Presentato Nero Norcia, un solo weekend ma rimane intatto lo spirito dell’evento

La sfida è importante, stiamo ricostruendo la città sia fisicamente che socialmente, per questo Nero Norcia rappresenta un evento simbolico, che porterà nuova energia alla nostra comunità”. Così il sindaco della città, Nicola Alemanno, ha presentato la 58esima edizione della mostra mercato nazionale del tartufo nero pregiato e dei prodotti tipici, lunedì 21 febbraio a Perugia. Un’edizione dal format ridotto rispetto ai tradizionali tre weekend ma che mantiene intatto lo spirito dell’evento, in programma il 25, 26 e 27 febbraio per celebrare il re tartufo nei circa 50 espositori, accanto a prosciutto Igp e norcinerie, prodotti caseari, lenticchie Igp di Castelluccio e prodotti di apicultura. E quest’anno, gli espositori che avevano partecipato nel 2020 e si erano visti bloccare dalla pandemia nell’ultimo weekend, sono stati ospitati gratuitamente. Saltata anche l’edizione 2021, causa pandemia, ecco che quella che si appresta a vivere la città nursina è fortemente sentita e non si poteva sperare di meglio in quanto proprio nella prima giornata, venerdì 25, ci sarà la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alle 10.30. Novità importanti sono da segnalare sul fronte della viabilità, poiché durante tutta la durata della manifestazione resterà aperta la galleria di Forca di Cerro (da e per Spoleto) e il traforo di Forca Canapine ‘San Benedetto’ (da e per la Salaria, direzione Marche/Lazio).

L’inaugurazione ufficiale è prevista alle 15.30, alla presenza del sottosegretario all’agricoltura Francesco Battistoni, del commissario straordinario alla ricostruzione Giovani Legnini e di istituzioni regionali, provinciali e locali. Il pomeriggio proseguirà con l’intrattenimento e l’animazione della Marching Band. Sabato 26 ancora intrattenimento, spettacoli e musica, in collaborazione con gli elementi del Ferrara Buskers Festival, ‘il festival degli artisti di strada numero 1 al mondo’, che animeranno anche l’apericena tra Porta Romana e Porta Ascolana. Non mancheranno momenti di approfondimento, alle 10.30 in piazza San Benedetto, nel convegno ‘Distretti del cibo: nuove forme di aggregazione per lo sviluppo del territorio’ a cura del Gal Valle Umbra e Sibillini e Regione Umbria, e momenti significativi e simbolici, come l’esibizione dei Cortei storici delle Città di Norcia, Subiaco e Cassino, alla presenza delle rispettive delegazioni, a cui seguirà l’accensione e la partenza della Fiaccola ‘Pro Pace et Europa Una’ alla volta di Madrid prima e Santiago de Compostela poi.

Domenica 26 si aprirà con l’Assemblea nazionale delle Città del tartufo, di cui Norcia è socio fondatore, a cui parteciperanno gran parte degli associati e durante la quale sarà sancito l’ingresso di altri sei nuovi. Il pomeriggio trascorrerà in compagnia della ‘banda più pazza del mondo’, ‘La Racchia’, che a partire dalle 15.30 si esibirà per le vie del paese.

Per onorare il tartufo nero pregiato, inoltre, tutti i ristoranti della città hanno preparato per i clienti un menù degustazione completo, al costo di 60 euro.

“Il prezzo potrebbe sembrare alto – ha detto Pietro Luigi Altavilla, presidente del Consiglio comunale di Norcia – ma in realtà è in linea con la qualità elevata del nostro tartufo nero pregiato, che quest’anno si presenta in minore quantità rispetto al precedente”.

Oltre ad Alemanno e Altavilla, alla conferenza hanno presenziato anche Roberto Morroni, assessore alle politiche agricole e agroalimentari della Regione Umbria, Giuseppina Perla, assessore agli Affari generali, turismo e cultura del Comune di Norcia, e Giuliano Boccanera, vicesindaco di Norcia e vicepresidente dell’Associazione nazionale Città del Tartufo per cui era presente anche il direttore Antonella Brancadoro.

“Sarà un weekend ricco di eventi – ha affermato Alemanno –, con gli operatori economici che utilizzeranno la vetrina che offre Nero Norcia per presentare i loro prodotti. La città di Norcia, con i suoi commercianti, strutture e ristoranti sarà pronta ad accogliere i turisti che vorranno venirci a trovare e che sono certo dimostreranno ancora una volta la loro vicinanza”.

“Ci sono due situazioni, quest’anno che rendono ancora più forte il significato di Nero Norcia – ha dichiarato Morroni –. La prima è stata il riconoscimento da parte dell’Unesco circa il valore dell’attività di cerca e cavatura del tartufo come patrimonio immateriale dell’Umanità e l’altra la scelta da parte della Giunta regionale di costituire la filiera del tartufo, un’opportunità di grande rilievo per fare dell’Umbria la capitale italiana e perché no, anche mondiale, di questo straordinario prodotto del nostro territorio”.

