PESCA ADRI.SMARTFISH, VENETO CAPOFILA PROGETTO UE A SOSTEGNO PICCOLE FLOTTE MAR ADRIATICO

Metà della flotta di pescherecci che quotidianamente solca le acque dell’Alto Adriatico è costituita da barche di piccola stazza, lunghe meno di 12 metri, che impegnano al massimo due  pescatori. Non utilizzano reti a strascico o draghe ma solo attrezzi manuali e si muovono entro le 12 miglia dalla costa. La piccola pesca sulle coste italiane dell’Alto Adriatico conta oltre 2600 imbarcazioni, impegna il 30 per cento dei pescatori e genera incassi per 59 milioni di euro (soprattutto grazie a molluschi e crostacei),  seconda voce della flotta peschereccia delle regioni costiere dell’Alto Adriatico, alle spalle degli 83 milioni realizzati con la pesca a strascico.

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La conservazione, sviluppo e innovazione della piccola pesca artigianale è al centro del progetto europeo transfrontaliero Adri.Smartfish, di cui la Regione Veneto è capofila, e che prende avvio ufficiale domani a Venezia, con il convegno inaugurale presso la sede centrale dell’Università Cà Foscari (Dorsoduro 3246, ore 9.30 – 14.00). A Cà Foscari interverranno tutte le le istituzioni partner: l’assessore veneto all’Agricoltura, Caccia e Pesca e Gianluca Fregolent, direttore della Direzione Agroambiente, Caccia e Pesca in qualità di rappresentanti dell’Amministrazione lead partner del progetto, i referenti scientifici Fabio Pranovi dell’Università Ca’ Foscari e Sanja Matic di IZOR – Istituto Oceanografico di Spalato, i rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura della Repubblica Croata e i referenti delle Regioni italiane e delle Contee croate.

Partecipano al progetto – che ha un budget complessivo di tre milioni di euro – le regioni litoranee dell’Alto Adriatico, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Marche e, sul versante balcanico, la Regione istriana, la Contea Litoraneo Montana, la Contea di Zara, nonché il ministero dell’Agricoltura della Repubblica di Croazia. L’Università Cà Foscari di Venezia e l’istituto di Oceanografia e pesca di Spalato sono i partner scientifici.

Il progetto si inserisce nell’ambito dei progetti di collaborazione transfrontaliera Italia Croazia 2014-2020. Ha l’obiettivo di valorizzare la piccola pesca costiera nell’Alto Adriatico promuovendo la sicurezza alimentare del pescato  e la sostenibilità ambientale, economica e sociale della pesca ‘artigianale’ che conta nel Mediterraneo circa 40 mila pescherecci, pari all’80 per cento dell’intero contingente di imbarcazioni dei paesi che affacciano sullo specchio mediterraneo.

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Adri.Smartfish prevede la creazione di una organizzazione transfrontaliera della piccola pesca che rappresenti gli operatori del settore, sia italiani che croati, e promuove azioni pilota che sperimentino nuove forme di gestione dell’attività: l’adozione del marchio registrato per il pescato, forme di commercializzazione diretta dei prodotti, condivisione di linee guida per le aree a gestione diretta.

Il progetto, che avrà una durata di 30 mesi e si concluderà nel 2021, prevede anche la condivisione di un protocollo di pesca sostenibile e responsabile, a tutela dell’ambiente, dell’occupazione e dello sviluppo integrato dell’ambiente costiero, e la condivisione di un piano pluriennale di gestione delle risorse.

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Tra gli obiettivi specifici di Smarfish figurano la fotografia dettagliata del settore, in termini di porti, flotte, numero imbarcazioni, lavoratori impiegati, attrezzi utilizzati, quantitativi e trend anche qualitativa del pescato, valori di mercato, reddito generato e tendenze, zone di pesca e impatto ambientale del settore; la promozione di soluzioni innovative e di nuovi sistemi di gestione sia nella produzione sia nella commercializzazione; il sostegno a forme di vendita diretta dei prodotti della piccola pesca sostenibile, attraverso un marchio di certificazione registrato.

“La piccola pesca costiera rappresenta il nostro ‘oro blu’ – commenta l’assessore regionale all’agricoltura e alla pesca – da difendere e promuovere, perché unisce storia e tradizione, reddito e occupazione. Lo sviluppo dell’attività dei piccoli pescherecci, spesso a conduzione familiare, è garanzia di tutela del mare e delle coste, di vivificazione dei porti e dei borghi di mare, d sostenibilità economica e di promozione turistica. La Regione Veneto ha investito e sostiene con convinzione questo progetto di collaborazione transnazionale, perché solo un approccio integrato e condiviso tra le due sponde dell’Adriatico può promuovere lo sviluppo e l’innovazione di una attività tradizionale, tutelando insieme posti di lavoro e rispetto dell’ambiente marino”.