OBIETTIVI GREEN DEAL EUROPEO, STUDIO FIERAGRICOLA-NOMISMA: ITALIA AGRICOLA PROMOSSA SU SICUREZZA ALIMENTARE, BIO, RIDUZIONE SPRECHI E CHIMICA
Da coimputato ad alleato verde. Alla vigilia del Green Deal europeo l’agricoltura italiana sfata molti luoghi comuni e si scopre in forte empatia con la rivoluzione sostenibile a emissioni zero voluta da Bruxelles. L’Italia è il Paese con i cibi più sani e sicuri del Vecchio continente, il più attento agli sprechi e alle emissioni di gas serra; uno Stivale che negli ultimi 10 anni ha diminuito l’utilizzo della chimica nei propri campi con punte del 50% in favore di un’agricoltura più biologica, la prima in Europa per seminativi e colture permanenti. Per contro, il primario italiano paga alcune lacune strutturali del Paese – come la carenza e la gestione di acqua in alcune zone del territorio, oltre all’erosione del suolo – e dovrà far valere la propria fungibilità per contribuire alla transizione sostenibile. Lo rivela il report presentato oggi a Roma dall’Osservatorio Fieragricola-Nomisma in occasione della presentazione della rassegna di riferimento per il settore, in programma a Veronafiere dal 29 gennaio al 1° febbraio prossimi. Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: «Se il valore sociale delle nostre campagne in termini di approvvigionamento alimentare è storicamente assodato, lo stesso non si può dire per le potenzialità in chiave sostenibile. Il trust verde della nuova agricoltura rappresenta uno degli assi portanti in grado di contribuire in modo decisivo alla transizione verso le emissioni zero della rivoluzione economica che ci apprestiamo ad affrontare. Un passaggio epocale, nel quale Fieragricola sarà ancora una volta monitor e interprete».
FROM FARM TO FORK –IL CIBO VA A BRACCETTO CON L’AMBIENTE È il nome dellastrategia che interessa il settore agroalimentare e che fa parte della comunicazione, licenziata lo scorso 11 dicembre, “Green Deal Europeo”. L’Ue pubblicherà gli assetstrategicientro la prossima primavera, ma già dalla comunicazione si capisce dove ilGreen Deal vuole andare a parare (e in parte a finanziare), indicando tutta una serie di obiettivi ai quali l’agricoltura europea dovrà tendere nella logica di costruire un’economia circolare basata su un sistema alimentare sano, equo e rispettoso dell’ambiente. SICUREZZA PRODOTTI, SPRECO, CHIMICA E BIO-ITALIA PARTE IN POLELo studio realizzato dall’Osservatorio Fieragricola-Nomisma ha messo in luce come l’agricoltura italiana, in attesa del piano operativo sull’economia verde più importante della storia, sia già in vantaggio su uno dei paradigmi cardine: la salubrità e la sicurezza dei suoi alimenti, che presentano le percentuali più alte di prodotti che secondo i controlli dell’autorità per la sicurezza alimentare (Efsa) risultano essere assolutamente privi di residui, meglio di quanto possano vantare Francia, Spagna e Germania. Buone notizie anche sul fronte degli sprechi, con i rifiuti alimentari pro-capite (126 kg annui) del 16% inferiori alla media europea e in forte calo nell’ultimo decennio. Dalla tavola alla terra, secondo il report di Fieragricola-Nomisma, le virtù si sommano: lo Stivale detiene il record Ue di superficie e incidenza bio per seminativi e colture permanenti con 1,5 milioni di ettari, davanti a Francia, Spagna e Germania, mentre calano anche le emissioni di gas serra (-12,3% negli ultimi vent’anni secondo Eurostat), che incidono per il 7% sul totale delle emissioni contro il 10% della media europea. Ma la sensibilità green degli agricoltori e dei prodotti italiani è ancora più evidente alla prova di agrofarmaci e fertilizzanti. Infatti, secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), nell’ultimo decennio se ne è fatto sempre meno uso e spesso i consumi si sono dimezzati: è il caso degli insetticidi (da1,2 kg di principi attivi ad ettaro a 0,6 kg), dei fungicidi (-30%), degli erbicidi (-20%), ma anche di azoto (-25%), anidride fosforica (-36%), ossido di potassio (-50%).