“Quasi tutti i Comuni che fanno parte dell’associazione nazionale Città del tartufo saranno a Norcia – ha affermato Boccanera –. Siamo orgogliosi che la prima assemblea che viene fatta dopo il traguardo Unesco, che ha riconosciuto una tradizione, una cultura propria del tartufo, sia fatta a Norcia che è la patria del tartufo nero”.

Per rimanere aggiornati si può consultare il sito www.nero-norcia.it, la pagina Facebook @NeroNorciaTartufo o contattare la segreteria organizzativa al numero telefonico 0743.8287711 o all’indirizzo e-mail [email protected].

 




Marche, Peste suina africana: incontro tecnico preliminare per l’istituzione dell’Unità di crisi

“Prevenire per ridurre il rischio di contagio e di diffusione della malattia”. È l’invito rivolto dal vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura, ai tecnici, riuniti in videoconferenza, in vista dell’attivazione dell’Unità di crisi di gestione della Peste suina africana. Un virus che non colpisce l’uomo, ma che sta ugualmente allarmando l’Europa per i danni economici arrecati al settore agroalimentare e zootecnico. I primi focolai sono già stati rilevati in Italia, non nelle Marche, per cui è necessario attivare tutte le misure di prevenzione e contenimento della malattia, alla cui diffusione contribuisce la popolazione selvatica dei cinghiali. “Non possiamo permetterci di inseguire l’evoluzione della situazione, ma dobbiamo cercare di prevenirla e, soprattutto, gestirla. In tutta Italia si stanno mettendo in atto sistemi di prevenzione – ha ricordato Carloni – Dobbiamo valorizzare le opportunità offerte dalla rete venatoria e zootecnica per adottare tutte le misure di prevenzione possibili”. All’incontro hanno partecipato, da remoto, tecnici regionali, dell’Asur, dell’istituto zooprofilattico Umbria Marche, polizia provinciale e carabinieri forestali. Dalla riunione sono emerse indicazioni che andranno formalizzate dalla Regione Marche e che integreranno le disposizioni nazionali vigenti. Alcune sono già state emanate, come quelle relative alla vigilanza passiva – da parte dei cittadini, allevatori, cacciatori – per segnalare alle autorità competenti l’avvistamenti di carcasse di animali selvatici. Altre, come le misure di biosicurezza per evirare contatti tra allevamenti e selvatici, verranno formalizzate con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e l’insediamento dell’Unità di crisi. “Siamo in una situazione di allerta e non ancora di emergenza, che stiamo affrontando con le dovute attività. L’Unità di crisi, che insedieremo, fornirà tutte le ulteriori indicazioni tecniche e operative che adotteremo per gestire la situazione”, conclude il vicepresidente Carloni.




Marche, Reshoring: pubblicata la graduatoria del bando concluso il 24 novembre scorso

La Regione Marche ha pubblicato la graduatoria del bando “reshoring” concluso il 24 novembre scorso. A disposizione ci sono 2 milioni di euro per il recupero e la riqualificazione di fabbricati dismessi o per l’ampliamento di quelli produttivi esistenti. Sono 41 le imprese che potranno beneficiare del sostegno regionale, per una contribuzione media di quasi 50 mila euro. “È un aiuto concreto per favorire la ripartenza delle micro e piccole imprese artigianali, in particolare quelle che hanno deciso di operare nell’entroterra. Con questi incentivi potranno recuperare e ampliare le unità produttive, generando anche nuova occupazione”, sottolinea il vicepresidente Mirco Carloni, assessore alle Attività produttive. Il bando rientrava in un pacchetto di misure predisposto dalla Regione per sostenere l’artigianato. Dopo l’approvazione, avvenuta lo scorso agosto, della legge regionale di settore, la Giunta regionale ha programmato una serie di interventi per accompagnare la nuova normativa. “A breve emaneremo altri bandi, per complessivi 4,5 milioni di euro, che favoriranno la digitalizzazione, la nascita e lo sviluppo di nuove imprese, il loro ammodernamento strutturale e tecnologico – anticipa Carloni –  Con complessivi 6,5 milioni di euro stiamo delineando uno scenario di sviluppo organico del comparto artigiano regionale per soddisfare le attese degli imprenditori e delle associazioni di categoria. Da evidenziare, per quanto riguarda il bando reshoring, che l’intervento avrà positive ricadute ambientali, in quanto eviterà il consumo di suolo, puntando, in particolare, sulla riqualificazione delle aree artigianali e industriali abbandonate o dismesse”.

 




Vino (Imt): Boom spumanti marchigiani, imbottigliato a +58% sul 2020

Anno spumeggiante per le bollicine marchigiane, che si apprestano a chiudere il 2021 con un imbottigliato a +58% rispetto al 2020, pari a 360mila bottiglie a denominazione d’origine.  Di queste, una su tre verrà stappata proprio nel corso delle festività natalizie. Un rimbalzo della tipologia che maggiormente ha sofferto i lockdown, che si tradurrà a fine anno in un aumento di oltre 130 mila bottiglie di spumanti, a partire dall’exploit del Verdicchio dei Castelli di Jesi (+70%) in versione bollicine. Lo rileva l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), che con 16 denominazioni e 652 soci rappresenta circa il 70% dell’intero export vinicolo della regione.

