Inchieste21/06/2022 13:38

Made In, così l’aggettivo ‘balsamico’ mette a rischio 17 mld di euro in Italia e 75 in Ue. Ma Procedura infrazione ferma sul tavolo di Draghi da otto mesi. Le lettere di Federvini e Consorzio Aceto

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Può un aggettivo mettere a rischio 17 miliardi di euro e 180mila posti di lavoro? Si: l'aggettivo 'balsamico' può tradursi in un cavallo di troia che mette in discussione tutto il sistema delle denominazioni Dop e Igp Made in Italy. La posta in gioco sale se si pensa in un'ottica europea dove il 'pacchetto' vale complessivamente quasi 75 miliardi di euro.

Tutto ha avuto inizio quando il Governo sloveno ha notificato alla Commissione Europea una norma tecnica nazionale in materia di produzione e commercializzazione di aceti, che oltre a porsi in contrasto con gli standard comunitari ed il principio di armonizzazione del diritto europeo, avrebbe creato un precedente gravissimo anche per altre DOP ed IGP.

Secondo la nuova norma slovena, in fase di valutazione presso la Commissione Europea, qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato si potrà chiamare, e vendere, come “aceto balsamico” con grande offesa della tradizione e degli sforzi fatti dai produttori delle eccellenze modenesi. Tale pericolo potrà essere scongiurato solo dopo che il Governo avrà formalizzato l’atto di opposizione entro il 3 marzo.

La denominazione “Aceto Balsamico” potrebbe quindi trasformarsi in uno standard di prodotto, con tutti i danni conseguenti sia sul piano della tutela che di quello economico. La posta in gioco è alta, il solo comparto dell’Aceto Balsamico di Modena vale oltre un miliardo di euro al consumo e le DOP e IGP italiane rappresentano 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione, un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano e un export da 9,5 miliardi di euro che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore, grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti (fonte XVIII Rapporto Ismea-Qualivita), a livello Ue il valore è di circa 74,7 miliardi di euro e muovono oltre 400.000 posti lavoro all’interno della Ue (dati Euipo/Ufficio Brevetti Ue).

Il consorzio, Origin e la politica si sono attivati in tutte le sedi competenti. Pareri circostanziati, ricorsi e task force. Ma la situazione è in stallo all'ultimo miglio: quello di Palazzo Chigi.

Da quanto apprende AGRICOLAE sono ferme infatti sulla scrivania di Mario Draghi le lettere inviate dal presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena e dal presidente di Federvini-Confindustria con si chiede al Premier di autorizzare le competenti autorità ad avviare tutte le possibili azioni nei confronti della Slovenia, in particolare la procedura di contestazione prevista dall'articolo 259 del TFUE a tutela degli interessi della stessa Unione europea e delle norme che ne regolano il funzionamento. In poche parole: procedura di infrazione.

 

La lettera a firma del presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena Mariangela Grosoli è datata infatti 5 ottobre; quella del presidente di Federvini è datata dieci giorni dopo, il 15 ottobre. Otto mesi di galleggiamento che non può far altro che favorire - per chi si intende di norme giuridiche - la posizione del governo sloveno. Oltre al danno economico e di immagine ha subito il Made in Italy agroalimentare in questo arco temporale.

Da un confronto con i competenti Uffici del Mipaaf e con l’Avvocatura dello Stato è infatti emerso che esistono basi giuridiche affinché l’Italia possa avviare la procedura di contestazione prevista dall’art. 259 del TFUE.

Altri Stati membri, che oggi hanno nelle proprie normative sugli aceti la impossibilità di chiamare ‘balsamico’ qualsiasi tipo di aceto, potrebbero avvalersi della stessa, semplice procedura seguita dalla Slovenia per aggirare le tutele che il sistema comunitario
garantisce tanto all’IGP e alle due DOP menzionate quanto a tutti gli altri prodotti a denominazione. Questo rischia di tradursi - secondo le stime - in un calo della produzione e delle vendite di oltre il 60%.

La procedura Ue di notifica di variazione della norma tecnica seguita dalla Slovenia, potrebbe essere utilizzata per attaccare le altre denominazioni Dop e Igp italiane e non solo. di fatto nullificando gli sforzi fatti dai produttori dalle filiere per assicurare notorietà e successo a tali prodotti, garantendo redditi ai territori di origine come vuole lo spirito stesso del regolamento Ue che ha istituito le indicazioni geografiche.

AGRICOLAE pubblica qui di seguito le lettere in PDF:

LETTERA CONSORZIO ACETO BALSAMICO A PRESIDENTE DRAGHI

LETTERA FEDERVINI A PRESIDENTE DRAGHI

Per saperne di più:

Aceto Balsamico, Fiorini: Tutto fermo da mesi a palazzo Chigi, aspettiamo una risposta concreta dal Governo. VIDEOINTERVISTA

Aceto balsamico, Grosoli: avvio infrazione contro Slovenia ferma da mesi alla presidenza del consiglio, a rischio il sistema – VIDEOINTERVISTA

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