisce a inquinare, presente nei liquami. E sostenendo le aziende a utilizzarli. Forse anche così si può aiutare a risolvere davvero il problema delle emissioni”, risponde così Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd, alle affermazioni dell’assessore all’Agricoltura Beduschi, secondo cui il settore in Lombardia ha ridotto le emissioni con percentuali superiori ad altri Paesi.

“Come abbiamo detto più volte, Regione può fare molto di più rispetto a ciò che fa per il contenimento degli inquinanti, anche in agricoltura. La sproniamo ancora una volta ad agire, utilizzando meglio le centinaia di milioni di euro che l’Europa dà alla Lombardia”, aggiunge il dem.

“Infine, sollecitiamo la Giunta ad accelerare il saldo della Pac alle aziende, senza aspettare giugno. Anche questo è un modo per sostenere concretamente l’agricoltura”, conclude Piloni.




Confai Bergamo: È possibile conciliare sostenibilità e innovazione in agricoltura

A pochi giorni dalla data della prossima celebrazione dell’assemblea di Confai Bergamo, prevista per domenica 25 febbraioLeonardo Bolis, presidente dell’associazione bergamasca e lombarda che riunisce imprese agromeccaniche e agricole, riprende la riflessione intorno all’agricoltura del futuro, tornata sotto i riflettori a causa delle manifestazioni avvenute in varie parti d’Europa nelle ultime settimane.
“Come organizzazione consideriamo fondamentale affermare a chiare lettere che, nel dibattito circa la sostenibilità dell’attività agricola, è profondamente ingiusto attribuire agli agricoltori tutti i problemi che possono soffrire gli ecosistemi, quando di fatto ne sono i custodi – sottolinea Bolis -. Quel che è certo è che il settore non deve rinchiudersi in una posizione unicamente difensiva, bensí ribadire che esistono strade percorribili per conciliare sostenibilità ambientale ed efficienza delle produzioni. In questo contesto è cruciale riconoscere il ruolo chiave delle imprese agromeccaniche”.
Sulla stessa linea d’onda si era espresso nei giorni scorsi il il presidente di CAI Agromec, Gianni Dalla Bernardina, che aveva ribadito il ruolo dei contoterzisti agrari, i quali rendono disponibili tecnologie legate alla cosiddetta agricoltura di precisione “per tutte le aziende agricole europee, grandi o piccole che siano, e ancora di più per quelle italiane, per la tipologia e impostazione strutturale dell’agricoltura in Italia”.
“In questo scenario – aggiunge infine il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo – riteniamo che sia indispensabile un’interlocuzione politica costante tra le amministrazioni regionali, le autorità nazionali e le istituzioni europee affinché si riconosca adeguatamente il ruolo del settore agromeccanico como propulsore dell’innovazione in agricoltura, garantendo l’accesso delle imprese contoterziste alle risorse pubbliche previste per tale scopo”.



Palazzo Lombardia, domani ministro Lollobrigida incontra presidente Fontana e assessore Beduschi

Il Ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, sarà domani a Milano, presso la sede di Regione Lombardia, per un appuntamento istituzionale con l’assessore regionale Alessandro Beduschi sulle criticità del comparto agricolo e le prospettive future.

 

Previsto anche un confronto con il presidente Attilio Fontana.

 

Al termine, il ministro Lollobrigida e l’assessore Beduschi terranno un punto stampa.

 

– ore 12.30 Palazzo Lombardia, ingresso NP, via Restelli – Milano.




Peste suina, Ciocca (Lega): “Provincia di Pavia riconosciuta come esempio virtuoso in Europa, ora avanti con i ristori”

Grande risultato raggiunto quest’oggi in commissione agricoltura al Parlamento europeo sulla peste suina, dove l’europarlamentare della Lega, Angelo Ciocca, ha chiesto espressamente che gli sforzi fatti in provincia di Pavia, riconosciuti anche da alcuni rappresentanti della Commissione europea presenti in aula, siano ora rispettati. Applausi dunque in aula al lavoro svolto, in sinergia tra l’Europarlamentare ed il territorio, nell’affrontare la problematica inerente alla peste suina. “La Provincia di Pavia è stata riconosciuta come un esempio virtuoso in Europa e pertanto, ci aspettiamo rispetto nel non bloccare i nostri allevamenti. Rispetto da questa Ue nel non consentire a chi discrimina carni di maiale di qualità e ipercontrollate, come quelle nostrane, di speculare su questa situazione, già di per sé difficoltosa per i costi relativi a gestione dei capi e rialzo dei mutui. Chiediamo rispetto, basta penalizzare carni provenienti da zone sicure! Basta ai protocolli calati dall’alto da questa commissione europea cieca e sorda alle vere esigenze del comparto. Si preoccupi piuttosto di evitare la concorrenza sleale da Paesi extra Ue come il Canada che esporta grano dannoso per la nostra salute e la smetta di opporsi a delle carni che arrivano da un sistema ipercontrollato e salutare”. Ciocca ha chiesto infine che si proceda con l’erogazione di indennizzi ad hoc. “L’Europa sia rispettosa e riconoscente dei capi di qualità, soprattutto a livello di bio-sicurezza, dal nostro territorio”

Così in una nota stampa l’europarlamentare della Lega, Angelo Ciocca, membro della Commissione agricoltura al Parlamento europeo che quest’oggi, dopo aver accolto una delegazione di rappresentanti di categoria del comparto suinicolo, tra cui Coldiretti e Confagricoltura, ha discusso in eurocamera la difficile situazione che molti allevatori del territorio pavese, ma non solo, si trovano ancora a dover affrontare.