 

Secondo le stime previsionali Imt, a trascinare la squadra delle bollicine afferenti al Consorzio c’è il Verdicchio dei Castelli di Jesi Spumante con un imbottigliato che quest’anno sfiora le 170mila bottiglie e che rappresenta i due terzi della produzione spumantistica delle Marche. Sugli scudi però sono tutte le produzioni artigianali di altissima qualità, a partire dal Verdicchio di Matelica Spumante al Colli Maceratesi Ribona, alla Vernaccia di Serrapetrona, fino al San Ginesio e al Bianchello del Metauro Spumante.  Secondo il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni: “A causa della loro particolare morfologia – perlopiù composta da piccole e micro-imprese – le aziende vitivinicole marchigiane hanno sofferto l’emergenza in misura maggiore rispetto alla media nazionale. Oggi possiamo dire che il settore è ripartito e lo ha fatto anche con una tipologia, quella degli sparkling, che offre ampi margini di crescita. In particolare, le uve di Verdicchio rappresentano una unicità per la propria versatilità, dai bianchi fermi, a quelli dolci fino agli spumanti”.

 

Ottime conferme arrivano anche dal fronte delle guide: sono 96 i massimi riconoscimenti ottenuti nel 2021 dai vini marchigiani secondo le sette principali guide di settore del Belpaese (Gambero Rosso, Bibenda, Vinibuoni d’Italia, Slow Wine, Veronelli, Guida Essenziale ai Vini d’Italia e Guida Vitae Ais). Anche in questo caso il protagonista assoluto è il Verdicchio con 68 premi (53 per il Verdicchio dei Castelli di Jesi e 15 per il Verdicchio di Matelica).




Vino, oltre 3 milioni di euro per la promozione e investimenti in cantina. Mazzoni (direttore Imt): occasione di ripartenza da regione per le aziende vitinicole

Oltre tre milioni di euro per la promozione e gli investimenti in cantina. Sono i numeri messi a disposizione dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Marche attraverso l’approvazione dei bandi per la promozione Ocm vino nei Paesi terzi (1,8 milioni di euro) e PNS (Programma Nazionale di Sostegno del settore vino) relativo agli investimenti in cantina (2 milioni di euro). Un piano per la ripartenza affidato all’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) e al Consorzio Vini Piceni.

 

Due progetti per un programma che prevede la partecipazione a fiere e manifestazioni internazionali, campagne di informazione e formazione in particolare sui sistemi delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e della produzione biologica, azioni di marketing fino agli investimenti per la costruzione delle infrastrutture vitivinicole finalizzate alla produzione, commercializzazione e degustazione dei vini, per l’allestimento nei punti vendita aziendali di sale dedicate ai tasting e per la creazione di siti internet finalizzati alla vendita delle etichette online.

I paesi obiettivo per la promozione saranno Stati Uniti, Canada, Giappone, Cina e Australia.

 

Per il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni: “Apprezziamo l’impegno e la vicinanza dell’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Mirco Carloni, che ancora una volta dimostra di credere molto nel nostro settore e nel suo rilancio. Un’occasione importante anche alla luce della morfologia delle aziende marchigiane, di piccole dimensioni ma fortemente orientate alla qualità che hanno sofferto a causa delle chiusure e delle restrizioni dell’ultimo anno. L’obiettivo è ora sfruttare al meglio i finanziamenti per rilanciare e per valorizzare il nostro territorio e le nostre produzioni vinicole”.

 

Le Marche parteciperanno a Vinitaly Special Edition (17-19 ottobre, Veronafiere) con una collettiva di 12 top aziende e un tasting al “plurale” in programma domenica 17 ottobre.

Elenco aziende partecipanti: Azienda Agrobiologica San Giovanni, Belisario, Cantina dei Colli Ripani, Casalfarneto, Garofoli, La Canosa, Poderi del Conero, Tenuta Cocci Grifoni, Tenuta di Tavignano, Terre Cortesi Moncaro, Umani Ronchi, Velenosi.

 




Marche, agroalimentare è risorsa per sviluppo Parco del Conero e territorio Battistoni: unità di intenti è un grande vantaggio. Silvetti: agricoltori primi custodi

Condivisione, unità di intenti, sinergia, equilibrio tra tutela e valorizzazione delle attività produttive. Ecco le parole d’ordine emerse tra i vertici istituzionali del Parco, quelli politici, accademici e il mondo dell’agricoltura ribadite nel corso dell’incontro tematico organizzato dallo stesso Ente Regionale Parco del Conero in collaborazione con le principali sigle Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri.

