PAC, BELLANOVA: SOLO SE SARA’ PIU FORTE POTRA CONTRIBUIRE A UN’EUROPA PIU VERDE. INDIRIZZARE RICERCA E INNOVAZIONE VERSO SISTEMA PRODUTTIVO. VIDEO

“Dobbiamo cambiare il paradigma dando forza alla nostra agricoltura e ai nostri agricoltori. Da molti è vissuta come la responsabile dei cambiamenti climatici, la nostra capacità deve essere quella di farla percepire per quella che realmente è: un fattore fondamentale di soluzione al problema. E dobbiamo essere consapevoli di non poter chiedere agli agricoltori ulteriori sacrifici senza risorse in cambio”.

Così il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova nel corso del suo intervento alla sede Ue di Roma per il Report annuale del lavoro della Comagri del Parlamento europeo organizzato da Paolo De Castro. Secondo il ministro “occorre dare alla Pac un ruolo di primo piano e lo dirò lunedì alla riunione del Consiglio europeo. Perché solo una Pac più forte potrà essere la chiave di volta per un’Europa più verde e non è un caso che l’Ue sia nata con la Pac”.

Bellanova ricorda come la Pac “serve ad assicurare cibo sano e sufficiente a 500 milioni di europei. Nel lavoro che è stato richiamato credo che da parte mia ci debba essere un grande apprezzamento per il pacchetto Omnibus che ci consente di ragionare meglio sulle regole delle prossima programmazioen e proposte dalla commissione. Obiettivo semplificare la vita alle imprese e anche alle istituzioni”.

“La domanda che ci dobbiamo porre è quale pac vogliamo dopo il 2020. È una domanda centrale per il futuro dell’Europa, non solo per l’agricoltura ma per tutto il progetto europeo. L’agricoltura può e deve svolgere un ruolo essenziale di presidio territoriale e strategico perché insostituibile anche nel contrasto alle crisi climatiche e al dissesto idrogeologico che vede l’Italia molto fragile” sottolinea.

“Dobbiamo allora dare forza all’agricoltura e agli agricoltori. Invece ancora oggi l’agricoltura è vista da molti come la responsabile dei cambiamenti climatici. La nostra capacità deve essere allora quella di far leggere l’agricoltura per quello che veramente è e per quello può essere, ovvero un fattore fondamentale per dare soluzioni e risposte” evidenzia Bellanova.

“Non possiamo però chiedere agli agricoltori maggiore impegno e ulteriori sacrifici soprattutto sul versante ambientale senza adeguate risorse finanziarie. Il new Green deal deve dare alla pac un ruolo di primo piano e questo è anche quello che andrò a dire lunedì nella riunione del consiglio europeo.

Solo una pac più forte potrà essere la chiave di volta per un’Europa più verde e ricordiamoci sempre a cosa serve la politica agricola comunitaria, ovvero ad assicurare cibo sano è sufficiente per 500 milioni di europei” dichiara il ministro.

“Il più grande fattore di innovazione del paese sono i giovani che abbiamo formato e che vengono tenuti al margine del settore produttivo. Per questo nella legge di bilancio abbiamo fatto scelte precise, dicendo no a delle richieste che magari erano giuste, ma dando con responsabilità segni concreti ai giovani.

In Europa chiederemo poi riequilibrio sullo sviluppo rurale e combatteremo la convergenza che ancora ci penalizza fortemente. Dobbiamo inoltre avere strumenti più agili per combattere a livello internazionale le criticità che abbiamo di fronte, come l’embargo russo e i dazi di Trump. Una tattica per tornare a relazioni bilaterali e dividere l’Europa. Avere invece un Europa più forte è una maggiore garanzia per tutti gli agricoltori e tutte le imprese” afferma Bellanova.

“La sostenibilità ambientale regge se c’è sostenibilità sociale ed economica, non dobbiamo dimenticarlo. Con gli ecosistemi non stiamo costruendo pac più verde, ma solo più carta invece di agricoltori che producono più cibo. Nostri agricoltori non devono essere nelle condizioni di produrre carta invece che cibi di qualità. Il nostro compito deve essere allora quello di rispondere alle esigenze degli agricoltori, accompagnandoli nella transizione.

Dobbiamo rispondere alle esigenze reali e non agli umori della piazza, servono risposte serie. Per questo non vogliamo pagare per risposte semplicistiche come fatto in passato” prosegue.

“Per progettare l’agricoltura del 2040 serve sviluppo e innovazione. Abbiamo bisogno di finanziarie quelle imprese che si impegnano in agricoltura 4.0 e i ricercatori. Perciò ho combattuto per le risorse da dare al crea e portare a compimento il piano di stabilizzazione. Ma i centri di ricerca dobbiamo sempre più indirizzarli verso una ricaduta nel sistema produttivo e per questo chiederemo di rafforzare la mission degli enti di ricerca” conclude il ministro.