 




Agricoltura. Mancini (FdI): bene iniziativa assessorato Lombardia. Contro governo e ministro Lollobrigida critiche pretestuose e strumentali

“Il settore agricolo ha bisogno di unità e coesione e tutti i cittadini, decisori ed imprenditori, devono lavorare per questo. Le proteste di questi giorni ci impongono di riflettere sulle criticità del settore ma è necessario remare tutti nella stessa direzione. È per questo che le critiche nei confronti del nostro ministro Lollobrigida sono pretestuose e strumentali. Bene quindi l’iniziativa dell’assessorato all’Agricoltura di Regione Lombardia di invitare aziende agricole e privati a scrivere dimostrando la propria vicinanza al ministro e al governo. Una chiara risposta agli sciacalli che gettano benzina sul fuoco”.

Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia, Paola Mancini.




Pesca sul Garda, Beduschi (Lombardia): nuovo regolamento e uno studio sul coregone lavarello

L’assessore all’agricoltura, Sovranità Alimentare e foreste, Alessandro Beduschi, ha incontrato all’incubatoio di Desenzano del Garda (BS) l’assessore regionale alla Pesca della Regione Veneto, Cristiano Corazzari, l’assessore della Provincia Autonoma di Trento, Roberto Failoni, insieme a Mariastella Gelmini e Filippo Gavazzoni, presidente e vicepresidente della Comunità del Garda.

“Regione Lombardia – spiega Beduschi – continua a lavorare per sbloccare la questione del divieto di immissione del coregone nel Lago di Garda. In tal senso l’intesa con Veneto e Trentino per avviare uno studio scientifico teso a dimostrare il riconoscimento del coregone come specie parautoctona rafforza la convinzione di voler presentare tutte le evidenze scientifiche utili ad approfondire questa tematica. La pesca del coregone-lavarello è fondamentale per la sopravvivenza del settore nel bacino e proprio per questo verrà fatto di tutto per dimostrare le nostre ragioni e quelle del comparto”.

“È stato un incontro positivo per il futuro della pesca sul Lago di Garda – dichiara l’assessore veneto Corazzari- perché Veneto, Lombardia e Provincia Autonoma di Trento hanno dimostrato di essere in sintonia. Non solo a breve arriverà un nuovo regolamento sulla pesca per l’intero lago, ma verrà avviato anche lo studio congiunto per fornire elementi utili per la gestione di alcune specie di grande interesse per il mondo della pesca”.

“Il prossimo passo – conclude l’assessore veneto – sarà la sottoscrizione di uno specifico protocollo di intesa per avviare lo studio, ed è prevista inoltre l’attivazione di un tavolo di consultazione permanente tra le amministrazioni regionali e la Comunità del Garda”.




Agricoltura, Beduschi (Lombardia): dal settore ultimatum all’Europa, bisogna cambiare paradigma

L’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, interviene in merito all’audizione tenutasi oggi in Consiglio regionale sul tema delle emergenze legate al settore primario.

“Il dovere della politica – dice Beduschi – è quello di ascoltare. Quindi è stato utile sentire i problemi di chi tutti i giorni lavora per il mondo agricolo, a cui va a 360° la nostra solidarietà, una solidarietà che comprende tutti. Il 23 di gennaio per conto di Regione Lombardia ho portato a Bruxelles istanze di cambiamento, che sono le stesse di tutto il settore che vuole continuare a lavorare senza essere accusato di ogni male”.

“I veri custodi della natura e dell’ambiente – prosegue l’assessore Beduschi – sono proprio gli agricoltori e se si mette in discussione questo si dice una bugia. Spesso le decisioni comunitarie sono state prese al di fuori da qualsiasi criterio di ragionevolezza. Noi vogliamo cambiare questo paradigma a partire dall’Europa, perché l’agricoltura sta affrontando un momento cruciale per il suo futuro”.

“Oggi – conclude – deve partire un messaggio: il mondo agricolo per troppi anni è stato accusato di inquinare ed è stato sottoposto a regole rigidissime, che però in un regime di libero mercato vedono i loro prodotti di qualità confrontarsi con cibi arrivati da Paesi che di queste regole se ne infischiano. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e compito della politica dovrebbe essere quello di schierarsi compattamente con il settore primario”.