Daniele Silvetti Presidente dell’Ente Regionale Parco del Conero, ha introdotto l’incontro ricordando la necessità di lavorare alla valorizzazione del territorio del Parco composto da 6.000 ettari di estensione tra 4 comuni con coloro che vi operano «di questo che potrebbe essere definito un parco agricolo considerando – ha detto – che il 50% del territorio è destinato all’agricoltura e, di questo, il 50% è destinato al seminativo». La valorizzazione anche di questa attività produttiva e imprenditoriale è strategica, un piccolo laboratorio a cielo aperto, che ha bisogno della modifica di alcuni strumenti normativi. «Per questo – ha aggiunto – abbiamo previsto una Commissione tecnica per modificare il Piano del Parco che definisca le osservazioni da condividere con tutti gli attori coinvolti per dare strumenti nuovi e certi. Questo è coerente col nostro obiettivo di prevedere progettualità che consentano a questo Ente di produrre risultati valorizzando le proprie professionalità attraverso un dialogo costante con Regione Marche che sia un rapporto di dare e avere». «Le aree protette – ha aggiunto Silvetti – hanno bisogno di avere risorse per evitare ogni difficoltà in termini di programmazione. Da qui l’idea di riprendere il progetto di filiera certa che parta dal produttore e arrivi al consumatore.

Per Mirco Carloni, Vice Presidente della Giunta Regionale ed Assessore all’Agricoltura «oggi è l’occasione per ribadire il ruolo del Parco del Conero, serbatoio di coltura e di cultura agricola, che va sviluppato e messo a sistema in filiera così da valorizzazione sia il territorio sia chi vi lavora». «Abbiamo bisogno – ha detto – di coltivazioni di qualità e il Parco del Conero può partecipare a pieno titolo proprio ad una produzione di qualità che non solo tuteli i consumatori ma sia uno strumento di promozione del territorio e della Regione Marche».

Il Senatore Battistoni, Sottosegretario all’Agricoltura ha sottolineato l’unità di intenti tra l’istituzione Parco e le associazioni di categoria. «Con piacere – ha detto – apprendo la perfetta sintonia che sono un volàno per questo territorio e un traino per l’economia di questo territorio». «Nelle Marche – ha ricordato – c’è grande tradizione del biologico. Il 5% dell’agricoltura biologica italiana è nelle Marche e la percentuale è di oltre il 20% rispetto alla media nazionale del 15%. L’agricoltore è il primo a rispettare l’ambiente e il suo ruolo va valorizzato con l’approvazione, speriamo in tempi brevi, della legge in discussione».

Anche su queste tematiche è proficuo il confronto sotto l’aspetto tecnico con l’Università Politecnica delle Marche. Davide Neri, Professore Ordinario alla Facoltà di Agraria ha sottolineato che «puntiamo ad un approccio di collaborazione che si basi sulla sostenibilità attraverso l’innovazione e la formazione – ha detto – tenendo insieme l’innovazione e la tradizione e penso alle molte specie antiche che si trovano in questo Parco». «Occorre ritrovare varietà antiche, riportarle in campo, selezionarle. Il caso dei “paccasassi” è un caso di successo nel quale hanno vinto tutti: università, agricoltori, ristoratori.

Pieno appoggio da parte tutte le sigle sindacali al lavoro del Presidente Silvetti.

Per Giuditta Politi, Cia: «Gli agricoltori si impegnano a rispettare i vincoli essendo manutentori del territorio e tale impegno dovrebbe avere un riconoscimento anche economico. La burocrazia è un problema e ben venga il cambio delle norme. Saremo attenti a valutare le proposte assicurando che la comunità del Parco è coesa e sinergica».

Per Alessandro Alessandrini, Confagricoltura: «Noto un cambio di passo della nuova presidenza del Parco, nel voler gestire il problema della fauna selvatica e nell’aver sottolineato che l’importanza delle attività economiche. L’agricoltura era vista come qualcosa che andava contro l’ambiente. Ovviamente per noi non è mai stato così. Siamo favorevoli a iniziative di filiera sia corta che lunga».

Per Giovanni Bernardini, Copagri: «Il 50% della superficie del Parco più che coltivata è custodita dagli agricoltori perché la redditività non è garantita. In Senato è in discussione una legge che riguarda l’istituzione della figura dell’agricoltore-custode. La situazione burocratica circa la tempestività degli aiuti va corretta. Sui cinghiali ben venga la zona di rispetto allargando i confini perché è uno degli elementi alla base della volontà di dare un futuro a questa attività».

Per Maria Letizia Gardoni, Coldiretti: «Questo Parco è fortemente antropizzato e quindi è necessario introdurre un elemento di gestione per le tante imprese che vi insistono. La filiera agroalimentare determina una fruibilità precisa del territorio recuperando il brand legato al Parco del Conero e una filiera che preveda un grande coinvolgimento di tutti gli attori».




Copagri Marche: “RacContadino”, dal 27/05 una mostra fotografica itinerante per raccontare la regione con l’agricoltura

Raccontare le Marche attraverso i protagonisti dell’agricoltura è solo uno dei tanti obiettivi del progetto ‘RacContadino’, nell’ambito del quale è stata allestita una mostra fotografica itinerante utilizzando gli spazi delle pubbliche affissioni, che in questo periodo a causa della pandemia sono quasi sempre desolatamente vuoti”. Lo sottolinea la Copagri Marche, che ha ideato e promosso l’iniziativa, in collaborazione con CIA Pesaro-Urbino, Marca di Ancona CIA e CIA Service Group, realizzata con il patrocinio del Comune di Ancona e grazie al cofinanziamento della Camera di Commercio delle Marche.

