OCM VINO, MIPAAFT SBLOCCA PROMOZIONE VINO NEL MONDO PER 70 MLN DI EURO. ECCO DECRETO IN PDF

Sbloccata la promozione del vino italiano nel mondo. Pubblicata la graduatoria di competenza nazionale per l’Ocm vino da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Via libera, con la pubblicazione del decreto direttoriale 8942 del 7 febbraio scorso – che AGRICOLAE pubblica qui di seguito in PDF – si completano le procedure di assegnazione destinate a sostenere la promozione del vino italiano nel mondo nell’annualità 2019. Un provvedimento molto atteso dagli operatori della filiera che di fatto sblocca investimenti promozionali per oltre 70 milioni di euro. Plafond al quale corrisponderà un utilizzo del finanziamento comunitario da parte degli operatori coinvolti pari a quasi 29 milioni di euro. Le regioni sono già pronte ai nastri di partenza.

AGRICOLAE pubblica qui di seguito il decreto

Decreto_direttoriale_n._8942_del_07.02.2019

Nel frattempo si sta avviando la discussione sui programmi 2019/2020. Programmi che nelle intenzioni degli uffici di Via XX Settembre sembrerebbe – da quanto apprende AGRICOLAE – debbano passare attraverso l’introduzione di semplificazioni delle procedure riferite sia alla presentazione dei programmi come anche nella valutazione degli stessi da parte degli enti competenti (Ministero e Regioni).

Su questa situazione l’intenzione sembra essere quella di pervenire, rapidamente, ad una radicale modifica dell’attuale decreto ministeriale (a firma di Maurizio Martina) che ha determinato il caos sia in termini di ritardi che in termini di contenziosi nella gestione delle ingenti risorse comunitarie destinate agli operatori del settore vitivinicolo italiano (l’ultima sentenza del Consiglio di Stato/CAVIT che ha visto soccombere il ministero, come anche le altre sentenze attese a breve che rischiano di aprire un contenzioso erariale di grande portata, sono a testimoniarlo), vedi OCM VINO, CONSIGLIO DI STATO SMENTISCE IL TAR E AFFOSSA DECRETO MARTINA. E MIPAAFT PAGA ERRORI FATTI IN PRECEDENZA

In ogni caso l’obiettivo del ministero sembra quello di mettere gli operatori del Made in Itlay nelle stesse condizioni dei competitors di Francia e Spagna. Orientamento tracciato – sempre da quanto apprende AGRICOLAE – da due riunioni condotte con le OO.PP. della filiera convocate nei giorni scorsi dai due dipartimenti del MIPAAFT (Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale e più precisamente dalla Direzione generale delle politiche internazionali e dell’Unione europea Direzione e nella quale è stato affrontato a tutto tondo il PNS VINO. Riunioni nelle quali è stato anticipato alle OO.PP. della filiera l’orientamento gestionale dell’intero PNS vino per le annualità dal 2019/2020 al 2022/2023 e attraverso le quali è emersa la volontà di uniformare le modalità gestionali delle diverse misure di sostegno previste dal PNS vino assicurando agli operatori la possibilità di utilizzo delle risorse in un arco temporale identico a quello degli altri operatori europei contrariamente all’orientamento che stava emergendo lo scorso 29 gennaio quando nel corso dell’incontro tenutosi presso il  Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca (presenziata da Andrea Comacchio), per la promozione vino sui paesi extra UE stava emergendo, per motivi di assenze di certezze delle coperture finanziarie da parte della Commissione europea, il rischio, per gli operatori italiani, di dover articolare i propri programmi in un arco temporale di appena 6 mesi ovvero un arco temporale che, di fatto, avrebbe messo a forte rischio l’utilizzo delle risorse comunitarie di competenza italiana).

Ora sembra che questo rischio sia stato scongiurato visto che la commissione europea avrebbe dato forme di garanzia sulla copertura finanziaria post 2020, peraltro già assicurata dal Regolamento di Esecuzione (UE) n. 2017/256 della Commissione del 14 febbraio 2017 che nel caso dei programmi nazionali di sostegno al settore vitivinicolo europeo prevede la possibilità di erogare anticipi del contributo per tutta la programmazione 2019-2023 ed in particolare, nel caso della promozione extra UE, nella misura dell’80 % (come previsto dall’art. 26 del Reg. UE di esecuzione n. 1150/2016).

Tutto sembra verrà risolto con l’introduzione, nei decreti che detteranno le regole di assegnazione delle risorse, di una clausola di garanzia attraverso la quale gli operatori beneficiari prenderanno consapevolezza, all’atto della presentazione dei propri programmi di investimento, che in fase di saldo (20 %) la quota del finanziamento potrà subire una riduzione conseguente alle eventuali minori risorse già stanziate (attualmente, nel caso della promozione, ammontano a euro 101 milioni con una possibile contrazione del plafond destinato a sostenere il PNS vino Italia (effetto della BREXIT) che potrebbe riferirsi ad un massimo del 4 % del plafond previsto.

In questo scenario, apparentemente tranquillo per gli operatori italiani e al fine di assicurare un’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse comunitarie destinate a sostenere il settore vinicolo italiano somma, si inserisce l’esigenza di attivare rapidamente e contrariamente al recente passato un dialogo costruttivo dell’amministrazione con tutti gli attori della filiera (OO.PP. e Regioni) volta a condividere con gli operatori strategie, regole e procedure volte a continuare a garantire il successo del vino italiano nel mondo anche in considerazione del grandissimo intervento privato messo in atto nel corso degli anni dagli operatori italiani che dall’inizio dell’attuale OCM vino (2009) hanno cofinanziato sino ad oggi, con capitali propri, oltre 700 milioni di euro di cofinanziamenti delle attività promozionali del vino italiano realizzate in tutte le aree del pianeta.

L’approccio politico fin adottato dal titolare di via Venti Settembre – per quanto riguarda l’affaire gelate Puglia e Xylella e le Pratiche Sleali – sembrerebbe andare nella direzione del dialogo e della condivisione.