PICCOLE PRODUZIONI LOCALI, COMAGRI SENATO. UNAAPI E ANAI: SODDISFAZIONE PER NORMA. FAI: DECLINARE MARCHIO PPL IN FRANCESE, TEDESCO E SLOVENO.

“Esprimiamo soddisfazione perché si tratta di una norma che valorizza le piccole produzioni e offre opportunità per queste piccole realtà senza aggravarle di investimenti troppo onerosi.” Così il presidente di Unaapi Giuseppe Cefalo nel corso delle audizioni sul ddl 728 in comagri senato.

“Si tratta di un ulteriore strumento che facilita maggiori marginalità da parte dell’imprenditore ed in questa direzione va anche l’apposita dicitura PPL, la quale inoltre permette scelte più informate del consumatore. Sarà poi opportuno fissare i parametri per individuare quali siano queste piccole produzioni, ha dichiarato il presidente di Unaapi. Chiediamo infine di essere ascoltati su quali debbano essere i prodotti e i quantitativi del paniere.”

Per FAI (Federazione apicoltori italiani) ha preso parola il presidente Raffaele Cirone: “In Veneto già dal 2008 è stata sperimentata questa normativa che ha testimoniato la sua utilità e i suoi benefici sia sul reddito che sulla semplificazione, in un settore come il nostro che soffre appunto di un eccesso di burocrazia. Riteniamo la denominazione del marchio PPL molto importante e pertanto chiediamo di inserire anche la declinazione francese, tedesca e slovena per quelle regioni a confine e dove l’impatto può essere notevolissimo. Si tratta di un disegno di legge, ha concluso Cirone, che tutela e salvaguarda il patrimonio apistico della nazione e vorrei sottolineare come siamo anche l’unico allevamento senza terra e sarà necessario segnalare nel dl questo opportuno passaggio per evitare disguidi.”

“Vogliamo fare una nota di plauso e sostegno perché c’era bisogno di un quadro normativo per le piccole produzioni locali ed è un aspetto assolutamente favorevole la volontà di voler superare i vincoli logistici e urbanistici per le PPL”, così ha dichiarato Antonio D’Angeli di Anai (associazione nazionale apicoltori italiani) nel corso del suo intervento.

“I margini di guadagno sono sempre più ridotti tra trasformazione e distribuzione, e riusciamo a soddisfare solo il 40% della richiesta del mercato, per cui ben venga una norma che tuteli, valorizzi e identifichi le PPL”.