 

“Oltre a ridare colore agli spazi pubblicitari dei centri storici, vogliamo invitare i cittadini a riscoprire le numerose bellezze delle Marche, che non a caso è la regione delle mille agricolture, andando al contempo a dare risalto al fondamentale ruolo svolto dagli agricoltori quali custodi e veri e propri alfieri del territorio”, spiega il presidente della Copagri Marche Giovanni Bernardini.

 

“Gli scatti, che saranno in mostra da giovedì 27 maggio nella splendida cornice della Mole Vanvitelliana di Ancona, mostrano i volti, e al contempo le storie, dei produttori agricoli della Regione, ritratti nei luoghi simbolo della cultura, della storia e del paesaggio delle cinque province delle Marche; in questo modo, vogliamo testimoniare simbolicamente, grazie a fotografie che riteniamo altamente evocative, quanto gli agricoltori siano architetti del paesaggio e promotori del turismo, grazie al loro lavoro quotidiano e ai loro prodotti enogastronomici, vero biglietto da visita del Made in Marche nel mondo”, prosegue Bernardini.

 

La mostra fotografica sarà visibile gratuitamente dal 27 maggio al 2 giugno, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 19:30, presso la Mole Vanvitelliana di Ancona. A questo primo appuntamento anconetano faranno seguito altre iniziative, nell’ambito delle quali le fotografie saranno esposte in altre province della Regione. Maggiori dettagli sono consultabili sul sito www.raccontadino.it e sulla pagina Facebook “Il RacContadino” o scrivendo a [email protected].




Distretto biologico unico delle Marche: a pochi giorni dalla firma, già 571 adesioni Carloni: Un risultato atteso, la strada intrapresa dalla Regione è quella giusta

Voglia di bio e di promuovere il brand Marche. Già 571 le adesioni pervenute”. È quanto evidenzia il vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura, commentando l’alto numero di realtà produttive marchigiane che hanno aderito al neonato Distretto biologico unico delle Marche, a pochi giorni dalla firma del Patto per il biologico con le organizzazioni agricole più rappresentative e la Camera di commercio. “Un risultato che non ci sorprende perché atteso, in quanto abbiamo sempre creduto nelle potenzialità di questo settore e della necessità di metterlo a rete, superando le frammentazioni, per poter incidere sui mercati nazionale e internazionale”, commenta Carloni. Quello del Distretto biologico, “è uno strumento nuovo a cui la nuova Giunta regionale ha lavorato subito dal suo insediamento. Abbiamo trovate nelle associazioni aderenti (Agci, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Legacoop, Uecoop, Unci), grande attenzione e voglia di essere protagoniste con noi, partendo dalle esperienze consolidate come le filiere biologiche e gli accordi agroambientali di area. Ora, insieme, potremo guardare con più ottimismo al vero obiettivo della Regione e delle associazioni: fare delle Marche il distretto più grande d’Italia e d’Europa”.




Copagri Marche: i produttori agricoli sono pronti a raccogliere la sfida dell’agricoltura 4.0, a partire dall’utilizzo dei droni

La ricerca, l’innovazione e il trasferimento delle nuove tecnologie in agricoltura sono temi molto sentiti dai produttori agricoli, in quanto offrono sensibili possibilità di incrementare la redditività e soddisfano appieno la spinta comunitaria verso la riconversione ecologica e una maggiore sostenibilità del settore. È quanto emerso durante i lavori del partecipato webinar “La sfida dell’agricoltura 4.0: dialogo a partire dalla Proposta di Legge sull’uso dei droni in agricoltura”, tenutosi oggi e promosso dalla Copagri Marche attraverso la sua società di servizi, l’Agenzia di Sviluppo Rurale.

L’agricoltura 4.0, la blockchain e l’utilizzo dei droni nel comparto primario sono stati solo alcuni dei temi eviscerati durante l’iniziativa, alla quale hanno offerto il loro autorevole contributo, davanti a una platea virtuale composta perlopiù da agricoltori e addetti ai lavori, diversi rappresentanti delle istituzioni e numerosi esponenti del mondo accademico e della ricerca.

“Nell’ambito del PNRR e delle innovazioni su cui dobbiamo puntare per rendere sempre più sostenibile la nostra agricoltura, ritengo importante intervenire normativamente per assicurare la possibilità di impiegare i droni per la distribuzione di agrofarmaci. Ho presentato più volte un emendamento a riguardo e sono certo che, a breve, troveremo una risoluzione definitiva, magari anche prevedendo incentivi per le imprese. Gli aeromobili a pilotaggio remoto si caratterizzano per la limitata quota di volo, per il ridotto carico utile, per l’elevata precisione di posizionamento e per la possibilità di muoversi anche in spazi ristretti; ciò permetterà una drastica riduzione dell’impronta ecologica dell’uso dei fitofarmaci, con un guadagno economico e ambientale”, ha osservato il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella.

“I droni permettono agli agricoltori di risparmiare tempo e lavoro oltre a migliorare la qualità dell’ambiente, del prodotto finale e della vita, perché l’irrorazione del fitosanitario avviene direttamente sulla coltura evitando dispersione di prodotti nocivi. Non ha senso continuare a impedirne l’uso in nome di una norma emanata quando c’erano a disposizione solo aerei ed elicotteri che, per l’impossibilità di agire a breve distanza, disperdono sostanze. Preso atto che il cropspraying con i droni è veloce e di grande precisione, perché si limita ad irrorare esclusivamente la coltura, ci siamo subito attivati perché innovazione e sostenibilità non siano solo uno slogan, ma un binomio per identificare l’agricoltura del terzo millennio”, ha evidenziato l’onorevole Tullio Patassini, primo firmatario di una PdL per l’utilizzo dei droni in agricoltura.

“La Regione Marche crede molto nell’innovazione e nell’importanza di trasmetterla al comparto agricolo di un territorio che da questo punto di vista è già all’avanguardia; voglio infatti ricordare che le Marche, conosciute anche come la regione delle mille agricolture, è prima in Europa in termini di superfici coltivate a biologico. E’ proprio con questo spirito che abbiamo messo in campo, grazie ai fondi del Programma di Sviluppo Rurale, l’innovativo progetto S.F.ID.A., che punta molto proprio sull’utilizzo dei droni per lo sviluppo e la crescita del settore primario”, ha poi fatto notare il vicepresidente della Regione Marche Mirco Carloni, che ha, fra le altre, anche la delega in materia di agricoltura.

“I produttori agricoli sono pronti a raccogliere la sfida dell’agricoltura 4.0, a partire dall’utilizzo dei droni; è per questo che abbiamo accolto con entusiasmo l’iniziativa della Regione Marche, che ha messo in campo il progetto S.F.ID.A., il quale prevede l’uso dei droni nella gestione delle coltivazioni, con sperimentazione già avviate sugli oliveti, irrorati con prodotti biologici destinati a combattere la mosca dell’ulivo. Inserire questa tecnologia nelle coltivazioni, oltre a ridurre in maniera importante l’impatto ambientale, consente di contenere i costi di produzione, andando al contempo a incrementare la marginalità dell’imprenditore agricolo, che è da sempre uno degli obiettivi primari dell’operato della Copagri”, ha affermato il presidente della Copagri Marche Giovanni Bernardini, concludendo i lavori dell’iniziativa.

Agli interventi istituzionali hanno fatto seguito quelli dei rappresentanti del mondo accademico e della ricerca, per il quale hanno portato il loro contributo Pamela Lattanzi, docente dell’Università degli Studi di Macerata, Antonietta La Terza, docente dell’Università degli Studi di Camerino e Sandro Nardi, del Servizio Fitosanitario Regionale ASSAM Marche.

L’iniziativa, accreditata dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali delle Marche e dal Collegio dei Periti ed Agrotecnici Marchigiani, è stata realizzata grazie al cofinanziamento del PSR Marche 2014-2020 misura 16.1.




Copagri Marche: droni in agricoltura, domani webinar “La sfida dell’agricoltura 4.0”, con Gallinella, Viviani, Patassini e Carloni

“I recenti orientamenti comunitari in materia di sostenibilità e di conversione ecologica si traducono sempre più spesso in una decisa spinta verso la ricerca e l’innovazione, in tutte le forme nelle quali possono venire declinate; tra queste figura senza ombra di dubbio l’agricoltura 4.0, ovvero l’evoluzione del concetto di agricoltura di precisione, utilizzato per definire interventi mirati ed efficienti in campo agricolo tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie, quali ad esempio la blockchain e l’utilizzo dei droni”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Marche Giovanni Bernardini alla vigilia del webinar “La sfida dell’agricoltura 4.0: dialogo a partire dalla Proposta di Legge sull’uso dei droni in agricoltura”, che si terrà domani, venerdì 23 aprile, a partire dalle ore 15:00 sulla piattaforma zoom.

 

“Riteniamo quindi fondamentale che il comparto primario abbracci con sempre maggiore convinzione le sfide della ricerca e dell’innovazione, sfruttando tutte quelle possibilità offerte dalle nuove tecnologie; in tal senso, non possiamo che esprimere soddisfazione per i contenuti di provvedimenti normativi che vanno nella direzione di promuovere lo sviluppo dell’agricoltura 4.0, quali ad esempio la Pdl in materia di autorizzazione all’impiego sperimentale di aeromobili a pilotaggio remoto nelle attività agricole per l’irrorazione aerea di prodotti fitosanitari, che sono certò saprà dare una positiva e sensibile accelerata alla diffusione di questa importante tecnologia”, aggiunge Bernardini.

 

Ai lavori, che saranno moderati dal presidente della Copagri Marche Giovanni Bernardini, cui spetteranno inoltre l’introduzione e le conclusioni dell’incontro, interverranno il presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati Filippo Gallinella, il capogruppo della Lega in Commissione Agricoltura della Camera Lorenzo Viviani, l’onorevole Tullio Patassini, primo firmatario di una Proposta di Legge per l’utilizzo dei droni in agricoltura e il vicepresidente della Regione Marche Mirco Carloni. A rappresentare il punto di vista del mondo accademico e della ricerca saranno i contributi di Pamela Lattanzi, docente dell’Università degli Studi di Macerata, Antonietta La Terza, docente dell’Università degli Studi di Camerino e Sandro Nardi, del Servizio Fitosanitario Regionale ASSAM Marche.

 

Per partecipare al webinar, che sarà gratuito ed accreditato dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali delle Marche e dal Collegio dei Periti ed Agrotecnici Marchigiani, sarà necessario prenotarsi scrivendo a [email protected]. L’iniziativa è promossa dalla Copagri Marche attraverso la sua società di servizi, l’Agenzia di Sviluppo Rurale, che è partner dell’innovativo Progetto S.F.ID.A., ed è realizzata grazie al cofinanziamento del PSR Marche 2014-2020 misura 16.1.

 




Fai Cisl Marche, Danilo Santini eletto segretario generale

Danilo Santini è il nuovo Segretario Generale della Fai Cisl Marche. Ad eleggerlo è stato il Consiglio Generale della federazione regionale riunitosi oggi in presenza a Fermo nel pieno rispetto delle normative anti Covid, con la partecipazione del Segretario Generale della Cisl Marche, Sauro Rossi, e del Segretario Generale della Fai Cisl nazionale Onofrio Rota. “Da parte mia e da tutta la segreteria nazionale – ha detto Rota nel suo intervento – auguri di buon lavoro e congratulazioni a Danilo, ha conoscenza e sufficiente esperienza per interpretare al meglio i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori, è la persona giusta per rafforzare la nostra rappresentanza in un territorio in cui l’agroalimentare ha conosciuto una crescita sia quantitativa che qualitativa enorme, e su di lui abbiamo riscontrato un consenso ampiamente condiviso. Riconoscenza e un grande ringraziamento vanno a Giuseppe Giorgetti per il lavoro svolto in questi anni con passione e coerenza, dando alla federazione regionale unità e radicamento nel tessuto sociale e produttivo”.
Danilo Santini, 47 anni, originario di Fano, ha iniziato la sua militanza nella Fai Cisl Pesaro dal 2000, prima come operatore e poi, per due mandati, come Segretario Generale, ed è diventato componente della segreteria regionale nel 2013, dove ha esercitato le sue deleghe su pesca, forestazione, consorzi di bonifica, cooperative agricole, diventando nel 2016 anche segretario amministrativo. Per il settore pesca, in particolare, svolge il ruolo di coordinatore regionale e dal 2018 segue i lavori della Commissione acquacoltura a Bruxelles. La Fai Cisl Marche conta quasi 4 mila iscritti. A guidare la federazione, al fianco di Danilo Santini, saranno Gabriele Monaldi, eletto Segretario Generale aggiunto, e Anna Barba e Stefano Pepa in qualità di componenti di segreteria. Erano presenti al Consiglio Generale anche Alfonso Cifani, della Ast Cisl Fermo e Maurizio Andreolini, vicepresidente di Terra Viva Marche. “Ringrazio tutti coloro che nella federazione mi hanno aiutato a crescere – ha detto Santini – praticando la cultura delle relazioni industriali e del dialogo sociale anche in situazioni difficili e complesse, nell’ottica di trovare sempre soluzioni a favore dell’occupazione e della qualità del lavoro”. Tra i temi emersi durante gli interventi, particolare rilievo hanno avuto le mobilitazioni in corso in questi giorni a livello nazionale sia per i lavoratori agricoli, esclusi dai ristori nonostante abbiano perso milioni di giornate di lavoro, che per gli operai idraulico forestali, senza contratto nazionale dal 2012.




Marche, Giunta ha emanato le disposizioni attuative in materia di ittiturismo, Carloni: “Ultimo passaggio necessario per rendere operativa la legge”

“Con questa delibera la Giunta regionale finalmente rende possibile una nuova opportunità, da anni ferma, per gli imprenditori della pesca che potranno aprire attività di ricezione e somministrazione per promuovere il nostro prodotto ittico e far vivere un’esperienza gastronomica ai turisti. Il mio auspicio è che, in questo senso, possano aprire nuove attività e nuovi posti di lavoro”. È quanto ha affermato il vicepresidente Mirco Carloni, assessore alla Pesca, dopo che la Giunta regionale ha approvato la delibera attuativa sull’ittiturismo. Normato con legge regionale 33/2019 e disciplinato con regolamento regionale 1/2021, il comparto del turismo legato alla pesca aveva bisogno dell’ultimo passaggio necessario per rendere operativa questa opportunità nelle Marche. La Giunta ha approvato il modello di Scia, di piano aziendale e le disposizioni igienico sanitarie da rispettare nella preparazione e somministrazione degli alimenti. “Le Marche si allineano a quanto sta evolvendo a livello nazionale, per consentire alle imprese della pesca di acquisire quella multifunzionalità capace di garantire un’integrazione del reddito e di valorizzare una filiera produttiva, anche del pesato, locale”, ha detto Carloni.




Ciclo di incontri del Psr Marche 2021/2022, rinviato l’appuntamento odierno di Castelraimondo

È stato rinviato, a data da destinarsi, l’odierno appuntamento di Castelraimondo, promosso dalla Regione Marche nell’ambito del ciclo di incontri per la raccolta delle istanze del mondo agricolo. Cinque momenti di confronto con il territorio per condividere il biennio conclusivo del Programma di sviluppo rurale delle Marche 2012/2022. L’incontro rinviato si sarebbe dovuto tenere nel pomeriggio, presso il Lanciano Forum.




Il PSR Marche per il 2021/2022, Carloni: Decidiamo insieme come investire 170 milioni. Ascoltiamo il territorio

Prosegue il percorso di ascolto e di condivisione con quanti operano, ogni giorno, nel sistema rurale: imprenditori agricoli, rappresentanti delle associazioni, mondo accademico, istituzioni e cittadini. Dopo la prima giornata dell’Osservatorio Regionale per le Politiche Agricole e lo Sviluppo Rurale, svoltasi a Frontone lo scorso 7 gennaio, l’impegno congiunto di Regione Marche e del PSR Marche si rinnova con l’organizzazione di un roadshow dal titolo “ASCOLTIAMO IL TERRITORIO, CONDIVIDIAMO IL PROGRAMMA, finalizzato a raccogliere, in vista dell’emissione dei prossimi bandi, contributi utili a migliorare l’utilizzo delle risorse. “Grazie al cofinanziamento comunitario del biennio 2021-2022 pari a circa 170 milioni di euro, potremo sostenere e sviluppare un territorio regionale gravemente colpito, prima dal sisma poi dagli effetti della pandemia”, evidenzia il vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura. Cinque gli incontri previsti sul territorio (uno per provincia). Saranno dedicati alla raccolta e all’analisi delle istanze provenienti dalle diverse aree che compongono la regione, ognuna con vocazioni e caratteristiche specifiche: si inizierà il 23 febbraio a Jesi (AN), per proseguire il 24 febbraio a Montegiorgio (FM), il 1° di marzo a Castelraimondo (MC), il 3 di marzo a Montalto delle Marche (AP) e, per concludere, Mombaroccio (PU) il 4 marzo, sempre con inizio alle ore 18.00. “Durante gli incontri – continua Carloni – sarà possibile confrontarsi anche su come semplificare e rendere più proficuo questo ultimo periodo, in vista della nuova programmazione 2023/2027, dove sono previsti importanti cambiamenti sui quali è bene iniziare a ragionare sin da ora”. Il format degli incontri prevede il saluto di benvenuto del sindaco della località che ospiterà l’evento. I lavori saranno aperti dal presidente di Regione Marche Francesco Acquaroli e dal vicepresidente e assessore regionale all’Agricoltura Mirco Carloni. A seguire l’intervento di Lorenzo Bisogni, Autorità di Gestione del PSR Marche, che illustrerà la programmazione dei bandi di prossima emissione e le relative misure di semplificazione, con alcuni spunti sulla futura programmazione del Programma di Sviluppo Rurale. Dopo la parte introduttiva si passerà ai contributi e al dibattito: ogni appuntamento toccherà una diversa area provinciale per dare voce ai territori e alle loro specifiche esigenze. Gli appuntamenti si svolgeranno in presenza, nel pieno rispetto delle regole anti Covid. Per quanti non potranno partecipare è prevista la diretta on line sui canali social del PSR Marche.




Marche, Ime. Acquaroli: Prodotti di eccellenza ma ancora poco conosciuti. Lavorare su promozione e internazionalizzazione

“È importante sottolineare il ruolo dell’agricoltura per la nostra regione, un valore che dobbiamo conservare e sviluppare. La sfida che abbiamo di fronte è quella della promozione dei nostri prodotti e la conquista di nuovi mercati e l’interlocuzione con nuovi buyer” dichiara Francesco Acquaroli, Presidente Marche in occasione del debutto di “Studio Marche”, studio televisivo e piattaforma digitale per la promozione dell’agroalimentare regionale nel mondo, sostenuto dalla Regione e firmato da Istituto marchigiano di enogastronomia (Ime).

“Col vino facciamo conoscere una terra, attiriamo un turismo che poi ha ricadute su tutto il territorio. La Regione farà il possibile in tal senso, è nei nostri programmi implementare l’agricoltura per portare una rinascita della nostra terra. La vocazione industriale degli ultimi anni non può far dimenticare quella ben più radicata verso l’agricoltura. Questo polo deve essere dunque uno strumento di promozione e affermazione dell’agroalimentare e del turismo nelle Marche.

Importante sarà poi destagionalizzare il nostro turismo per far vivere le Marche durante tutto l’anno e l’agricoltura in questo può aiutare molto” prosegue.

“Dobbiamo infine comprendere come migliorare le politiche di internazionalizzazione e promozione dei nostri prodotti. Per livello dei prodotti che abbiamo ancora non siamo conosciuti sufficientemente, su questo dovremo lavorare e svilupparci” conclude Acquaroli.